Recupero

Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da se stessi?

Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci, anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte né che gli psicofarmaci curino qualcosa. Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che, lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.
Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.

Attenzione: È potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. È importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci. Se il vostro psichiatra accetta di aiutarvi a farlo, non date per scontato che sappia come farlo al meglio, anche se dice di avere esperienza. Gli psichiatri non sono generalmente addestrati sulla sospensione e non possono sapere come riconoscere i problemi di astinenza. Numerosi problemi di astinenza sono mal diagnosticati come problemi psichiatrici. Questo è il motivo per cui è bene educare se stessi e trovare un medico che sia disposto ad imparare con voi. In realtà tutti i medici dovrebbero essere sempre disposti a fare questo ai loro pazienti che lo desiderano.

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venerdì 20 ottobre 2017

Lettera aperta al proprio psichiatra

Di storie dell'orrore se ne sente parecchie, ma con questo livello di crudele ottusità psichiatrica c'è da sperare che ve ne siano poche. 
Si comincia quasi sempre con una banale prescrizione, in questo caso  benzodiazepina per cercare di placare uno stato di forte stress. Si finisce, come è accaduto a questa persona, con la peggiore tortura e offesa che si può infliggere al cervello dopo la lobotomia. Una cura miracolosa chiamata TEC (terapia elettro convulsiva in inglese ECT) perché il nome originale 'elettroshock' evoca cose poco felici: torture da nazisti o dissidenti sovietici, contenzione, puzza di carne e capelli arrostiti, denti e ossa frantumati dalle violente convulsioni. 
Ma ho già scritto in precedenza di questa 'terapia' e non mi vorrei ripetere. 
Riscrivo soltanto che a mio parere il ricorso a questa TEC indica in modo inequivocabile l'assoluta incapacità della psichiatria e il suo fallimento nel trattare i problemi che si propone di curare. 
Questa persona ha avuto un 'recupero spontaneo' una volta cessato di assumere veleni psichiatrici, ma i danni inflitti dalle amorevoli cure sono ancora tutti integri, e le hanno rovinato la vita. In fondo le è andata bene rispetto alle altre sue amiche che non sono sopravvissute al 'trattamento'.    



Come  e perché mi hanno costretto a fare l'ECT - una pratica dannosa, da mani ignoranti e pericolose. 
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Avevo preso una benzodiazepina a bassa dose a breve termine per uno stato estremo di stress. Quello che segue è un estratto della lettera aperta che ho scritto al mio medico. 

"Ho cercato di dismettere le benzo. Mi sentivo orribile. Ha insistito che ero "depressa". Mi ha detto che era a causa della mia infanzia traumatica. La mia infanzia non era la questione. La questione è stata la sua droga. 
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Non ha riconosciuto le mie reazioni avverse alla benzodiazepina. E  non ha riconosciuto la sindrome di sospensione. Mi ha diagnosticato un 'disturbo d'ansia' e 'depressione'. Mi ha dato un antidepressivo. Quando sono diventata agitata e ho sviluppato un tremito come effetto collaterale, ha detto che avevo 'la depressione maggiore con agitazione'. Quando l'agitazione è diventata così grave che ho perso completamente il sonno, mi ha dato ancora più antidepressivi e aggiunto anche sonniferi. 
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Ha detto che avevo un 'Disordine di Regolazione' - ma le uniche cose a cui non mi sono adattata sono stati i suoi farmaci. Sono crollata spesso, a volte in strada, e sono stato prelevata due volte dall'ambulanza fino al pronto soccorso. Non si è accorto che uno dei farmaci aveva causato la caduta repentina della pressione sanguigna.

Quando ho cominciato a tremare e scuotermi in modo incontrollabile, mi ha dato più pillole - da prendere tre volte al giorno e durante la notte. Quando mi sono addormentata durante un appuntamento, ha detto che avevo una 'Depressione Vegetativa'. Quando ero in movimento costante, mi ha detto che avevo un 'disturbo bipolare'. Quindi ci siamo stabiliti sulla "Depressione psicotica".

Mi ha dato antipsicotici. Ho cominciato a urlare come un cane. Marciavo sul posto. I miei movimenti del corpo sono diventati caotici. La mia faccia era una smorfia, e la mia lingua sballottava dentro e fuori dalla mia bocca.

Mi ha dato 35 diversi farmaci psichiatrici. Mi ha dato un nuovo farmaco quasi ogni settimana. Ha detto che stava 'disinfettando' i disturbi mentali. Non ha lasciato un periodo di tempo di 'lavaggio' tra i farmaci. Stava trattando gli effetti negativi della farmacia e della polifarmacia con più polifarmacia. Perché ho accettato tutti quei farmaci? Avrei fatto di tutto, acconsentito a qualsiasi cosa, ingerito qualunque cosa pur di  fermare l'orrenda agitazione che si chiama Akathisia. 
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Non potevo smettere di muovermi. Mi ha detto che era un sintomo della mia malattia mentale. Mi ha detto che era demenza. Avevo paura di uccidermi.  Ho scritto una direttiva a Living Will e Do not Resuscitate (ordine di non essere rianimati ndt). Ho dato via i miei beni. Ho scritto lettere d'addio. Ho dettagliato come le mie ceneri dovevano essere smaltite. Ho chiesto a mio marito di radere il mio viso - uno dei  suoi farmaci ha causato la crescita di peli facciali. Mio marito mi guardava con immensa incredulità, orrore e dolore. 
................

Volevo smettere gli psicofarmaci e  andare in una struttura psichiatrica per un aiuto. Mi ha convinta e trattenuta forzatamente. Ha detto che avevo un 'Disordine dissociativo di Identità' e 'Disordine di somatizzazione'. Ha detto che ero "delusionale, assente, e violentemente agitata". Lei mi ha tolto di botto molti dei farmaci e ha scritto che ero "un eccellente candidata per l'ECT (elettroshock  ndt)". 

Ho rifiutato il trattamento, ma ha costretto mio marito a firmare. Gli ha detto che l'elettroshock era l'ultima e unica opzione. Sono rimasta per 10 settimane e mi ha trattato con 25 anestetici generali e 25 applicazioni bilaterali. Non mi ricordo molto, tranne la linea di montaggio delle guarnizioni nei giorni di shock. Cercavo di scuotermi dal terrore mentre guardavo il suo volto freddo aspettando l'oblio misericordioso  dall'anestesia. Mi ha dato  pillole per dormire - tre volte al giorno, una volta di notte e ha aggiunto nuovi farmaci. Mi ha detto che avrei avuto bisogno di essere istituzionalizzata, e dei farmaci per il resto della mia vita , oltre a dei trattamenti di ECT di mantenimento settimanalmente. Non sono tornata indietro per l'ECT di mantenimento e ho gradualmente mollato tutti i farmaci. Per anni ho vissuto con la paura che mi avrebbe nuovamente impegnato per più elettroshock. Non ero più una persona umana. Non avrebbe potuto essere più distruttivo. 
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Quando si promette di non fare del male, si deve riconoscere quando succede e condividere in modo che non accada di nuovo. Non riconoscerà mai di aver fatto del male e nessuno avrà mai imparato dai suoi errori. Il giuramento che aveva fatto era quello di 'non ammettere alcun danno'. Ha anche preso "il giuramento del silenzio". 
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Dopo essere stata drogata per molti anni adesso non vedo nessuno psichiatra. Ho avuto un "recupero spontaneo" da ogni etichetta che mi è stata data quando ho smesso di assumere i suoi prodotti farmaceutici. Beh, non proprio. Quando ho cercato di ottenere aiuto per denunciare il trauma che avevo sperimentato, mi è stato detto che avevo "ideazione paranoica". Quando si promette di non fare del male, si dovrebbe riconoscere quando succede e condividere in modo che non accada di nuovo. lei non riconoscerà mai di aver fatto del male e nessuno potrà  mai imparare dai suoi errori. 

I medici hanno sistematicamente distrutto il mio cervello e il sistema nervoso con farmaci e elettroshock. Ho amnesia. Più di 20 anni della mia vita sono totalmente mancanti. La maggior parte della memoria della mia vita con mio marito è andata. Ho anche amnesia anterograda cioè la perdita della capacità di creare nuovi ricordi. Ho disfunzioni cognitive, danni ai nervi ottici, tremori, convulsioni, ticchettii vocali, diminuzione della capacità polmonare, scarsa capacità di lavoro e scarsa capacità organizzativa. Vado avanti con un muro di bigliettini per promemoria 
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Vivo nel terrore di coloro che hanno dimenticato che una volta hanno fatto un giuramento per non fare alcun male. Tuttavia, se incontrassi qualcuno di voi, i miei medici, per strada, non li riconoscerei. Avete rubato la mia memoria. 
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Tre delle dieci donne ricoverate con me sono morte - due suicidate, una da  infarto post-ECT. 
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I medici sono troppo ignoranti per fare una diagnosi corretta. Nessuno psichiatra dovrebbe usare l'ECT.

Fonte: madinamerica.com


martedì 11 aprile 2017

Viaggio infernale nella psichiatria

Vorrei dedicare questa storia a tutti quelli che credono che i farmaci psichiatrici siano 'medicine' appropriate per i 'malati di mente', anziché quello che in realtà sono: potenti droghe psicotrope, altamente pericolose per la salute fisica e mentale. 
Per quello che ne so io, anche se non  sono un medico, una medicina, prodotta per una specifica malattia se presa da una persona 'sana'  dovrebbe al massimo non avere alcun effetto, giusto? 
Si d'accordo, escludiamo gli effetti collaterali che come sappiamo (cioè come ci viene detto) sono eventi rarissimi e sporadici. 
Quindi una persona 'sana di mente' al di la di cosa significhi in realtà questo termine, non dovrebbe avere problemi di sorta anche se per sbaglio gli viene prescritto uno psicofarmaco. 
Invece, gli psicofarmaci hanno questa singolare caratteristica: rendono 'malate' le persone sane che li prendono e guarda caso, i sintomi sono gli stessi della presunta malattia che dovrebbero curare! 

Questo fatto ormai quasi onnipresente, viene sistematicamente negato dai medici i quali agendo in conformità alle loro criminali direttive (cioè contravvenendo al loro giuramento primario di non nuocere) rendono le loro vittime ignare dei malati cronici e bisognosi dei loro trattamenti per tutta la vita.  
Perché, mi chiedo, ci si indigna tanto e giustamente degli attentati alla vita di un gruppo di ignare persone comuni per mano dei famigerati terroristi, chiamandoli con gli appropriati epiteti di 'assassini, criminali, bestie immonde, ecc', mentre ci è completamente indifferente che allo stesso tempo migliaia e migliaia di persone innocenti muoiono o vengono gravemente danneggiati per mano dei loro medici ?
Semplice: perché della medicina nessuno deve dubitare, è una scienza, mica una religione assolutista e intollerante! 

Meditiamoci, intanto vediamo come la scienza psichiatrica riduce a brandelli una vita, per capire in che mondo di m*** siamo capitati.  



Eterno dolore: la mia discesa imprevista nel sistema di salute mentale

Non ho avuto a che fare con il  sistema di salute mentale nel modo in cui normalmente capita ai sopravvissuti psichiatrici. Tuttavia, una volta che mi ci sono trovato dentro, ha finito per ferirmi e rendermi disabile. Ho la sindrome di Tourette (TS), una malattia neurologica che provoca movimenti involontari e suoni chiamati “tic”. Nel 2010, all'età di 17 anni, quando i miei tic sono diventati improvvisamente debilitanti, la mia famiglia ha iniziato a portarmi da uno specialista all'altro. Nessuno poteva spiegare la causa dell'aumento della gravità dei miei tic. Abbiamo contattato l'Associazione Tourette d'America e ci hanno dato una lista di medici consigliati per farmi curare. Il neurologo che mi ha trattato era considerato il top nel suo campo e un prestigioso ricercatore, così dopo mesi di attesa e di sofferenza, abbiamo pensato che stavo finalmente per ottenere l'aiuto di cui avevo bisogno.

Al mio primo appuntamento, il neurologo mi prescrisse Abilify off-label (fuori etichetta, cioè non approvato per quel tipo di problema ndt)  per aiutarmi a gestire i miei tic. La mia famiglia ed io eravamo nuovi al “mondo del farmaco” e così ci siamo fidati la sua conoscenza. Non ci è mai stato spiegato però che l'Abilify è un antipsicotico, né ci saremmo aspettati di vederlo prescrivere per il trattamento dei tic. Non avremmo potuto mai immaginare che un medico stava per darmi dei farmaci che alterano la mente così potenti come le droghe di strada allucinogene, e che qualcosa di così scandaloso fosse completamente legale! Non siamo mai stati adeguatamente informati dei rischi connessi o del fatto che i farmaci erano così coinvolgenti che avrei potuto essere bloccato  per il resto della mia vita.

Inutile dire che questa terapia farmacologica è andata terribilmente storta. Ho subito cominciato a sperimentare effetti collaterali orribili che  sono diventati così gravi che non ero in grado di lasciare la mia casa. Dopo la seconda settimana di  Abilify, ho avuto tutti gli effetti collaterali tipici di un antipsicotico. Sono rimasto scioccato da quanto velocemente aveva completamente deteriorato la mia salute. Ero in giro in una nebbia neurolettica, vagavo come uno zombie. Ho iniziato a sperimentare estrema irrequietezza, non mi ero reso conto  conto che ero già nelle prime fasi dell' acatisia (estrema irrequietezza interiore e/o esteriore ndt). Persi la mia capacità di provare alcun piacere dalle attività che normalmente mi piacevano. Ora mi rendo conto che ero anche nelle prime fasi della discinesia tardiva, perché avevo sviluppato tremori e movimenti ipercinetici. Anche dopo aver riferito questi movimenti al medico, non  riusciva a capire che stavo sviluppando la discinesia tardiva.

Quasi ogni notte, avevo un incubo, così orribile che non avrei mai potuto immaginare che fosse anche umanamente possibile avere sogni talmente intensi. Tutto il giorno nella veglia, ero costretto a pensare costantemente al mio respiro. Era come se i miei polmoni non fossero più automatici ed erano diventati “manuali.” Ho perso anche la mia capacità di comunicare in modo efficace a quelli intorno a me che erano a conoscenza di questo inferno farmaco-indotto che si stava svolgendo.

Da un punto di vista esterno, i miei genitori erano sotto l'illusione che i miei tic venissero soppressi, quando in realtà, stavo semplicemente soffrendo in silenzio con la maggioranza dei miei effetti collaterali. Anche se i miei genitori sapevano che il farmaco non stava migliorando la mia qualità di vita, non avrebbero potuto mai immaginare quanto erano veramente dannosi questi effetti collaterali!

Il trattamento di questo dottore letteralmente mi face così male che non ero più in grado di andare agli appuntamenti, così accettò di trattarmi via e-mail. Il medico regolarmente minimizzava i miei debilitanti effetti collaterali e quando gli dicevo che era troppo da sopportare, la sua unica soluzione era quella di aggiungere ancora farmaci, compreso lo  Zoloft, un antidepressivo SSRI. Una volta aggiunto lo SSRI, non ero ancora in grado di  contrastare gli effetti collaterali dell'antipsicotico,  la mia situazione si complicò ulteriormente con l'aggiunta di effetti collaterali ancora più strazianti. Ogni pomeriggio la mia ansia era così intensa che i miei denti battevano costantemente e tutto quello che potevo fare era sedermi sul pavimento e rabbrividire convulsamente. Il medico poi mi suggerì di alzare la dose di SSRI ancora più, ma io e i miei genitori pensammo che questa fosse una pessima idea  in quanto stavo sperimentando mal di testa lancinanti tali, come se la mia testa fosse in procinto di rompersi e aprirsi.

Dopo oltre un anno di vivere in questo modo, io e i miei genitori decidemmo che avrei dovuto scalare e quindi smettere tutti i farmaci. Ne discutemmo con il medico, e dato che sono stato costretto a casa a causa dei farmaci e la qualità della mia vita era in realtà peggiorata, accettò. L'unica guida che il medico ci dette sul “processo di ritiro” era che avevamo bisogno di “farlo lentamente,” e che “potrebbe essere un po 'irregolare.”

Per essere onesti, nulla avrebbe potuto preparare io e i miei genitori all'inferno in cui siamo stati costretti a vivere in per i successivi sei mesi. Il primo mese di recesso,  ero fondamentalmente in uno stato comatoso. Mi sedevo per terra nella stessa posizione, senza rispondere a nessuno per ore. La mia mente era diventata un buco nero, completamente vuota di pensieri, avevo perso la mia capacità di pensare. Era come se la mia vita si fosse fermata e vivevo in un costante “nulla”. Durante i periodi in cui i miei pensieri riprendevano, ero depresso suicida. Tutto quello che potevo fare era sedermi sul pavimento e pensare costantemente a che persona inutile ero diventato grazie ai farmaci. Sviluppai problemi di percezione della mia immagine corporea estremamente distorta e di auto-disgusto, dove i sintomi si manifestavano semplicemente guardandomi allo specchio.

Col passare del tempo e avendo sempre meno farmaci nel mio sistema, l'ideazione suicidaria  aumentò. Mia mamma riconobbe che stavo attraversando sintomi di DT (delirium tremens). Mi sedevo sul pavimento in agonia, perché credevo di avere migliaia di insetti che circolavano su tutto il corpo e scavavano nella mia pelle. Mi grattavo la pelle fino a quando non era irritata e, a volte sanguinante nel tentativo di fermare tali sensazioni. Alla fine, sono anche diventato omicida ed estremamente violento. Per la nostra sicurezza, i miei genitori hanno dovuto rimuovere tutti gli oggetti appuntiti dalla nostra casa: forchette, coltelli e forbici. Avevo bisogno di essere monitorato 24 ore su 24, 7 giorni su 7.

A causa della mancanza di risorse, i miei genitori sono stati costretti a chiudere la loro attività in proprio in modo che potessero starmi sempre accanto. Ho avuto cambiamenti di personalità talmente gravi che sono diventato completamente irriconoscibile ai miei genitori. A quel punto, quando mia mamma mi guardava negli occhi vedeva un perfetto sconosciuto. Passavo improvvisamente da una  calma totale ad una furia maniacale dove potevo urlare per ore fino a consumarmi i polmoni. Durante queste infuriate volevo gettare via le cose e farmi del male, come  strapparmi i capelli e sbattere con forza la testa sulle pareti e le finestre.

Ero diventato così paranoico, che avevo paura ad uscire di casa. Pensavo che se qualcuno mi avesse visto mi avrebbe ucciso, perché il farmaco mi faceva pensare che ero orrendo. I miei genitori erano costantemente sul chi va la perché non sapevano mai esattamente cosa mi sarebbe accaduto. Quando i miei genitori chiesero una mano alla comunità medica per aiutarli, gli fu detto di ricoverarmi in un ospedale psichiatrico, dove sarei stato ulteriormente medicato. Questo non aveva assolutamente alcun senso per i miei genitori, perché io stavo cercando di smettere  i farmaci, ed è stato quello il motivo per cui ero stato ridotto in questo modo. Così hanno deciso che: “I panni sporchi si lavano in famiglia" con la speranza che tutto sarebbe passato in fretta.

Purtroppo, la durata del mio  ritiro dai farmaci è stata di quasi sei mesi! Al culmine della crisi, uno dei miei peggiori episodi di rabbia ha avuto luogo la vigilia di Natale. E 'durato oltre 36 ore e sono stato vicino alla morte per via della completa disidratazione e spossatezza. Il mio corpo era in costante movimento durante questo periodo e non sono riuscito a dormire, mangiare, o addirittura bere un sorso d'acqua! Come assistenti, i miei genitori sono stati messi nella stessa situazione disastrosa. Stavo urlando in piena angoscia,  disperazione e sconforto con un incredibile forte bisogno di uccidere me e gli altri. Ero totalmente sopraffatto da un sentimento che le parole non possono descrivere. Mi sentivo come se stessi sperimentando un tormento così folle che non sapevo cosa fare; non c'era un posto per sfuggire alla follia. Ero isterico, paranoico e delirante. I farmaci mi hanno costretto a provare un odio intenso verso l'umanità, ma in particolare, verso tutti coloro che mi avevano reso vittima di atti di bullismo negli anni scolastici precedenti, questo ricorda la tragedia di Columbine (massacro di studenti in una scuola americana ndt) .

Una volta che io e la mia famiglia abbiamo attraversato  l'orrore dei sintomi da dismissione, i miei genitori pensavano che fosse davvero passato il peggio e si aspettavano che iniziassi a migliorare. Ma con passare del tempo, ci siamo resi conto che i farmaci avevano danneggiato in modo permanente la mia mente e il corpo. Quando iniziai il trattamento, il medico ci aveva dato l'impressione di non essere per niente preoccupato degli effetti collaterali. Ci disse tutto quello che volevamo sentire ritraendo il farmaco come un certo tipo di miracolo, dandoci una falsa speranza che sarei tornato alla mia vita di sempre. Dal momento che ho smesso i farmaci, ora vivo con tante nuove malattie che non ho mai avuto prima di assumerli. Alcune di queste sono: problemi respiratori, acatisia, discinesia tardiva, disturbo ossessivo compulsivo, psicosi, disturbi del sonno, disturbi del linguaggio e reflusso acido. Inoltre, la sindrome di Tourette originale è progredita fino a diventare  bizzarra e complessa.

Anche dopo che io ero fuori dai farmaci, il medico ci ha assicurato che tutti gli effetti collaterali sarebbero poi andati via dopo due anni. Salvo poi scoprire (quando ormai era troppo tardi) che questo non era semplicemente falso; era, forse, un po' truccato  da parte dell'industria farmaceutica.

Ora passo le mie giornate in isolamento, non sono in grado di sedermi su delle sedie o dormire in un letto. Mi tocca mangiare in piedi e dormire sul pavimento senza il lusso di un cuscino o una coperta. I miei sintomi indotti da farmaci mi costringono a vivere in questo modo.

Ogni volta che proviamo a cercare un nuovo aiuto per me, i medici alzano le mani e dicono che non c'è niente che io possa fare. Ho provato una grande varietà di trattamenti, tra cui quelli alternativi e la medicina naturale. E 'difficile contrastare i danni dei farmaci una volta che sono stati fatti.  Spesso, quando cerco di spiegare i miei nuovi sintomi ai medici, li perdo completamente di vista.

Avevo tutta la vita davanti a me, ma ora sono diventato disabile e costretto a casa. Ero fra i migliori  studenti nel paese secondo i test  standard del mio liceo, ero stato premiato con una prestigiosa borsa di studio per partecipare a  quattro anni di lezioni gratuite al college. A causa degli effetti collaterali dei farmaci, sono diventato troppo disabile per frequentare, così sono stato costretto a prendere un congedo medico di assenza fino a perdere completamente la borsa di studio. Allo stato attuale, vivo con i miei genitori sotto la loro cura completa. Io non potrò mai essere in grado di vivere da solo, di lavorare o avere una carriera, o la possibilità di avere una relazione. Sono passati quattro anni da quando ho preso la mia ultima pillola, e sto ancora vivendo i disabilitanti effetti collaterali.

Nella ricerca di risposte a quanto e a che cosa è andato storto con il mio trattamento, io e la mia famiglia abbiamo scoperto che ci sono già molte prove scientifiche che dimostrano i pericoli di questi farmaci e il motivo per cui non dovrebbero essere utilizzati per il trattamento di malattie come il TS. Gli antipsicotici sono noti per causare disordini e  tic, denominati “Tourettismo tardivo.” Mentre la discinesia tardiva diventa più riconosciuta come un effetto collaterale dei farmaci antipsicotici, occorre anche capire che i sintomi della sindrome di Tourette sono parte della discinesia tardiva quando sono causati dai farmaci. Il fatto che i medici, compreso il mio, in realtà credono che questi farmaci possono aiutare ulteriormente i pazienti con TS sottolinea come siano disinformati  sulla discinesia tardiva.

Da quando mi è  accaduto questo, io la mia famiglia abbiamo parlato per impedire che questo tipo di tragedie continuassero ad accadere. Siamo rimasti sconcertati nello scoprire che il produttore di Abilify, Otsuka, stava cercando l'approvazione della FDA per i bambini con TS. Abbiamo iniziato il nostro lavoro di avvocatura scrivendo una lettera di 16 pagine alla FDA per raccontare la mia storia e anche delineare tutti i motivi per cui questo farmaco non avrebbe dovuto essere approvato. Da allora abbiamo capito che trattare direttamente con la FDA è inefficace, così abbiamo cambiato direzione e ora ci stiamo concentrando sull'educare i medici e il pubblico sui pericoli degli antipsicotici. A causa del potere delle aziende farmaceutiche, è stato molto difficile divulgare la mia storia. Abbiamo sentito storie di tante famiglie all'interno della comunità TS i cui figli hanno manifestato sintomi molto simili ai miei, ma i genitori e i medici non riescono a riconoscere che questi sono gli effetti collaterali dei farmaci.

Per raccontare la mia storia attraverso la musica, ho scritto un concerto per violoncello dal titolo “ The Eternal Sorrow ”. E 'scritto in onore di tutti i feriti dalla psichiatria e dai farmaci psichiatrici - non solo coloro le cui vite sono state perse, ma anche coloro che vivono e continuano a soffrire per il danno iatrogeno provocato. Il titolo della canzone si riferisce al danno permanente che i farmaci psichiatrici possono causare alle persone rendendole disabili per il resto della loro vita. Attraverso la musica, il mio obiettivo è quello di aumentare la consapevolezza sui gravi rischi associati ai farmaci psichiatrici, e usarlo come uno strumento per connettermi con altri membri della comunità superstite psichiatrica. Sullo sfondo della canzone, il gonfiore delle corde in onde ricordano il tormento di cui ho avuto esperienza quotidianamente. I miei sintomi mi hanno colpito come una tonnellata di mattoni.  Poi si attenuano un po solo per darmi un falso senso di sicurezza perché saranno prossimi a ritornare di nuovo come una vendetta.

La mia storia enfatizza ulteriormente i pericoli e la futilità dei farmaci psichiatrici. Nel mio caso, sono stati utilizzati per il trattamento di una malattia fisica invece degli usi tipici nella salute mentale. Nel tentativo di cercare di “riparare” il mio cervello, hanno finito per distruggerlo. Come i sopravvissuti psichiatrici sono ben consapevoli, le ferite di questi farmaci non si rimarginano, e nella migliore delle ipotesi, semplicemente sopprimono i sintomi.

Il farmaco mi è stato dato al di fuori del regno della psichiatria in quanto mi venne prescritto da un neurologo. La psichiatria non danneggia solo i pazienti dentro il sistema di salute mentale, ma anche i pazienti che non dovrebbero essere mai entrati nel sistema fin dall'inizio. Ogni singolo farmaco che il neurologo mi prescrisse era psichiatrico;  non mi ha mai prescritto niente di quelli neurologici. Perciò, sento che il mio trattamento non era niente di più che il male della psichiatria travestito da neurologia.

Fonte: madinamerica.com

lunedì 27 aprile 2015

Testimonianza: essere pazzi è liberatorio



Essere Pazzi è liberatorio

Di Ekaterina Netchitailova, PH.D.

6 aprile 2015

Essere pazzi è liberatorio. Beh, almeno con la pratica e la determinazione, perché, diciamocelo, essere mentalmente disturbata (con diagnosi confermata) non è uno status elevato nella scala della popolarità nella nostra società, definita come è per gli standard di normalità.

Il mio senso di liberazione è arrivato circa due anni fa, quando ero seduta su una panchina nel parco. Un uomo si era letteralmente materializzato sulla stessa panchina un minuto dopo, fumando un sigaro in maniera agiata. Non l'avevo visto avvicinarsi e tutto il suo aspetto era un poco bizzarro: occhiali fuori misura, pantaloni sporchi e una  costosa cravatta rossa.

Non mi ci volle molto per iniziare a pensare che poteva essere il Diavolo, un personaggio che ho incontrato in tutti i miei stati psicotici. Dopo una riflessione iniziale sul fatto che stavo vivendo un'allucinazione (improbabile poiché l'uomo continuava a sedere dov'era anche dopo avere sbattuto le palpebre più volte di fila), o un delirio (la spiegazione più probabile rispetto alla prima), mi congedai con queste probabilità saldamente fissate nella mia testa. Sapevo che non ero psicotica, aiutata dal fatto che ero su una bassa dose di Quetiapina, e che, nonostante non avessi avuto la prova che l'uomo poteva essere il Diavolo, invece poteva esserlo, anche se secondo gli psichiatri, si poteva considerare questo episodio e tutti gli altri avvenimenti bizzarri come fatti appartenenti al dominio della follia.

Mi allontanai dalla panchina più veloce che potevo, perché ad essere onesti, cerco sempre di evitare il Diavolo in tutte le sue manifestazioni, ma questa esperienza mi ha fatto pensare. Che cosa succederebbe se le cose che le persone folli vedono e sentono fossero reali? Esiste questa piccola possibilità, che la verità  stia nella  follia e non in ciò che viene proiettato a noi dalla società come normale?

Devo ammettere che scrivere simultaneamente una tesi di dottorato di ricerca su come Facebook raccoglie i dati mi hanno aiutata nel modo di pensare la mia follia e la follia degli altri. Vedete, Facebook e tutte le altre società di Internet, nonché negozi di generi alimentari (attraverso le carte fedeltà) possono memorizzare tutto ciò che avviene sui loro radar. Sanno tutto sulle vostre abitudini quotidiane, i vostri amici, che cosa vi piace mangiare per la prima colazione e se siete single oppure no. Ciò è in linea con quello che la maggior parte delle persone pazze credono - cioè che siamo costantemente osservati. Ditelo ad un psichiatra, lui risponderà che sei malato mentale, nonostante l'evidenza del contrario. Noi siamo osservati, ogni singolo momento della nostra giornata e della notte.

La presenza del Diavolo è ovviamente più difficile da dimostrare e non è una cosa che ho intenzione di discutere con gli psichiatri in qualunque momento della mia vita residua. Ma nel caso che possa accadere, so già la risposta. Il Diavolo verrà messo nel carrello con le  allucinazioni o i deliri, nonostante il fatto che quasi tutte le religioni del mondo ammettono la sua esistenza.

Ecco una domanda che mi ha dato fastidio per un po ': " Perché nonostante ci siano molte più persone ritenute mentalmente malate che  psichiatri, è il pazzo che deve essere chiamato stupido (ma in un modo politicamente corretto)?"

Non fraintendetemi, io non sono contro gli psichiatri in quanto tali. La maggior parte di loro cercano di aiutare, e ho incontrato un paio di loro che si sono rivelati persone brillanti e divertenti. Riesco a prendere le loro medicine, anche se ho imparato per esperienza che se non sono pronta a vivere come uno zombie, devo amministrare da sola il mio dosaggio e non quello che prescrivono.

No, si tratta della mancanza di dialogo con gli psichiatri che mi infastidisce di più. Sappiamo, naturalmente, che la psichiatria è una struttura, discussa in lunghezza e profondità da coloro che sono disposti a sacrificarsi per la causa. Michel Foucault è stato forse lo studioso più importante nel settore e ha sottolineato giustamente il fatto che la psichiatria si inserisce semplicemente nel trend di crescente medicalizzazione, dove tutto ciò che non rientra nella normalità deve essere trattato immediatamente con alcune pillole miracolose. E di solito questo è fatto con un tale atteggiamento di arroganza che anche chi non ha mai avuto problemi, in primo luogo inizia a credere di essere un malato terminale.

Ho avuto un problema quando sono stata ricoverata  per la prima volta in ospedale con una psicosi acuta. Non ho dormito per dieci giorni a causa dallo stress della vita. Stavo lavorando da due anni come analista finanziaria delle banche e, come le crisi finanziarie dimostrano chiaramente, lavorare nella finanza può portare chiunque alla pazzia.

Il modello di pensiero dopo una prolungata insonnia forse appartiene al regno della follia, ma tra il caos che stava dimostrando al personale medico che mi ha ricoverato in ospedale nei pressi della città di Amsterdam, ci sono stati scorci di quello che stava realmente accadendo (oltre spiegazioni noiose che si possono trovare nella loro Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali.)

"Io sono il Buddha," Ho detto al mio medico e questo è esattamente come mi sentivo in quel momento. Mi sentivo leggera, felice, piena di vita. Le banche anche senza la mia analisi sarebbero andate avanti e io, Ekaterina scappata dalla Russia, ero pronta a entrare in un punto più alto nella storia.

Il medico non ha condiviso i miei desideri verso la felicità. Non ha nemmeno sorriso (o riso, che sarebbe stato ancora più appropriato) e invece di congratularsi con il fatto che finalmente iniziavo a vedere la verità, che ero in qualche strada verso illuminazione e dovevo abbandonare il mio lavoro nella finanza una volta per tutte, ha dichiarato con una faccia solenne e seria: "Penso che tu sia pazza."

Col senno di poi, l'unica pazzia che ho fatto è stata condividere i miei pensieri pazzi con i medici. Io ero davvero un Buddha? No, non lo ero, anche se è del tutto possibile che lo fossi stato nella mia vita passata. No, il mio stato di Buddha è stato rivolto verso il dilemma generale vissuto dalla nostra società: Volevo essere fuori dal sistema basato sull'accumulazione, lo status e il consumo senza fine. Volevo essere libera.

Ma questo è il problema con la maggior parte degli psichiatri, a mio parere. Non hanno una visione ampia della vita. Il loro obiettivo è quello di guardare i dettagli, su qualcosa che riguarda le manifestazioni e non le cause di fondo. Semplicemente non capiscono la follia, perché per capirla, bisognerebbe che fossero matti loro stessi. Come si può trattare qualcosa quando non si vede o si sente la stessa cosa?


Come disse una volta Nietzsche, "Perché l'uomo non vede le cose? Lui stesso è in piedi nel mezzo. Egli nasconde le cose. "Stranamente, ha descritto in questo modo lo stato della psichiatria di oggi. La psichiatria nasconde le cose.

Ma a causa del peso che l'intero establishment porta sulle sue spalle, siamo obbligati a obbedire e se non lo facciamo, veniamo costretti. Il mio percorso verso l'illuminazione è stato interrotto dopo che il medico mi ha somministrato una dose mortale di risperidone e mi ha suggerito che potrei soffrire di schizofrenia. L'unica cosa che mi veniva in mente dopo il trattamento è stata come sarebbe bello morire.

Altre diagnosi sono seguite più tardi, con altri ricoveri (è normale che si cerca di dismettere un farmaco che può potenzialmente uccidere) e altre lacrime. E 'stato solo un enorme determinazione da parte mia, così come la semplice curiosità, che alla fine mi ha aiutato a uscire da quegli psichiatri. Adesso sono cinque anni che non li vedo, ho salutato i loro artigli, anche se una diagnosi di disturbo bipolare pende saldamente sopra la mia testa.

Ma non mi dispiace, perché questa diagnosi mi dà la possibilità di parlare. Essa dimostra che ci sono stata, che ho visto. Ho visto le facce tristi dei pazienti che si raccontano giorno dopo giorno che sono matti.

Ma che cos'è esattamente la follia? La psichiatria la descrive come una perdita di contatto con la realtà,  un comportamento sciocco. 
Michel Foucault dice che da qualche parte qualcuno ha deciso che coloro che sono più potenti dovrebbero maltrattare chi è debole, e mentre possiamo vedere la nascita di lotte in nome di altri gruppi che sono stati discriminati in passato, questo aumento verso la libertà e l'uguaglianza della pazzia è invece un processo lento. Questo, credo che sia a causa dello stigma, perché tutti hanno paura di parlarne, e perché la società ha paura di tutto ciò che sottolinea il fatto che ci potrebbe essere un'altra realtà.

Dopo quella passeggiata nel parco, ho ammesso a me stessa per la prima volta che ciò che vedo è reale. Vedo gli angeli e le fate, credo nell'aldilà, parlo con gli animali e so tutto sulle mie vite passate. E sì, ho pure incontrato il Diavolo. Le sue numerose apparizioni mi hanno aiutata a capire che la follia può essere anche una battaglia per l'anima. 

Sarei  pazza? Probabilmente. Ma questo è quello che mi piace nella mia vita. Se,  quel giorno quando sono stata ricoverata in ospedale per la prima volta, qualcuno mi ha avesse chiesto se mi sarebbe piaciuto diventare di nuovo normale e dimenticare tutto quello che mi era successo, avrei detto un no definitivo. Perché mi ricordo come ero, seduta giorno dopo giorno in un lavoro noioso a credere che la vita era il mio prossimo stipendio, un viaggio inutile, la  palestra e la dieta da seguire.

No, la vita non è  questo, ho capito. La vita è scoperta e follia, e vederla in questo modo è un sistema sicuro per viverla bene. Sono finalmente libera.

Fonte: madinamerica.com


domenica 28 dicembre 2014

Che ci crediate o no

In un vecchio articolo su questo blog ho parlato di 'profezia che si auto-avvera' considerando la cosiddetta malattia mentale un costrutto teorico utile solo a favorire e perpetrare la 'credenza' generale in psichiatria che tutti i disturbi mentali sono malattie di tipo medico inguaribili ma curabili vita natural durante. 
Tracey ci parla della sua esperienza con l'impatto della malattia mentale da lei subita  per una decina di anni, con conseguente trattamento,  arrivando ad avere una improvvisa folgorazione: ovvero che queste malattie mentali in realtà non esistono ma vengono imposte affinché la vittima arrivi a credere senza ombra di dubbio di averne una. 
Quello che ne consegue è un fatto assai grave: anche se qui non si minimizza affatto la possibile gravità di certi problemi mentali, grazie alla diagnosi psichiatrica e al trattamento riusciamo a rendere perpetui questi problemi i quali per loro natura potrebbero essere invece provvisori. 
Per esempio la depressione una volta veniva considerata come un fenomeno passeggero e tramite la giusta considerazione e protezione la persona che sperimentava tale stato guariva in capo a un paio di mesi o tre, a meno che il problema non avesse precise cause organiche (es scorbuto, sifilide , encefalite o altre malattie) . Oggi però, la depressione qualunque ne sia la causa viene considerata sempre una malattia organica cronica che necessita di cure farmacologiche a vita. Tali cure come si è visto dalla revisione degli studi più recenti, lungi da guarire tale malattia a lungo termine ne peggiorano i sintomi rendendola cronica e più pesante. 
Insomma la cura diventa peggiore nel male; perciò viene spontaneo chiederci: è questa buona medicina?
Allora, conviene davvero considerare i problemi mentali come malattie?



Che ci crediate o no. . .

di Tracey Cannon

5 Settembre 2014


Mentre guidavo per andare al lavoro  questa mattina sono stata colpita da un pensiero improvviso: il problema con la malattia mentale non è che le persone ce l'hanno ma piuttosto che loro credono di averla.

Quando venni ricoverata in un ospedale psichiatrico in uno stato estremo sono stata prontamente trattenuta e drogata, mi svegliai dopo tre giorni per ritrovarmi in un altro tipo di stato che era così strano per me come se fossi stata trasformata in un alieno. Io letteralmente non mi riconoscevo allo specchio.

Mi guardavo intorno e vedevo "pazienti" che si trascinavano sbavando,  e sapevo che non ero una di loro. Eppure, entro sei mesi mi sono trovata a vivere con i miei; diagnosticata e medicata per una 'malattia mentale'. Com'è che improvvisamente ero passata dall'essere 'Tracey' a 'Tracey con una malattia mentale'? Questo è stato totalmente al di là di me, e per fortuna (proprio come per fortuna non mi comprendo pienamente fino a molti anni dopo) non  ho creduto che questo fosse davvero possibile così ho rifiutato sia la 'malattia che i farmaci', non appena mi fosse stato possibile e l 'alieno' in me non è rimasto troppo a lungo. Tuttavia, l'esperienza di essere in quegli stati estremi e il trauma di ricevere la diagnosi e il 'trattamento' è durato per molti anni a venire.

Quelli che lavorano nel campo della salute mentale sentono un sacco di storie sulle terribili statistiche e i risultati per le persone in trattamento nel sistema di salute mentale e ora sentiamo costantemente  parlare del peso della 'malattia mentale'.

Tuttavia ciò che mi ha colpito in un improvviso lampo questa mattina nella mia macchina era che il problema / onere - o qualsiasi altra cosa che vogliamo chiamarla - non è che qualcuno in realtà 'ha' una di queste 'malattie mentali'. ' Perché queste categorie fittizie di 'malattie' sono in realtà solo inventate; per lo più da persone che non hanno effettivamente sperimentato questi stati e sono, pertanto, non qualificati per discuterne - figuriamoci decidere se qualcuno si inserisce nell'una o l'altra di queste. No; il problema non è con la diagnosi o le diagnosi di queste malattie fittizie, piuttosto è che la gente realmente crede in loro.

Questo non significa licenziare le esperienze reali di una popolazione, gli stati mentali estremi e il disagio in tutte le sue forme; voci e visioni - meravigliosi, implacabili, terrificanti o travolgenti - o i pozzi apparentemente senza fondo di tristezza e dolore o uno qualsiasi degli altri stati, sconcertanti e misteriosi  della nostra psiche. Poiché tutte queste esperienze sono completamente reali per quelli che le stanno sperimentando.

Il vero problema che abbiamo nella salute mentale è che le persone che soffrono di questi stati hanno accettato e permesso che loro esperienze vengano definite, concettualizzate, diagnosticate e incorniciate da altri. Le persone hanno rinunciato al loro potere a favore di 'esperti', che prendono questo controllo - a volte su motivazioni benevole - ma sempre per ignoranza sbagliate, male informati e, al peggio, per avidità indifferente. E gli esperti sono in grado di fare questo, perché è attualmente permesso dal governo con il potere legale del trattamento obbligatorio.

Naturalmente ci sono alcune persone che, fin dall'inizio respingono chiunque altro a titolo definitivo cercando di spiegare quali sono le loro esperienze. L'ho fatto quando mi sono  svegliata in ospedale in stato confusionale indotto da farmaci. In un primo momento la mia resistenza consisteva solo in un piccolo spazio, sepolta dentro di me, chiusa in una scatola stretta e nascosta in un posto che era intoccabile da tutte le droghe e messaggi del tipo 'hai una malattia mentale'. Tuttavia, essa può e deve assumere una forza incredibile di volontà per  mantenere e nutrire questa resistenza quando si è di fronte ad una cultura ospedaliera di trattamento obbligatorio, curati con la forza, diretti al consumer marketing, le grandi imprese, le campagne anti-stigma che ci raccontano come abbiamo bisogno di 'accettare' le persone con malattie mentali, e una società che ha - nel complesso -  adottato il concetto di malattia mentale e la 'scienza' della psichiatria.

Coloro che ottengono il massimo dal sistema attuale hanno letteralmente 'comprato' le quote.  Quelli che ricevono  le 'cure' si prevede attualmente che perderanno circa 25 anni della loro vita; che tende a includere molto scarsa salute (per lo più causata dai farmaci), la povertà, la disoccupazione ed essere i destinatari di numerosi "servizi" non necessariamente voluti, consegnati da persone che possono o non possono avere alcuna comprensione ed empatia.

Non sto dicendo che il 'trattamento' per la moltitudine di angoscia e le nostre esperienze traumatche di esseri umani  è tutto cattivo. Sei anni di psicoterapia regolari (scelta e controllata da me) mi hanno aiutato a navigare tra le esperienze traumatiche passate e ottenere la convalida e la fiducia in me stessa e nel mio istinto. Tuttavia ironicamente, la maggior parte di ciò di cui non avevo bisogno per navigare, decomprimere e lavorare per diventare di nuovo completamente me stessa, era la diagnosi e il trattamento che ho ricevuto per la mia apparente malattia mentale, che mi non ha dato nulla, se non un puro trauma. 

Solo dopo questo lavoro di psicoterapia ho potuto metabolizzare tutto quello che avevo 'ricevuto', e capire le cause  fondo degli stati estremi che avevo vissuto, che come si è scoperto erano l'inizio di un percorso affascinante di rivelazione e  guarigione.

Oggi ci troviamo a vivere nel bel mezzo di un sistema di credenze ridicolo chiamato 'psichiatria', che si propone di essere scientifico  anche se non ha alcuna base su cui rivendicare questo, e che è diventato così intrecciato con il profitto e lo stato che ha ormai completamente perso ogni gentilezza, ammesso  che ne abbia mai avuta una.

Questo sistema prende la nostra esperienza umana di dolore, perdita, abuso, negligenza, genio, visione,  tristezza, ecc, e stringe tutto insieme in una sorta di salsiccia banale, che poi sforna con una diagnosi DSM, un trattamento standard associato a farmaci e ad una psicoterapia se siete fortunati. Coloro che hanno ricevuto  un tale processo, istintivamente sanno di essere uno spreco di tempo senza speranza. Non ho mai incontrato una persona che è stata diagnosticata con una malattia mentale che non crede vi sia di più per le cose che sperimentano rispetto a quello che gli viene detto di credere. Nessuno che sta attraversando una crisi estrema o cerca di recuperare da abuso o trascuratezza o chi ha sperimentato visioni o voci mai dice : "in questo momento ho veramente bisogno di una diagnosi psichiatrica e alcuni farmaci, alcuni alloggi e un programma di riabilitazione e di lavoro per me." 
Quello che la gente in realtà dice è che vogliono la convalida, la sicurezza, un posto dove nascondersi, qualcuno ad ascoltare, uno spazio per essere ascoltato, forse per urlare e piangere, il tempo per esplorare e per non sentirsi soli.

Non c'è mai stata alcuna 'malattia mentale' e non ci sarà mai; semplicemente non esistono come entità 'scientifiche' o di qualsiasi altro tipo. Non esiste una cosa come uno squilibrio chimico nel cervello che 'provoca' queste esperienze. Semmai è molto probabile che le sostanze chimiche nel cervello cambino durante i momenti degi stati estremi e il cervello che li subisce quasi sicuramente cambia in seguito a traumi estremi, l'abuso e lo stress, ma questo non significa che qualcuno ha una 'malattia mentale' - è semplicemente un sottoprodotto dell'esperienza umana.

Abbiamo avuto oltre 100 anni per demonizzare, stigmatizzare, separare ed etichettre la gente come folle, matta, pazza (o, in questi giorni, il politicamente corretto 'malati mentali'). E 'tempo di fermarsi e dire basta - la 'malattia mentale' è un concetto il cui tempo è scaduto.

L'impatto di credere di avere una malattia mentale fa molto più male che bene, non  ci serve più come società, e mentre questo potrebbe sembrare semplice; Abbiamo semplicemente bisogno di smettere di crederci.

Così questa è la rivelazione che mi è venuta questa mattina;

Nulla di più è necessario per noi che smettere di credere nella malattia mentale, nessuno deve darci il permesso, venire con una strategia intelligente, aiutarci a scrivere un piano o fissare un obiettivo - possiamo solo farlo!

Per le persone che sono state diagnosticate con una malattia mentale; a meno che questo stia funzionando davvero bene per voi, e siete felici nella vita proprio come sono io suggerisco di smettere di credere fin da adesso  e fare uno qualunque o tutti i seguenti passi:

- Partecipa a discussioni con altri che la pensano allo stesso modo;
-  Rinuncia un passo alla volta dalle pillole, ai medici e ai programmi e sostituiscili con quello che veramente desideri; 
- Respingi la convinzione di essere  in qualche modo diverso dagli altri, in qualche modo danneggiato in modo irreparabile, in qualche modo non degno della vita che si desidera veramente e in qualche modo non in grado di realizzare i tuoi sogni più selvaggi. 

Fare questo può richiedere un certo tempo, ma un passo in qualsiasi direzione lontano dal credere nella malattia mentale è abbastanza ben garantito per essere un passo verso una vita migliore. Molte persone lo hanno fatto prima di voi e molti lo faranno dopo, e probabilmente vi troverete ad aiutare gli altri abbastanza presto.
Siamo più grandi e migliori di quanto possiamo immaginare e insieme potremo sbarazzarci di questa idea obsoleta, dannosa e ridicola della malattia mentale e  creare un mondo che accetta la differenza, sensibile alle sofferenze umane, il trauma e il dolore. Insieme  smetteremo di credere alla malattia mentale, inizieremo a credere in noi stessi, e cambieremo il mondo in questo  processo!

fonte: madinamerica.com

giovedì 18 dicembre 2014

Lo stupro psichiatrico

Ancora, dopo 5 ricoveri coatti (TSO) subiti contro la mia volontà leggo commenti di compagni di sventura i quali sono grati per il trattamento subito e mi dicono che sono esagerato a paragonare la coercizione psichiatrica ad una sorta di stupro, un grosso trauma umiliante, un'esperienza assai degradante. 
La prima volta che i miei cari familiari hanno scoperto questa possibilità per tenermi lontano e buono per il tempo sufficiente a riprendermi dalla mia 'sbornia di vita' è bastata affinché ogni altra minaccia futura di andare 'fuori di testa' al minimo segnale bastasse a ripetere la procedura. 
Ma la prima volta è stata davvero la più traumatica in quanto sono stato portato via in ambulanza e ivi pesantemente sedato, come ho avuto modo di scrivere in questo blog. 
Ora non per masochismo, ma per cercare di far capire a chi non riesce quale sia il danno inflitto, la vergogna, l'umiliazione di un simile trattamento vi sottopongo una storia di una donna che meglio di me riesce a descrivere quello che le è accaduto. Avverto chi è particolarmente sensibile a questi argomenti cioè chi c'è passato in modo traumatico di non leggere quello che segue o prendere prima una pausa onde evitare che riaffiorino alla memoria ricordi assai dolorosi.. 



Coercizione in psichiatria (lo stupro psichiatrico)

di Kerstin Ogard

Ho pensato di scrivere oggi sulle misure coercitive in  psichiatria. Vorrei concentrarmi su una di queste, l'iniezione forzata di psicofarmaci, che è spesso seguita da mettere i pazienti in isolamento.

I pazienti spesso si riferiscono a questo metodo di trattamento come uno "stupro psichiatrico". Questo in realtà assomiglia al processo di essere violentati. Per me, è stata l'esperienza di essere afferrata da alcuni uomini, che mi hanno sopraffatto nonostante i miei sforzi disperati di reagire, e che mi hanno portato via in una piccola stanza, dove mi hanno costretto a sdraiarmi per terra, a faccia in giù. Stavo urlando e pregando per pietà, ma mi hanno tenuta a terra, senza parlarmi. Sentivo che mi tiravano giù i pantaloni, e ho potuto sentire l'ago penetrare nella pelle. l' ho potuto sentire due volte. Stavo resistendo più forte che potevo, lottando per la vita, gridando e piangendo in un travolgente panico, ma non ho potuto sfuggire alla situazione. La sensazione di essere sopraffatta, di essere violata fisicamente ... non ero mai stata così umiliata, devastata, lacerata, in tutta la mia vita. Nessuno aveva mai violato il mio spazio fisico prima, e non avevo mai sperimentato questo tipo di violenza brutale, mai. Lo shock che mi ha lasciata a pezzi.

Dopo l'evento gli uomini allentarono la loro presa, quindi mi lasciarono da sola. Ero sdraiata sul pavimento a piangere. Ancora non avevano detto nulla. Appena chiusero la porta e mi lasciarono lì. Sono rimasta lì per dodici ore, da sola nella camera di tortura. Alcune volte qualcuno degli uomini entrava, a portarmi un bicchiere d'acqua. Ho pianto e pregato che mi portassero fuori di li. Nessuno rispondeva. Non mi hanno nemmeno mai guardato negli occhi.

Non avevo fatto niente di male. Non ero mai stata aggressiva. Avevo anche preso il farmaco, quelle pillole che odiavo, quando mi venne ordinato di farlo. Avevo  parlato troppo. Avevo parlato troppo perché avevo paura di questo posto. Avevo parlato così tanto che non ce la facevano più ad ascoltarmi. Tanto che li disturbava. Tanto che non potevano fare la loro pausa caffè in pace.
E 'stato più facile  darmi qualcosa di "rilassante" e mettermi in cella di isolamento. Meglio per tutti. Pace e tranquillità.

Nella cella ero di nuovo sola, gettata di nuovo nel luogo dove ero stata 25 anni prima. Avevo diciassette anni ed ero entrata in uno stato di mania euforica, e poi psicosi. Venni portata in ospedale, dove mi fecero una iniezione forzata e messa in isolamento. Questa violenza fisica e la coercizione avevano causato il distacco della mia mente dal mio corpo. Avevo dovuto staccare. Non c'era altro modo per cui avrei potuto sopportare quella tortura. Ora ero di nuovo in quel luogo spaventoso di disconnessione. La mia mente andò in testacoda, sempre più lontano. Mi sono avvicinata alla catatonia. Ero sola in uno spazio senza limiti dentro la mia testa, senza punti di riferimento, e nessuno che mi aiutasse. Sola.

Ancora oggi non so come ho trovato di nuovo la mia strada. Penso che potrebbe aver avuto qualcosa a che fare con la forza di volontà, perchè non avevo intenzione di perdermi. Io non avevo intenzione di finire come quelle persone che vivevano a tempo indeterminato in ospedale quegli "schizofrenici cronici", come si dice. A me sembrava che erano andati in testacoda, e non avevano trovato la via del ritorno. Stavo andando a trovare il mio ritorno, ancora una volta.

L' ho fatto. Ma devo dire che poi, ero un po' incazzata perché ho dovuto fare per conto mio, senza alcun aiuto. Stavo rinchiusa in una piccola cella a passare attraverso la battaglia di riottenere la mia vita e la sanità mentale di nuovo da sola, solo così le persone, che avrebbe dovuto essere lì per aiutarmi, potevano fare la loro pausa caffè in pace.

Penso che loro non riescono a capire. Direi che è il motivo per cui, oggi, cerco di raggiungerli e di parlargli. Forse questo è parte del motivo per cui sono ritornata: Ho un messaggio, ed è importante.

All'indomani di uno stupro, molte vittime sono in grado di accedere alla Guida e al supporto psicoterapeutico, come la terapia del trauma. Dopo uno stupro psichiatrico, tuttavia, quando si tenta di cercare aiuto per guarire dalle ferite emotive che ci sono state inflitte, si sente dire: "E ' stato fatto per il tuo bene. Quello che abbiamo fatto in realtà ti ha aiutato. Se non riesci a vederlo, significa che sei ancora malato nella tua testa. "

Sei cosa? Io non sono malata nella testa, solo perché sono del parere che lo stupro psichiatrico è profondamente traumatizzante, immorale, e una vergogna per la psichiatria moderna. Io non sono malata nella mia testa per fare tutto quello che posso in modo che più nessuno debba passare quello che ho passato io. Sono passata attraverso quelle ore infernali, da sola in isolamento, ma so che ci sono molte persone che possono staccarsi da loro stessi tanto che non troveranno più la loro strada e trascorreranno il resto della loro vita in un incubo di disconnessione e confusione. Il mio cuore piange quando penso a questo, e mi arrabbio quando penso a come la moderna psichiatria è incapace di  aiutare queste persone.

Per me, il trauma di quello che ho vissuto in quella cella di isolamento è stato così profondo che sembrava impossibile liberarmene. Ho provato, più e più volte, ma ogni volta che mi ha sopraffatto, sono finita di nuovo in ospedale ... e ogni volta, nonostante le suppliche e le trattative per un diverso tipo di cure, sono stata nuovamente violentata. Sono stata ripetutamente violentata per cinque volte.

Una volta ho sentito un mio amico, che diceva: "Beh, quando vieni stuprata  molte volte, si comincia a sentire meno male; si tratta di iniziare a farci l'abitudine." In qualche modo strano la ripetizione mi ha aiutato a far fronte con il difficile, trauma inaccessibile che avevo in me. Il trauma della catatonia in isolamento era così brutto che lo avevo totalmente represso, come un meccanismo di protezione, per 25 anni, vivendo una vita normale, del tutto ignara di ciò che stava in agguato nel profondo della mia mente. Tutto è riemerso durante il felice evento di dare alla luce mio figlio. Dopo un paio di giorni al reparto di maternità in ospedale, alcuni ricordi difficili sono cominciati ad emergere dal mio subconscio. Ho cominciato a ricordare qualcosa. Mi stavo avvicinando allo spin, al giro che mi ero completamente dimenticata.

Forse era inevitabile. E in retrospettiva, vedo che era una cosa positiva. I ricoveri ripetuti in cui sono stata gettata  mi hanno aiutato a scoprire il trauma profondo che ho avuto.

Non ho ricevuto aiuto dalla psichiatria per guarire dai miei traumi. Invece, ho trovato alcune persone di grande talento in grado di aiutarmi a guarire da questa ferita profonda. Naturalmente, avevo perso ogni fiducia nella psichiatria; con sana protettività, sapevo che dovevo stare fuori dai suoi artigli, se volevo avere la possibilità di guarire.
Ho trovato alcuni guaritori di grande talento che si sono specializzati in energia di guarigione olistica, ed erano ben preparati in tecniche mente-corpo-spirito, che hanno una comprensione della psiche di una persona molto più profonda di qualsiasi altra cosa che ho trovato nella moderna psichiatria. Con queste persone, ho cominciato a guarire.

Io credo che una buona salute psicologica, come la salute fisica (naturalmente, non è possibile separare le due), ha bisogno di cose molto semplici: una corretta alimentazione, un sonno adeguato, un ambiente senza stress, relazioni d'amore, e un senso alla vita. I miei guaritori mi hanno aiutato a trovare tutto questo, e con il loro sostegno, sono riuscita a trovare la mia forza interiore per guarire e superare le mie ferite.

Oggi sono oltre i miei traumi. Io non sono più ferita e piena di amarezza. Sono solo felice e grata di essere sopravvissuta attraverso le mie prove. Io, naturalmente, non ho bisogno di alcun farmaco psichiatrico, e sono in ottima salute fisica e mentale. Sono effettivamente diventata una guaritrice di me stessa! Oggi, posso aiutare altre persone ad andare attraverso il proprio processo di guarigione, e recuperare la loro vita. E sai una cosa? Dicono che sono abbastanza brava a farlo.

Fonte: madinamerica.com



Kerstin è un ex paziente psichiatrico che è stata coinvolta nella sviluppo dei servizi di salute mentale in Finlandia. Attualmente sta studiando per diventare un allenatore di vita, si interessa di medicina energetica e  pratiche di guarigione olistica.

venerdì 21 novembre 2014

La follia di Girolamo

Premessa:

R.D. Laing
Fondata negli anni 70 a Londra, Portland Road era una casa di accoglienza gestita da colleghi e discepoli dello psichiatra R.D. Laing, che fu anche uno dei principali ispiratori del movimento antipsichiatrico. 
Laing fu uno dei primi medici a descrivere la cosiddetta malattia mentale come un'esperienza esistenziale o punto di vista che in linea di principio è perfettamente comprensibile agli altri e dotata di senso. Laing tuttavia come psichiatra sosteneva l’esistenza della malattia mentale, intesa come sofferenza psichica, di cui è necessario ricercare la cura attraverso l'intervento esterno del medico.
Negli anni settanta insieme ad altri suoi colleghi e seguaci fondò una serie di luoghi di accoglienza, alternativi all'ospedale psichiatrico, dove mettere in pratica le sue idee non ortodosse sul 'non-trattamento' della schizofrenia e di episodi psicotici in genere. 
Il narratore era un praticante della casa di Porland Road che come Laing aveva sperimentato la depressione. In quella casa di accoglienza non si usavano farmaci e si praticava la psicoanalisi.  
La regola fondamentale di analisi presuppone una capacità di sincerità. Allo stesso modo, a Portland Road la gente si aspettava di essere sincera con le persone a cui offrivano il loro aiuto, per contattare la parte della loro personalità che era ancora sana di mente, non importava quanto pazze potevano apparire.
L'episodio di Girolamo, lungi da essere un esempio significativo per spiegare la 'follia' o la cosiddetta psicosi, fu un caso molto particolare ma tuttavia interessante per capire la filosofia che stava alla base di questi non-trattamenti. 


La follia di Girolamo

Girolamo era un giovane uomo piuttosto magro, una persona dai capelli scuri ed estremamente timido. Negli ultimi due o tre anni  aveva sviluppato una sorta di ritiro dalla sua famiglia composta da  madre, padre, e una sorella minore. Si ritirava nella sua stanza e  vi si rinchiudeva finché i suoi genitori cercavano di convincerlo a uscire fuori da li, e quando questo non funzionava  si arrabbiavano  minacciando di punirlo se non avesse aperto la porta. Girolamo si rifiutava di muoversi. Alla fine, esasperati i suoi genitori contattarono l'ospedale psichiatrico locale per chiedere aiuto. Girolamo fu alla fine prelevato con la forza dalla sua stanza, legato in ambulanza e portato in ospedale. Una volta lì, continuava col suo comportamento schivo rifiutandosi di parlare con chiunque. Per tutto il giorno, non riusciva a dire perché si stava comportando in questo modo o che cosa sperava di ottenere così. 

Fu allora  diagnosticato  affetto da schizofrenia catatonica con caratteristiche depressive. Gli vennero somministrate una serie di sedute di Elettroshock (ECT) e in poco tempo Girolamo fu restituito alla  famiglia, apparentemente risanato e di nuovo cooperativo. Sei mesi dopo o giù di lì si ripeteva lo stesso scenario: il ritiro in camera sua, la rimozione in ospedale, ECT, il recupero. Non fu mai formulata alcuna ipotesi del perché Girolamo si ostinava a comportarsi così. Ma ogni volta che il ciclo si ripeteva, era necessario un trattamento più lungo che fosse in grado di riportarlo "in sé." Lui e la sua famiglia  sopportarono questa routine in tre diverse occasioni nel corso di un periodo di due anni.

Fu così che lo psichiatra che lo aveva in cura contattò Laing confessandogli che lui e i suoi colleghi presso l'ospedale avevano gettato la spugna con Girolamo e disse che se fosse stato ricoverato in ospedale ancora una volta non sarebbe più tornato a casa. Questo, adesso era il quarto episodio del genere. In questa occasione, quando i suoi genitori implorarono Girolamo di uscire dalla sua stanza gli rispose che lo avrebbe fatto a una condizione: che venisse visitato da Laing. Girolamo aveva letto il libro di Laing "L'io diviso" e concluse che Laing era l'unico psichiatra di cui poteva fidarsi perché non lo avrebbe "trattato"  per una malattia mentale come invece avevano fatto gli altri.

Quando infine Girolamo venne a Portland Road, disse  quello che desiderava. Voleva una stanza personale dove poter rimanere fino a quando era pronto a venire fuori. Ci chiese di onorare la sua richiesta e, con un po' di trepidazione, decidemmo di accettare le sue condizioni. Girolamo era diverso da tutte le altre persone che ho conosciuto a Portland Road, perché lui ci ha presentato la sfida più grave che abbiamo mai dovuto affrontare. A causa della natura delle sue richieste , Girolamo privava Portland Road della sua più efficace fonte di guarigione: la comunione condivisa dalle persone che vi abitavano. Il piano di Girolamo minava la filosofia che Laing e Hugh Crawford avevano formulato, tuttavia  sentivamo che Girolamo aveva il diritto di perseguire l'esperienza, anche se il comportamento verso l'esterno fu problematico. Anche se l'esperienza di una persona è un affare privato, il comportamento con cui si impegna con altri non lo è, perché i due soggetti sono sempre legati. La filosofia a Portland Road era quella di tollerare un comportamento non convenzionale in misura straordinaria, al fine di facilitare la lotta di fondo in cui persona era impegnata.

Il setting psicoanalitico tradizionale, ad esempio, pone enormi vincoli sul comportamento di una persona, compreso l'uso di un divano per facilitare la sincerità. A Portland Road, convivevano  tutti insieme esposti ad ogni sorta di comportamenti  imprevedibili, e talvolta violenti. In altre parole, vi era  un elemento di rischio a vivere in queste condizioni perché nessuno sapeva fino che punto qualcuno poteva  credere fino in fondo a quello che stava vivendo.

Fedele alla sua parola, Girolamo andò nella sua stanza e ci rimase. Lui aveva la sua stanza, nessuno lo vedeva entrare o uscire. Anche se non era raro che con la sua famiglia rinunciasse occasionalmente a un pasto, il modo in cui Girolamo si era ritirato dagli altri era estremo. Nessuno ancora lo aveva visto sgattaiolare al piano di sotto per mangiare nel bel mezzo della notte, o per usare il bagno. Il nostro senso di preoccupazione si trasformò ben presto in allarme. Girolamo a quanto pare non mangiava nulla e divenne sempre più chiaro che era anche incontinente. Provammo a parlare con lui. Gli dicemmo che questo non faceva parte del nostro accordo; trasformarci in un ospedale dove avremmo dovuto prenderci cura di lui. "Oh, invece sì!", insistette Girolamo. Eppure, Girolamo apparentemente non soffriva di alcun dolore. Non sembrava particolarmente depresso, ansioso, o catatonico. Era solo molto testardo! Insisteva a voler fare così, anche se non poteva o non voleva spiegarci il perché.

Ricordammo a Girolamo che noi stessi ci eravamo esposti per lui, tenendo i suoi genitori all'oscuro mentre stava giocando con  la sua salute. Dov'era la gratitudine, un gesto di buona volontà, in cambio? Girolamo si  rifiutava di discutere del suo comportamento o esplorare le sue motivazioni di fondo. Né avrebbe  riconosciuto il suo ritiro come un sintomo di una crisi. Egli semplicemente era eccessivamente protettivo della sua esperienza privata, i cui dettagli si rifiutava di condividere. Girolamo alla fine accettò di mangiare alcuni alimenti al fine di scongiurare la morte per fame, finché glieli portavamo. Il fetore della sua incontinenza diventava oneroso, anche se Girolamo era apparentemente ignaro di ciò. Non sorprende che, ben presto divenne l'argomento di conversazione di ogni sera intorno al tavolo da pranzo.

"Che cosa stiamo facendo con lui," ci siamo chiesti. Ironia della sorte, Portland Road si era trasformata  in un ospedale psichiatrico. Eravamo costantemente preoccupati per la sua salute fisica, la sua dieta, e il crescente potenziale di piaghe da decubito, che cominciò a sviluppare. Continuava a perdere peso a causa della quantità esigua di cibo che stava mangiando. Potevamo dirgli che doveva lasciare o che abbiamo dovuto capitolare di fronte alle condizioni straordinarie che ci aveva presentato. Quando trapelò la notizia del nostro dilemma, Laing diventava sempre più nervoso. Una volta Girolamo sviluppò delle piaghe da decubito tali da rischiare di essere portato in un ospedale per le cure mediche. Ad aggravare tutto il resto, Girolamo non riusciva a trattenere le quantità scarse di cibo che stava mangiando vomitando frequentemente. Se questo vomito fu auto-generato o involontario non ci fu dato saperlo.

Nessuno di noi possedeva la competenza o la voglia di operare come il personale ospedaliero. Chi  andava a pulirlo, fargli  il bagno, e tutte le altre cose che erano essenziali per la sua sopravvivenza? Alcuni di noi alla fine accettarono di essere la sua balia, per mantenere la sua condizione di stabilità. Almeno lui era vivo. Ma per quanto tempo ancora avremmo dovuto aspettare prima che Girolamo finalmente avesse abbandonato il suo isolamento?

Altri quattro mesi passarono. Ormai la famiglia di Girolamo insisteva per visitarlo e minacciava azioni legali se non lo  permettevamo. Non eravamo, tuttavia, sul punto di lasciare che accadesse. Crawford ci implorò di rimanere pazienti e lasciare che le cose seguissero il loro corso. Laing, tuttavia, era particolarmente preoccupato, ma data la nostra determinazione a vedere come andava a finire, accettò di sostenerci e mantenere a bada la  famiglia di Girolamo, che ormai si lamentava  con lui.
Nel frattempo, Girolamo continuava a perdere peso e le sue condizioni di salute peggioravano. Ora, dopo sei mesi, avevamo di fronte a noi una vera e propria crisi. Girolamo aveva sviluppato piaghe da decubito, ma continuava a resistere, a non voler parlare con noi o cedere nel suo comportamento. Al contrario, protestò aspramente sui nostri sforzi per fargli il bagno e anche per prevenire la fame.

Finalmente decidemmo che un cambiamento di qualche tipo era  essenziale se speravamo di giungere a una conclusione soddisfacente. Decidemmo allora che Girolamo doveva essere in stretta vicinanza con la gente con cui condivideva la casa, anche se non voleva. La minaccia alla sua salute fisica e la mancanza di contatto, nei termini umani più elementari, era allarmante. Se lui non poteva, o non voleva unirsi a noi, forse avremmo potuto unirci noi a lui. Così decidemmo di spostarlo nella mia camera da letto. In ossequio al sacrificio della mia stanza privata, altri decisero di fare il bagno a Girolamo e dargli da mangiare su un programma normale, cambiare le sue lenzuola, passare del tempo e sforzarsi di parlare con lui, anche se si rifiutava di ricambiare. Gli facemmo massaggi terapeutici per alleviare la perdita di tono muscolare e per qualche contatto fisico. Ci rassegnammo al fatto che abbiamo dovuto, che ci piacesse o no, diventare un "ospedale". Ci siamo sentiti sicuri, tuttavia, che la sua condizione era destinata a migliorare.

In realtà, la sua condizione si era stabilizzata, ma questo era tutto. Mi sono abituato alla puzza, al silenzio. Ma non ha aiutato la mia depressione, condividere la camera con un fantasma che perseguitava lo spazio, ma non poteva occuparlo. Avevo bisogno di qualcosa per alleviare il torpore che ormai permeava il nostro spazio comune, quindi invitai la più florida persona "schizofrenica" di Portland Road, un altro giovane uomo che credeva di essere Mick Jagger, a trasferirsi nella nostra stanza con noi, tutti e tre a condividere la stessa camera. Questa nuova persona, che chiamerò Mick, 'allietava' Girolamo mattina e sera con la sua chitarra - che fra l'altro non aveva idea di come suonare! - E probabilmente fece sentire Girolamo ancora più pazzo di prima. Ma hey, almeno era un vivace diversivo,anche se più folle, a disposizione, e con tutta la commozione e le lamentele di Girolamo  ho subito recuperato dalla mia  depressione. Sia che a Girolamo piacesse o no, il nostro ospite "rock star" venne qui per rimanere, e ammetto il  colpevole piacere che ho sentito nel comfort che Girolamo non era in completo controllo della nostra vita.

In poco tempo un anno era passato, ma ancora nessun cambiamento visibile di Girolamo. Nel frattempo, si era verificato un certo numero di crisi tra la famiglia di Girolamo e Laing, una crescente impazienza di Laing con noi, la nostra impazienza con Girolamo, e, infine, tra noi e Hugh Crawford per non sostenere i nostri numerosi sforzi per dimettere Girolamo. Eravamo pronti, - desiderosi! - Di ammettere la sconfitta e rassegnarci ad un guasto irreparabile. Le condizioni di Girolamo erano apparentemente interminabili. Il suo "asilo" con noi era diventato per lui semplicemente un modo di vivere. Adesso sembrava ovvio per noi che questo era tutto quello che aveva veramente voluto da noi, vivere nello squallore che aveva generato intorno a sé.

L'urgenza della situazione di Girolamo divenne gradualmente un luogo comune, e in qualche modo meno urgente da risolvere. La vita a Portland Road continuiava indipendente della situazione di Girolamo. Altri avevano i loro problemi, che venivano affrontati nel modo consueto come era nostra usanza. Un altro mese era scivolato via, e poi un altro, fino a quando ho finalmente perso la cognizione del tempo e smesso di contare i giorni. Girolamo aveva da tempo cessato di essere l'argomento serale di conversazione e la sua presenza era diventata un appuntamento fisso, come i mobili della casa. Nessuno notò nemmeno l'anniversario di un anno e mezzo che Girolamo era arrivato a Portland Road. Eravamo così abituati alla sua strana definizione di convivenza: i bagni, i cambiamenti di lenzuola, le serenate, che quasi non notammo quella sera accanto al fuoco quando Girolamo con nonchalance sgusciò al piano di sotto per usare il bagno. Quando ebbe finito tirò lo scarico, sbirciò con la testa per dire ciao, e tranquillamente tornò al piano di sopra. Per usare un eufemismo, eravamo in uno stato di shock, ci pizzicavamo a vicenda per assicurarsi che non stavamo sognando.

Un'ora più tardi, Girolamo tornò, sommariamente annunciò che aveva  fame, ed effettivamente aveva terminato il digiuno che l'aveva ridotto a 90 libbre di peso (41 Kg ndt). Questo era un Girolamo che non avevamo mai incontrato: loquace, anche se timido, ma all'improvviso sociale comunque. Non potevamo credere ai nostri occhi e le orecchie. Fino a quando, ci siamo subito preoccupati, forse un ultimo guizzo, prima di tornare al suo solito isolamento? Il giorno successivo, Girolamo aveva evidentemente preso una nuova svolta. Alla fine, inspiegabilmente aveva concluso quello che stava facendo, impegnato in Dio-sa-che sorta di bizzarra meditazione silenziosa. Naturalmente, abbiamo voluto sapere. "Che diavolo sei stato a fare, Girolamo, tutto quel tempo da solo?" Gli chiesi. 
Io non credo che nessuno di noi ci aspettavamo una risposta. Non abbiamo pensato che Girolamo ne potesse avere una, ma si è scoperto che ce l'aveva.Ci disse che la ragione per cui si era isolato tutto quel tempo, per un anno e mezzo, era perché aveva dovuto contare fino a un milione, e poi di nuovo a zero, senza interruzioni, al fine di ottenere finalmente la sua libertà. Questo era tutto ciò che aveva sempre voluto fare, nel corso degli ultimi quattro anni, fin dal suo primo impulso di ritirarsi nella sua camera da letto a casa. Nessuno lo aveva mai lasciarlo fare.

Ma perché, gli abbiamo chiesto, ti ci è voluto così tanto tempo? Un anno e mezzo! Noi gli avevamo dato la possibilità di portare a termine il compito.  Secondo Girolamo, sì e no. Dopo tutto, non l'abbiamo lasciato stare. Abbiamo interferito, parlato con lui, suonato musica, dato massaggi e generalmente lo abbiamo distratto dal compito a portata di mano, dal suo conteggio. Disse che ogni volta che era a poche migliaia, anche alcune centinaia di migliaia, qualcuno ha rotto la sua concentrazione con una canzone, un massaggio, o qualsiasi altra cosa, tale da costringerlo a iniziare il conteggio da capo, dal principio. La cosa peggiore, ha detto, è stata quando abbiamo aggiunto il chitarrista! "Ma perché non ce l'hai detto subito?" abbiamo chiesto, "Ti avremmo aiutato con entusiasmo, se solo avessimo potuto sapere quello che stavi facendo." "Questo non avrebbe contato", rispose Girolamo. "Era essenziale permettermi di seguire la mia strada, senza spiegare il perché."

A quanto pare, è stato solo quando la nostra ansia collettiva sul comportamento di Girolamo si fu placata, dopo l'anniversario quando finalmente abbiamo rinunciato e fatto marcia indietro, che fu in grado di completare il compito che si era prefisso di realizzare. Alla fine, senza apprezzare del tutto il suo significato, ci ha sottoposti alle sue condizioni, permettendogli di andare avanti con la sua missione auto-imposta di questa pazza  ispirazione che lo aveva costretto a contare fino a un milione e viceversa, senza interruzioni, senza scuse o spiegazioni.

La natura non ortodossa del "trattamento" che Girolamo ha ricevuto a Portland Road è impossibile da confrontare con le modalità di trattamento convenzionali. Tuttavia, la domanda che ci siamo posti è : ha veramente "funzionato?" E se sì, come? Quasi quarant'anni dopo, Girolamo non ha mai vissuto di nuovo un altro episodio psicotico. Lasciò presto Portland Road, riprese la sua vita, dimostrò di essere una persona, in realtà ordinaria. Naturalmente, ci siamo chiesti il motivo per cui Girolamo aveva sentito il bisogno di ritirarsi la prima volta. Quali sono state le dinamiche, la motivazione inconscia che lo avevano spinto a una soluzione così radicale dei suoi problemi? Queste erano le domande a cui Girolamo non riusciva a rispondere. È significativo, e doppiamente ironico, che Girolamo non aveva bisogno di quelle domande a cui rispondere.  Nella sua condizione in frantumi, non poteva capire se stesso.

Questa storia non ha molto senso per qualcuno che cerca di cogliere una filosofia di trattamento identificabile, a meno che non si tenga conto dell'importanza centrale che Laing ha dato al problema intrinseco della libertà in ogni esperienza di terapia. Questa è stata una preoccupazione che aveva preoccupato anche Freud nello sviluppo della sua tecnica clinica, proprio come aveva fatto con i filosofi esistenzialisti, come Kierkegaard, Nietzsche, Heidegger, Sartre, con cui Laing si era principalmente identificato. Come si fa ad "aiutare" coloro che sono in qualche misura in pericolo personale senza interferire con il loro diritto alla libertà?

La soluzione di Freud a questo problema è stata la neutralità analitica, la pietra angolare della sua tecnica clinica. Seguita dall'antico detto: "non fare del male"; quello che Laing ha riconosciuto come una forma di negligenza benigna. In molti modi, l'esperienza di Girolamo a Portland Road era un esempio perfetto di negligenza benigna da mettere in pratica. Il rispetto che abbiamo cercato di dare a questo giovane era tutto ciò che nessuno di noi sentiva qualificato da offrire. Non abbiamo capito quale fosse la questione con lui, non potevamo nemmeno fingere. Non eravamo sicuri di cosa lo avrebbe aiutato né quello che avrebbe potuto peggiorare le cose, così abbiamo fatto il meno possibile. Seguendo il principio di neutralità, abbiamo impiegato la negligenza benigna discretamente come abbiamo potuto. Né Laing, né Crawford hanno diretto il trattamento, perché non c'era nessun "trattamento" da impostare.

Il modo in cui abbiamo lottato e risposto al vicolo cieco di Girolamo potrà senza dubbio essere considerato imprudente, indulgente, pericoloso, anche bizzarro da parte del personale di praticamente ogni ospedale psichiatrico nel mondo. Il suo comportamento - intransigente, tenace, resistente - sarebbe senza dubbio  stato trattato con ancora più forza di volontà, determinazione, potenza della sua. Chi pensate che, date le forze in gioco, in ultima analisi, possa "vincere" in un tale duello? Naturalmente, verrebbero usati farmaci e scosse elettriche, così come tutto ciò che si ritiene necessario sotto forma di incarcerazione.

Pochi psicoanalisti credono che sia possibile trattare una tale situazione di stallo con l'analisi. Eppure, il nostro trattamento di Girolamo è stato probabilmente una forma di analisi, tesa forse oltre il suo limite. Poiché Girolamo si  rifiutava di parlare, siamo stati costretti a far "parlare" il suo comportamento. DW Winnicott, Harry Stack Sullivan, Frieda Fromm-Reichmann, Clara Thompson, e Otto Will Allen, Jr., sono solo alcuni degli psicoanalisti di spicco che hanno aiutato le persone in questo tipo di crisi. Alcuni hanno raccontato le molte ore che trascorrevano con i pazienti che stavano in silenzio, lasciando che il tempo facesse il suo corso fino a quando qualcosa si rompeva  attraverso l'impasse. Chi potrebbe negare che Girolamo ha  resistito al trattamento? Ma che tipo di trattamento può avere una persona quando la si costringe su di una strada, senza invito o compassione? E cerchiamo di essere sinceri su questo, senza amore? Mi sembra, a pensarci bene, che era il nostro amore per Girolamo che finalmente ha avuto la sua parte quando abbiamo fatto marcia indietro da tutti i nostri sforzi per "aiutare" lui, quando siamo stati in grado di lasciare che sia lui, come ci aveva chiesto, a permettergli di aderire alla nostra comunità, ma alle sue condizioni, non le nostre.

Laing ha visto il suo ruolo  di aiutare le persone che sono venute a vedere "sciogliersi" quei nodi in cui inavvertitamente si sono legati. Egli ritiene che questo ha comportato una straordinaria cura per non ripetere gli stessi tipi di sotterfugi e di coercizione che aveva portato il formarsi di quei nodi in primo luogo. Girolamo era legato in un nodo, ed era venuto qui con la propria soluzione per quello che doveva fare per scioglierli, tra cui la sua insistenza a fare questo in silenzio. Quello che siamo stati in grado di ottenere dal suo percorso e facilitare il suo compito è stato a dir poco un miracolo.

Questo grado di non-intrusione nel contesto della psicoterapia è una rarità. Quei terapeuti che mantengono la loro autorità sui loro pazienti a tutti i costi, e che riducono l'esperienza di terapia in un insieme di tecniche che possono essere apprese non sono suscettibili di abbracciare una metodo di "trattamento" che sia il più modesto nelle sue pretese, prudente con i suoi interventi. Girolamo mi ha insegnato che le tecniche non sono di alcuna utilità quando tutto quello che una persona chiede è di essere accettato per quello che è, incondizionatamente.

Fonte : madinamerica.com