Recupero

Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da se stessi?

Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci, anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte né che gli psicofarmaci curino qualcosa. Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che, lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.
Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.

Attenzione: È potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. È importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci. Se il vostro psichiatra accetta di aiutarvi a farlo, non date per scontato che sappia come farlo al meglio, anche se dice di avere esperienza. Gli psichiatri non sono generalmente addestrati sulla sospensione e non possono sapere come riconoscere i problemi di astinenza. Numerosi problemi di astinenza sono mal diagnosticati come problemi psichiatrici. Questo è il motivo per cui è bene educare se stessi e trovare un medico che sia disposto ad imparare con voi. In realtà tutti i medici dovrebbero essere sempre disposti a fare questo ai loro pazienti che lo desiderano.

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mercoledì 1 novembre 2017

L'inferno del TSO e la psichiatria coercitiva

Una delle cose più odiose del sistema di salute mentale così com'è concepito attualmente nei nostri 'civili' paesi industrializzati è senza ombra di dubbio la coercizione. Le persone comuni, fintanto che rimangono estranee a questo sistema terapeutico, quando non sono coinvolte in prima persona,  non riescono a capire il trauma e il danno che viene inflitto ai 'pazienti' involontari, ricoverati e medicati con la forza. 
In medicina, se ci capita una qualunque malattia fisica siamo liberi di scegliere se sottoporci o meno ad un trattamento medico appropriato per quella particolare patologia, oppure scegliere un trattamento alternativo. In psichiatria invece si è obbligati a subire un trattamento farmacologico scelto dai medici psichiatri per una presunta  malattia, per la quale ripetiamolo, non esiste alcun esame specifico che ne dimostri l'esistenza. 
Tali 'cure' anziché puntare all'eradicazione delle cause del problema, servono solo a mascherare i sintomi in modo da rendere il paziente più gestibile e conforme.



Quindi esiste un grande problema di rispetto dei diritti umani, tanto che l'alto commissariato dell'ONU ha stabilito che il trattamento coercitivo tramite somministrazione forzata di neurotossine equivale alla tortura. E infatti è una tortura a tutti gli effetti per chi la subisce, ma gli psichiatri ignorano allegramente questa direttiva appellandosi alla ormai nota pericolosità potenziale dei 'pazzi'. 

Io ho avuto il 'privilegio' di subire finora 5 TSO , la maggior parte dei quali concentrati nel periodo di 6 anni in cui ero conforme alle cure psichiatriche, cioè convinto della necessità di assumere farmaci psichiatrici per tutta la vita. Ironia della sorte, proprio le cure psichiatriche anziché, 'stabilizzarmi' verso la 'normalità' mi aumentavano la frequenza delle crisi. Eppure secondo la logica psichiatrica dovrebbe succedere il contrario: la presunta malattia  mentale non curata a dovere tramite psicofarmaci (alias neurotossine) dovrebbe peggiorare,  la frequenza delle crisi dovrebbe aumentare così come la qualità della vita peggiorare progressivamente. Così mi hanno sempre detto, così è stato insegnato ai medici, e così starà scritto in qualunque manuale di psichiatria.  

Un novizio del TSO, una persona non preparata a questo trattamento potrebbe forse anche attraversarlo in modo tale che l'esperienza soggettiva non lasci grossi strascichi. Basti pensare ad esempio che la sedazione che viene inflitta con la forza è talmente potente che si perde la memoria di quello che ci è accaduto per i 3 o 4 giorni del picco della crisi. Ma quello che resta, specialmente la memoria dei momenti dell'arresto, fino alla consegna al reparto e la prima iniezione forzata rimane scolpito in modo indelebile nella memoria ed è fonte di grande sofferenza nei successivi ricordi. Alle persone che per loro carattere o natura reagiscono alle ingiurie e alla violenza con altrettanta violenza andrà molto peggio, perché saranno quelle più maltrattate. 
Io sono una persona generalmente calma e pacata , tranne quando mi faccio sopraffare dalla rabbia che esplode come una bomba atomica.  
Per fortuna in quei frangenti ho imparato subito che arrabbiarmi in modo spropositato sarebbe stato inutile e controproducente, in quanto sarei stato trattato molto peggio, come è capitato a tanti compagni di sventura di venire per esempio legati al letto per giorni interi, con estrema umiliazione. Quindi la mia rabbia veniva sfogata verbalmente e sugli oggetti inanimati come porte chiuse e muri, colpiti con pugni di tale violenza da provocarmi forti dolori alle mani per le brutte contusioni. 

Ma la forte sedazione, dopo un po' eliminava anche questa rabbia lasciando la sensazione di non avere più la capacità di pensare, di riflettere. Gli unici pensieri che mi attraversavano la mente in quel frangente, erano di morte. Pensavo ad un modo per 'fargliela pagare' provocandomi la morte per soffocamento per esempio, oppure in modo più eclatante con una potente 'craniata' sul massiccio termosifone di ghisa al termine di una lunga rincorsa. Tali erano i miei pensieri costanti, successivamente  ho compreso meglio perché i suicidi sono di circa 30 volte più probabili dopo un ricovero coatto. 

Sotto l'effetto di queste 'droghe',la mia voce diventava impastata e disarticolata come quella di un ubriacone, gli occhi stentavano a rimanere aperti, la deambulazione era precaria, con strascicamento e movimenti stile zombie. La mente, che soltanto pochi giorni prima era molto brillante, reattiva e vivace, era diventata una coclea ruminante di pensieri oscuri di annullamento. 

L'acatisia è una condizione per alcuni insopportabile. Può insorgere subito dopo il trattamento oppure dopo qualche tempo. E' difficile da descrivere perchè non esiste al mondo niente di simile durante l'esistenza ordinaria, come se si volesse far capire l'effetto dell'eroina o dei funghi allucinogeni senza sperimentare queste sostanze. Si può tentare di spiegare a parole ed io pur non avendo mai provato queste droghe di strada mi posso immaginare qualcosa, come un profondo rilassamento in un caso e allucinazioni in un'altro ma ovviamente non è come sperimentarlo  di persona. 
Dunque l'acatisia è una condizione tale di tormento  interiore che non si riesce a stare da nessuna parte in nessun modo. Io ho sperimentato ad esempio un dolore fisico forte e protratto nel tempo provocato  dalle emorroidi ma questo  è ancora nulla in confronto. Perfino un forte mal denti lo si può affrontare al limite con un antidolorifico. Ma l'acatisia è una vera tortura, un tormento che non ha uguali nel mondo fisico, perché non è un dolore fisico, di origine fisica. Non vi è salvezza, distrazione, trattamento in grado di attenuarla se non il sonno. Per questo motivo  quando si protrae sovente porta al suicidio come unica soluzione per fermarla. Per dire la verità il  trattamento per l'acatisia esiste, sono gli stessi psicofarmaci che la provocano! 

Infatti ricordo che feci presente questo problema alla giovane psichiatra che mi aveva in carico al Centro di igiene mentale, mi rispose che avrei dovuto farmi delle iniezioni depot per almeno un anno. Pensate un po' un anno intero di non-vita e annullamento di ogni slancio vitale. Gli risposi no grazie, e per tutelarmi dissi al  mio medico olistico di fiducia di scrivere una dichiarazione in cui sconsigliava espreessamente tale 'terapia'. 
Per mia fortuna, di li a poco la psichiatra venne rimossa dall'incarico ed io avevo già preventivamente scelto uno psichiatra privato per ogni evenienza, di una eventuale rivalsa del CIM. 

Ma questi effetti neurotossici dei farmaci  non sono l'unico aspetto sgradevole del TSO, anche se potenzilamente letali. La vergogna di venire trattati come infanti, l'estrema umiliazione per uomini e donne  di una certa età, rispettabilità, dignità non ha eguali. 
Non ti puoi sottrarre alle loro cure. Non puoi semplicemente trattenere quelle maledette pillole in bocca per poi sputarle alla prima occasione. E' inutile perchè magari le pillole solide hanno un minimo effetto rispetto alla sostanza liquida dal sapore amaro che viene mescolata all'acqua che serve per ingoiarle.  
Ricordo che protestai con gli infermieri e lo psichiatra per gli effetti sgradevoli del neurolettico che mi costringevano a ingoiare. Come risultato lo psichiatra decise di farmi una iniezione a lento rilascio dello stesso farmaco in modo tale che non mi sarei potuto sottrarre in alcun modo. Ricordo molto nitidamente il suo ghigno sadico mentre pronunciava quelle parole, e in quel preciso momento non posso negare di avere avuto forti fantasie omicide nei suoi confronti. 
Ma io credo nell'esistenza del karma, pertanto non posso che considerare quanto triste e terribile sarà la sua prossima vita (se non proprio questa) o quando insomma verrà il momento di scontare gli effetti di tutte le sue retribuizioni karmiche dovute al male inflitto agli innumerevoli esseri umani, pazienti passati sotto le sue grinfie. Ho saputo di uno psichiatra in america che ha aperto gli occhi e si è accorto dei danni che aveva inflitto ai suoi pazienti, è rimasto talmente colpito da questo che è andato personalmente  da ognuno di essi per scusarsi profondamente. 

I miei soggiorni forzati in SPDC (servizi psichiatrici diagnosi e cura) sono capitati quasi sempre nel pieno dell'estate quando tutti gli altri 'sani' sono per la maggior parte a godersi le meritate vacanze. Già questo pensiero di passare li le mie vacanze era assai deprimente, se si aggiunge poi la mancanza di aria pura,  la natura che si poteva solo osservare delle finestre chiuse, serrate per impedire a noi pazzi di penzolare fuori, la mancanza di ogni tipo di distrazione, escluso guardare la tv in saletta fumatori ove si scandivano anche le sigarette razionate ogni mez'ora, rimaneva solo la possibilità di fare due chiacchiere con gli altri degenti sempre se le proprie condizioni lo permettevano, oppure passeggiare in tondo nel corridoio come muli alla macina per passare in qualche modo quelle ore interminabili. 
Allora ti fermavi un attimo a riflettere, considerando  che con quello che lo stato spendeva al giorno per te potevi permetterti un viaggio in un luogo esotico, con soggiorno in albergo a 4 stelle comprensivo di vitto, trattamento completo di massaggi, e ogni tipo di terapia olistica da effettuarsi nella Spa. 


Questa mattina stavo ascoltando alla radio un dibattito sulla necessaria 'riforma' del TSO. 
Libertà di cura,tutela legale, diritti umani.. parole sacrosante, ma quando sento parlare di riforma trovo che non si combina molto bene con l'altro termine, TSO. 
Cerco di spiegarmi: a mio parere il TSO va semplicemente abolito. Perchè riformare un'aberrazione? Sarebbe come dire: "riformiamo i campi di sterminio" oppure, "riformiamo la schiavitù", vi sembra che suoni bene?. 
Riformiamo la guerra, troviamo un modo non violento di fare la guerra. Pensate a quanto è assurda questa affermazione. Allora perchè non può essere altrettanto assurda l'idea di riformare il TSO? Va semplicemente abolito, punto.  
Ma allora come facciamo con i matti violenti, come possiamo tutelare le persone civili, quelle normali che si troverebbero così alla loro mercè? 
Intanto follia non è sinonimo di violenza, almeno non più della violenza commessa dai cosiddetti 'normali'.
E inoltre, le persone tutte sono continuamente esposte a pericoli provenienti da individui che mai verrebbero diagnosticati. Per questo esistono le forze di sicurezza preposte alla nostra protezione. 

Finché la follia verrà considerato un problema medico, tutte le possibilità saranno escluse. Allora non sarà colpa della società assurda in cui viviamo, della povertà, dell'emarginazione, del disagio sociale, e relazionale; vanno a sparire le comunità e con queste il mutuo aiuto, in favore dell'individualismo, anzi le comunità si spostano nel mondo virtuale. 
Dobbiamo farci una semplice domanda: perchè le popolazioni più civilmente 'arretrate' non hanno così tanti problemi di salute mentale come i nostri ? 
Capita che le persone vadano 'fuori di testa', ma oggi il trattamento riservato a queste persone serve soltanto a certificare e cronicizzare la loro condizione di 'malati di mente'. 
Perchè non si è mai fatto nulla per capire cosa realmente sta accadendo a queste persone, per poi scoprire che sono cose che fanno parte delle possibilità della ente umana, non sono soltanto errori cone la psichiatria ci vuole far credere. Qualcuno ci ha provato a capire ma sono piccole gocce in un mare di violenza istituzionale. 

"Abbiamo bisogno di iniziare a parlare e trovare un terreno e un linguaggio comune con le altre persone intorno a noi. Abbiamo bisogno di riunirci in gruppi e trovare un linguaggio per le nostre storie che abbiano un senso e farci sentire bene con noi stessi. Disimparare il condizionamento sociale su ciò che significa essere 'malato' e 'sano'. Abbiamo bisogno di recuperare i nostri sogni e il nostro piano  per realizzarli. Abbiamo bisogno di condividere tutto quello che abbiamo capito come esseri umani. Abbiamo bisogno di amare noi stessi così come siamo: Sensibili, intensi, potenti e spaventosi, indisciplinati e inclini al disordine. Capire che le erbacce sono semplicemente piante che rifiutano di essere addomesticate. "

giovedì 18 dicembre 2014

Lo stupro psichiatrico

Ancora, dopo 5 ricoveri coatti (TSO) subiti contro la mia volontà leggo commenti di compagni di sventura i quali sono grati per il trattamento subito e mi dicono che sono esagerato a paragonare la coercizione psichiatrica ad una sorta di stupro, un grosso trauma umiliante, un'esperienza assai degradante. 
La prima volta che i miei cari familiari hanno scoperto questa possibilità per tenermi lontano e buono per il tempo sufficiente a riprendermi dalla mia 'sbornia di vita' è bastata affinché ogni altra minaccia futura di andare 'fuori di testa' al minimo segnale bastasse a ripetere la procedura. 
Ma la prima volta è stata davvero la più traumatica in quanto sono stato portato via in ambulanza e ivi pesantemente sedato, come ho avuto modo di scrivere in questo blog. 
Ora non per masochismo, ma per cercare di far capire a chi non riesce quale sia il danno inflitto, la vergogna, l'umiliazione di un simile trattamento vi sottopongo una storia di una donna che meglio di me riesce a descrivere quello che le è accaduto. Avverto chi è particolarmente sensibile a questi argomenti cioè chi c'è passato in modo traumatico di non leggere quello che segue o prendere prima una pausa onde evitare che riaffiorino alla memoria ricordi assai dolorosi.. 



Coercizione in psichiatria (lo stupro psichiatrico)

di Kerstin Ogard

Ho pensato di scrivere oggi sulle misure coercitive in  psichiatria. Vorrei concentrarmi su una di queste, l'iniezione forzata di psicofarmaci, che è spesso seguita da mettere i pazienti in isolamento.

I pazienti spesso si riferiscono a questo metodo di trattamento come uno "stupro psichiatrico". Questo in realtà assomiglia al processo di essere violentati. Per me, è stata l'esperienza di essere afferrata da alcuni uomini, che mi hanno sopraffatto nonostante i miei sforzi disperati di reagire, e che mi hanno portato via in una piccola stanza, dove mi hanno costretto a sdraiarmi per terra, a faccia in giù. Stavo urlando e pregando per pietà, ma mi hanno tenuta a terra, senza parlarmi. Sentivo che mi tiravano giù i pantaloni, e ho potuto sentire l'ago penetrare nella pelle. l' ho potuto sentire due volte. Stavo resistendo più forte che potevo, lottando per la vita, gridando e piangendo in un travolgente panico, ma non ho potuto sfuggire alla situazione. La sensazione di essere sopraffatta, di essere violata fisicamente ... non ero mai stata così umiliata, devastata, lacerata, in tutta la mia vita. Nessuno aveva mai violato il mio spazio fisico prima, e non avevo mai sperimentato questo tipo di violenza brutale, mai. Lo shock che mi ha lasciata a pezzi.

Dopo l'evento gli uomini allentarono la loro presa, quindi mi lasciarono da sola. Ero sdraiata sul pavimento a piangere. Ancora non avevano detto nulla. Appena chiusero la porta e mi lasciarono lì. Sono rimasta lì per dodici ore, da sola nella camera di tortura. Alcune volte qualcuno degli uomini entrava, a portarmi un bicchiere d'acqua. Ho pianto e pregato che mi portassero fuori di li. Nessuno rispondeva. Non mi hanno nemmeno mai guardato negli occhi.

Non avevo fatto niente di male. Non ero mai stata aggressiva. Avevo anche preso il farmaco, quelle pillole che odiavo, quando mi venne ordinato di farlo. Avevo  parlato troppo. Avevo parlato troppo perché avevo paura di questo posto. Avevo parlato così tanto che non ce la facevano più ad ascoltarmi. Tanto che li disturbava. Tanto che non potevano fare la loro pausa caffè in pace.
E 'stato più facile  darmi qualcosa di "rilassante" e mettermi in cella di isolamento. Meglio per tutti. Pace e tranquillità.

Nella cella ero di nuovo sola, gettata di nuovo nel luogo dove ero stata 25 anni prima. Avevo diciassette anni ed ero entrata in uno stato di mania euforica, e poi psicosi. Venni portata in ospedale, dove mi fecero una iniezione forzata e messa in isolamento. Questa violenza fisica e la coercizione avevano causato il distacco della mia mente dal mio corpo. Avevo dovuto staccare. Non c'era altro modo per cui avrei potuto sopportare quella tortura. Ora ero di nuovo in quel luogo spaventoso di disconnessione. La mia mente andò in testacoda, sempre più lontano. Mi sono avvicinata alla catatonia. Ero sola in uno spazio senza limiti dentro la mia testa, senza punti di riferimento, e nessuno che mi aiutasse. Sola.

Ancora oggi non so come ho trovato di nuovo la mia strada. Penso che potrebbe aver avuto qualcosa a che fare con la forza di volontà, perchè non avevo intenzione di perdermi. Io non avevo intenzione di finire come quelle persone che vivevano a tempo indeterminato in ospedale quegli "schizofrenici cronici", come si dice. A me sembrava che erano andati in testacoda, e non avevano trovato la via del ritorno. Stavo andando a trovare il mio ritorno, ancora una volta.

L' ho fatto. Ma devo dire che poi, ero un po' incazzata perché ho dovuto fare per conto mio, senza alcun aiuto. Stavo rinchiusa in una piccola cella a passare attraverso la battaglia di riottenere la mia vita e la sanità mentale di nuovo da sola, solo così le persone, che avrebbe dovuto essere lì per aiutarmi, potevano fare la loro pausa caffè in pace.

Penso che loro non riescono a capire. Direi che è il motivo per cui, oggi, cerco di raggiungerli e di parlargli. Forse questo è parte del motivo per cui sono ritornata: Ho un messaggio, ed è importante.

All'indomani di uno stupro, molte vittime sono in grado di accedere alla Guida e al supporto psicoterapeutico, come la terapia del trauma. Dopo uno stupro psichiatrico, tuttavia, quando si tenta di cercare aiuto per guarire dalle ferite emotive che ci sono state inflitte, si sente dire: "E ' stato fatto per il tuo bene. Quello che abbiamo fatto in realtà ti ha aiutato. Se non riesci a vederlo, significa che sei ancora malato nella tua testa. "

Sei cosa? Io non sono malata nella testa, solo perché sono del parere che lo stupro psichiatrico è profondamente traumatizzante, immorale, e una vergogna per la psichiatria moderna. Io non sono malata nella mia testa per fare tutto quello che posso in modo che più nessuno debba passare quello che ho passato io. Sono passata attraverso quelle ore infernali, da sola in isolamento, ma so che ci sono molte persone che possono staccarsi da loro stessi tanto che non troveranno più la loro strada e trascorreranno il resto della loro vita in un incubo di disconnessione e confusione. Il mio cuore piange quando penso a questo, e mi arrabbio quando penso a come la moderna psichiatria è incapace di  aiutare queste persone.

Per me, il trauma di quello che ho vissuto in quella cella di isolamento è stato così profondo che sembrava impossibile liberarmene. Ho provato, più e più volte, ma ogni volta che mi ha sopraffatto, sono finita di nuovo in ospedale ... e ogni volta, nonostante le suppliche e le trattative per un diverso tipo di cure, sono stata nuovamente violentata. Sono stata ripetutamente violentata per cinque volte.

Una volta ho sentito un mio amico, che diceva: "Beh, quando vieni stuprata  molte volte, si comincia a sentire meno male; si tratta di iniziare a farci l'abitudine." In qualche modo strano la ripetizione mi ha aiutato a far fronte con il difficile, trauma inaccessibile che avevo in me. Il trauma della catatonia in isolamento era così brutto che lo avevo totalmente represso, come un meccanismo di protezione, per 25 anni, vivendo una vita normale, del tutto ignara di ciò che stava in agguato nel profondo della mia mente. Tutto è riemerso durante il felice evento di dare alla luce mio figlio. Dopo un paio di giorni al reparto di maternità in ospedale, alcuni ricordi difficili sono cominciati ad emergere dal mio subconscio. Ho cominciato a ricordare qualcosa. Mi stavo avvicinando allo spin, al giro che mi ero completamente dimenticata.

Forse era inevitabile. E in retrospettiva, vedo che era una cosa positiva. I ricoveri ripetuti in cui sono stata gettata  mi hanno aiutato a scoprire il trauma profondo che ho avuto.

Non ho ricevuto aiuto dalla psichiatria per guarire dai miei traumi. Invece, ho trovato alcune persone di grande talento in grado di aiutarmi a guarire da questa ferita profonda. Naturalmente, avevo perso ogni fiducia nella psichiatria; con sana protettività, sapevo che dovevo stare fuori dai suoi artigli, se volevo avere la possibilità di guarire.
Ho trovato alcuni guaritori di grande talento che si sono specializzati in energia di guarigione olistica, ed erano ben preparati in tecniche mente-corpo-spirito, che hanno una comprensione della psiche di una persona molto più profonda di qualsiasi altra cosa che ho trovato nella moderna psichiatria. Con queste persone, ho cominciato a guarire.

Io credo che una buona salute psicologica, come la salute fisica (naturalmente, non è possibile separare le due), ha bisogno di cose molto semplici: una corretta alimentazione, un sonno adeguato, un ambiente senza stress, relazioni d'amore, e un senso alla vita. I miei guaritori mi hanno aiutato a trovare tutto questo, e con il loro sostegno, sono riuscita a trovare la mia forza interiore per guarire e superare le mie ferite.

Oggi sono oltre i miei traumi. Io non sono più ferita e piena di amarezza. Sono solo felice e grata di essere sopravvissuta attraverso le mie prove. Io, naturalmente, non ho bisogno di alcun farmaco psichiatrico, e sono in ottima salute fisica e mentale. Sono effettivamente diventata una guaritrice di me stessa! Oggi, posso aiutare altre persone ad andare attraverso il proprio processo di guarigione, e recuperare la loro vita. E sai una cosa? Dicono che sono abbastanza brava a farlo.

Fonte: madinamerica.com



Kerstin è un ex paziente psichiatrico che è stata coinvolta nella sviluppo dei servizi di salute mentale in Finlandia. Attualmente sta studiando per diventare un allenatore di vita, si interessa di medicina energetica e  pratiche di guarigione olistica.

venerdì 5 settembre 2014

I suicidi aumentano con le cure psichiatriche

Ecco una notizia che meriterebbe di essere trasmessa dai principali telegiornali sulla rubrica "salute e società". 
Invece non solo sarà ignorata  dai vari siti pro-psichiatria ma si dirà che sono studi 'viziati' in quanto si tratta di malati mentali già per definizione predisposti ad un maggiore rischio suicidario. 
Infatti anche se si evince chiaramente un maggiore rischio di suicidio in seguito alle 'cure' farmacologiche (di ben 6 volte)  si dirà che la colpa è comunque della sottostante malattia mentale. Tralasciando di ammettere che, come si era già visto in precedenza, il numero dei suicidi dei cosiddetti malati mentali è inferiore tra quelli (ormai pochi) che saggiamente evitano di farsi 'curare' dalla psichiatria. 


I suicidi lievitano enormemente con l'aumento delle Cure Psichiatriche

3 settembre 2014


Secondo uno studio di Psichiatria Sociale ed Epidemiologia Psichiatrica, la probabilità di  commettere suicidio aumenta costantemente e drammaticamente, se aumenta quantità di coinvolgimento che le persone hanno con i professionisti psichiatrici e le cure psichiatriche.

L'assunzione di farmaci psichiatrici aumenta di quasi 6 volte la probabilità di uccidere se stessi, e l'avere speso del tempo nel corso dell'anno precedente in un ospedale psichiatrico aumenta di oltre 44 volte il rischio di suicidio. I risultati suggerirebbero che gli strumenti clinici per la valutazione del rischio di suicidio non funzionano bene, hanno dichiarato gli autori dello studio danese su un'ampia base di popolazione. Tuttavia, un editoriale di accompagnamento suggeriva che dai risultati più probabili emerge che "le cure psichiatriche potrebbero essere, almeno in parte, una causa del suicidio."

I ricercatori hanno fatto uno studio a livello nazionale, nidificato  confrontando gli individui che sono morti da suicidio e controlli appaiati tra gli anni 1996 e 2009 hanno poi classificato il trattamento psichiatrico nell'anno precedente su una scala tra cui figurava "nessun trattamento," "medicato", "contatto ambulatoriale", "pronto soccorso psichiatrico" o "ricoverato in ospedale psichiatrico".

Da 2.429 suicidi e 50.323 controlli, hanno scoperto che l'assunzione di farmaci psichiatrici ha reso una persona 5,8 volte più probabile di suicidarsi. Il contatto ambulatoriale psichiatrico ha aumentato il tasso dei suicidi di 8,2 volte. Se la persona aveva visitato un pronto soccorso psichiatrico erano il tasso saliva a 27,9 volte, e se fossero stati effettivamente ricoverati in un ospedale psichiatrico diventava di 44,3 volte !.

"Un Ricovero psichiatrico nell'anno precedente è fortemente associato con il rischio di morire di suicidio", hanno concluso i ricercatori. "Inoltre, anche le persone che sono state a contatto con un  trattamento psichiatrico, ma che non sono stati ammessi sono fortemente esposti ad un aumento del rischio di suicidio."

Gli autori hanno affermato che l 'associazione probabilmente dipende dalla selezione (anziché causalità), in quanto le persone con livelli crescenti di contatto psichiatrico sono anche più severamente a rischio di morire di suicidio. Ciò nonostante, hanno scritto che:"Il significato di questo risultato può essere considerevole per la salute pubblica. Hanno suggerito che "gli strumenti attuali per la valutazione del rischio non funzionano, e i medici  per quanto riguarda il punto di contatto con il sistema psichiatrico dovrebbero forse iniziare a considerarlo come fattore di rischio per il suicidio di un paziente.

Tuttavia, in un editoriale di accompagnamento nel giornale, due esperti di suicidio australiani hanno  discusso queste interpretazioni: "Le associazioni sono forti, danno prova di una relazione dose-effetto, e hanno un meccanismo plausibile sono più propensi a indicare una relazione causale di associazioni che non hanno queste caratteristiche". "Ora c'è il dubbio che il suicidio è associato sia con lo stigma e il trauma nella comunità generale. E 'quindi del tutto plausibile che lo stigma e il trauma inerente al trattamento (soprattutto involontario) potrebbero, in soggetti già vulnerabili, contribuire ad alcuni suicidi ... Forse alcuni aspetti ambulatoriali del contatto psichiatrico sono suicidogeni. Queste forti associazioni graduali chiedono che prestiamo maggiore attenzione a questa possibilità preoccupante. "


Scoperte inquietanti circa il rischio di suicidio e di ospedali psichiatrici .. (Grande, Matteo M. e Ryan, Christopher J. Psichiatria Sociale ed Epidemiologia Psichiatrica settembre 2014, Volume 49, Issue 9, pp 1353-1355 DOI: 10.1007 / s00127-014- 0912-2)


Rischio di suicidio in base al livello di trattamento psichiatrico: uno studio nidificato caso-controllo nazionale (Hjorthøj, Carsten Rygaard et al Psichiatria Sociale ed Epidemiologia Psichiatrica settembre 2014, Volume 49, Issue 9, pp 1357-1365 DOI:... 10.1007 / s00127 -014-0860-x)


Degno di essere menzionato qui  il commento di un lettore: 

L'esperienza più traumatica della mia vita è stata il mio TSO involontario, il contatto con la psichiatria ospedaliera. Tanto che molti anni più tardi mi tormenta ancora e penso che mi perseguiterà per il resto della mia vita.Non credo che ci sia bisogno di uno studio per stabilire che l'esperienza più umiliante e disumanizzante della  vita può avere conseguenze psicologiche per il resto della vita di quella persona, tra cui spingere la persona a concludere che farla finita dopo tutto è l'opzione più razionale.Ho preso ogni precauzione a mia disposizione -incluso spegnere tutte le comunicazioni con la mia ex-famiglia- per assicurarmi che tengo la psichiatria e gli psichiatri lontano dalla mia vita. Per ora, non riesco a immaginare uno scenario in cui potrò finire di nuovo in un ospedale psichiatrico.Detto questo, io preferisco fare il senzatetto e la morte a un altra cosiddetta "ospedalizzazione" in un reparto psichiatrico. Così la mia solidarietà va ai martiri psichiatrici, alla loro vita sacrificata sull'altare della psichiatria.

Fonte: madinamerica.com

martedì 25 febbraio 2014

Morire di psichiatria

Morire di psichiatria non è affatto una cosa rara. La maggioranza delle morti accadono per iatrogenia ma in tal caso la fine arriva più lentamente e per gradi. Sono le morti dovute ad un degrado  fisico molto lento e graduale, inevitabile conseguenza del trattamento farmacologico. Si stima che le cure psichiatriche somministrate vita natural durante comportino un abbassamento di circa 20-25 anni dell'aspettativa di vita media. 
Ma qui sto per parlare di morti più dolorose, improvvise, impreviste , non annunciate. Giovani vite spezzate a causa di un ricovero in reparto psichiatrico, a causa di complicazioni dovute ad una massiccia somministrazione forzata di farmaci tossici.    
Durante il mio ultimo ricovero, quando forzatamente mi furono somministrati questi veleni, mia suocera mi ha ricordato aver parlato con lei dicendogli che sarei presto morto se non mi avessero dimesso a breve. Lei e gli altri mei familiari pensavano che questo facesse parte del mio delirio ma io sono ora convinto che se provavo queste sensazioni significa che avevo delle buone ragioni. Se rivedo un breve  filmino che mi sono fatto in quel periodo col pc, noto con orrore che la mia faccia era una smorfia, tutta contratta, la voce impastata e gli occhi stretti tanto che facevo fatica a tenerli aperti. 
A chi non ha mai provato cosa sia quella agitazione tutta  interiore , l'impossibilità di formulare un pensiero , quello strano non-essere che spinge alcuni fino al suicidio, dovrebbe provare almeno una volta nella vita un neurolettico, tanto per capire come si sta.  
La scrittrice di questo articolo si è immedesimata in una di queste morti improvvise, realmente accaduta in Inghilterra nemmeno tanto tempo fa. 
La vittima, un giovane uomo di 32 anni, morto per attacco cardiaco.



Olga Runciman

11 gennaio 2014


MORTE

L'ultima fine


Assaporo quelle parole, le sento rotolare intorno alla bocca e le ripeto, le papille gustative cominciano a registrare solo incredulità.
"No, non è  mio figlio , lui ha solo 32 anni come può essere, devono aver fatto un errore." Attacco di cuore, hanno detto? "Ah," da ridere ", allora davvero devono aver fatto un errore, lui è giovane e in forma, inoltre non abbiamo infarti nella nostra famiglia." Morte, morte, faccia blu, scuoto la testa, " no, no smetti di dire quelle parole stupide, ovviamente non è morto, ho parlato con lui soltanto ieri sera, stavamo progettando il nostro week-end insieme come si può essere così crudeli e continuare a ripetere quelle parole " suo figlio è morto". Mio figlio è vivo, zitto, chiudi quella bocca FINISCILA! .. mi dispiace, non volevo gridare, volevo dire, smettila per favore, perché mi stai spaventando con le tue parole. Lui ha tutta la vita davanti a sé, lui ha tutti i suoi sogni.. d'accordo, ha problemi in questo momento, è per questo che è con voi, avete promesso di aiutarlo, è per questo che lui è lì, nel vostro reparto psichiatrico".

Ma ora la paura si fa strisciante, morte blu, faccia di morto, si tenta di nuovo. "La prego di verificare ancora una volta che si riferisce a mio figlio, è sicuro che non sia il vecchio che viveva nella stanza accanto, quello che vagava senza meta in giro con quegli occhi vuoti e borbottava da solo frasi incoerenti? Non aveva nulla per cui vivere, l'ho potuto constatare, e poi lui è vecchio, vecchio come le colline, è lui, deve essere lui, oh Dio, prego che possa essere lui, o qualcun altro, chiunque altro, semplicemente non mio figlio , NON MIO FIGLIO!".

Ti senti urlare e le parole - morte, figlio - ora sembrano echeggiare intorno alla stanza che si avvicina sempre di più, come una danza macabra di luce e di tenebre, colore e oscurità, vita e morte e. . . Oh Dio, è Pietro lì in mezzo, che lotta per il suo diritto alla luce, al colore, alla vita e sta perdendo..   vostro figlio è morto, è morto per un attacco cardiaco la scorsa notte nel suo letto , ti interrompe ancora e ancora e ancora questa figura professionale, questo medico lontano, e ogni volta che dice qualcosa tu urli "no, non è vero!" Ma la morte del figlio si sente molto più vicina ora. "Pietro!" urlo "vieni qui dietro di me, mi batterò con la morte per te, sei troppo giovane devo morire io prima di te, è nell'ordine naturale delle cose, io sono tua madre,  permettimi di lottare per te , per favore lasciatemi morire al posto suo"

Ma non si può arrivare a lui, non importa quanto duramente si tenta, - tuo figlio è morto, è morto per un attacco cardiaco a la scorsa notte nel suo letto, interrompe il medico. Improvvisamente, indissolubilmente, la morte e il figlio sono uniti. Essi sono divenuti uno e la luce inizia a cambiare, diventando sempre più oscura, il colore inizia a drenare, cambiando, sempre più nero e la morte, la morte con la faccia blu, per ora sta cercando lui, tuo figlio, e il suo volto è contorto, non blu come avevano cercato di mettervi in guardia, ma più verso il viola. La madre quasi non lo riconosce e i un ultimo patetico tentativo prova ad urlare "non è lui!", lui non ha mai avuto quello sguardo, lui è bello, con una pelle pallida e bella. Gli occhi sono verdi, non  così pieni di sangue, non così violacei, questa persona sembra un mostro uscito da un film dell'orrore, come puoi essere così crudele e farmi credere quasi che potrebbe essere lui,  NON E'MIO FIGLIO !" 

Ma adesso sto singhiozzando, un profondo fremito di singhiozzi mi torce le budella e improvvisamente, vomito e un infermiere mi porge un asciugamano per asciugare la fronte, il mix di singhiozzi e vomito.

Come si fa a sopravvivere a una perdita così grande, così devastante? Una volta dove c'era la luce, ora c'è solo il buio che si estende da orizzonte a orizzonte, infiltrandosi nell'anima, paralizzando, portando via il colore lasciando solo oscurità, risucchiando la gioia di vivere, lasciando un corpo tormentato e  miserabile, a contorcersi a terra in totale,  disperata agonia.


BIG PHARMA

THE UNHOLY ALLIANCE

Come si fa a sopravvivere a una perdita così scioccante? Scioccante perché è indotta dal sistema in nome della cura. Vengono a predicare il vangelo della normalità, dicono che hanno mangiato dall'albero della conoscenza e partecipato al rito del sangue da bere, ma, in realtà, sono le lettere di sangue dei giorni passati, sono gli assassini di stato, gli assassini in bianco. "Sappiamo che cosa ha di sbagliato tuo figlio" dicono, "noi lo possiamo aiutare, sappiamo cosa fare, vieni portiamolo dentro. Gli daremo un letto e un cuscino per riposare la sua testa matta". La bibbia della follia viene consultata  e le pagine sfogliate, "ah, ecco qui, uno schizofrenico, nientemeno!", dicono e le loro espressioni diventano gravi come appaiono su quella Bibbia e spiegano alla madre, al padre, e sua sorella: "Questa è una malattia grave che richiede farmaci, per fortuna abbiamo  una nuova pillola, quella che noi sappiamo essere perfetta per lui. 
"Serdolect è il suo nome", dicono con un sorriso rassicurante. 
Serdolect è speciale - solo che loro dimenticano di dire perché - , è stato un farmaco bandito dalla produzione, ha ucciso, ha provocato attacchi di cuore, non una buona cosa, almeno sulla carta. Ma il denaro rende ciechi, i soldi fanno dimenticare, i soldi promuovono l'avidità e l'etica va a qual paese.

Otto anni passano e poi Serdolect fa il suo "debutto", "la nuova pillola sul blocco di partenza" dicono, tutti si pavoneggiano con orgoglio per questa buona pillola, "è così speciale", dicono, che solo gli psichiatri sono autorizzati a prescriverla , e come un servizio extra ci sarà un monitoraggio del cuore e tutti  meravigliati per tale buona offerta, non riescono a vedere il messaggio, il messaggio nascosto di morte potenziale.

La macchina dello stato sanzionato e condonato di morte ha schierato una nuova vittima nel mirino. E 'stato selezionato o dovremmo dire, Serdolected : "lui è un pazzo, un pazzo, un schizoide, chi se ne frega se muore fintanto che otteniamo i nostri soldi. Probabilmente è meglio morto, ma se siamo onesti, vogliamo che ingoino vivi le nostre pillole per il resto della loro vita, perché è lì che i nostri profitti diventano enormi. Siamo in  recessione? Non l'abbiamo notato, siamo immuni a questo genere di cose. Quando tutti gli altri soffrono nella morsa economica, noi continuiamo a sorridere perché il nostro esercito in bianco sta compiendo la nostra profezia onnisciente e stanno riempiendo le bar.. ehm, scusate... le casse con i soldi. Così alcuni muoiono, muoiono sulla strada, una perdita economica per noi, ma non importa: per il resto ci assicuriamo che moriranno, ma non completamente. Li abbiamo appena  derubati della loro anima, la loro essenza, li facciamo diventre zombie, morti viventi che  diranno al mondo che sono così perché soffrono di una grave malattia e noi abbiamo la cura. Altre pillole, diciamo, costano un bel po ', ma sono davvero di aiuto, soprattutto quelle nuove, la seconda generazione, che le rende molto migliori di quelle vecchie, quelle vecchie che, tra l'altro, non hanno più brevetti, e costano un centesimo a pillola, che come potete apprezzare non è vantaggioso per noi. Ma la nostra seconda generazione di pillole, oh siamo così orgogliosi che abbiamo sbirciato nella nostra Bibbia, il nostro libro sacro della diagnosi e abbiamo creato queste pillole che costano un sacco, ma sono, lo ripetiamo,  molto, molto meglio! "

Non ci sono prove o segni per dimostrare che la schizofrenia esiste, che Pietro soffriva di questo cosiddetto squilibrio chimico del cervello, e dal momento che la psichiatria non crede che la vita possa  giocare un ruolo nel dolore della psiche -  dopo tutto non ci sono soldi in questo - nessuno gli ha mai chiesto: "Pietro come possiamo  davvero aiutarti?" 

Credeva nel sistema, si fidava come tanti fanno. "Gli psicofarmaci  sono grandi, davvero funzionano!" L'ironia di tutto questo, l'orrore di tutto questo, perché era lui che è stato ucciso, lui che è stato assassinato, era lui l'unico che credeva veramente che questa era la cura la strada da percorrere, ma ora è morto.

Prendeva già un dosaggio massimo e ora aveva bisogno di altro, o almeno così ha detto, "è necessario aggiungere una nuova pillola, Zyprexa è il suo nome e aiuta davvero. Si, può fare ingrassare, vi darà il diabete e con l'altro farmaco potrebbe.. oops in realtà non lo sappiamo, non abbiamo studiato la combinazione dei due, ma ci basterà scrutare nella nostra sfera di cristallo e.. sì, questa è una combinazione perfetta per te. L'OMS e il Ministero della Salute raccomandano un solo antipsicotico alla volta, ma anche se non sei in pericolo per gli altri o per te stesso, pensiamo che hai bisogno di due tipi, quelli di seconda generazione, naturalmente, molto più denaro per le nostre casse.. oh caro, nel tuo caso, ora che sei morto, si scopre che eravamo noi il pericolo per te, non tu stesso - vabbè, non importa.


Dedicato a Roberto Melino, Francesco Mastrogiovanni, Giuseppe Casu e innumerevoli altri che non  ho citato.



Fonte: madinamerica.com

venerdì 28 giugno 2013

Noi la chiamiamo Tortura

Tina Minkowitz, è un avvocato ed ex utente psichiatrico, sopravvissuta. Da tempo si occupa delle  nuove prospettive in materia di diritti umani che sono emerse nel lavoro da parte degli utenti e sopravvissuti alla psichiatria sulla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Il 26 Giugno è stata indetta la giornata mondiale contro la tortura. Dunque secondo questa convenzione, anche contro la coercizione psichiatrica e il trattamento forzato con psicofarmaci.



Noi la chiamiamo Tortura

di Tina Minkowitz , 26 Giugno 2013

[..]
Noi siamo quelli che chiedono il divieto assoluto della psichiatria forzata. Noi siamo quelli che dicono: è tortura se avviene senza il consenso libero e pienamente informato della persona. 'Forzata' non è soltanto premere una siringa  e iniettare una sostanza, ma anche ciò che il neurolettico fa  all'interno del vostro cervello e la mente, anche se l'avete preso in mano e messo in  bocca, perché sapevate che cosa sarebbe successo se non l'avreste fatto.

Noi la chiamiamo tortura. Abbiamo scritto le definizioni che sono state adottate dalle Nazioni Unite nella Convenzione sui diritti delle persone con disabilità;  che sono state adottate dal Comitato sui diritti delle persone con disabilità che ha l'autorità di interpretare questo trattato, che sono state adottate da due relatori speciali delle Nazioni Unite sulla tortura e dall'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

La psichiatria forzata è tortura perché:

Essa soddisfa i criteri per la definizione di tortura, di cui all'articolo 1 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura.   Cioè: si tratta di un atto che infligge intenzionalmente un grave dolore fisico o mentale o sofferenza, compiuto da o con la compiacenza di funzionari statali, per esempio ai fini di  coercizione , intimidazione, punizione, o per qualsiasi altro motivo fondato su qualsiasi forma di discriminazione.

Infliggere intenzionalmente: 

"intenzionale" qui non implica che l'autore ha necessariamente un desiderio soggettivo di causare danni, anche se sappiamo per esperienza che quando non ci sono testimoni che contano per loro, psichiatri, infermieri e altri operatori del sistema esprimono direttamente  sadismo e crudeltà in relazione a infliggere interventi forzati su di noi. Esempi: 

a) Dalla mia esperienza, il mio primo giorno  che fui ricoverata, 18-enne  spaventata e ingenua, un grande infermiere spazzolò via il mio timido e stentato rifiuto di assumere aloperidolo, dicendo con una risata: "Vedremo quello che dirai domani". 
Questo mi ha spaventato abbastanza ma non avrei mai immaginato che il giorno dopo fossi ridotta come uno zombie in grado di subire docilmente tutto ciò che mi poteva essere richiesto. 

b) Qualcosa a cui ho assistito, durante la visita ad Ellen Glick Haley (che poi morì di complicazioni in un'operazione per districare le sue viscere, resa necessaria dagli effetti della clozapina, che fu stata costretta a prendere sotto impegno ambulatoriale): Ellen era in TSO e la sua psichiatra aveva ottenuto un ordine del tribunale per costringendola a prendere ziprasidone, che la faceva vomitare e sentire generalmente infelice. Chiesi alla psichiatra perché stava facendo questo per Ellen, e lei mi rispose: "Per poter arrivare a fargli prendere risperidone".« Qui non c'era nemmeno la pretesa che il farmaco costretto su di lei fosse destinato a migliorare la salute di Ellen o il suo benessere. Invece era previsto che la sofferenza inflitta sarebbe servita a rompere la resistenza di Ellen per costringerla ad accettare un altro farmaco che lei conosceva e l'avrebbe danneggiata in altri modi. 

c) La prima letteratura sui farmaci neurolettici e sull'elettroshock dimostrano che gli psichiatri erano a conoscenza, e hanno cercato, gli effetti 'zombizzanti' dei farmaci neurolettici  e l'impatto punitivo dello shock. In particolare, la scossa era ritenuta opportuna per punire le donne come un mezzo per mantenere il predominio maschile, indicata come un "sculacciata mentale".

Il relatore speciale sulla tortura Manfred Nowak, ha detto nel 2008 che la discriminazione basata sulla disabilità soddisfa sia l'intenzione e lo scopo richiesto in questa definizione. Quando gli psichiatri liquidano i nostri sentimenti soggettivi di reazioni, rifiuto, desideri, violano la nostra personalità ed esibiscono la discriminazione più profonda. Le giustificazioni degli autori che il fatto dannoso è in qualche modo per il bene della vittima  non può rimuovere questi atti dalla categoria di tortura. Come ha detto Nowak, gravi atti di discriminazione non possono essere giustificati dalle "buone intenzioni" di medici e professionisti. L'attuale  relatore speciale sulla tortura Juan E. Méndez ha elaborato questo, dicendo che la dottrina della "necessità medica" non può giustificare  interventi psichiatrici forzati, e che questo richiede un riesame della giurisprudenza  in sede di Corte europea dei diritti dell'uomo.

Grave dolore mentale, fisico o sofferenza:   

Il trattamento forzato provoca sofferenza sia fisica che mentale. La sofferenza fisica comprende il danno causato ai sistemi corporei (come disturbi metabolici ed endocrini) e al cervello (tra cui disturbi del movimento come la discinesia tardiva, cambiamenti nella struttura del cervello e le funzioni che influenzano il pensiero, il sentimento, l'individualità e l'iniziativa). La Sofferenza mentale include il trauma di avere questi cambiamenti forzati sulla propria mente e il corpo contro la propria volontà. La consapevolezza della propria mente, il centro del sé, viene sovvertito da un'agente esterno fuori dal  proprio controllo. Data la natura della psichiatria forzata di essere progettata per colpire la mente attraverso il cervello, vi è una interazione tra sofferenza fisica e mentale che è di per sé infliggere sofferenza.

I neurolettici e altri farmaci psichiatrici sono stati riconosciuti come una forma di tortura, già nel 1986 con il primo relatore speciale sulla tortura, P. Kooijmans, perché rendono una persona apatica e noiosa danneggiando l'intelligenza.   La Convenzione inter-americana per prevenire e punire la tortura comprende nella sua definizione una parte destinata agli psicofarmaci, in particolare, che la tortura comprende anche l'uso di metodi destinati a cancellare la personalità della vittima o di diminuire le capacità fisiche o mentali, anche se non causano dolore fisico o angoscia mentale.   Ciò indica la natura intrinseca del danno causato da tali metodi, che violano direttamente la personalità umana.

Da parte o con l'approvazione di funzionari dello stato:  

La colpevolezza dello Stato (governo) può essere dimostrata in tre modi. I funzionari dello Stato possono essere coinvolti direttamente, ad esempio, se la tortura viene effettuata da dipendenti di un ente pubblico, o se un giudice ha approvato la somministrazione di psicofarmaci o elettroshock forzato. L'approvazione dello stato vi è  anche quando i dipendenti di un istituto privato agiscono in forza di poteri loro conferiti per legge, di fatto si comportano come un organo dello Stato nella realizzazione di interventi forzati per i quali lo Stato ha dato la sua approvazione generale. Meccanismi dei diritti umani hanno anche scoperto che il fallimento per uno stato di esercitare la dovuta vigilanza per la protezione contro l'inflizione di gravi sofferenze da parte di attori privati, incorre nella responsabilità per torture e maltrattamenti da parte dello Stato. Gli stati membri non devono soltanto ritirare la loro approvazione per l'impegno psichiatrico e gli interventi forzati abrogando le leggi che li autorizzano, devono anche adottare e far rispettare le leggi che criminalizzano questi atti di violenza.

Scopi: 

 Lo scopo più evidente è la discriminazione basata sulla disabilità percepita, che è sempre presente. Altri scopi sono le discriminazioni fondate sul sesso, la razza, l'orientamento sessuale, la disabilità fisica o sensoriale, circostanze economiche, convinzioni politiche o religiose, ecc, così come gli interrogatori (somministrare droga, ovvero farmaci psicoattivi come parte di una campagna per convincervi a credere di essere malati di mente e "bisognosi" di essere schiavi del sistema per la vita), la coercizione o intimidazione, e la punizione. Lo scopo di annientare la personalità e la diminuzione delle capacità mentali e fisiche (ad esempio, l'uso di droghe o di shock in modo esplicito per il controllo del comportamento, per disabilitare la persona da atti di resistenza e di auto-difesa) è rilevante, anche al di là della giurisdizione della Convenzione Inter-Americana, come uno scopo simile a quelli citati nella definizione CAT.

Il diritto internazionale dei diritti umani sta cominciando a sostenerci:

Vi è un crescente corpo di giurisprudenza in diritto internazionale dei diritti umani che è d'accordo con noi che la psichiatria forzata è una tortura, non solo quando è fatto contro i prigionieri politici che sono stati certificati come "sani di mente" da uno psichiatra che non è parte del regime repressivo,  ma nella sua manifestazione ordinaria nella quotidianità che conosciamo così bene. Manfred Nowak è stato il primo esperto di diritti umani al di fuori del nostro movimento a prendere questa posizione, seppur timidamente, dicendo che tali interventi "possono costituire tortura o maltrattamenti" e che sono forme di tortura e maltrattamenti praticati nei confronti di persone con disabilità .

Juan E. Méndez, l'attuale relatore speciale sulla tortura, riconosce che gli interventi medici non consensuali contro le persone con disabilità (contenimento o isolamento per un periodo di tempo, così come l'amministrazione non consensuale di elettroshock, psicochirurgia e psicofarmaci come neurolettici) sempre inumani e degradanti, senza dubbio soddisfano i criteri per la tortura, e sono sempre vietati dal diritto internazionale.   Egli chiede un divieto assoluto degli interventi psichiatrici forzati, dicendo che è un obbligo immediato che non può essere rinviato a causa di scarse risorse finanziarie.  In una dichiarazione al Consiglio dei diritti umani, Méndez ha detto che la detenzione per motivi di salute mentale non è mai giustificata e, in particolare,  non è giustificata sulla base di una motivazione per proteggere la sicurezza della persona o di altri .    Nel dire questo ha invertito una dichiarazione in conflitto nella relazione, portando la sua posizione in linea con la Convenzione ONU e con le proprie raccomandazioni, che richiedono l'abrogazione di disposizioni di legge che sono in contrasto con il consenso libero e informato, come quelle che autorizzano il  confinamento e il trattamento obbligatorio in contesti di salute mentale.   Méndez afferma anche che delle riparazioni sono dovute ai sopravvissuti, e che il quadro risarcimenti "apre nuove possibilità per i processi sociali olistici che promuovono la valorizzazione delle esperienze vissute delle persone, comprese le misure di soddisfazione e garanzie di non ripetizione, e l'abrogazione di disposizioni di legge incompatibili ".

Il Comitato sui diritti delle persone con disabilità ha raccomandato costantemente che i paesi cambino la loro legislazione e le pratiche in modo da garantire che tutti i servizi di salute mentale siano basati sul consenso libero e informato della persona interessata.    Questo significa rispetto della capacità giuridica di ogni persona a prendere le proprie decisioni in merito all'assistenza sanitaria;  una persona potrebbe chiedere ai suoi stessi sostenitori scelti per aiutarla con il processo decisionale, ma l'individuo rimane sotto il proprio controllo e lo Stato non può esercitare alcuna costrizione sulle sue decisioni di trattamento o  consentire a chiunque altro di farlo. La capacità giuridica per molti versi  comprende  risarcimenti dovuti alle vittime della psichiatria forzata a livello collettivo: ciò è necessario, al di là dell'abrogazione delle leggi pro-costrizione, al fine di garantire che non succederà di nuovo. Questo ci dà il diritto di difenderci e la sicurezza di aspettarsi che lo Stato farà valere il nostro diritto di essere liberi dalla violenza, piuttosto che infliggere la violenza contro di noi o colludere con essa e guardare dall'altra parte.

Fonte: madinamerica.com