Recupero

Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da se stessi?

Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci, anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte né che gli psicofarmaci curino qualcosa. Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che, lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.
Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.

Attenzione: È potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. È importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci. Se il vostro psichiatra accetta di aiutarvi a farlo, non date per scontato che sappia come farlo al meglio, anche se dice di avere esperienza. Gli psichiatri non sono generalmente addestrati sulla sospensione e non possono sapere come riconoscere i problemi di astinenza. Numerosi problemi di astinenza sono mal diagnosticati come problemi psichiatrici. Questo è il motivo per cui è bene educare se stessi e trovare un medico che sia disposto ad imparare con voi. In realtà tutti i medici dovrebbero essere sempre disposti a fare questo ai loro pazienti che lo desiderano.

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mercoledì 1 novembre 2017

L'inferno del TSO e la psichiatria coercitiva

Una delle cose più odiose del sistema di salute mentale così com'è concepito attualmente nei nostri 'civili' paesi industrializzati è senza ombra di dubbio la coercizione. Le persone comuni, fintanto che rimangono estranee a questo sistema terapeutico, quando non sono coinvolte in prima persona,  non riescono a capire il trauma e il danno che viene inflitto ai 'pazienti' involontari, ricoverati e medicati con la forza. 
In medicina, se ci capita una qualunque malattia fisica siamo liberi di scegliere se sottoporci o meno ad un trattamento medico appropriato per quella particolare patologia, oppure scegliere un trattamento alternativo. In psichiatria invece si è obbligati a subire un trattamento farmacologico scelto dai medici psichiatri per una presunta  malattia, per la quale ripetiamolo, non esiste alcun esame specifico che ne dimostri l'esistenza. 
Tali 'cure' anziché puntare all'eradicazione delle cause del problema, servono solo a mascherare i sintomi in modo da rendere il paziente più gestibile e conforme.



Quindi esiste un grande problema di rispetto dei diritti umani, tanto che l'alto commissariato dell'ONU ha stabilito che il trattamento coercitivo tramite somministrazione forzata di neurotossine equivale alla tortura. E infatti è una tortura a tutti gli effetti per chi la subisce, ma gli psichiatri ignorano allegramente questa direttiva appellandosi alla ormai nota pericolosità potenziale dei 'pazzi'. 

Io ho avuto il 'privilegio' di subire finora 5 TSO , la maggior parte dei quali concentrati nel periodo di 6 anni in cui ero conforme alle cure psichiatriche, cioè convinto della necessità di assumere farmaci psichiatrici per tutta la vita. Ironia della sorte, proprio le cure psichiatriche anziché, 'stabilizzarmi' verso la 'normalità' mi aumentavano la frequenza delle crisi. Eppure secondo la logica psichiatrica dovrebbe succedere il contrario: la presunta malattia  mentale non curata a dovere tramite psicofarmaci (alias neurotossine) dovrebbe peggiorare,  la frequenza delle crisi dovrebbe aumentare così come la qualità della vita peggiorare progressivamente. Così mi hanno sempre detto, così è stato insegnato ai medici, e così starà scritto in qualunque manuale di psichiatria.  

Un novizio del TSO, una persona non preparata a questo trattamento potrebbe forse anche attraversarlo in modo tale che l'esperienza soggettiva non lasci grossi strascichi. Basti pensare ad esempio che la sedazione che viene inflitta con la forza è talmente potente che si perde la memoria di quello che ci è accaduto per i 3 o 4 giorni del picco della crisi. Ma quello che resta, specialmente la memoria dei momenti dell'arresto, fino alla consegna al reparto e la prima iniezione forzata rimane scolpito in modo indelebile nella memoria ed è fonte di grande sofferenza nei successivi ricordi. Alle persone che per loro carattere o natura reagiscono alle ingiurie e alla violenza con altrettanta violenza andrà molto peggio, perché saranno quelle più maltrattate. 
Io sono una persona generalmente calma e pacata , tranne quando mi faccio sopraffare dalla rabbia che esplode come una bomba atomica.  
Per fortuna in quei frangenti ho imparato subito che arrabbiarmi in modo spropositato sarebbe stato inutile e controproducente, in quanto sarei stato trattato molto peggio, come è capitato a tanti compagni di sventura di venire per esempio legati al letto per giorni interi, con estrema umiliazione. Quindi la mia rabbia veniva sfogata verbalmente e sugli oggetti inanimati come porte chiuse e muri, colpiti con pugni di tale violenza da provocarmi forti dolori alle mani per le brutte contusioni. 

Ma la forte sedazione, dopo un po' eliminava anche questa rabbia lasciando la sensazione di non avere più la capacità di pensare, di riflettere. Gli unici pensieri che mi attraversavano la mente in quel frangente, erano di morte. Pensavo ad un modo per 'fargliela pagare' provocandomi la morte per soffocamento per esempio, oppure in modo più eclatante con una potente 'craniata' sul massiccio termosifone di ghisa al termine di una lunga rincorsa. Tali erano i miei pensieri costanti, successivamente  ho compreso meglio perché i suicidi sono di circa 30 volte più probabili dopo un ricovero coatto. 

Sotto l'effetto di queste 'droghe',la mia voce diventava impastata e disarticolata come quella di un ubriacone, gli occhi stentavano a rimanere aperti, la deambulazione era precaria, con strascicamento e movimenti stile zombie. La mente, che soltanto pochi giorni prima era molto brillante, reattiva e vivace, era diventata una coclea ruminante di pensieri oscuri di annullamento. 

L'acatisia è una condizione per alcuni insopportabile. Può insorgere subito dopo il trattamento oppure dopo qualche tempo. E' difficile da descrivere perchè non esiste al mondo niente di simile durante l'esistenza ordinaria, come se si volesse far capire l'effetto dell'eroina o dei funghi allucinogeni senza sperimentare queste sostanze. Si può tentare di spiegare a parole ed io pur non avendo mai provato queste droghe di strada mi posso immaginare qualcosa, come un profondo rilassamento in un caso e allucinazioni in un'altro ma ovviamente non è come sperimentarlo  di persona. 
Dunque l'acatisia è una condizione tale di tormento  interiore che non si riesce a stare da nessuna parte in nessun modo. Io ho sperimentato ad esempio un dolore fisico forte e protratto nel tempo provocato  dalle emorroidi ma questo  è ancora nulla in confronto. Perfino un forte mal denti lo si può affrontare al limite con un antidolorifico. Ma l'acatisia è una vera tortura, un tormento che non ha uguali nel mondo fisico, perché non è un dolore fisico, di origine fisica. Non vi è salvezza, distrazione, trattamento in grado di attenuarla se non il sonno. Per questo motivo  quando si protrae sovente porta al suicidio come unica soluzione per fermarla. Per dire la verità il  trattamento per l'acatisia esiste, sono gli stessi psicofarmaci che la provocano! 

Infatti ricordo che feci presente questo problema alla giovane psichiatra che mi aveva in carico al Centro di igiene mentale, mi rispose che avrei dovuto farmi delle iniezioni depot per almeno un anno. Pensate un po' un anno intero di non-vita e annullamento di ogni slancio vitale. Gli risposi no grazie, e per tutelarmi dissi al  mio medico olistico di fiducia di scrivere una dichiarazione in cui sconsigliava espreessamente tale 'terapia'. 
Per mia fortuna, di li a poco la psichiatra venne rimossa dall'incarico ed io avevo già preventivamente scelto uno psichiatra privato per ogni evenienza, di una eventuale rivalsa del CIM. 

Ma questi effetti neurotossici dei farmaci  non sono l'unico aspetto sgradevole del TSO, anche se potenzilamente letali. La vergogna di venire trattati come infanti, l'estrema umiliazione per uomini e donne  di una certa età, rispettabilità, dignità non ha eguali. 
Non ti puoi sottrarre alle loro cure. Non puoi semplicemente trattenere quelle maledette pillole in bocca per poi sputarle alla prima occasione. E' inutile perchè magari le pillole solide hanno un minimo effetto rispetto alla sostanza liquida dal sapore amaro che viene mescolata all'acqua che serve per ingoiarle.  
Ricordo che protestai con gli infermieri e lo psichiatra per gli effetti sgradevoli del neurolettico che mi costringevano a ingoiare. Come risultato lo psichiatra decise di farmi una iniezione a lento rilascio dello stesso farmaco in modo tale che non mi sarei potuto sottrarre in alcun modo. Ricordo molto nitidamente il suo ghigno sadico mentre pronunciava quelle parole, e in quel preciso momento non posso negare di avere avuto forti fantasie omicide nei suoi confronti. 
Ma io credo nell'esistenza del karma, pertanto non posso che considerare quanto triste e terribile sarà la sua prossima vita (se non proprio questa) o quando insomma verrà il momento di scontare gli effetti di tutte le sue retribuizioni karmiche dovute al male inflitto agli innumerevoli esseri umani, pazienti passati sotto le sue grinfie. Ho saputo di uno psichiatra in america che ha aperto gli occhi e si è accorto dei danni che aveva inflitto ai suoi pazienti, è rimasto talmente colpito da questo che è andato personalmente  da ognuno di essi per scusarsi profondamente. 

I miei soggiorni forzati in SPDC (servizi psichiatrici diagnosi e cura) sono capitati quasi sempre nel pieno dell'estate quando tutti gli altri 'sani' sono per la maggior parte a godersi le meritate vacanze. Già questo pensiero di passare li le mie vacanze era assai deprimente, se si aggiunge poi la mancanza di aria pura,  la natura che si poteva solo osservare delle finestre chiuse, serrate per impedire a noi pazzi di penzolare fuori, la mancanza di ogni tipo di distrazione, escluso guardare la tv in saletta fumatori ove si scandivano anche le sigarette razionate ogni mez'ora, rimaneva solo la possibilità di fare due chiacchiere con gli altri degenti sempre se le proprie condizioni lo permettevano, oppure passeggiare in tondo nel corridoio come muli alla macina per passare in qualche modo quelle ore interminabili. 
Allora ti fermavi un attimo a riflettere, considerando  che con quello che lo stato spendeva al giorno per te potevi permetterti un viaggio in un luogo esotico, con soggiorno in albergo a 4 stelle comprensivo di vitto, trattamento completo di massaggi, e ogni tipo di terapia olistica da effettuarsi nella Spa. 


Questa mattina stavo ascoltando alla radio un dibattito sulla necessaria 'riforma' del TSO. 
Libertà di cura,tutela legale, diritti umani.. parole sacrosante, ma quando sento parlare di riforma trovo che non si combina molto bene con l'altro termine, TSO. 
Cerco di spiegarmi: a mio parere il TSO va semplicemente abolito. Perchè riformare un'aberrazione? Sarebbe come dire: "riformiamo i campi di sterminio" oppure, "riformiamo la schiavitù", vi sembra che suoni bene?. 
Riformiamo la guerra, troviamo un modo non violento di fare la guerra. Pensate a quanto è assurda questa affermazione. Allora perchè non può essere altrettanto assurda l'idea di riformare il TSO? Va semplicemente abolito, punto.  
Ma allora come facciamo con i matti violenti, come possiamo tutelare le persone civili, quelle normali che si troverebbero così alla loro mercè? 
Intanto follia non è sinonimo di violenza, almeno non più della violenza commessa dai cosiddetti 'normali'.
E inoltre, le persone tutte sono continuamente esposte a pericoli provenienti da individui che mai verrebbero diagnosticati. Per questo esistono le forze di sicurezza preposte alla nostra protezione. 

Finché la follia verrà considerato un problema medico, tutte le possibilità saranno escluse. Allora non sarà colpa della società assurda in cui viviamo, della povertà, dell'emarginazione, del disagio sociale, e relazionale; vanno a sparire le comunità e con queste il mutuo aiuto, in favore dell'individualismo, anzi le comunità si spostano nel mondo virtuale. 
Dobbiamo farci una semplice domanda: perchè le popolazioni più civilmente 'arretrate' non hanno così tanti problemi di salute mentale come i nostri ? 
Capita che le persone vadano 'fuori di testa', ma oggi il trattamento riservato a queste persone serve soltanto a certificare e cronicizzare la loro condizione di 'malati di mente'. 
Perchè non si è mai fatto nulla per capire cosa realmente sta accadendo a queste persone, per poi scoprire che sono cose che fanno parte delle possibilità della ente umana, non sono soltanto errori cone la psichiatria ci vuole far credere. Qualcuno ci ha provato a capire ma sono piccole gocce in un mare di violenza istituzionale. 

"Abbiamo bisogno di iniziare a parlare e trovare un terreno e un linguaggio comune con le altre persone intorno a noi. Abbiamo bisogno di riunirci in gruppi e trovare un linguaggio per le nostre storie che abbiano un senso e farci sentire bene con noi stessi. Disimparare il condizionamento sociale su ciò che significa essere 'malato' e 'sano'. Abbiamo bisogno di recuperare i nostri sogni e il nostro piano  per realizzarli. Abbiamo bisogno di condividere tutto quello che abbiamo capito come esseri umani. Abbiamo bisogno di amare noi stessi così come siamo: Sensibili, intensi, potenti e spaventosi, indisciplinati e inclini al disordine. Capire che le erbacce sono semplicemente piante che rifiutano di essere addomesticate. "

giovedì 18 dicembre 2014

Lo stupro psichiatrico

Ancora, dopo 5 ricoveri coatti (TSO) subiti contro la mia volontà leggo commenti di compagni di sventura i quali sono grati per il trattamento subito e mi dicono che sono esagerato a paragonare la coercizione psichiatrica ad una sorta di stupro, un grosso trauma umiliante, un'esperienza assai degradante. 
La prima volta che i miei cari familiari hanno scoperto questa possibilità per tenermi lontano e buono per il tempo sufficiente a riprendermi dalla mia 'sbornia di vita' è bastata affinché ogni altra minaccia futura di andare 'fuori di testa' al minimo segnale bastasse a ripetere la procedura. 
Ma la prima volta è stata davvero la più traumatica in quanto sono stato portato via in ambulanza e ivi pesantemente sedato, come ho avuto modo di scrivere in questo blog. 
Ora non per masochismo, ma per cercare di far capire a chi non riesce quale sia il danno inflitto, la vergogna, l'umiliazione di un simile trattamento vi sottopongo una storia di una donna che meglio di me riesce a descrivere quello che le è accaduto. Avverto chi è particolarmente sensibile a questi argomenti cioè chi c'è passato in modo traumatico di non leggere quello che segue o prendere prima una pausa onde evitare che riaffiorino alla memoria ricordi assai dolorosi.. 



Coercizione in psichiatria (lo stupro psichiatrico)

di Kerstin Ogard

Ho pensato di scrivere oggi sulle misure coercitive in  psichiatria. Vorrei concentrarmi su una di queste, l'iniezione forzata di psicofarmaci, che è spesso seguita da mettere i pazienti in isolamento.

I pazienti spesso si riferiscono a questo metodo di trattamento come uno "stupro psichiatrico". Questo in realtà assomiglia al processo di essere violentati. Per me, è stata l'esperienza di essere afferrata da alcuni uomini, che mi hanno sopraffatto nonostante i miei sforzi disperati di reagire, e che mi hanno portato via in una piccola stanza, dove mi hanno costretto a sdraiarmi per terra, a faccia in giù. Stavo urlando e pregando per pietà, ma mi hanno tenuta a terra, senza parlarmi. Sentivo che mi tiravano giù i pantaloni, e ho potuto sentire l'ago penetrare nella pelle. l' ho potuto sentire due volte. Stavo resistendo più forte che potevo, lottando per la vita, gridando e piangendo in un travolgente panico, ma non ho potuto sfuggire alla situazione. La sensazione di essere sopraffatta, di essere violata fisicamente ... non ero mai stata così umiliata, devastata, lacerata, in tutta la mia vita. Nessuno aveva mai violato il mio spazio fisico prima, e non avevo mai sperimentato questo tipo di violenza brutale, mai. Lo shock che mi ha lasciata a pezzi.

Dopo l'evento gli uomini allentarono la loro presa, quindi mi lasciarono da sola. Ero sdraiata sul pavimento a piangere. Ancora non avevano detto nulla. Appena chiusero la porta e mi lasciarono lì. Sono rimasta lì per dodici ore, da sola nella camera di tortura. Alcune volte qualcuno degli uomini entrava, a portarmi un bicchiere d'acqua. Ho pianto e pregato che mi portassero fuori di li. Nessuno rispondeva. Non mi hanno nemmeno mai guardato negli occhi.

Non avevo fatto niente di male. Non ero mai stata aggressiva. Avevo anche preso il farmaco, quelle pillole che odiavo, quando mi venne ordinato di farlo. Avevo  parlato troppo. Avevo parlato troppo perché avevo paura di questo posto. Avevo parlato così tanto che non ce la facevano più ad ascoltarmi. Tanto che li disturbava. Tanto che non potevano fare la loro pausa caffè in pace.
E 'stato più facile  darmi qualcosa di "rilassante" e mettermi in cella di isolamento. Meglio per tutti. Pace e tranquillità.

Nella cella ero di nuovo sola, gettata di nuovo nel luogo dove ero stata 25 anni prima. Avevo diciassette anni ed ero entrata in uno stato di mania euforica, e poi psicosi. Venni portata in ospedale, dove mi fecero una iniezione forzata e messa in isolamento. Questa violenza fisica e la coercizione avevano causato il distacco della mia mente dal mio corpo. Avevo dovuto staccare. Non c'era altro modo per cui avrei potuto sopportare quella tortura. Ora ero di nuovo in quel luogo spaventoso di disconnessione. La mia mente andò in testacoda, sempre più lontano. Mi sono avvicinata alla catatonia. Ero sola in uno spazio senza limiti dentro la mia testa, senza punti di riferimento, e nessuno che mi aiutasse. Sola.

Ancora oggi non so come ho trovato di nuovo la mia strada. Penso che potrebbe aver avuto qualcosa a che fare con la forza di volontà, perchè non avevo intenzione di perdermi. Io non avevo intenzione di finire come quelle persone che vivevano a tempo indeterminato in ospedale quegli "schizofrenici cronici", come si dice. A me sembrava che erano andati in testacoda, e non avevano trovato la via del ritorno. Stavo andando a trovare il mio ritorno, ancora una volta.

L' ho fatto. Ma devo dire che poi, ero un po' incazzata perché ho dovuto fare per conto mio, senza alcun aiuto. Stavo rinchiusa in una piccola cella a passare attraverso la battaglia di riottenere la mia vita e la sanità mentale di nuovo da sola, solo così le persone, che avrebbe dovuto essere lì per aiutarmi, potevano fare la loro pausa caffè in pace.

Penso che loro non riescono a capire. Direi che è il motivo per cui, oggi, cerco di raggiungerli e di parlargli. Forse questo è parte del motivo per cui sono ritornata: Ho un messaggio, ed è importante.

All'indomani di uno stupro, molte vittime sono in grado di accedere alla Guida e al supporto psicoterapeutico, come la terapia del trauma. Dopo uno stupro psichiatrico, tuttavia, quando si tenta di cercare aiuto per guarire dalle ferite emotive che ci sono state inflitte, si sente dire: "E ' stato fatto per il tuo bene. Quello che abbiamo fatto in realtà ti ha aiutato. Se non riesci a vederlo, significa che sei ancora malato nella tua testa. "

Sei cosa? Io non sono malata nella testa, solo perché sono del parere che lo stupro psichiatrico è profondamente traumatizzante, immorale, e una vergogna per la psichiatria moderna. Io non sono malata nella mia testa per fare tutto quello che posso in modo che più nessuno debba passare quello che ho passato io. Sono passata attraverso quelle ore infernali, da sola in isolamento, ma so che ci sono molte persone che possono staccarsi da loro stessi tanto che non troveranno più la loro strada e trascorreranno il resto della loro vita in un incubo di disconnessione e confusione. Il mio cuore piange quando penso a questo, e mi arrabbio quando penso a come la moderna psichiatria è incapace di  aiutare queste persone.

Per me, il trauma di quello che ho vissuto in quella cella di isolamento è stato così profondo che sembrava impossibile liberarmene. Ho provato, più e più volte, ma ogni volta che mi ha sopraffatto, sono finita di nuovo in ospedale ... e ogni volta, nonostante le suppliche e le trattative per un diverso tipo di cure, sono stata nuovamente violentata. Sono stata ripetutamente violentata per cinque volte.

Una volta ho sentito un mio amico, che diceva: "Beh, quando vieni stuprata  molte volte, si comincia a sentire meno male; si tratta di iniziare a farci l'abitudine." In qualche modo strano la ripetizione mi ha aiutato a far fronte con il difficile, trauma inaccessibile che avevo in me. Il trauma della catatonia in isolamento era così brutto che lo avevo totalmente represso, come un meccanismo di protezione, per 25 anni, vivendo una vita normale, del tutto ignara di ciò che stava in agguato nel profondo della mia mente. Tutto è riemerso durante il felice evento di dare alla luce mio figlio. Dopo un paio di giorni al reparto di maternità in ospedale, alcuni ricordi difficili sono cominciati ad emergere dal mio subconscio. Ho cominciato a ricordare qualcosa. Mi stavo avvicinando allo spin, al giro che mi ero completamente dimenticata.

Forse era inevitabile. E in retrospettiva, vedo che era una cosa positiva. I ricoveri ripetuti in cui sono stata gettata  mi hanno aiutato a scoprire il trauma profondo che ho avuto.

Non ho ricevuto aiuto dalla psichiatria per guarire dai miei traumi. Invece, ho trovato alcune persone di grande talento in grado di aiutarmi a guarire da questa ferita profonda. Naturalmente, avevo perso ogni fiducia nella psichiatria; con sana protettività, sapevo che dovevo stare fuori dai suoi artigli, se volevo avere la possibilità di guarire.
Ho trovato alcuni guaritori di grande talento che si sono specializzati in energia di guarigione olistica, ed erano ben preparati in tecniche mente-corpo-spirito, che hanno una comprensione della psiche di una persona molto più profonda di qualsiasi altra cosa che ho trovato nella moderna psichiatria. Con queste persone, ho cominciato a guarire.

Io credo che una buona salute psicologica, come la salute fisica (naturalmente, non è possibile separare le due), ha bisogno di cose molto semplici: una corretta alimentazione, un sonno adeguato, un ambiente senza stress, relazioni d'amore, e un senso alla vita. I miei guaritori mi hanno aiutato a trovare tutto questo, e con il loro sostegno, sono riuscita a trovare la mia forza interiore per guarire e superare le mie ferite.

Oggi sono oltre i miei traumi. Io non sono più ferita e piena di amarezza. Sono solo felice e grata di essere sopravvissuta attraverso le mie prove. Io, naturalmente, non ho bisogno di alcun farmaco psichiatrico, e sono in ottima salute fisica e mentale. Sono effettivamente diventata una guaritrice di me stessa! Oggi, posso aiutare altre persone ad andare attraverso il proprio processo di guarigione, e recuperare la loro vita. E sai una cosa? Dicono che sono abbastanza brava a farlo.

Fonte: madinamerica.com



Kerstin è un ex paziente psichiatrico che è stata coinvolta nella sviluppo dei servizi di salute mentale in Finlandia. Attualmente sta studiando per diventare un allenatore di vita, si interessa di medicina energetica e  pratiche di guarigione olistica.

venerdì 28 giugno 2013

Noi la chiamiamo Tortura

Tina Minkowitz, è un avvocato ed ex utente psichiatrico, sopravvissuta. Da tempo si occupa delle  nuove prospettive in materia di diritti umani che sono emerse nel lavoro da parte degli utenti e sopravvissuti alla psichiatria sulla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.
Il 26 Giugno è stata indetta la giornata mondiale contro la tortura. Dunque secondo questa convenzione, anche contro la coercizione psichiatrica e il trattamento forzato con psicofarmaci.



Noi la chiamiamo Tortura

di Tina Minkowitz , 26 Giugno 2013

[..]
Noi siamo quelli che chiedono il divieto assoluto della psichiatria forzata. Noi siamo quelli che dicono: è tortura se avviene senza il consenso libero e pienamente informato della persona. 'Forzata' non è soltanto premere una siringa  e iniettare una sostanza, ma anche ciò che il neurolettico fa  all'interno del vostro cervello e la mente, anche se l'avete preso in mano e messo in  bocca, perché sapevate che cosa sarebbe successo se non l'avreste fatto.

Noi la chiamiamo tortura. Abbiamo scritto le definizioni che sono state adottate dalle Nazioni Unite nella Convenzione sui diritti delle persone con disabilità;  che sono state adottate dal Comitato sui diritti delle persone con disabilità che ha l'autorità di interpretare questo trattato, che sono state adottate da due relatori speciali delle Nazioni Unite sulla tortura e dall'Ufficio dell'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani.

La psichiatria forzata è tortura perché:

Essa soddisfa i criteri per la definizione di tortura, di cui all'articolo 1 della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura.   Cioè: si tratta di un atto che infligge intenzionalmente un grave dolore fisico o mentale o sofferenza, compiuto da o con la compiacenza di funzionari statali, per esempio ai fini di  coercizione , intimidazione, punizione, o per qualsiasi altro motivo fondato su qualsiasi forma di discriminazione.

Infliggere intenzionalmente: 

"intenzionale" qui non implica che l'autore ha necessariamente un desiderio soggettivo di causare danni, anche se sappiamo per esperienza che quando non ci sono testimoni che contano per loro, psichiatri, infermieri e altri operatori del sistema esprimono direttamente  sadismo e crudeltà in relazione a infliggere interventi forzati su di noi. Esempi: 

a) Dalla mia esperienza, il mio primo giorno  che fui ricoverata, 18-enne  spaventata e ingenua, un grande infermiere spazzolò via il mio timido e stentato rifiuto di assumere aloperidolo, dicendo con una risata: "Vedremo quello che dirai domani". 
Questo mi ha spaventato abbastanza ma non avrei mai immaginato che il giorno dopo fossi ridotta come uno zombie in grado di subire docilmente tutto ciò che mi poteva essere richiesto. 

b) Qualcosa a cui ho assistito, durante la visita ad Ellen Glick Haley (che poi morì di complicazioni in un'operazione per districare le sue viscere, resa necessaria dagli effetti della clozapina, che fu stata costretta a prendere sotto impegno ambulatoriale): Ellen era in TSO e la sua psichiatra aveva ottenuto un ordine del tribunale per costringendola a prendere ziprasidone, che la faceva vomitare e sentire generalmente infelice. Chiesi alla psichiatra perché stava facendo questo per Ellen, e lei mi rispose: "Per poter arrivare a fargli prendere risperidone".« Qui non c'era nemmeno la pretesa che il farmaco costretto su di lei fosse destinato a migliorare la salute di Ellen o il suo benessere. Invece era previsto che la sofferenza inflitta sarebbe servita a rompere la resistenza di Ellen per costringerla ad accettare un altro farmaco che lei conosceva e l'avrebbe danneggiata in altri modi. 

c) La prima letteratura sui farmaci neurolettici e sull'elettroshock dimostrano che gli psichiatri erano a conoscenza, e hanno cercato, gli effetti 'zombizzanti' dei farmaci neurolettici  e l'impatto punitivo dello shock. In particolare, la scossa era ritenuta opportuna per punire le donne come un mezzo per mantenere il predominio maschile, indicata come un "sculacciata mentale".

Il relatore speciale sulla tortura Manfred Nowak, ha detto nel 2008 che la discriminazione basata sulla disabilità soddisfa sia l'intenzione e lo scopo richiesto in questa definizione. Quando gli psichiatri liquidano i nostri sentimenti soggettivi di reazioni, rifiuto, desideri, violano la nostra personalità ed esibiscono la discriminazione più profonda. Le giustificazioni degli autori che il fatto dannoso è in qualche modo per il bene della vittima  non può rimuovere questi atti dalla categoria di tortura. Come ha detto Nowak, gravi atti di discriminazione non possono essere giustificati dalle "buone intenzioni" di medici e professionisti. L'attuale  relatore speciale sulla tortura Juan E. Méndez ha elaborato questo, dicendo che la dottrina della "necessità medica" non può giustificare  interventi psichiatrici forzati, e che questo richiede un riesame della giurisprudenza  in sede di Corte europea dei diritti dell'uomo.

Grave dolore mentale, fisico o sofferenza:   

Il trattamento forzato provoca sofferenza sia fisica che mentale. La sofferenza fisica comprende il danno causato ai sistemi corporei (come disturbi metabolici ed endocrini) e al cervello (tra cui disturbi del movimento come la discinesia tardiva, cambiamenti nella struttura del cervello e le funzioni che influenzano il pensiero, il sentimento, l'individualità e l'iniziativa). La Sofferenza mentale include il trauma di avere questi cambiamenti forzati sulla propria mente e il corpo contro la propria volontà. La consapevolezza della propria mente, il centro del sé, viene sovvertito da un'agente esterno fuori dal  proprio controllo. Data la natura della psichiatria forzata di essere progettata per colpire la mente attraverso il cervello, vi è una interazione tra sofferenza fisica e mentale che è di per sé infliggere sofferenza.

I neurolettici e altri farmaci psichiatrici sono stati riconosciuti come una forma di tortura, già nel 1986 con il primo relatore speciale sulla tortura, P. Kooijmans, perché rendono una persona apatica e noiosa danneggiando l'intelligenza.   La Convenzione inter-americana per prevenire e punire la tortura comprende nella sua definizione una parte destinata agli psicofarmaci, in particolare, che la tortura comprende anche l'uso di metodi destinati a cancellare la personalità della vittima o di diminuire le capacità fisiche o mentali, anche se non causano dolore fisico o angoscia mentale.   Ciò indica la natura intrinseca del danno causato da tali metodi, che violano direttamente la personalità umana.

Da parte o con l'approvazione di funzionari dello stato:  

La colpevolezza dello Stato (governo) può essere dimostrata in tre modi. I funzionari dello Stato possono essere coinvolti direttamente, ad esempio, se la tortura viene effettuata da dipendenti di un ente pubblico, o se un giudice ha approvato la somministrazione di psicofarmaci o elettroshock forzato. L'approvazione dello stato vi è  anche quando i dipendenti di un istituto privato agiscono in forza di poteri loro conferiti per legge, di fatto si comportano come un organo dello Stato nella realizzazione di interventi forzati per i quali lo Stato ha dato la sua approvazione generale. Meccanismi dei diritti umani hanno anche scoperto che il fallimento per uno stato di esercitare la dovuta vigilanza per la protezione contro l'inflizione di gravi sofferenze da parte di attori privati, incorre nella responsabilità per torture e maltrattamenti da parte dello Stato. Gli stati membri non devono soltanto ritirare la loro approvazione per l'impegno psichiatrico e gli interventi forzati abrogando le leggi che li autorizzano, devono anche adottare e far rispettare le leggi che criminalizzano questi atti di violenza.

Scopi: 

 Lo scopo più evidente è la discriminazione basata sulla disabilità percepita, che è sempre presente. Altri scopi sono le discriminazioni fondate sul sesso, la razza, l'orientamento sessuale, la disabilità fisica o sensoriale, circostanze economiche, convinzioni politiche o religiose, ecc, così come gli interrogatori (somministrare droga, ovvero farmaci psicoattivi come parte di una campagna per convincervi a credere di essere malati di mente e "bisognosi" di essere schiavi del sistema per la vita), la coercizione o intimidazione, e la punizione. Lo scopo di annientare la personalità e la diminuzione delle capacità mentali e fisiche (ad esempio, l'uso di droghe o di shock in modo esplicito per il controllo del comportamento, per disabilitare la persona da atti di resistenza e di auto-difesa) è rilevante, anche al di là della giurisdizione della Convenzione Inter-Americana, come uno scopo simile a quelli citati nella definizione CAT.

Il diritto internazionale dei diritti umani sta cominciando a sostenerci:

Vi è un crescente corpo di giurisprudenza in diritto internazionale dei diritti umani che è d'accordo con noi che la psichiatria forzata è una tortura, non solo quando è fatto contro i prigionieri politici che sono stati certificati come "sani di mente" da uno psichiatra che non è parte del regime repressivo,  ma nella sua manifestazione ordinaria nella quotidianità che conosciamo così bene. Manfred Nowak è stato il primo esperto di diritti umani al di fuori del nostro movimento a prendere questa posizione, seppur timidamente, dicendo che tali interventi "possono costituire tortura o maltrattamenti" e che sono forme di tortura e maltrattamenti praticati nei confronti di persone con disabilità .

Juan E. Méndez, l'attuale relatore speciale sulla tortura, riconosce che gli interventi medici non consensuali contro le persone con disabilità (contenimento o isolamento per un periodo di tempo, così come l'amministrazione non consensuale di elettroshock, psicochirurgia e psicofarmaci come neurolettici) sempre inumani e degradanti, senza dubbio soddisfano i criteri per la tortura, e sono sempre vietati dal diritto internazionale.   Egli chiede un divieto assoluto degli interventi psichiatrici forzati, dicendo che è un obbligo immediato che non può essere rinviato a causa di scarse risorse finanziarie.  In una dichiarazione al Consiglio dei diritti umani, Méndez ha detto che la detenzione per motivi di salute mentale non è mai giustificata e, in particolare,  non è giustificata sulla base di una motivazione per proteggere la sicurezza della persona o di altri .    Nel dire questo ha invertito una dichiarazione in conflitto nella relazione, portando la sua posizione in linea con la Convenzione ONU e con le proprie raccomandazioni, che richiedono l'abrogazione di disposizioni di legge che sono in contrasto con il consenso libero e informato, come quelle che autorizzano il  confinamento e il trattamento obbligatorio in contesti di salute mentale.   Méndez afferma anche che delle riparazioni sono dovute ai sopravvissuti, e che il quadro risarcimenti "apre nuove possibilità per i processi sociali olistici che promuovono la valorizzazione delle esperienze vissute delle persone, comprese le misure di soddisfazione e garanzie di non ripetizione, e l'abrogazione di disposizioni di legge incompatibili ".

Il Comitato sui diritti delle persone con disabilità ha raccomandato costantemente che i paesi cambino la loro legislazione e le pratiche in modo da garantire che tutti i servizi di salute mentale siano basati sul consenso libero e informato della persona interessata.    Questo significa rispetto della capacità giuridica di ogni persona a prendere le proprie decisioni in merito all'assistenza sanitaria;  una persona potrebbe chiedere ai suoi stessi sostenitori scelti per aiutarla con il processo decisionale, ma l'individuo rimane sotto il proprio controllo e lo Stato non può esercitare alcuna costrizione sulle sue decisioni di trattamento o  consentire a chiunque altro di farlo. La capacità giuridica per molti versi  comprende  risarcimenti dovuti alle vittime della psichiatria forzata a livello collettivo: ciò è necessario, al di là dell'abrogazione delle leggi pro-costrizione, al fine di garantire che non succederà di nuovo. Questo ci dà il diritto di difenderci e la sicurezza di aspettarsi che lo Stato farà valere il nostro diritto di essere liberi dalla violenza, piuttosto che infliggere la violenza contro di noi o colludere con essa e guardare dall'altra parte.

Fonte: madinamerica.com

venerdì 7 giugno 2013

La somministrazione forzata di farmaci equivale a tortura

Un punto importante per il quale  organizzazioni di sopravvissuti psichiatrici si battono è l'eliminazione della  cosiddetta contenzione chimica, ovvero la somministrazione forzata di farmaci psicoattivi.
Eppure vi sono molte persone, utenti psichiatrici che conosco le quali giustificano questa consuetudine in psichiatria, lesiva dei più elementari diritti umani, tra cui l'inviolabilità del proprio corpo. 
Se non si subiscono (e a volte neanche questo basta) certe cose non è possibile rendersi conto della loro atrocità. Qui non si parla di sostanze che hanno effetti 'terapeutici' ma veri e propri veleni tossici che hanno effetti devastanti e talvolta irreversibili, che vanno a toccare l'integrità mentale, la coscienza umana, che mettono spesso in serio rischio la salute fisica e mentale. 
Questo articolo scritto da una persona anonima e da me tradotto ha tutta la mia comprensione ed esprime con parole forti e ripetute come se non fosse mai abbastanza doveroso condannare con forza questa odiosa pratica. 



Innumerevoli individui, negli ultimi decenni sono stati forzatamente drogati per convenienza, 'sedati', tranquillizzati in una "contenzione chimica". L'uso invasivo e forzato di farmaci che costringe il cervello  ad alterarsi, fino ad arrivare ad una forzata incoscienza totale, è esponenzialmente più invasivo di qualsiasi altra forma di contenimento, e non dovrebbe in nessun caso essere considerato piu' umano della contenzione fisica o meccanica. 
Ho un ulteriore problema con la parola "calmante",  una spiegazione razionale per giustificare la somministrazione forzata di farmaci, si dice che siano in grado di "calmare" l'individuo in crisi.

Un corpo privo di sensi appare 'calmo', un animale dello zoo  'tranquillizzato' appare 'calmo', ma  dire obiettivamente che ciò che si vede a seguito di una iniezione forzata è un  essere umano 'calmo' significa non vedere la realtà. Una iniezione forzata crea una capacità fisiologicamente compromessa di coscienza di ordine superiore o anche di coscienza stessa, 'calma' potrebbe essere la chiara e spumosa interpretazione degli autori di questa atrocità morale,  i quali scelgono di risolvere una situazione di conflitto  * immettendo * un veleno all'interno del corpo della persona, piuttosto che immobilizzare o toccare dall'esterno, l'opzione più straordinariamente, profondamente invasiva e disumanizzante.

E 'un dato di fatto che le situazioni più conflittuali all'interno di strutture psichiatriche si verificano quando le persone si rendono conto di essere  detenute, che gli sono negati assistenza legale e giusto processo, e che  devono offrire i loro corpi e cervelli alla somministrazione forzata di droghe. 

Qualcosa è successo negli ultimi 60 anni, trattenere le braccia e le gambe di qualcuno, legare a letto, benchè sia ampiamente praticato è a volte visto come una cosa  vile, disgustosa e disumanizzante. Trattenere la neurotrasmissione, attraversare la barriera sanguigna del cervello con la forza, mostrando disprezzo per il diritto umano all'integrità fisica, la  coscienza e la ragione di esistere, è adesso visto come un 'trattamento medico' in buona fede. Questa interpretazione è falsa, fuorviante, egregiamente sbagliata, e spregevole perché non riesce fondamentalmente ad affrontare la straordinaria profondità della invasività di cui stiamo parlando qui.

Alterare l' ambiente esterno di qualcuno è un passo drastico da prendere. Chiuderlo al mondo, bloccarlo in una struttura psichiatrica  è un enorme passo, travolgere fisicamente una persona violenta e pericolosa non è una violazione dei diritti umani, a mio parere. Alterare la coscienza di qualcuno con la forza, con la somministrazione forzata di farmaci o di elettroshock, alterando il loro mondo interiore, questo è  un lampante  abuso dei diritti umani, niente di meno che violenza molecolare, una delle cose più disumanizzanti che un essere umano o un gruppo di esseri umani possono fare a un loro simile. E deve essere abolita, senza eccezioni. Come ho detto, l'applicazione della legge, le società tribali, qualunque fossero, attraverso la storia documentata, hanno trovato il modo di frenare le persone senza bisogno di  violentare il loro cervello / coscienza. Se la persona combattiva è disarmata, ed è in inferiorità numerica, (come è il caso nelle situazioni in questione), c'è sempre un modo meno invasivo per disinnescare una situazione di pericolo. 

- La somministrazione forzata di farmaci produce sempre una escalation di violenza.

- La somministrazione forzata di farmaci è la cosa più invasiva che la polizia permette di fare ai propri cittadini dopo le pallottole o la pena di morte.

- La somministrazione forzata di farmaci a volte uccide.

- La somministrazione forzata di farmaci viene applicata  potenzialmente ad ogni cittadino nella società. Traumatizziamo e decimiamo la vita di un grande gruppo di persone sottoposte ad essa a fronte di un esiguo gruppo di pazienti "grati". Al costo macabro di altre persone che hanno le loro vite distrutte, quindi inevitabilmente, per continuare ad esistere questa pratica produce morti, traumatizzati, persone distrutte e danni collaterali, al fine di creare una ristretta coorte di pazienti 'grati'.

- La somministrazione forzata di farmaci è un trattamento crudele, inumano e degradante secondo il Relatore Speciale delle Nazioni Unite sulla tortura. (Non ha detto che i combattimenti, la resistenza, gli arresti  che le forze di polizia svolgono decine di migliaia di volte al giorno in tutto il mondo sono violazioni dei diritti umani).

-Il blocco israeliano di Gaza, è una seria e grave azione militare sul popolo e il governo di Gaza. La guerra  all'interno di Gaza, gli attacchi aerei, per esempio, è di ordini di grandezza più seria.

-Il blocco consapevole della neurotrasmissione  di un essere umano, l'azione di dorgare con la forza, ritengo che sia ordini di grandezza più violenta /  invasiva della mera contenzione fisica, o la privazione della libertà di circolare nella Comunità.

Nessun medico al mondo è in grado di dimostrare che c'è qualcosa di sbagliato nella funzionalità del cervello di persone prese di mira dal trattamento psichiatrico  forzato. Si tratta di una credenza basata sulla fede nella psichiatria organicista, che ha convinto anche i poteri dello stato  su cui si fonda la loro autorizzazione ad entrare nel corpo di chiunque essi scelgono di indirizzare le loro mire. In effetti, questo è fanatismo violento, è l'uso della forza per imporre la propria fede agli altri contro la loro volontà. Questo è ciò che rende la psichiatria forzata così terrificante. I  terroristi Jihadisti metteranno i chiodi di una Nailbomb nel vostro corpo a causa della loro interpretazione di un libro. Gli psichiatri usano il loro libro sacro, il DSM, per giustificare la somministrazione di droga nei corpi di sconosciuti con la forza. Ci sono parallelismi terrificanti qui.

Il  violento rimodellamento delle funzioni cerebrali di un cittadino, dovrebbe essere visto per l'atto di immensa e profonda violenza e  violazione che è. Ogni mese sulla stampa leggo di un passeggero  fastidioso a bordo di un aereo di linea, e anche in un ambiente così precario come a 10.000 metri di quota, questi individui sono sopraffatti, in inferiorità numerica, sobri e controllati senza ricorrere a queste tattiche invasive. Non mi viene in mente nessuna situazione in cui un detenuto inerme di una struttura psichiatrica, nei loro ambienti controllati  dove è sempre stato disponibile un rapporto di forza fortemente sbilanciato verso il paziente , che il 'contenimento chimico' sia l'unica opzione praticabile. 

In effetti, ogni volta che un ago affilato di acciaio di  una siringa  viene inflitto nella pelle nuda di un detenuto, per definizione, quella persona è già stata sottomessa, in inferiorità numerica, e immobilizzata, perché non fermarsi qui? Perché  estendere, perché degenerare, questo controllo, a livello molecolare? Si tratta di una oscenità morale, nei casi estremi, e di un grave abuso dei diritti umani e non deve essere tollerato in una società libera.

In Occidente, noi mettiamo le manette ai ladri. In Arabia Saudita, usano acciaio affilato, taglia le mani, e il loro sangue scorre.

In Occidente, vediamo la contenzione fisica dei detenuti delle strutture psichiatriche  come disumana. In Occidente, vediamo l'accoltellamento con acciaio affilato, l'aggiunta di farmaci invalidanti come i tranquillanti al flusso di sangue del cervello, per qualche ragione, umano. Non è umano. Non è giustificato. E 'un brutto, disgustoso, abuso schiacciante osceno e violento, e non può essere tollerato in una società libera.

In nessun luogo all'interno di ogni angolo buio di una struttura psichiatrica, in qualsiasi parte del mondo libero,  le persone che sono già  sbattute a terra, in inferiorità numerica, disarmate, che stanno urlando 'NO!', Supplicando con i loro aggressori, 'NO! non mi iniettare! ',' NO! Non autorizzo ', in nessun posto ... Da nessuna parte, mai, deve essere tollerata questa situazione.  E' un mondo malato che è arrivato a credere che bloccare le cellule all'interno del corpo di una persona è intercambiabile e alla pari con contenzione fisica. Come quasi tutte le credenze in psichiatria, è una credenza falsa, ingiustificata dalla logica, un prodotto della psichiatria che ha avuto 200 anni di potere senza ostacoli per dominare sui suoi prigionieri. Un prodotto di persone che non essendo sopravvissuti psichiatrici considerano normale che, mentre l'interno del loro corpo è sacrosanto, l'interno di qualcuno etichettato come 'malato mentale' è un pezzo di proprietà del governo. Il mio cervello non è un pezzo di proprietà del governo. Dove esiste un potere 'discrezionale' per consentire  ad agenti dello Stato di entrare e violare il mio corpo per il controllo sociale , non c'è uguaglianza. 
Perché io  considero i poliziotti che arrestano le persone e li vedo  come forze dell'ordine investiti di potere e di responsabilità come un braccio di controllo necessario dello stato? Perchè guardo invece  coloro che maneggiano le siringhe negli ospedali psichiatrici come meritevoli di  disprezzo? come criminali dei diritti umani che meritano la prigione? Come persone che hanno causato un profondo disagio umano e traumi nella vita di sconosciuti innocenti? Questa equazione si riduce a invasività.

Coloro che desiderano dedicare i loro  sforzi per conseguire la parità e rendere sicure le persone con etichette psichiatriche e problemi mentali ed emotivi della vita,  che cercano di creare un mondo in cui queste persone hanno la loro umanità di base rispettata, non possono lasciare la porta aperta , anche solo un po'socchiusa , alla terapia forzata. La somministrazione forzata di farmaci, è una minaccia per i nostri diritti umani, lasciare questo uso estremamente invasivo a 'discrezione' dei  custodi dei moderni manicomi , non può essere accettato. La minaccia di iniezione forzata è la carta vincente, l'arma nucleare di controllo sociale che attraversa il tessuto istituzionale di tutte le strutture psichiatriche. Si tratta di un male così profondo, un distruttore di fiducia, una profonda deformazione del progetto terapeutico, un  profondo abuso di potere psichiatrico, che non ha diritto di esistere.

Esistono siringhe dentro le strutture psichiatriche per una cosa e una cosa sola. Per immettere prodotti chimici liquidi nei corpi dei non consenzienti. Sono strumenti di terrore, strumenti di tortura in questo contesto, gli strumenti di una medica (solo di nome), forma violenta di controllo sociale, diabolicamente invasiva in natura, anatema di tutto ciò la medicina dovrebbe rappresentare.

La somministrazione forzata di  farmaci non è umana, non può essere ritenua umana, e deve essere abolita. La costrizione psichiatrica  esistente, implica che i pensieri e la coscienza di alcune persone non hanno il diritto di esistere, perché è con la somministrazione forzata di farmaci che questa coscienza viene rasa al suolo, eliminata e cancellata. Piuttosto, io dico che è questa costrizione a non avere diritto di esistere.

Spero solo che un giorno potremo vivere in pace. Non ci sarà pace nella 'salute mentale' fino a quando la psichiatria non smetterà questa violenza degradante e profonda sui loro "pazienti". E' una tragedia umana che questa professione profondamente sbagliata ha fatto congetture sul nostro cervello, anche se non può dimostrare niente, e la società ci ha tradito, consegnando il nostro cervello  a questi ciarlatani, permettendogli di manipolarlo a piacimento . 

E 'davvero un fatto terrificante della storia moderna, che questi ciarlatani abbiano infestato il mondo con il faso mantra della 'malattia del cervello', e anche i nostri governi apparentemente democratici hanno dato loro la licenza di entrare nel cervello vivente di ogni cittadino nella società con la forza, con la scusa di  'individuare la malattia del cervello' di quella persona, senza mai nemmeno averlo esaminato una sola volta. Qualcuno, qualche psichiatra o assistente ha detto  che quando vedono i loro pazienti contorcersi sotto le loro mani, gridare e implorare di non essere violentati con le siringhe non è l'essere umano cha sta parlando ma la sua 'malattia'. E questa è una  tragedia. 
Gli addetti in psichiatria  con violenza tirano giù i jeans alle femmine adolescenti per ottenere l'accesso alla pelle nuda, dove una iniezione forzata sta per essere 'amministrata'. Ci sono  poche  persone nei reparti psichiatrici che danno problemi  la notte, il giorno è pieno di ricordi recenti di rumori di  vestiti strappati di dosso agli estranei e urla di terrore che implorano loro di smettere. La contenzione chimica non è una procedura medica. E' una  violenza. Essa non può essere riformata, deve essere abolita.