Recupero
Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da se stessi?
Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci, anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte né che gli psicofarmaci curino qualcosa. Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che, lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.
Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.
Attenzione: È potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. È importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci. Se il vostro psichiatra accetta di aiutarvi a farlo, non date per scontato che sappia come farlo al meglio, anche se dice di avere esperienza. Gli psichiatri non sono generalmente addestrati sulla sospensione e non possono sapere come riconoscere i problemi di astinenza. Numerosi problemi di astinenza sono mal diagnosticati come problemi psichiatrici. Questo è il motivo per cui è bene educare se stessi e trovare un medico che sia disposto ad imparare con voi. In realtà tutti i medici dovrebbero essere sempre disposti a fare questo ai loro pazienti che lo desiderano.
martedì 14 luglio 2020
Il fallimento epocale della medicina moderna
venerdì 2 agosto 2013
Cause mediche per i disturbi mentali
mercoledì 27 marzo 2013
Antipsicotici timeline
1883 Le Fenotiazine vengono sviluppate come coloranti sintetici
1934 USDA sviluppa le Fenotiazine come insetticidi
1938 Le Fenotiazine vengono usate per uccidere i parassiti dei suini
1949 In esperimenti sui ratti, le Fenotiazine ostacolano l'abilità di arrampicarsi.
1950 Rhone Poulenc sintetizza la Clorpromazina, una fenotiazina, per uso come anestetico
1952 Gli psichiatri francesi ricorrono alla clorpromazina come parte di un cocktail di farmaci capace di mettere i pazienti mentali in "ibernazione"
1952 La Cloropromazina è descritta capace di produrre una sorta di lobotomia chimica
1954 La Clorpromazina, commercializzata negli Stati Uniti come Thorazina, si scopre in grado di indurre i sintomi della malattia di Parkinson
1955 Si dice che la Cloropromazina può indurre sintomi simili all'encefalite letargica
1959 Prime notizie di una disfunzione permanente al sistema nervoso collegata ai neurolettici, poi chiamata discinesia tardiva
1960 Medici francesi descrivono una reazione tossica ai neurolettici potenzialmente fatale, in seguito denominata sindrome neurolettica maligna
1962 Il dipartimento di Igiene Mentale della California stabilisce che i neurolettici come la clorpromazina e altri prolungano l'ospedalizzazione
1965 Scoperto che i neurolettici mettono in pericolo l'apprendimento negli animali e nell'uomo
1966 Uno studio del NIMH di un anno rileva che i pazienti trattati con farmaci hanno più probabilità di essere riospadalizzati rispetto ai pazienti trattati con placebo.
1972 Si dice che la discinesia tardiva assomiglia alla malattia di Huntington, o "danno cerebrale postencefalitico"
1973 E' domostrato che i neurolettici causano una diminuzione delle cellule nervose dei gangli basali nei ratti
1975 ricercatori di Boston riferiscono che i tassi di ricaduta erano inferiori prima dell'epoca dei neurolettici, e che i pazienti trattati con farmaci hanno maggiori probabilità di essere socialmente dipendenti
1977 In studi su animali con neurolettici viene osservato un aumento significativo dei recettori della dopamina nel cervello, che è la patologia ipotizzata essere una causa della schizofrenia
1978 Il ricercatore Californiano Maurice Rappaport riporta decisamente superiori a tre anni gli esiti per i pazienti trattati senza neurolettici
1978 Ricercatori canadesi descrivono cambiamenti nel cervello indotti da farmaci che rendono il paziente più vulnerabile alle ricadute, che chiamano "psicosi indotta da neurolettici supersensitivita"
1978 Si osserva che i neurolettici causano il 10% di perdita cellulare nel cervello dei ratti
1979 La prevalenza di Discinesia Tardiva in pazienti trattati con farmaci neurolettici va dal 24% al 56%
1979 La Discinesia Tardiva si scopre essere associata a deterioramento cognitivo.
1979 La ricaduta nei pazienti trattati con flufenazina iniettabile si osserva che porta a un "grave peggioramento clinico"
1979 Loren Mosher, responsabile degli studi sulla schizofrenia presso il NIMH, riporta i risultati di qualità superiore a un anno e di due anni per i pazienti trattati senza neurolettici.
1980 ricercatori del NIMH trovano che i neurolettici non migliorano la performance sociale e ruolo nei non-relapser
1982 I farmaci anticolinergici usati per trattare i sintomi parkinsoniani indotti da neurolettici sembrano essere causa di decadimento cognitivo
1985 L'Acatisia indotta da farmaci è legata al suicidio e omicidi violenti
1992 Organizzazione Mondiale della Sanità riporta che i risultati positivi sulla schizfrenia sono molto superiori nei paesi poveri, dove pochi pazienti sono mantenuti su neurolettici
1992 I ricercatori riconoscono che i neurolettici possono causare una patologia riconoscibile, che hanno chiamato sindrome neurolettica indotta da deficit
1994 I neurolettici causano un aumento del volume della regione caudata nel cervello, che è un segno di danno cerebrale
1994 ricercatori di Harvard riferiscono che i risultati sulla schizofrenia sono peggiorati negli ultimi 20 anni, e ora non sono migliori che nei primi decenni del 20 ° secolo
1995 Il tasso di recidiva per i pazienti schizofrenici trattati con neurolettici risulata essere superiore all' 80% in due anni dopo la dimissione ospedaliera, che è molto superiore a quella dell'era pre-neurolettici.
1995 La "Qualità della vita" in pazienti trattati con farmaci risulta essere "molto scarsa"
1998 studi di risonanza magnetica mostrano che i neurolettici sembrano causare ipertrofia del caudato, putamen e talamo, con l'aumento "associato con una maggiore gravità dei sintomi sia negativi che positivi"
1998 L'uso di neurolettici si trova ad essere associato ad atrofia della corteccia cerebrale
1998 ricercatori di Harvard concludono che "stress ossidativo" può essere il processo attraverso il quale neurolettici possono causare un danno neuronale nel cervello
1998 Il trattamento con due o più neurolettici comporta un aumento del rischio di morte prematura
2000 L'uso di neurolettici è legato alla formazione di coaguli di sangue fatali
2000 La Discinesia Tardiva è legata alla morte precoce
2003 Il rischio di morte precoce per i pazienti affetti da schizofrenia si è riscontrato in aumento dopo l'introduzione degli antipsicotici atipici
2005 i ricercatori NIMH riferiscono che gli antipsicotici atipici forniscono pochi, se del caso, vantaggi rispetto ai vecchi neurolettici
2006 Il tasso di suicidio per i pazienti schizofrenici è segnalato per essere 20 volte più alto di quanto non fosse un secolo fa.
2007 ricercatori britannici riferiscono che la qualità della vita era migliore con i vecchi farmaci rispetto agli atipici
2007 ricercatori Illinois riferiscono che a lungo termine i tassi di recupero per i pazienti schizofrenici non trattati sono otto volte superiori rispetto ai pazienti medicati
Link articolo originale: MIA
martedì 31 gennaio 2012
Luoghi comuni in psichiatria VIII
Purtroppo questo non è vero per la maggior parte dei farmaci in commercio, e a maggior ragione per i farmaci psichiatrici. Perché come ho detto più volte, è il metodo allopatico profondamente sbagliato, ovvero non è concepibile intossicare l'organismo per guarire un sintomo.
Intossicazione
Ora, i pochissimi che riescono a rimanere in mono-terapia con farmaci di provata efficacia a lungo termine (esempio gli stabilizzatori) possono sentirsi sollevati e scegliere di subire gli inevitabili effetti come un male minore rispetto alla vita che farebbero se ne fossero privi.
Anche se a questi purtroppo non gli viene detto, esistono terapie organiche altrettanto o più efficaci, ma rispondono bene al farmaco e tutti sono più contenti.
Ma a quale prezzo?
Al prezzo di una lenta e inesorabile intossicazione che porterà inevitabili problemi nel lungo termine.
Tante persone ho sentito poi lamentarsi, dell'appiattimento emotivo provocato dal lito o da altre sostanze. E questo è solo uno dei molteplici aspetti che si verificano nel breve termine. Ma nel lungo termine di una terapia protratta a vita c'è da aspettarsi di tutto.
C'è però un numero sempre crescente di persone che fanno uso di miscugli .
Come si può umanamente pensare che con un simile attacco chimico al corpo, un individuo si senta meglio?
E infatti si odono lamentarsi continuamente della loro malattia, difficilmente pensano che sia colpa del cocktail che gli è stato prescritto. Il più delle volte, molti continuano a eccedere con altre sostanze 'ludiche' ammesse o meno per trovare un minimo di sollievo.
Questi passano con facilità da una cura all'altra, con leggerezza e senza riguardo per gli effetti di dismissione rapida delle sostanze lasciate.
Una trappola senza fine, da cui è difficilissimo uscire, perché fondamentalmente sei convinto di avere una malattia cronica, inguaribile. Dal momento che questa convizione crolla, sarà possibile uscire riducendo drasticamente le sostanze fino alla completa liberazione e disintossicazione del corpo.
Dipendenza
La dipendenza non è sempre una cosa negativa. Noi dipendiamo dall'aria e dal cibo per esempio.
Ma qui si tratta di dipendenza da sostanze tossiche , proprio come l'alcoolismo il tabagismo e altre dipendenze nefaste. L'unica differenza è che le sostanze da sballo sono più desiderabili, anche se diversi psicofarmaci ormai hanno preso quella strada. Una grossa fetta di malati psichiatrici proviene da storie di abuso, anche di psicofarmaci.
"Avrò preso le pillole oggi?" ecco la domanda più gettonata.
Molti psichiatri lamentano una minima percentuale di aderenza alla cura, scervellandosi per cercare strategie di convincimento dei pazienti, per prendere queste benedette medicine. Ignorando però che questo loro comportamento viene peggiorato dalle cure stesse, in un perverso gioco di reazioni.
Più le persone sono intontite dai farmaci, maggiori sono probabilità di commettere errori, purtroppo anche fatali.
Spesso si fa confusione con i dosaggi, fino a sbagli clamorosi e molto pericolosi.
Gli psicofarmaci sono un'arma letale in mano al 'paziente'.
Anche non conoscendo la tossicità delle sostanze prese ad altissime dosi, è facile trova la soluzione più a portata di mano per togliersi la vita. E infatti molti scelgono l'overdose di un mix alcoolico come metodo preferito per tentare di suicidarsi.
Difficoltà a distinguere i sintomi.
Spesso si senti dire "ho questo problema" ma non so se è dovuto ai farmaci o alla malattia. Questa difficoltà di distinguere è logorante. La maggior parte delle volte viene imputato alla supposta malattia anziché ad un possibile e comprensibile effetto collaterale dei farmaci, col risultato di aggiungere un altra sostanza alla collezione. Sento di persone che assumono fino a 5 anche 10 molecole differenti contemporaneamente. Ogni nuovo sintomo che spunta è presto 'coperto' dal successivo farmaco. Fino a quando è ammesso continuare a tappare falle sempre più grosse e numerose se non si toglie l'acqua dalla diga? Fino alla morte del paziente?
Problemi pratici
Ma i problemi non sono finiti , purtroppo.
Dobbiamo aggiungere tutti quelli dovuti ad una drastica riduzione cognitiva, gente perfino incapace di svolgere azioni semplici come per esempio guidare un'automobile, figuriamoci fare un qualunque lavoro che richiede attenzione e impegno.
La maggioranza dei giovani che vedo, non è ancora in tali condizioni ma tende a diventarlo col passare del tempo. Una parte di essi ha già ottenuta l'invalidità parziale con l'assegno se nullafacente, che a malapena gli copre la spesa delle sigarette.
E' molto probabile che in futuro gli venga tolta la patente insieme alla salute psicofisica.
Spesso vengo apostrofato in questi termini :
“Io sto peggio con la malattia, quindi devo ringraziare le mie medicine perché adesso posso continuare a vivere”.
Bene hai fatto la tua scelta, perché ci credi e sei libero di scegliere. Ma questo tuo benessere è illusorio o precario, perché non stai cercando di cambiare le vere cause del tuo malessere.
Fino a quando riuscirai a mantenere questa illusione, ti perderai tutto ciò che sta intorno a te, in un declino inesorabile verso la cattiva salute.
Hai fatto solo un passo , perché ti hanno convito che è necessario ed hai visto dei risultati ma questi benefici li perderai con gli interessi nel tempo.
Io non ti dico di non curarti, ma che piuttosto curarti in tal modo è sbagliato. Anche se è dimostrato che senza psicofarmaci vi è una maggiore percentuale di recuperi, trovo che esistono per fortuna metodi efficaci privi di conseguenze indesiderate.
Problemi economici
Qui in Italia i costi sono per la maggior parte a carico del SSN ma non tutto. I farmaci non espressamente prescritti per quella patologia vengono solitamente pagati, e spesso si ricorre a farmaci generici per limitare altri sintomi farmaco-indotti.
Una famosa 'paziente' americana spende solo di farmaci, due stipendi medi italiani. Quanto costa in Italia un 'malato' psichiatrico?
Risorse che potrebbero essere ridotte e dirottate in ben altro modo, vengono sprecate per arricchire baroni della medicina. Si stima in circa 120 miliardi annui la spesa italiana attuale nella sanità.
Una bella fetta di questo mercato è in mano alle compagnie farmaceutiche.
venerdì 28 ottobre 2011
La parola ai medici
Dr. Luigi Cancrini, Psichiatra
La depressione clinica è diventata il riferimento per ogni forma di disagio psicologico. Siamo tutti malati e tutti da curare: con i farmaci, naturalmente. Lo dicono con sicurezza 'scientifica' gli psichiatri-vedette della pillola a tutti i costi. Lo ripetono ormai da anni in libri, giornali e trasmissioni televisive, con un martellamento persuasivo che ha, purtroppo, avuto i suoi effetti. Il paradosso è che l'allarme è tanto amplificato, quanto la terapia proposta - il farmaco - è improntata a sopprimere ogni riflessione e ogni approfondimento sui motivi della sofferenza. Si grida alla depressione, ma la cura è il silenzio.
- la terapia farmacologica, anche se continuativa, non esclude affatto l'eventualità di possibili ricadute;
- la terapia farmacologica non guarisce dalla malattia, possiamo dire al massimo che riesce (in maniera più o meno efficace) a controllarla;
- i pazienti che si rivolgono all'omeopatia lo fanno in genere sia perchè sentono gli effetti collaterali, spesso importanti, dei farmaci che assumono, sia perchè si rendono conto che il farmaco non aiuta a risolvere il loro problema (= guarire la persona) ma si limita a tenere sotto controllo in maniera sintomatica una situazione che è comunque destinata a rimanere tale e quale senza nessuna prospettiva di vera guarigione.
NOTE
giovedì 20 ottobre 2011
Farmacrazia
intanto ciascuno dovrebbe essere libero di scegliere cosa è meglio per sé, che questo ci viene negato dalla coercizione e dal lavaggio del cervello che ci fanno per convincerci della bontà delle loro cure.
giovedì 29 settembre 2011
A chi è rivolto questo blog.
Questo blog non è rivolto a chi difetta di spirito di ricerca, a chi pende dalle labbra dei medici e subisce acriticamente tutto ciò che gli viene imposto.