Ci è sempre stato detto che il modello
medico della malattia mentale è positivo specialmente per la
famiglia. I familiari di un 'paziente psichiatrico' si sentiranno
sollevati da ogni responsabilità in quanto la colpa è da attribuire
esclusivamente alla malattia, pertanto il paziente in primo luogo
non è responsabile del suo stato, né lo sono in alcun modo i suoi
familiari.
Non è una questione di colpa, né di
una decisione intenzionale, o deliberata del paziente. Il suo
comportamento dipende da qualcosa che sfugge al loro controllo. Chi
può biasimare una persona che è in gran parte vittima di forze al
di la del suo controllo?
Questo modello ha dato speranza alle
famiglie. Una speranza basata sulla fiducia nell'efficacia del
trattamento, della gestione dei sintomi in modo da non stravolgere
l'integrità familiare. Così il compito della famiglia si è ridotto
ad aiutare il proprio congiunto ad accettare la sua condizione di
malato e assicurarsi che segua con devozione la terapia prescritta,
sicuri di ridurre al minimo gli effetti disastrosi della malattia e
conseguenti problemi familiari.
Non è affatto raro che i familiari
vengono anche istruiti in modo da medicalizzare di nascosto
mescolando sostanze nei cibi qualora il proprio congiunto si rifiuti
di assumere farmaci di un certo tipo.Cosi sono preparate e spesso ben liete di spedire il familiare verso il ricovero coatto qualore ce ne fosse bisogno.
Se osserviamo la realtà, purtroppo per
molte persone le cose vanno assai diversamente. La 'cura' non è
stata all'altezza delle aspettative, fino a diventare peggiore della
malattia stessa. Per molti, la ricerca del 'giusto' farmaco diventa
una vita segnata da una qualità sempre più ridotta man mano che
passa il tempo. Tutto questo peggiora ulteriormente l'ambiente
familiare minacciando la vita quotidiana e le relazioni.
Alle famiglie viene detto che quasi
tutti i problemi sono una conseguenza della supposta malattia
mentale, compresi gravi problemi di intolleranza ai farmaci.
L'effetto è che mentre i pazienti non possono essere biasimati per
la loro condizione patologica, vengono spesso incolpati di non
sottostare adeguatamente al protocollo medico.
L'amore verso il congiunto, diventa
così un potere da esercitare con la convinzione di sapere con
certezza di cosa egli ha bisogno. Questa 'certezza' non nasce
spontaneamente dall'osservazione, in gran parte proviene dai medici
di cui la famiglia si fida in modo acritico, dalla cultura medica
che per tutta la vita ha inculcato in noi il concetto che le medicine
vanno prese perché fanno guarire.
Se ho la febbre prendo un'aspirina e mi
passa, allo stesso modo prendo psicofarmaci e tutto passa.
La famiglia tenderà a vedere i
conflitti come ulteriore prova di malattia mentale, incoraggiata a
spingere ancora di più sul modello medico con il risultato di
ritrovarsi lacerata. Nessuna famiglia può sopravvivere a lungo
quando ad un suo membro gli viene detto che non può prendere
decisioni in modo autonomo. E' ovvio che una persona ad un certo
punto si sente tradita.
Accettare questa definizione significa
non solo cambiare ciò che io penso di me stesso (inadeguatezza,
fragilità, inaffidabilità ecc) ma anche ciò che gli altri pensano
di me, con pesanti ripercussioni nella sfera lavorativa,
relazionale e affettiva.
Non sorprende quindi che molte persone
sono riluttanti ad esporre pubblicamente il proprio problema . Questo
non significa che non necessitino di aiuto, piuttosto non vogliono
peggiorare una situazione già di per sé pesante.
All'inizio la famiglia è mossa da
sentimenti di amore e compassione, ma questi sentimenti andranno
sempre più a deteriorarsi. Vivere con qualcuno che ha problemi
mentali è un trauma per tutta la famiglia nella sua interezza, tutti
vengono danneggiati in un modo o in un altro e il modello medico
aiuta spesso soltanto ad aggravare i conflitti esistenti se non
aggiungerne di nuovi.
E' davvero triste sentire storie di
recupero, di persone liberate nonostante la contrarietà della
famiglia e non viceversa per il suo appoggio come invece dovrebbe
essere.
Se le famiglie veramente appoggiassero
il desiderio di recupero del loro congiunto, considerandolo come
qualcosa di più di una etichetta psichiatrica, se capissero
l'assurdità di un atteggiamento acritico di conformità sulle cure
psichiatriche nonostante i fallimenti, allora forse il recupero diventerebbe
un'opzione possibile per più persone.
Inspiration: Hopeworks community
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