lunedì 24 ottobre 2011

La famiglia e il modello medico

Ci è sempre stato detto che il modello medico della malattia mentale è positivo specialmente per la famiglia. I familiari di un 'paziente psichiatrico' si sentiranno sollevati da ogni responsabilità in quanto la colpa è da attribuire esclusivamente alla malattia, pertanto il paziente in primo luogo non è responsabile del suo stato, né lo sono in alcun modo i suoi familiari.
Non è una questione di colpa, né di una decisione intenzionale, o deliberata del paziente. Il suo comportamento dipende da qualcosa che sfugge al loro controllo. Chi può biasimare una persona che è in gran parte vittima di forze al di la del suo controllo?
Questo modello ha dato speranza alle famiglie. Una speranza basata sulla fiducia nell'efficacia del trattamento, della gestione dei sintomi in modo da non stravolgere l'integrità familiare. Così il compito della famiglia si è ridotto ad aiutare il proprio congiunto ad accettare la sua condizione di malato e assicurarsi che segua con devozione la terapia prescritta, sicuri di ridurre al minimo gli effetti disastrosi della malattia e conseguenti problemi familiari.
Non è affatto raro che i familiari vengono anche istruiti in modo da medicalizzare di nascosto mescolando sostanze nei cibi qualora il proprio congiunto si rifiuti di assumere farmaci di un certo tipo.Cosi sono preparate e spesso ben liete di spedire il familiare verso il ricovero coatto qualore ce ne fosse bisogno.

Se osserviamo la realtà, purtroppo per molte persone le cose vanno assai diversamente. La 'cura' non è stata all'altezza delle aspettative, fino a diventare peggiore della malattia stessa. Per molti, la ricerca del 'giusto' farmaco diventa una vita segnata da una qualità sempre più ridotta man mano che passa il tempo. Tutto questo peggiora ulteriormente l'ambiente familiare minacciando la vita quotidiana e le relazioni.
Alle famiglie viene detto che quasi tutti i problemi sono una conseguenza della supposta malattia mentale, compresi gravi problemi di intolleranza ai farmaci. L'effetto è che mentre i pazienti non possono essere biasimati per la loro condizione patologica, vengono spesso incolpati di non sottostare adeguatamente al protocollo medico.
L'amore verso il congiunto, diventa così un potere da esercitare con la convinzione di sapere con certezza di cosa egli ha bisogno. Questa 'certezza' non nasce spontaneamente dall'osservazione, in gran parte proviene dai medici di cui la famiglia si fida in modo acritico, dalla cultura medica che per tutta la vita ha inculcato in  noi il  concetto che le medicine vanno prese perché fanno guarire.
Se ho la febbre prendo un'aspirina e mi passa, allo stesso modo prendo psicofarmaci e tutto passa.

La famiglia tenderà a vedere i conflitti come ulteriore prova di malattia mentale, incoraggiata a spingere ancora di più sul modello medico con il risultato di ritrovarsi lacerata. Nessuna famiglia può sopravvivere a lungo quando ad un suo membro gli viene detto che non può prendere decisioni in modo autonomo. E' ovvio che una persona ad un certo punto si sente tradita.
Accettare questa definizione significa non solo cambiare ciò che io penso di me stesso (inadeguatezza, fragilità, inaffidabilità ecc) ma anche ciò che gli altri pensano di me, con pesanti ripercussioni nella sfera lavorativa, relazionale e affettiva.
Non sorprende quindi che molte persone sono riluttanti ad esporre pubblicamente il proprio problema . Questo non significa che non necessitino di aiuto, piuttosto non vogliono peggiorare una situazione già di per sé pesante.

All'inizio la famiglia è mossa da sentimenti di amore e compassione, ma questi sentimenti andranno sempre più a deteriorarsi. Vivere con qualcuno che ha problemi mentali è un trauma per tutta la famiglia nella sua interezza, tutti vengono danneggiati in un modo o in un altro e il modello medico aiuta spesso soltanto ad aggravare i conflitti esistenti se non aggiungerne di nuovi.
E' davvero triste sentire storie di recupero, di persone liberate nonostante la contrarietà della famiglia e non viceversa per il suo appoggio come invece dovrebbe essere.
Se le famiglie veramente appoggiassero il desiderio di recupero del loro congiunto, considerandolo come qualcosa di più di una etichetta psichiatrica, se capissero l'assurdità di un atteggiamento acritico di conformità sulle cure psichiatriche nonostante i fallimenti, allora forse il recupero diventerebbe un'opzione possibile per più persone.

Inspiration: Hopeworks community

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