Lungi da dare una risposta esaustiva sulla questione, naturalmente ho le mie idee, ma vorrei qui esporre alcune considerazioni e suggerimenti con la speranza (o forse l'ardire) di riuscire a fare un po di chiarezza.
Io non capisco perché gran parte degli studiosi, operatori o esperti di salute mentale, tendono ad arroccarsi ciascuno sulle proprie posizioni relativamente al dilemma delle cause dei disturbi mentali.
Perchè non siamo capaci di vedere il problema nella sua globalità? Gli organicisti, che sono la maggioranza, vedono malattie di origine genetica che producono nel cervello degli scompensi chimici. Vere e proprie malattie organiche che colpiscono il cervello, anche se nessuno ha mai dimostrato la loro esistenza, proprio come altre vere malattie del cervello, che invece sono appannaggio dei neurologi. Da oltre mezzo secolo gli psichiatri continuano a ripetere come un disco rotto che siamo ad una svolta e che le prove delle loro teorie che poggiano sul nulla si stanno per rivelare grazie alle nuove scoperte, alle innovative tecniche di neuroimaging ecc. Tuttavia nonostante si brancoli ancora il buio assoluto sulla questione, non si risparmiano di inventare nuove neurotossine che sono solo capaci di attutire i sintomi senza intaccare minimamente le cause della sofferenza. Non solo, si limitassero a questo andrebbe ancora bene, purtroppo oltre ad avere (ricordiamolo solo quando va bene) l'effetto terapeutico sperato, hanno anche una miriade di effetti indesiderati che messi insieme provocano un aggravamento ulteriore delle condizioni generali psicofisiche e perfino della presunta malattia che vorrebbero curare, rendendola cronica e inguaribile. Questo è un semplice fatto, che non mi stancherò mai di denunciare. A chi mi chiede dove siano le prove, basta guardarsi intorno facendosi le giuste domande o leggere per esempio i libri di Robert Whitaker, noto giornalista investigativo statunitense il quale sta mettendo in crisi a piccoli passi il colosso psichiatrico-farmaceutico.
Su una cosa, credo che siamo tutti d'accordo: i sintomi dei disturbi mentali sono una reazione a qualcosa. Quello che è più difficile da capire comunque è che questa reazione spesso potrebbe essere l'unico modo che l'insieme mente-corpo ha per raggiungere un suo equilibrio.
L'assunto corrente che i disturbi mentali siano vere e proprie malattie organiche hai indubbiamente dei limiti. Per cominciare, penso che dovrebbe essere possibile che qualsiasi disturbo mentale possa accadere a chiunque nelle opportune condizioni, senza per questo dichiarare di avere una malattia cronica e inguaribile sottostante. L'esempio che mi viene in mente per spiegarmi meglio è quello della febbre. La febbre è un sintomo dovuto ad una reazione del corpo ben precisa ed ha anche una sua funzione quando la causa è ad esempio l'influenza. L'influenza è per questo motivo una malattia cronica e inguaribile? Cioè siamo tutti malati cronicamente di influenza? No, l'influenza è un disturbo prevalentemente stagionale, solitamente di origine virale che ha il suo decorso senza complicazioni se ci teniamo opportunamente a riposo, coperti bene e mangiamo poco cibo. Medicinali sono solitamente sconsigliati a meno che la febbre non sia troppo alta o duri troppo a lungo. In altre parole, il sistema immunitario se funziona bene farà il suo lavoro di pulizia se lo lasciamo in pace. Curiosamente sappiamo anche che quando la temperatura sale parecchio in alcuni casi si può manifestare delirio, tuttavia questa 'psicosi' la riteniamo innocua proprio perché associata al malessere temporaneo.
Ora la variabile che implica una diagnosi psichiatrica di malattia mentale sarà semplicemente la sua durata. Si parla di malattia mentale quando il sintomo ha una durata superiore ad un certo limite, proprio come si parla ad esempio di altra condizione più grave quando la febbre dura più di tot giorni. Cioè quando la reazione naturale del corpo non è capace di ristabilire un equilibrio in tempi brevi. Questo ragionamento implica che qualsiasi condizione anomala non può protrarsi per più di un certo tempo, ed è secondo il mio modesto parere assai limitante quando siamo nel campo dei disturbi mentali. E' limitato dalle convenzioni sociali, perché il nostro stile di vita ci impone di essere efficienti con continuità , perciò ogni eccezione a tale standard comunemente accettato diventa un segno di malattia, senza poter accettare che talune reazioni hanno bisogno di molto tempo per essere elaborate ed avere la loro funzione 'terapeutica' riparatrice.
Relativamente alle cosiddette malattie mentali come si può dimostrare ciò?
La validità di questo assunto è a mio parere dimostrata dall'approccio finlandese chiamato 'Open dialogue' dove i casi di primo episodio psicotico vengono trattati in modo non convenzionale, senza usare pericolose neurotossine o lasciandole ridotte al minimo, e spostando l'attenzione verso l'ascolto, la compartecipazione attiva di tutte le figure intorno al 'paziente' evitando diagnosi, giudizi e terminologia medica. Si è visto in questo modo un tremendo risultato positivo di persone completamente recuperate e asintomatiche , si parla di oltre l'80 % di successi. Quale sia la causa, alle persone viene dato il tempo e la possibilità di elaborare quello che è accaduto a loro, soprattutto, non viene detto loro che hanno una malattia cronica con la quale dovranno necessariamente convivere per tutta la vita. Io sono propenso a credere che questo metodo funziona non grazie a qualche azione terapeutica specifica, ma soprattutto grazie alla mancanza di un approccio convenzionale con tutto il suo carico di stigma, false profezie e neurotossine. Ciò resta in accordo con quello che accadeva prima dell'era farmacologica, cioè che una fetta consistente delle persone si sarebbe ripresa senza manifestare sintomi o manteneva un intervallo di tempo molto lungo tra l'insorgenza delle crisi.
Quindi un aspetto importante sempre più trascurato che invece dovrebbe essere considerato è la natura temporanea delle crisi.
Riassumendo possiamo elencare alcuni concetti chiave:
1 - I disturbi mentali possono colpire chiunque dato un appropriato insieme di circostanze
2 - I disturbi mentali, se si escludono vere anomalie o condizioni mediche riconosciute sarebbero per loro natura fenomeni temporanei e rari.
3 - Le persone recuperano pienamente anche dai problemi mentali più estremi e gravi.
4 - le esperienze umane di stati estremi detengono senso e saggezza per essere comprese ed elaborate dalla persona che le vive.
Questo ultimo punto è anche quello più disatteso, chiaramente perché si deve intervenire tempestivamente per fermare ad ogni costo il delirio, la psicosi. Questi interventi però, non fanno altro che rimandare all'infinito una 'risoluzione' autonoma e duratura del problema.
Lo psichiatra ceco Stanislav Grof lo spiega chiaramente nei sui scritti ma egli però fa anche una doverosa distinzione tra le crisi che sono di tipo 'evolutivo' (emergenze spirituali) o di tipo prettamente organico, cioè dovute a vere malattie neurologiche.
A mio parere questa distinzione è un po' più sfumata anche specialmente alla luce dei risultati che si sono ottenuti in Finlandia, dove l'elaborazione della crisi rappresenta il fulcro del 'trattamento'.
Ricordo che la mia prima e più profonda crisi di 'vetta' del 1987 non venne prontamente abbattuta con potenti antipsicotici in regime d TSO come invece accadde nelle successive. Anche se con indubbia dose di preoccupazione, in special modo da parte delle persone a me vicino che non capivano cosa mi stava succedendo, l'esperienza andò avanti fino alla sua naturale estinzione. Arrivai alla diagnosi e ad assumere solo del litio consigliatomi da un neurologo che tuttavia presi in dosaggio minimo rispetto a quello chiamato con eufemismo 'terapeutico' e per una durata di un paio di mesi. Dopo questo minimo 'trattamento' del primo episodio psicotico non ho più avuto simili crisi per i successivi 13 anni. Dopo la successiva crisi che da una parte avevo ricercato con fervore, mi convinsero che avrei dovuto assumere farmaci stabilizzatori per tutta la vita. In seguito a questa convinzione, passai i 6 peggiori anni della mia vita con crisi ricorrenti e conseguenti ricoveri dove venivo prontamente riempito di neurotossine. Alla fine di questi cicli ricorrenti mi convinsi che forse la 'cura' era da considerarsi la prima responsabile delle mie ricadute.
Ma dopo questa introduzione vorrei arrivare al punto centrale di questo mio contributo.
Quello che io sostengo da un po di tempo a questa parte è che può avere un senso agire in un modo piuttosto che in un altro indipendentemente dalle vere cause, in quanto una cosa può influenzare l'altra. E' perfettamente plausibile per esempio che la mente possa cambiare, tramite la volontà delle abitudini alimentari nocive, oppure interferire sulla biochimica generale per favorire o bloccare l'assorbimento di determinate sostanze, oppure ancora, la mente potrebbe modificare il metabolismo, il sistema immunitario, il sistema linfatico ecc. Tutto questo ha una senso per me. Ha poco senso invece intossicare intenzionalmente il corpo per modificare la mente, o assumere delle droghe per alterare il nostro hardware e ingannare così la mente. Sarebbe come ostinarsi a modificare l'hardware di un computer quando il problema è nel software. A volte potrebbe essere possibile, altre volte no.
Comunque ha poco senso negare a priori l'efficacia di un trattamento della mente rispetto a quello del corpo e viceversa; come si spiegherebbe altrimenti il successo di approcci non 'convenzionali'?
E' stato dimostrato che i traumi, le emozioni possono influire sulla biochimica, quindi è sensato intervenire anche sulla biochimica per rimediare purché venga fatto nel modo corretto, senza ricorrere a veleni.
Ho ammirato molto e sono un fan del grande neurologo purtroppo scomparso Oliver Sacks. Ho divorato diversi suoi libri e compreso come lui quanto sia affascinante la capacità adattativa del cervello in seguito a gravi traumi,lesioni, o malattie neurologiche. Se prendiamo per buono l'assunto che la natura non va mai contro sé stessa, il corpo non va mai contro sé stesso, i sintomi della cosiddetta malattia mentale potrebbero essere una forma di adattamento che il corpo adotta per proteggersi. Questo è un concetto un po' forte , duro da digerire. Immagino per esempio che un problema grosso come il cancro sia difficile da considerare in questi termini. Nonostante ciò, c'è chi afferma che anche il cancro sia una forma di adattamento e la sua proliferazione non è il risultato dell'inevitabile decorso di tale malattia, ma piuttosto della cure tradizionali per questa terribile condizione. Dicesi che dalle autopsie fatte risulta che vengono trovati molti tumori in stato latente innocui e perciò mai diagnosticati.
E' difficile per me digerire questo, come è difficile essere concordi con chi afferma per esempio che il virus dell'HIV non esiste, che tramite gli aerei avveleniamo intenzionalmente i cieli per diffondere malattie, che i tumori siano soltanto dei traumi irrisolti, che si possono curare con il bicarbonato o con diete appropriate, che tutti i vaccini siano nocivi e inutili ecc ecc.
Ma anche se difficile da credere, penso che sia possibile guarire da una situazione grave o difficile grazie esclusivamente alla convinzione che ciò sia possibile. In altre parole, anche i ciarlatani e i venditori di olio di serpente hanno la loro fetta di 'miracolati' altrimenti non si spiegherebbe il fatto che tanta gente si affida a loro piuttosto che alla medicina ufficiale. Le persone possono credere a qualunque cosa anche se non esistono spiegazioni razionali, davanti a fatti concreti e prove aneddotiche.
Quindi mi fanno sbellicare quelli fissati con le prove empiriche , con gli studi a doppio cieco randomizzati, quelli che non credono a niente che non sia perfettamente replicabile e scientificamente dimostrabile al 100%. Questo non perché ritengo inutile provare scientificamente un qualunque rimedio ma piuttosto perché in un campo così complesso, aleatorio e poco conosciuto come il cervello, occorre avere la mente aperta a tutte le possibilità. Così ritengo un abominio ignorare o denigrare per esempio il grande e immenso lavoro di Abram Hoffer, considerarlo perfettamente inutile anche davanti all'evidenza di avere salvato la vita di migliaia di suoi pazienti , ricordiamolo, tutti debitamente diagnosticati inguaribili e cronici della peggiore etichetta psichiatrica. Erano tutti falsi malati? Era tutto merito del suo carisma e il semplice fatto che un medico psichiatra dicesse ai sui pazienti che sarebbero comunque guariti?
Grazie a lui sono diventato anche io un fan della B3 o Niacina. Ogni tanto mi faccio un ciclo di trattamento con grande giovamento almeno del mio colesterolo ma in particolare lo faccio perché mio padre morì di infarto a appena mezzo secolo di età. La RDA (fabbisogno giornaliero) della B3 è di 18 milligrammi, il minimo per non sviluppare la pellagra. Tale vitamina è implicata in circa 400 reazioni biochimiche corporee; una mole enorme di funzioni vitali. Il flush (razione di arrossamento) che da è molto piacevole quando è leggero, abbastanza fastidioso quando è forte, ma così si può misurare il proprio fabbisogno. Così scopro che la dose assunta raggiunge anche 10 volte quella raccomandata. Provate ad assumere 10 volte la dose raccomandata di un qualsiasi farmaco; un modo rapido ed efficace per togliere il disturbo per sempre dal mondo.
Ma sto di nuovo divagando. Per tornare al punto, penso ad esempio come mai nei paesi dove vigono situazioni intollerabili di miseria, conflitti etnici, guerre di potere , perciò gente sottoposta a massicce dosi di traumi, non vi siano nel contempo picchi enormi di malattie mentali. Ancora, perché ad esempio due individui diversi , sottoposti agli stessi traumi non sviluppano entrambi la stessa malattia mentale ma solo uno di questi viene colpito? La risposta potrebbe essere che lo sviluppo dei disturbi mentali dipende essenzialmente dalla reazione individuale, che a sua volta dipende da altri fattori tra i quali anche la predisposizione. Ma la predisposizione cos'è? Può essere un condizione organica o può non esserlo?
Ci sono domande che temo non avranno mai una risposta definitiva. E' nato prima l'uovo o la gallina? Si possono solo fare delle ipotesi e in base a queste cercare delle verifiche.
Io qui mi fermerei, e rileggendomi ho come l'impressione di avere aumentato la confusione piuttosto che avere fatto chiarezza. Ma questo è normale quando si entra in un tale ginepraio. Buona vita.
Recuperamente
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