In questo ennesimo scritto vorrei parlare ancora dei danni della psichiatria, perché anche se sono cose già scritte c'è sempre il bisogno di ridondanza, per arrivare alla mente e si spera anche al cuore delle persone ignare, magari già inserite dentro un sistema di cui non hanno la più pallida idea di quello che gli sta facendo e dove li porterà.
Tutto il baraccone, messo su in poco più di 60 - 70 anni, ossia dall'avvento della psicofarmacologia, poggia in realtà sull'incertezza, su un grosso equivoco. L'assunto principale su cui si basa tutta la 'scienza' psichiatrica si erige sulla sabbia, ossia sul fatto dato per certo ma mai dimostrato, che tutti o quasi tutti i 'disturbi' elencati sul DSM (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) sono vere e proprie malattie organiche.
Ne conseguono tante cose, tra cui le più pericolose per i 'pazienti' sono :
1 - Inguaribilità
Da tali malattie non si potrà mai guarire, tuttavia potranno essere curate, proprio come qualunque altra malattia cronica sarà possibile tenerne a bada i sintomi grazie a 'proiettili' chimici mirati chiamati psicofarmaci. Tali sostanze sono tutte più o meno tossiche per l'organismo e hanno tutte chi più chi meno i loro bravi effetti indesiderati, i quali spesso mimano perfettamente i sintomi della presunta malattia che intendono curare. In questo modo per esempio gli effetti della dismissione, cioè quando si tenta di smettere di prendere psicofarmaci, vengono sovente considerati come il ritorno della presunta malattia.
"Se voi e le persone intorno a voi credete che la vostra mente sarà difettosa e malata per il resto della vostra vita, sarete lasciati senza la speranza di avere la capacità di costruire una vita. Questa previsione terribile può diventare una profezia che si auto-avvera."
Sembra una cosa inverosimile, assurda. Ma è proprio quello che succede nella realtà. Si diventa 'malati' per tutta la vita non in seguito ad una crisi o ad una sintomatologia ben precisa, ma esclusivamente dopo una diagnosi psichiatrica fatta dopo un breve colloquio.
E' chiaro che senza sintomi o senza alcun problema percepito, nessuno si rivolgerebbe mai ad uno psichiatra. Qui non nego la realtà di queste condizioni, qui sto cercando di dimostrare come dei problemi temporanei vengono trasformati in malattie croniche.
"Una volta che l'albero di decisioni è attivato, gli atti del sistema medico, come una macchina, la responsabilità, i protocolli e le procedure sono i soli considerati, mentre il paziente si allontana da essere umano e diventa un oggetto. Ad ogni turno successivo della strada, fatidiche decisioni dannose possono essere prese e rovinare una persona per tutta la vita o ritardare inutilmente il suo recupero per anni. Parole nocive possono essere convogliate per distruggere la dignità e l'individualità di una persona"
2 - Dis-empower (Impoverimento delle risorse personali)
Eventuali risorse personali, modi per far fronte al disagio diversi dall'assumere una pillola diventano inutili e spesso sconsigliati, perfino impediti dalle stesse cure. Tanto è una malattia, la responsabilità di questo stato è nella genetica, nella sfortuna, nel cattivo karma, pertanto c'è poco da fare, ci si deve convivere con le buone o con le cattive. Non vale la pena darsi da fare per scavare a fondo in sé stessi per cercare di capire, non c'è proprio niente da capire!
" In Amore, Medicina e Miracoli , il dottor Bernie Siegel, un pioniere della connessione mente-corpo in medicina, dice che i medici possono letteralmente uccidere i loro pazienti con le informazioni che trasmettono. Dicendo "non c'è più niente che io possa fare" o "mettere le cose in ordine" può determinare il destino dei loro pazienti. Queste prognosi causano paura e mettono i pazienti in una risposta allo stress perpetua, chiudendo in tal modo le loro capacità di guarigione naturale. Il Dr. Siegel ha detto: "Tutti i pazienti devono essere concordi con la convinzione che si può guarire, non importa quante sono le probabilità. "
Tale convinzione viene distrutta, cancellata dalle parole degli psichiatri, sepolta per sempre quando, grazie ai loro trattamenti, la presunta malattia anziché guarire peggiorerà manifestando nuovi sintomi, finanche nuove diagnosi in un circolo vizioso senza fine.
Per essere più precisi diciamo che vi può essere un miglioramento iniziale, dovuto più che altro alla fiducia e all'effetto placebo. Un miglioramento che se si è molto fortunati può durare anche a lungo. Le persone si aggrapperanno a questo risultato effimero come ad un salvagente in un naufragio; per tutto il resto della loro misera vita ricercheranno il magico effetto di una cura risolutiva che non arriverà mai.
3 - Sei difettoso/a
Una malattia mentale organica, di origine genetica implica un difetto da qualche parte del cervello. Anche se non vi sono prove di difetti nel cervello in corrispondenza di ogni presunta malattia mentale, non significa che non ve ne siano, nascosti molto bene. Si tratta solo di trovarli e la ricerca ogni anno che passa si avvicina sempre di più alla soluzione, da 100 anni a questa parte, con fantastiliardi di dollari spesi, ha sempre dichiarato di essere a un passo dalla soluzione! Ogni nuova 'conquista' di tale scienza, ogni nuova scoperta viene puntualmente smentita dopo poco tempo, molto in sordina naturalmente rispetto al clamore iniziale.
Gli psichiatri difficilmente ascoltano con attenzione i loro pazienti cercando di capire cosa possono avere. Forse quelli che si fanno pagare l'onorario fanno un tale sforzo di astrazione. Ma tutti indistintamente hanno in testa solo la malattia e i farmaci prescritti e da prescrivere.
Quello che succede dopo brevi domande su come si sente il paziente, è solitamente un piccolo aggiustamento della terapia o un grande cambiamento se siamo davanti ad una crisi di una certa gravità. Ma non si esce da questo ragionamento circolare: sintomo = farmaco = sintomo collaterale = rifarmaco.
"Non ho mai conosciuto uno psichiatra che ascolta; che sa ascoltare veramente. Immagino che ce ne siano alcuni da qualche parte; ma io proprio non li ho trovati. Ma nemmeno la maggior parte dei "terapeuti" mi ha mai veramente ascoltato.
Tutto quello che uno psichiatra deve fare è prescrivere farmaci. Tutto quello che il terapeuta deve fare è ottenere in un certo tipo di "terapia" o "programma" che disumanizza ulteriormente, svilisce, e rafforza la BUGIA assoluta che ci ripete che siamo difettosi. Vi prego di perdonare il mio cinismo, ma dopo anni nel settore delle malattie mentali sono così stanco di essere considerato inferiore ad un essere umano, di non avere alcuna intelligenza, e di essere coinvolto in presunte attività "terapeutiche" senza senso. Non voglio più terapie. Voglio solo essere considerato il talento umano è che il buon Dio ha "così meravigliosamente fatto." È troppo chiedere ciò in questo mondo?"
4 - Lasciate ogni speranza
L'unica speranza che un malato di mente ha è quella di trovare, magari dopo anni e anni di esperimenti chimici sulla propria pelle, il 'perfetto' miscuglio di sostanze tossiche tale che riesca a farlo stare, non dico bene sarebbe troppo, diciamo che riesca a sopravvivere, forse anche a lavorare.
Naturalmente sarà una vita senza grandi aspettative; un lavoro preferibilmente compatibile con lo status di 'malato', quindi di basso profilo. Se è una donna è meglio non avere l'obbiettivo di procreare, in quanto sappiamo che vi è il forte rischio di mettere al mondo un altro malato/a mentale. E comunque una madre gravemente malata, come può allevare dei figli correttamente?
"Io lavoro in un reparto psichiatrico dell'ospedale statale. Ho chiesto a due utenti che cosa hanno fatto quando non erano in ospedale. Siete andati a pescare, avete fatto giardinaggio, oppure letto dei libri o siete andati a visitare degli amici? Hanno risposto alla mia domanda affermando che erano dei "pazienti." Ho provato a riformulare questa domanda in molti altri modi per assicurarmi che non avessero frainteso e ogni volta l'unica risposta che ho ottenuto era che erano "pazienti". Alla fine gli ho chiesto quali fossero i loro sogni e le loro speranze. Uno mi ha detto che non aveva speranze e sogni. Il secondo si è seduto a pensare per po' e alla fine mi ha detto: "Non ho mai pensato di poter avere delle speranze e dei sogni." Sono andato a casa molto triste quel pomeriggio."
5 - Paternalismo
Incombe su tutti quelli che hanno una diagnosi psichiatrica grave. Lo si sente nell'aria, lo si può notare anche tra i professionisti più progressisti e critici della psichiatria ortodossa. E' un atteggiamento mentale che fa vedere l'altro, il diverso, attraverso un muro di separazione immaginario invalicabile. Il 'noi' e 'loro' , inequivocabilmente diversi.
Ne consegue che ogni tentativo di relazionarsi con questi 'soggetti' più deboli, più 'incapaci', sarà al livello infantile, come se ci trovassimo di fronte a dei bambini o comunque delle persone immature.
"La parte più straziante del lavoro all'interno del sistema pubblico di salute mentale è l'ascolto di dichiarazioni spaventose sulle persone che presumibilmente serviamo, fatte casualmente senza che nessuno batta ciglio. Nella sua forma peggiore, prende la forma di vero e proprio fanatismo che parla di altri esseri umani come se fossero meno che umani. Nella sua forma leggermente più sofisticata, diventa paternalismo - l'atteggiamento per cui le persone sono così debilitati e disabili che in realtà non hanno più autonomia o intuizione di un bambino, e che i "professionisti" hanno il diritto di ordinare a queste persone come devono vivere, muoversi e respirare".
Un modello di recupero fallimentare
"[Noi] abbracciamo un modello di recupero e di cura che sostiene che le persone con una malattia mentale potranno adattarsi alla propria disabilità per mezzo di un processo continuo di accettazione e di adattamento, lo sviluppo di una positiva immagine di sé, e la riformulazione delle loro aspirazioni di vita."
Ogni volta che leggo questa frase, provo una punta di tristezza.
Si perché penso al mio percorso e a quello che sarei potuto diventare se avessi seguito il modello di recupero che mi avevano proposto. Con tutta probabilità non sarei ancora qui a questa età. Mi sarei forse già fatto fuori come conseguenza di una crisi di disperazione dovuta alla mia misera prospettiva di vita, oppure più semplicemente sarei morto di una malattia cardiovascolare, un'ictus, o una crisi renale grave dovuta a decenni di Litio carbonato ad alto dosaggio.
Anche ammettendo di essere ancora vivo, non avrei mai potuto svolgere un lavoro che richiede concentrazione, attenzione e grande capacità di problem-solving come quello che sto svolgendo attualmente alle dipendenze di una grande azienda.
Ho conosciuto si, persone che nonostante le cure psichiatriche riuscivano a svolgere il loro lavoro anche complesso, ma perché essenzialmente avevano già anni di lavoro alle spalle e una conoscenza tale che praticamente il lavoro andava avanti da solo. Mettersi però a fare qualcosa di completamente inedito la vedo molto dura.
A questo punto una domanda sorge spontanea:
Come si fa a recuperare la propria vita trovandosi in tali situazioni?
La risposta, purtroppo non è semplice. Ho già affrontato la questione della liberazione dalla morsa psichiatrica nel mio lungo articolo : "Liberarsi dalla psichiatria è facile se sai come farlo" quindi non sto qui a ripetermi e rimando il lettore a questa imprescindibile lettura.
Poesia
Il recupero non è gestire la malattia,
è'la scoperta del benessere
Il recupero non è aggiustare ciò che si è rotto,
E 'ricerca di totalità, di significato e scopo
Di amore per la vita
Il recupero è un viaggio
Una riconnessione a sé, agli altri, la natura, e lo Spirito
La volontà di perdonare, l'apertura verso la riconciliazione
Una ricerca per la pace
Il recupero richiede disciplina, ascolto, apprendimento e crescita
Un apprezzamento per le lezioni di passione e sofferenza
Un amore per l'umorismo
Ci vuole fede - perseveranza, e forza
Senza garanzia, senza certezza
Il recupero non è per i deboli di cuore
E 'riservato al combattente
Colui che si rifiuta di dire "morire" -
Fino a quando lo spirito ha davvero vissuto
Vi auguro di sperimentare il recupero -
Con tutta la sua sfida, in tutta la sua bellezza
(Duane Sherry)
Fonte delle citazioni:
Utenti sopravvissuti e professionisti della salute mentale in USA.
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