Recupero

Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da se stessi?

Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci, anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte né che gli psicofarmaci curino qualcosa. Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che, lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.
Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.

Attenzione: È potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. È importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci. Se il vostro psichiatra accetta di aiutarvi a farlo, non date per scontato che sappia come farlo al meglio, anche se dice di avere esperienza. Gli psichiatri non sono generalmente addestrati sulla sospensione e non possono sapere come riconoscere i problemi di astinenza. Numerosi problemi di astinenza sono mal diagnosticati come problemi psichiatrici. Questo è il motivo per cui è bene educare se stessi e trovare un medico che sia disposto ad imparare con voi. In realtà tutti i medici dovrebbero essere sempre disposti a fare questo ai loro pazienti che lo desiderano.

sabato 1 aprile 2017

Ah che bell'o café

Si prega di prendere le seguenti affermazioni con le dovute cautele (non è un pesce d'Aprile). Per principio io non sono contro alcuna sostanza quando viene assunta con piena consapevolezza e la conoscenza dei possibili inconvenienti, tuttavia chi ha dei problemi gravi e non sa dove sbattere la testa dovrebbe secondo me, fare tutti i possibili tentativi anche i meno ortodossi  per cercare una via di uscita dalla propria sofferenza. Dichiarare a priori l'inutilità di un metodo semplice, senza nemmeno provarlo su se stessi è indice a mio parere di una certa dose di arroganza. Il metodo di cui parlo è la cosa più semplice da mettere in atto e richiede solo un piccolo sforzo di volontà. Anche se vi fosse una piccolissima probabilità di successo, niente dovrebbe rimanere intentato quando la posta in gioco è così alta come la fine dello status di 'malato mentale' e di tutta la sofferenza che ne deriva.
Su internet si trova veramente di tutto, cose che i media tradizionali mai si sognerebbero di dire o scrivere. Si legge per esempio, che alimenti normalmente ritenuti innocui, risultano nascondere delle insidie anche molto gravi. Non sto parlando di quelle sostanze che da un certo momento in poi vengono dichiarate malsane (l'ultimo grido è ad esempio il famigerato olio di palma) con grande preoccupazione dei consumatori che fino ad oggi sono stati tenuti all'oscuro, ignari di avere ingerito per tutta la vita delle sostanze tossiche contenute nei cibi industriali.
Sto parlando di sostanze che sono parte integrante e direi fondamentale del nostro stile di vita, della nostra dieta mediterranea.
Tra queste sostanze posso citare ad esempio lo zucchero, il glutine, il latte  e latticini e .. il caffè!!
Ebbene, tali innocue sostanze possono nascondere delle grandi insidie specialmente quando si è intolleranti, cioè il nostro organismo non riesce a metabolizzarle in modo corretto.
Oggi vorrei soffermarmi sulla bevanda  più comunemente ingurgitata dalla maggioranza delle persone: il caffè.
Forse pochi sanno che il caffè contiene circa 200 differenti tossine, sostanze non proprio salutari e questo basterebbe a considerare la possibilità di farne a meno, tuttavia questo articolo che vi propongo parla di uno specifico problema di allergia alla caffeina.
Chissà se questa è una condizione rarissima o forse si scopre che una moltitudine di 'schizofrenici' potrebbero 'guarire' all'istante se smettessero di prendere il caffè?
Sia come sia, chiunque dotato di un minimo di acume dovrebbe considerare  tutte le possibilità prima di decretare con certezza di avere una fantomatica malattia del cervello mai dimostrata. E non c'è nulla di più semplice della 'dieta a eliminazione' per testare una eventuale responsabilità di queste sostanze 'a rischio'. In fondo si tratta di provare per un po' a stare senza le tanto amate sostanze così piacevoli. Tanto piacevoli che alcuni preferiscono morire piuttosto che rinunciarvi.

I bravi medici di famiglia di una volta davano anche consigli sulla dieta. Probabilmente tanti anche oggi lo faranno ma per la maggior parte temo che rimangono inascoltati. Dagli psichiatri poi, non ci si può aspettare nulla del genere, occupati come sono tutto il giorno a prescrivere e dispensare i loro veleni  a piene mani.
Naturalmente nei reparti psichiatrici, ospedalieri, nelle case di cura, comunità ecc. non  mancherà mai la macchinetta del caffè...



ALLERGIA DA CAFFEINA: Disturbo del passato o epidemia del presente? 
di Ruth Whalen, Tecnico di Laboratorio Medico 
Cape Cod, Massachusetts USA.

 Con l'aumento di disturbi dovuti a  "squilibrio chimico" in questi ultimi anni del ventesimo secolo, molti ricercatori cercano freneticamente di svelare la complessa orologeria del cervello. (anche ora agli inizi del 21 esimo ndt).  A sua volta, mentre il numero di persone che soffrono di problemi mentali aumenta, sembra che i medici con poco tempo a disposizione, sono pronti a indirizzare i loro pazienti dagli psichiatri, anzichè  richiedere una visita medica o un esame specifico fisiologico. Al contrario invece, molti psichiatri prescrivono  farmaci, mascherando così il problema fisico sottostante.
La gente ha trascurato due fattori semplici ma deleteri: 1,3,7 trimetilxantina e le allergie. In poche parole: allergia alla caffeina.  Si tratta di conoscenze mediche basilari:  più una persona è esposta ad una sostanza, maggiore è la probabilità di sviluppare un'intolleranza e un'allergia. Una volta che questo accade, le persone allergiche non riescono a metabolizzare correttamente la caffeina, che viene rapidamente assorbita da tutti gli organi, e distribuita nei compartimenti intracellulari, e nell'acqua extracellulare.
In un articolo del 1936 del Drs. McManamy e Schube, viene citata una giovane donna, allergica alla caffeina, che presentava stati alterni di delirio e follia, simili ai sintomi della schizofrenia (1). Dopo questo caso registrato, la documentazione su questa allergia è diventa molto rara. E ciò non sorprende.

Le Proprietà stimolanti della caffeina mascherano i sintomi allergici. La circolazione di adrenalina (epinefrina) aumenta in persone che consumano caffeina (2,3). Nella sua forma sintetica, l'adrenalina è il farmaco di scelta per reazioni anafilattiche, cioè in grado di arrestare le reazioni allergiche. Ma  aggiungendo una reazione stimolante, l'adrenalina in eccesso può indurre allucinazioni. E la ripartizione di alcuni sottoprodotti dell'adrenalina imita i sintomi della schizofrenia (4) (si veda ad esempio l'ipotesi stress ossidativo di Hoffer ndt).
Il livello cerebrale aumenta proporzionalmente con la dose (5). Nelle persone allergiche, ogni tazza di caffè, coca-cola, thè, ogni pezzo di cioccolato, e tutti i prodotti contenenti caffeina,  intensificano la psicosi tossica. Dosi successive, tra cui piccole quantità, agiscono come un impasto. Le cellule sono avvelenate, compresi i neuroni.
I sintomi dell'allergia cerebrale possono variare da reazioni minime, come la mancanza di comprensione e incapacità di concentrarsi, a stati psicotici gravi, come  paranoia e allucinazioni (6). E' noto ad esempio che la psicosi da anfetamine non può essere distinta dalla schizofrenia (7,8). Con l'incapacità di eliminazione della caffeina di una persona allergica, ingerendo continuamente la caffeina, i livelli di neurotrasmettitori, tra cui la dopamina e adrenalina, aumentano rapidamente. Le cellule assorbono rapidamente la droga.
La dopamina aumenta proporzionalmente alla quantità di stress (9). Più alto è il livello di adrenalina, maggiore è l'aumento della dopamina. La serotonina aumenta. Durante l'astinenza i livelli di dopamina e serotonina diminuiscono  parzialmente. Ma fintanto che la caffeina rimane nel corpo, i neurotrasmettitori non riescono ad adattarsi allo stato naturale della vittima.
La tossicità è nota per provocare eccitazione, agitazione, irrequietezza, stati di cambiamento della coscienza, e psicosi tossica (10), imitando la psicosi da anfetamine. I soggetti allergici possono essere erroneamente diagnosticati, medicati, e persi nel loro disturbo, fino alla morte.
I recettori possono venire bloccati dalla caffeina (11,16), mantenendo l'attività neuronale. Le persone si sentono entusiasti e spesso euforici.

La tossicità della caffeina può essere scambiata per disturbo bipolare (1,12). I sintomi includono: loquacità, pensieri e azioni ripetitive (simile al disturbo ossessivo compulsivo), irrequietezza, agitazione psicomotoria, stati d'animo alternati, rabbia, impulsività, aggressività, onnipotenza, delirio,  spese folli,  mancanza di inibizione sessuale, perdita di valori.
L'allergia può imitare l'Attention Deficit Disorder (ADD) (13). Già nel 1902, TD Crothers notò una certa "precocità" ed  "esaltazione funzionale" in molti bambini che consumavano caffeina  (14).
L'avvelenamento da caffeina può anche assomigliare alla schizofrenia. Gli argomenti di conversazione di una donna vagavano da soggetto a soggetto. Urlava, e credette di essere in prigione. Il giudizio naturale era alterato (1). Nel 1931, un camionista portato in ospedale in una condizione confusa e irritabile, lamentava di essere attaccato dalle mosche. Le mosche non erano mai state presenti. L'esame ha rivelato che aveva consumato grandi quantità di coca-cola (15). Un signore concluse il suo discorso politico con delle previsioni e  minacce fuori dal comune per la sua personalità, sorprendendo il pubblico (14). Un altro caso descrive un uomo che si immaginava molto ricco, e riteneva che il suo stato mentale fosse del tutto normale (14).

La Tossicità da caffeina può anche mascherarsi da depressione e ansia. Nel 1925, Powers descrisse nervosismo, disturbi visivi e vertigini in pazienti che soffrivano di tossicità da caffeina (16). Nel 1974, altri pazienti intossicati dalla caffeina che presentavano gli stessi sintomi, vennero erroneamente ricoverati in un ospedale psichiatrico per il trattamento dell'ansia (16,17). In altri studi, la depressione e l'ansia sono correlati con l'assunzione di caffeina (18,19,20,21).
In diverse relazioni,  pazienti con diagnosi di disturbo d'ansia hanno sperimentato attacchi di panico con l'ingestione di caffeina (18-19-20). Uno studio rivela che sei persone sono migliorate smettendo di assumere caffeina e sono rimaste in tali condizioni per almeno sei mesi (21). Altri rapporti rivelano che alcune persone non affette da disturbo di panico, hanno sperimentato attacchi di panico dalla caffeina somministrata per via  endovenosa (22, 23).

La documentazione sui sintomi del disturbo di panico e i sintomi di reazioni anafilattiche non offre una chiara distinzione tra i due. la parestesia (formicolio e sensazioni di punture di aghi), sensazione di soffocamento, sintomi di iperattività, dolori al petto, e iperventilazione, tra gli altri sintomi, sono comuni in entrambe le condizioni. Sono comuni anche in molte persone che consumano caffeina.
Ciò suggerisce che l'allergia alla caffeina possa essere responsabile di molti casi di attacchi di panico. In questo caso, sono assenti le reazioni anafilattiche - simil ADHD, e il disturbo di panico. "Devo alzarmi e correre" e "penso che sto perdendo la mia mente" simili sentimenti, sono determinati da un aumento dei livelli dei neurotrasmettitori, associato alla sindrome della  "lotta o fuga".
Il dottor William Walsh ha collegato l'ansia con gravi reazioni allergiche. Egli sostiene che l'ansia allergica nasce da un senso di soffocamento e  perdita di aria, non un deficit psicologico (24).
La caffeina viene convertita in sottoprodotti, tra cui la teofillina, la quale mantiene i bronchi aperti. I soggetti allergici hanno meno probabilità di soffrire di collasso respiratorio, nel corso di una reazione anafilattica.

Un neurologo esperto di Boston menziona il fatto che il 66 per cento di livelli elevati di CPK MM (creatina fosfochinasi del muscolo),  sono di "origine sconosciuta" (25). Innumerevoli studi fatti tra la metà e la fine del XX secolo  rivelano che un numero elevato di persone con diagnosi di disturbi mentali, tra cui disturbi della personalità, manie, disturbo borderline, depressione, catatonia, e  schizofrenia, presentavano elevati livelli di CPK MM (26,27,28-38,39, 40-50).
La maggior parte di questi studi, ed altri, attribuiscono elevati livelli di CPK a una comunanza tra i pazienti con disturbi mentali. Non ci si concentra sulle allergie da caffeina come fattore causale.
Il CPK MM, un enzima muscolare, aumenta con traumi muscolari gravi, ustioni, stati infiammatori, e avvelenamento. Ciò può derivare da droghe (36,37,38,39), tra cui cocaina, alcol, anfetamine, eroina e stimolanti (37,40). Antistaminici, salicilati, antidepressivi ciclici, teofillina, ed altre sostanze possono causare questo disturbo (37).

Questa condizione, chiamata rabdomiolisi, sollecita e infiamma i tessuti, comprese le cellule cerebrali, abbatte le fibre muscolari e favorsce lo scarico potenzialmente tossico di materia cellulare nel sangue (37). La caffeina può causare avvelenamento da rabdomiolisi (10,37,41).
La Mioglobinuria è un sintomo della rabdomiolisi, ma spesso la mioglobina nelle urine scompare presto nel corso del disturbo, o è assente del tutto (37). i crampi muscolari generalizzati (associati alla rabdomiolisi) (14,37) possono anche essere assenti, o diminuire velocemente. L'accumulo di caffeina agisce come la morfina, per alleviare il dolore e il disagio, spesso inducendo rigidità muscolare.
Con l'apporto di tossine nel sangue, aumenta il CPK. Pių alto è il CPK, maggiore è il livello di alcuni neurotrasmettitori, e  più profonda la psicosi in una spirale viziosa.
Alla fine degli anni '60, Bengzon et al ipotizzarono  che la fuoriuscita di CPK e aldolasi avrebbe potuto spiegare la schizofrenia (26). Gli studi su pazienti con diete non restrittive, si sono concentrati su diversi fattori, tra cui le droghe, ma non sono riusciti a inserire la caffeina come possibile fattore (26). Studi più recenti hanno anche trascurato l'allergia alla caffeina come fattore causale in ogni tipo di disturbo mentale, inclusa la schizofrenia.

In un altro studio si era ipotizzato  la caffeina come un possibile agente per  indurre psicosi. I ricercatori hanno eliminato la caffeina nei pazienti 'per breve durata. E' stato deciso che la caffeina aggrava i sintomi della psicosi e i disturbi del pensiero (42). La caffeina è stata poi reintrodotta senza  permettere  di avere il tempo  sufficiente per notare miglioramenti significativi.
In proporzione allo stato di tossicità, il ritiro fisico può richiedere fino a 12 mesi o più. I sintomi di astinenza comprendono perdita di memoria, confusione, tremori, stati di agitazione, insonnia o sonnolenza, incubi e sintomi associati alla sospensione di anfetamine. A seguito di un recupero fisico, rimane un residuo di sintomi mentali, soprattutto confusione e alterazioni dell'umore, possono  rimanere per diversi mesi.
L'evidenza suggerisce che la caffeina, può equilibrare  l'alterazione dei neurotrasmettitori dovuta a farmaci sintetici, semplicemente l'equilibrio cessa al momento della cessazione della caffeina, in modo tale che il farmaco non è più necessario. Diversi rapporti indicano che al momento della cessazione della caffeina, i tremori aumentato nei soggetti che  assumono litio (43). In alcuni pazienti, l'astinenza da caffeina comporta un aumento dei livelli di litio (44). Dopo aver vissuto 10 anni con il disturbo bipolare, una donna ha eliminato la caffeina dalla dieta. Non aveva più bisogno di assumere farmaci (45).

La caffeina può competere con i recettori benzodiazepinici (5). In questo caso, le benzodiazepine riducono gli effetti della caffeina e viceversa; bilanciandosi tra di loro.
La tossicità cronica può influenzare gli aspetti funzionali di ogni organo (14). Persone allergiche possono diventare sensibili alla luce brillante, e ricorrere agli occhiali da sole. Non č raro trovare pupille dilatate ma reattive (14). Le persone intossicate di solito presentano  una lingua biancastra o grigiastra patinata (14, 46). Altri risultati implicano che la caffeina inibisce l'anafilassi, sopprimendo il rilascio di istamina (47,48). Grazie alle proprietà antistaminiche della caffeina , un test cutaneo per l'allergia alla caffeina può risultare negativo.
Diversi test di laboratorio possono essere utilizzati come marcatori per la tossicità allergica. Un livello Teofillina rilevabile in un paziente non in terapia con teofillina, e un elevato livello di CPK sono indicativi di tossicità da caffeina. Insieme a questi, un livello di glucosio maggiore (10,49) e un elevato numero di globuli bianchi (1,49) può anche essere significativo di tossicità, in quanto molti pazienti afflitti da disturbi mentali presentano alti livelli di questi (1,50). Un tasso di sedimentazione elevato, indicativo di processi infiammatori, potrebbe significare rabdomiolisi.
E' altamente probabile, che milioni di consumatori abbiano sviluppato un'allergia alla caffeina, soprattutto perché la disponibilità e la produzione è aumentata  rapidamente dalla metà del XX secolo. In questo caso, intuizioni naturali, salute fisica e mentale, sono state sacrificate alla tossicità cronica, con conseguente tossicità organica del cervello, silenziosamente con problemi come ADD, ADHD, ansia, disturbo borderline, depressione, disturbo ossessivo compulsivo, disturbo di panico, e schizofrenia. I malanni fisici assomigliano ad avvelenamento da anfetamine, e comprendono eruzioni cutanee, mascherate da "rosacea".
Già nel 1936, McManamy e Schube sostennero che con ogni probabilità, molte persone di quel periodo sarebbero già state erroneamente diagnosticate con una qualche forma di malattia mentale. Inoltre previsero che in futuro, con la mancanza di tempo, e di una corretta conoscenza medica, molti medici non sarebbero stati in grado di diagnosticare patologie semplici come l'allergia alla caffeina, etichettando le persone con malattie mentali (1).
Bene, eccoci qui. Benvenuti nel futuro.

fonte: doctoryourself.com


Riferimenti

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