Recupero

Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da se stessi?

Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci, anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte né che gli psicofarmaci curino qualcosa. Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che, lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.
Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.

Attenzione: È potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. È importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci. Se il vostro psichiatra accetta di aiutarvi a farlo, non date per scontato che sappia come farlo al meglio, anche se dice di avere esperienza. Gli psichiatri non sono generalmente addestrati sulla sospensione e non possono sapere come riconoscere i problemi di astinenza. Numerosi problemi di astinenza sono mal diagnosticati come problemi psichiatrici. Questo è il motivo per cui è bene educare se stessi e trovare un medico che sia disposto ad imparare con voi. In realtà tutti i medici dovrebbero essere sempre disposti a fare questo ai loro pazienti che lo desiderano.

mercoledì 25 dicembre 2019

Quando le tragedie non erano prevenibili con i farmaci

Avevo detto che non avrei scritto  più nulla tuttavia in questo giorno speciale di Natale non ho resistito per lasciare questo contributo affinché rimanga traccia dato che il sito originale da cui proviene non esiste più (o forse esiste qualche copia in giro ma non sono al corrente). 
Dato l'argomento religioso  posso immaginare reazioni negative dei miei cari amici credenti. Vi prego di non prendervela, la satira ha sempre toccato tutti i temi, anche quelli più delicati. E comunque alla luce dell'attuale conoscenza psichiatrica la figura in questione con il suo comportamento sarebbe realmente riconosciuta e conseguentemente trattata come un 'malato mentale' se fosse vissuto oggi senza alcun dubbio, così come si fosse trattato di Buddha, Maometto o Manitù. Pace e bene.



Antiche famiglie dei malati di mente: Quando le tragedie non erano prevenibili con i farmaci

La prematura morte di Gesù di Nazareth potrebbe essere stata evitata se la sua malattia mentale grave e persistente fosse stata trattata correttamente, ma, ahimè, non c'erano farmaci antipsicotici miracolosi 2000 anni fa, e purtroppo, sono stati costretti a crocifiggere il giovane.
No, amici miei, non vi era alcuna organizzazione NAMI (1) a Nazareth per assistere i bisognosi Giuseppe e Maria. 

Si può vedere dalla storia familiare di Gesù che anche sua madre, Maria, aveva sofferto di deliri e allucinazioni non trattati. All'età di quattordici anni, la giovane Maria credette di essere  stata visitata da un Arcangelo di nome "Gabriele" il quale  apparve  al fine di informarla che lei era incinta del Figlio di Dio. Maria soffriva anche di allucinazioni di comando in cui, sentiva l'angelo che le stava ordinando di chiamare il suo figlio Gesù bambino. E' comune per la schizofrenia avere una storia 
familiare. In realtà, Anche la madre di Maria,  Anna era afflitta da visioni allucinatorie di angeli.

Il compagno molto più vecchio di Maria, Giuseppe il falegname, dopo aver scoperto la sua situazione, non era contento. Era deciso a lasciare Maria e respingere del tutto la sua versione. Lo stress di essere nubile e incinta, in tempi antichi, potrebbe aver innescato la predisposizione genetica di Maria per la malattia mentale, la stessa malattia che Gesù ha continuato a sviluppare durante la prima età adulta. Giuseppe ha optato invece per aiutare a nascondere il crimine di Maria, e sono stati segretamente sposati dal sommo sacerdote.
In effetti, questa era una famiglia tormentata, incline a instabilità, errante e senza casa. Gesù stesso nacque in cattive condizioni igieniche, circondato da animali e dei loro escrementi, che dà credito alla possibilità che egli possa essere stato infettato alla nascita da uno schizo-virus trovato nella materia fecale animale. Dopo la nascita di Gesù, tre assistenti sociali lo hanno visitato per valutare la situazione, e hanno fornito qualche aiuto limitato. 
Eppure, nonostante le grandi tasse che si pagavano  a Betlemme, non vi erano finanziamenti sufficienti per aiutare queste persone senza tetto sfollati e malati di mente,  Maria e Gesù bambino sono caduti attraverso le crepe di un sistema freddo e indifferente. 

No, amici miei, non vi era alcuna legge a favore delle mamme. Senza il sostegno di Giuseppe, Maria e Gesù sarebbero caduti molto prima per i danni della schizofrenia non trattata.
Fin da bambino, a quanto pare i sintomi Gesù 'erano evidenti. Aveva pochi amici a causa del suo comportamento scandaloso e rischioso, e molti genitori scelsero di non consentire ai propri figli di giocare con il giovane Gesù. Forse, fu durante questo periodo di isolamento sociale che Gesù iniziò a sviluppare i tratti di personalità patologici che sono stati esacerbati dalla sua malattia cerebrale non trattata. 

Con il tempo raggiunse l'età adulta, all'età di 12 anni, Gesù era alle prese con i suoi sintomi. Scelse di fuggire da Gerusalemme, credendo che gli fosse stato detto di andare a casa di suo "padre", Gd. Giuseppe era morto in questo periodo, e Gesù diventò l'unico sostenitore per sua madre e se stesso. Anche in questo caso, erano caduti in disgrazia, perdendo le loro proprietà e lottando contro la povertà. "Nessun giovane adolescente che ha vissuto e mai vivrà in questo mondo o in qualsiasi altro mondo ha mai avuto o avrà problemi più pesanti da risolvere o più intricate difficoltà da districare."

Gesù raggiunse il suo sviluppo fisico completo. Era un giovane virile e avvenente. Divenne sempre più sobrio e serio, ma era gentile e simpatico. Il suo sguardo era gentile, il suo sorriso era sempre coinvolgente e rassicurante. La sua voce era musicale, ma autorevole, il suo saluto cordiale ma inalterato ... eppure stava sviluppando un temperamento un po' altalenante e aggressivo.
Gesù cominciò a impegnarsi in comportamenti violenti, entrò nel tempio e prese a girare i mobili in preda alla rabbia (2). Diceva di ricevere messaggi da Dio, di cui egli affermava di essere il figlio inviato per redimere l'umanità. Gesù vagava per le strade nel suo stato delirante, parlando di cose che nessun altro poteva capire. I suoi sproloqui cominciavano a dare noia alle autorità, finché Gesù venne arrestato.

No, amici miei, non vi era alcuna deviazione verso il carcere per  i malati di mente gravi e persistenti in quei giorni. Non c'era lo stato dell'arte psichiatrico che poteva contenere Gesù, che lo potesse tenere al sicuro dalle sue idee bizzarre e dal suo vagabondaggio errante. Le autorità non capirono che Gesù aveva una grave malattia del cervello. Con ignoranza e odio, lo crocifissero. Gesù è diventato solo un altro dato statistico, una tragica vittima della sua grave malattia mentale non curata.

Ma oggi, abbiamo farmaci neurolettici e l'organizzazione dei familiari NAMI. Oggi avremmo potuto impedire a Gesù errante di sbraitare, di dire le sue minacce sulla fine dei tempi, di evitare i suoi comportamenti dirompenti. La sua famiglia NAMI amorevole avrebbe potuto chiamare il 911, non appena iniziava a girare sopra i tavoli al tempio, e gli ufficiali CIT appositamente addestrati lo avrebbero  sottomesso, amorevolmente trattenuto per la sua sicurezza, rimosso dalla società e trasferito  un porto sicuro di cura psichiatrica, dove gli sarebbero stati somministrati farmaci  altamente efficaci che avrebbero consentito il suo pacifico e produttivo reinserimento nella società.

Hai fatto molta strada NAMI ... Amen.

Fonte: Namidearest

Note

1 - NAMI : La più grande e influente organizzazione americana di familiari di utenti psichiatrici. Ricevere cospicui finanziamenti dalle aziende farmaceutiche, ha sposato in pieno l'approccio medicalizzante e i dogmi privi di fondamento della biopsichiatria. 

2 - GIRARE I MOBILI : Famosa quanto infelice raccomandazione che un responsabile NAMI scrisse in un opuscolo divulgativo. Egli consigliava in caso di problemi con il proprio congiunto che dava in escandescenze (spesso a ragione ndt) di 'girare i mobili' di casa per convincere meglio così gli ufficiali del 911 a trascinarlo in TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio costretto in reparto psichiatrico). 

venerdì 4 ottobre 2019

Come la psichiatria rovina le giovani vite

Questo potrebbe essere uno degli ultimi post del presente blog. Non è che non vi sia più altro da scrivere riguardo alla psichiatria e le cosiddette 'malattie mentali', ma credo che il mio impegno qui sia a conclusione dato che da poco è nato il sito che raccoglie l'eredità (se così si può dire) e integra questo blog in modo migliore di quello che avrei potuto fare io con meno rabbia e vena polemica. D'altronde io non avrei potuto  esprimermi diversamente in quanto vittima in passato di trattamenti psichiatrici aggressivi.
Questo blog rimarrà comunque a testimonianza di un lavoro e un percorso di consapevolezza a beneficio di chiunque vorrà approfondire certe tematiche. Non è diretto a chi è ormai plagiato al punto da rifiutare categoricamente ogni evidenza contraria al proprio pensiero 'malato' o asservito ad una casta di intoccabili quali i vari medici psichiatri plagiati anch'essi dalla loro stessa formazione unidirezionale.
Oggi vorrei fare una cosa mai fatta prima: dare risalto ad una delle tante testimonianze che mi arrivano per e-mail o nei commenti di questo blog. Un blog di un amico che seguo con interesse anche se non condivido in toto il suo pensiero adopera sempre tale sistema di scrittura, commentando le domande dei suoi lettori e le loro storie spesso drammatiche di persone assoggettate alla supremazia psichiatrica.
In breve una storia esemplare che evidenzia ciò che qui scrivo da anni, ossia che una diagnosi psichiatrica è come una profezia auto avverante.  Questa è la cosa più triste ma allo stesso tempo anche la chiave  per una 'guarigione'. Arrivare a prendere consapevolezza di questo aspetto essenziale è quindi della massima importanza ma anche la cosa più difficile da mettere in atto. Inoltre occorre ribadire ancora una volta che la 'malattia' o come si voglia chiamare una serie di sintomi di un certo tipo non può essere una condanna nè la conseguenza di dover scontare un determinato karma personale, ma nemmeno una cosa aleatoria che capita per puro caso.  In sintonia con quello che è il pensiero esoterico credo che la malattia in generale indica una condizione di disarmonia che il corpo e la mente sono naturalmente portati a correggere allorquando viene compreso il significato e lo scopo 'didattico' di tale evento. Ne consegue che il superamento del disagio non può portare semplicemente  alle condizioni antecedenti la 'malattia' ma ad una nuova visione globale di sè, più completa.
Tale superamento non può avvenire quando le neurotossine che si assumono ci mantengono perennemente in uno stato di confusione rendendoci incapaci di qualsiasi progresso della coscienza di sè. Si potrà forse arrivare ad un equilibrio comunque molto precario  ma con un prezzo da pagare altissimo in termini di salute fisica e spesso anche psichica.


Unknown ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Dismissione psicofarmaci: come fare?":

"Mio figlio ha 24 anni gli hanno diagnosticato il doc ...all eta di 18 anni ha iniziato ad autolesionarsi da qui curato con serenase e EN per un ansia generalizzata eccessiva ...miglioramento poco ..distacco assoluto dal sociale e un continuo dormire ....dal 2015 prende Abilify ( neurolettico) Maveral (antidepressivo) Xnax(ansiolitico)...miglioramento scarso ...decide di lasciare le medicine con mio grande stupore all inizio senza effetti collaterali (gravi) ma con alti e bassi stati di agitazioni e calmezza dopo un anno più o meno arriva il vero effetto collaterale (allucinazioni delirio confusione una persona irriconoscibile niente ansia ma azioni senza un senso logico cosi anche in parole in poche parole PAZZO)....Sono ritornata dalla psichiatra e con grande fatica e prendendo nuovamente i farmaci già descritti sopra gli effetti devastanti sono spariti e lui e ritornato nella sua letargia quotidiana ...abbiamo intrapreso da pochissimo una terapia psicologica cognitiva comportamentale dove entrambi ci siamo aggrappati per arrivare almeno ad una sufficienza di una vita quotidiana da vivere ...nel frattempo lui passa le giornate o a dormire e quel poco che non lo fa a ripetere se avrà mai LA SUA VITA ...da mamma e struggente vedere un figlio soffrire ed essere inerme aspettando un miracolo. "

Quindi a fronte un disagio esistenziale profondo che ha come effetto l'autolesionismo' anzichè indagare su potenziali cause organiche o psicologiche si preferisce mettere a tacere i sintomi con un mix composto da un potente neurolettico tipico tra i più devastanti e una benzodiazepina, data naturalmente per un periodo maggiore di quello consigliato dal buon senso e dalle stesse linee guida del farmaco, pardon neurotossina. Successivamente si cambia con una versione atipica del neurolettico e si aggiunge un antidepressivo perchè nel frattempo le altre neurotossine hanno provocato depressione. Sfido chiunque a diventare felice tramite alto dosaggio di Serenase.. poi naturalmente Xanax perchè ormai siamo anche assuefatti alle benzo e l'ansia è peggiorata.
Ma il bello deve ancora venire, infatti la brusca sospensione di questo mix provoca a distanza di un anno una ricaduta tale che compaiono sintomi mai visti prima: alla diagnosi di DOC si aggiunge anche qualcos'altro che comprende sintomi psicotici, come ad esempio un disturbo schizo-affettivo, o bipolare se non addirittura schizofrenia . Quale sia il verdetto finale, il malcapitato viene prontamente reimmesso del suo consueto cocktail che dovrà assumere  immagino a questo punto per il resto della sua vita.  
Questa madre può scegliere se adattarsi e pendere dalle labbra dei vari esimi dottori, come tanti genitori di mia conoscenza, o fare leva sul suo amor proprio e specialmente l'amore verso suo figlio e darsi da fare, intanto per comprendere che quello che sta succedendo può essere anche una grande occasione per dimostrare al mondo che si può fare diversamente e meglio.
Mi viene in mente una madre che abita nel regno unito e si fa chiamare Rossa Forbes con un figlio con una grave diagnosi di schizofrenia e che non si è mai rassegnata. Ha fatto un percorso enorme esplorando il vastissimo panorama olistico ed aumentato così la sua cultura a dismisura. Che io sappia non ha 'guarito' completamente suo figlio ma lo ha portato a vivere in una condizione tale che non sarebbe mai stato possibile con le sole cure psichiatriche.  Ma la cosa secondo me più importante è che lei così facendo ha incoraggiato e sta incoraggiando centinaia di persone in tutto il mondo che hanno lo stesso problema con i loro figli. Ecco dunque che la sua 'disgrazia' diventa l'occasione per svolgere la sua grande missione di incoraggiare gli altri, spingendoli a rivedere e spesso a combattere anche l'evidenza più eclatante del dogma psichiatrico.
Non essendo un medico non posso consigliare né prescrivere alcunché a questa mamma per suo figlio anche se ho scritto da altre parti qui cosa si può tentare nel campo dei rimedi alternativi. Ma se io fossi nei suoi panni, tenterei tutte le strade possibili purché abbiano un senso , o meglio per dirlo i altro modo che abbiano un cuore. Buona fortuna.

mercoledì 4 settembre 2019

Adoro la mia diagnosi!

Curioso articolo di un altro psichiatra 'dissidente'.
Significativo quello che lui scrive alla fine, quasi come a voler introdurre un anticipo della 'prossima puntata' : 

"..c'è qualcosa di intrinseco nel farmaco stesso che sembra convalidare la narrativa della malattia mentale. In particolare, è mia opinione controversa che i trattamenti di prima linea attualmente utilizzati per i malati di mente, vale a dire i farmaci psicotropi, possano effettivamente perpetuare in modo affidabile o addirittura causare i sintomi che sono commercializzati per trattare" 

A parte questa conclusione, il tema dell'articolo può sembrare sarcastico; chi mai penserebbe di gioire sapendo di avere una grave malattia mentale? 
Ma paradossalmente, ho letto molte volte commenti di psichiatrizzati sulla loro soddisfazione di avere finalmente una diagnosi. Può anche essere un sollievo e lo sarà sicuramente sapere che i nostri problemi particolari hanno un nome e una ragione di essere. Poi si arriva fino alla 'perversione' quando persone senza particolare sintomatologia vorrebbero dichiararsi ad esempio bipolari perché hanno letto che questa condizione è sinonimo di genialità, intelligenza, creatività e sensibilità, quasi fosse un nuovo status symbol.
Esiste anche l'orgoglio di essere 'matti', e questo può avere un senso , ma secondo la nosologia medica che senso ha? Come suonerebbe l'orgoglio diabetico, o l'orgoglio di essere cardiopatici? 
Se si seguono i gruppi di psichiatrizzati, la maggioranza di loro maledirebbe la propria condizione di malato mentale e avrebbe voluto molto volentieri farne a meno. Sono quelle persone che dall'esperienza  della follia hanno sempre avuto esiti negativi, che si sentono o si sono fatti persuadere di essere inferiori a tutti gli altri, convinti di avere dei difetti piuttosto che delle possibilità in più. E' la solita storia del bicchiere mezzo pieno. 
Se si guarda lucidamente, la condizione della follia può assumere risvolti terribili o fantastici o ancora di più , non mi viene un termine appropriato che sia maggiore di fantastico. La differenza sta sostanzialmente nella reazione individuale verso determinati stimoli sensoriali emotivi , umorali.
Parlando della mia esperienza, non ho particolari rimpianti, a parte qualche cavolata più o meno innocente che si fa in determinate condizioni di assenza totale di inibizioni. Ma tra l'averla avuta e il non averla, preferisco di gran lunga l'averla sperimentata. Ora , a differenza forse della maggior parte delle persone so cosa andare a cercare, la vita potrebbe avere un senso. Sicuramente non è l'euforica mania, resterei invischiato nell'altalena come mi succedeva sotto le amorevoli cure psichiatriche. Ma proprio grazie a questa 'disfunzione' si aprono degli orizzonti nuovi che mi hanno fatto dire in una conferenza che forse, la condizione di questo tipo di 'follia' non è affatto lontana  dall'obbiettivo primario che l'essere umano ha sempre assiduamente cercato da millenni in tutte la tradizioni religiose. 




"Amo la mia diagnosi": I benefici della malattia mentale

Di Fred Moss, MD 
4 aprile 2019

Un mio conoscente ha recentemente condiviso con me ciò che a quanto pare si è rivelata una notizia eccezionale:

"Ho appena scoperto di essere clinicamente depresso!" Sorrideva soddisfatto.

Forse pensava che io, come psichiatra, avrei condiviso la sua eccitazione. Forse pensava che avrebbe colpito un cordone di affinità per farmi sapere che è "una delle mie persone". O parte della mia "popolazione target". In linea con il mio allenamento, sono rimasto colpito dal modo in cui il suo affetto sembrava seriamente fuori luogo data la sua diagnosi proclamata. (Hmm, a pensarci bene, forse è rimasto davvero profondamente disturbato).

Nell'indagare ulteriormente, ho appreso che era estremamente soddisfatto di scoprire che ora c'è una spiegazione per il senso di disfunzione personale (sono le sue parole) che dice di aver vissuto tutta la sua vita. Indossava la sua nuova diagnosi come un distintivo lucido, come se si fosse appena iscritto a un club esclusivo.

Tali sentimenti per quanto ne so non sono semplici anomalie. Infatti, dopo quasi quattro decenni nel settore della salute mentale, ho visto più di alcuni pazienti venire nel mio ufficio sperando in realtà in una diagnosi. Una volta garantito tale status speciale, molti di loro avrebbero prontamente informato tutti intorno a loro - amici, famiglia, reparto risorse umane - in modo che tutti potessero salire a bordo e agire di conseguenza, alterando le aspettative che potevano avere per questa persona. (Dopo tutto, possiamo solo aspettarci molto da qualcuno che è malato di mente.) Ho persino avuto pazienti congedati dal mio ufficio con rabbia quando, dopo averli esaminati, ho condiviso la mia conclusione che non soddisfacevano i criteri clinici per la malattia mentale. Alcuni annunciarono che avrebbero trovato un medico che li avrebbe diagnosticati "correttamente".

Non intendo fare luce su questi o su nessun paziente. E, nonostante il rischio di apparire insensibile, lo sto facendo notare perché è un sintomo di un problema culturale più ampio relativo alla salute mentale.

Come può qualcuno essere arrabbiato nello scoprire di essere mentalmente sano? La maggior parte delle persone che sospettano una grave malattia fisica, come il cancro, vorrebbe certamente sentire che, nonostante le loro preoccupazioni, sono in realtà senza cancro. Celebrare la scoperta di una "grave malattia" sembra assurda in superficie, se non masochista.

Tutto ciò indica la realtà che la malattia mentale può fornire a chi guarda alcuni benefici unici. Un guadagno. Quali benefici o vincoli intrinseci possono esistere ad identificarsi come malati di mente?

Qui ci sono alcune aree in cui ho visto coloro che portano una diagnosi di malattia mentale considerandola un vantaggio e fornendo un senso di sollievo:

1 Nelle aree della vita per le quali la loro malattia li colpisce, i pazienti possono essere meno responsabili. Se si presentano come inefficaci, non produttivi, cattivi, stanchi, arrabbiati o disperati, non hanno più bisogno di assumersi la piena responsabilità delle loro azioni. Sicuramente, non dipende  tutto da "loro"; la loro malattia mentale può sopportare gran parte, se non tutte, la responsabilità del loro comportamento.

2 I pazienti con malattie mentali non devono affrontare se stessi;   quando falliscono nelle relazioni - al lavoro o a casa - come conseguenza del modo in cui hanno agito o per quello che hanno detto. Ancora una volta, data la loro malattia mentale, sicuramente altri dovrebbero fornire qualche ulteriore garanzia o margine di manovra per esibirsi meno che in modo ottimale in queste aree critiche della vita.

3 I pazienti non devono più sottoporsi al lavoro emotivamente rischioso di valutare e modificare la propria vita in aree in cui si sentono deboli o carenti. Possono invece ricorrere alla loro malattia come scusa, o almeno come un contributo apprezzabile per i loro fallimenti. (E sicuramente nessuno oserebbe sfidare questa nozione. Dopo tutto, sono "malati".)

4 I pazienti hanno l'opportunità di rimanere turbati, depressi, ansiosi e / o inefficaci come linea di base. Non c'è bisogno di prendere in considerazione alternative. Di nuovo, una volta diagnosticato clinicamente, c'è un limite a ciò che gli altri possono ragionevolmente aspettarsi.

C'è un altro fenomeno sociale prevalente che contribuisce all'emancipazione della persona "malata di mente" che invoca i quattro punti precedenti. E questo è il forte contraccolpo contro lo stigma della malattia mentale.

Prima di andare avanti, voglio riconoscere che sono pienamente consapevole che la posizione che sto condividendo qui potrebbe essere percepita da alcuni come uno scontro con lo stigma a una velocità significativa.

Anche se a questo punto dell'articolo potrebbe non essere evidente, chi mi conosce può attestare quanto segue:

Tutto ciò che dico è guidato da una posizione profonda per la diagnosi mentale. Sono convinto della la possibilità di un profondo livello di empowerment, e una vita piena e ricca, per coloro che sono stati diagnosticati come malati di mente.

Spero che sia molto chiaro.

Quindi, abbiamo esaminato alcuni benefici che una diagnosi di "malattia mentale" può permettere ai pazienti. Ma cosa c'è nell'altra parte? In altre parole, perché i medici e gli operatori sanitari mantengono in vita le diagnosi?

Infatti, non sono solo i pazienti a "trarre beneficio" da una diagnosi. I professionisti della salute mentale hanno in effetti una seria partecipazione in materia. Ecco come funziona:

Dichiarando qualcuno malato di mente, il clinico crea immediatamente un nuovo paziente. Ciò può comportare un accordo a lungo termine, e per il medico curante, sia una fonte di gratificazione personale che di reddito. Il clinico si sente a suo agio nel "aiutare" una persona malata e viene pagato per questo.

Questo intrinseco conflitto di interessi non suggerisce in alcun modo che l'industria della salute mentale sia semplicemente egoista o priva di vera cura e preoccupazione per i pazienti. Tuttavia, implica che una ridefinizione della malattia mentale minaccerebbe il cuore dell'industria. Questo è praticamente innegabile.

C'è poco o nessun incentivo a discutere o persino a esaminare la possibilità di ridefinire la malattia mentale. Come psichiatra pagato profumatamente, per esempio, perché dovrei voler minacciare il mio sostentamento? Forse una domanda migliore è: perché ho rinunciato al mio sostentamento? Perché la verità è che l'ho fatto.

Oltre ai "benefici" sia per il paziente che per il clinico, c'è un altro 'partito' (davvero di parte) coinvolto nell'equazione che rende la rivalutazione della malattia mentale apparentemente impossibile. In particolare, i fornitori delle sostanze commercializzate per trattare i sintomi.

Non solo le case farmaceutiche hanno investito profondamente nel modello attuale (quello che io chiamo diagnosi-farmaco-licenziamento ), ma c'è qualcosa di intrinseco nel farmaco stesso che sembra convalidare la narrativa della malattia mentale. In particolare, è mia opinione controversa che i trattamenti di prima linea attualmente utilizzati per i malati di mente, vale a dire i farmaci psicotropi, possano effettivamente perpetuare in modo affidabile o addirittura causare i sintomi che sono commercializzati per trattare.

Sì, lo so che è una grande richiesta da fare delle cui implicazioni richiede ulteriori spiegazioni e discussioni. 

Fonte: madinamerica.com

sabato 3 agosto 2019

Medici o pusher legalizzati?

La prima cosa che ho pensato leggendo questo articolo, è che queste cose possono succedere solo negli Stati Uniti e qui da noi in italia non ci riguardano. 
Sbagliato. Noi qui siamo bravissimi a importare le cose peggiori dagli USA tanto per cominciare. Inoltre i nostri medici di base non fanno altro  che seguire quelle che sono le tendenze ormai consolidate: cioè accontentare le richieste dei loro assistiti senza sbattersi troppo a indagare o perdere del tempo prezioso per visitarli. Confesso che sono molti anni che non vado dal mio medico, o se ci sono andato, è stato unicamente per farmi fare un certificato per il lavoro, o una ricetta per un familiare. Ho accompagnato spesso mia moglie dalla sua dottoressa. Tutto quello che fa in 15 minuti è sentire cosa ha da dire sui suoi sintomi, fare delle ipotesi tipo eh, potrebbe essere questo, e in base unicamente a queste ipotesi prescrive un farmaco. Questo ragionamento implica che il medico vada per tentativi e pensi che  se per caso non fosse quello il farmaco giusto, tanto male non farà. Niente di più sbagliato. Io considero criminale questo comportamento del medico come quando continua a prescrivere all'infinito una sostanza che da forte dipendenza come un tranquillante, dato senza battere ciglio, basandosi solo sul fatto che la persona ne faccia richiesta. Se fosse un medico vero direbbe al suo assistito le cose come stanno, gli direbbe che è sconsigliabile assumere benzodiazepine per tutta la vita e lo aiuterebbe a smettere. Ma logicamente questo richiederebbe  molto più impegno da parte sua e del suo paziente. Ecco a questo punto che mi collego con l'articolo che segue, e do ragione a Lawrence, uno psichiatra alquanto anomalo, che spiega come è successo che i medici sono diventati dei veri e propri pusher legalizzati.  La cosa più triste è che proprio come i veri pusher, non fanno altro che rispondere alle richieste dei loro clienti. 



Come i medici sono diventati dei diligenti spacciatori di droga

Di Lawrence Kelmenson, MD 
14 settembre 2018

Cominciò nel 1954, quando Milner e Olds  pubblicarono uno studio che mostrava che tutti i ratti, se capaci di premere una barra che stimolava elettricamente una parte del loro cervello soprannominata centro di piacere , lo facevano in modo frenetico e senza fine. Andavano dove veniva data la stimolazione, anche se dovevano sopportare shock dolorosi per arrivarci. Evitavano di mangiare, bere, dormire, accudire o allattare i loro piccoli, e presto morivano. Ciò implicava che: 
1. Il potenziale di dipendenza non è appannaggio delle classi inferiori moralmente deboli come era stato fino allora pensato (o una natura di dipendenza come viene ora insegnata), ma è intrinsecamente presente in tutti i mammiferi. 
2. Usando la scienza, l'uomo la può stimolare e controllare, e 
3. Può capitalizzarla per manipolare le masse per fargli fare ciò che desidera.

Probabilmente nella mente di molti imprenditori si accesero delle lampadine a proposito dell'enorme mercato non ancora sfruttato di 'polli' che aspettano di essere trasformati in tossicodipendenti e quindi clienti che ritornano per sempre, come i topi di Milner. Forse quelle persone che si considerano troppo oneste per ricorrere a droghe illecite potrebbero essere indotte ad usarne di nuove,  se fossero farmaci stupefacenti non da tossicodipendenti facilmente ottenibili da medici autorevoli, rispettati e competenti. Molte vere pillole miracolose (gli antibiotici) erano state appena trovate, quindi la fede in nuove scoperte era alta; fu un tempismo perfetto.

Questo potrebbe essere il motivo per cui il produttore della pillola  Miltown la accantonò per la prima volta nel 1950, ma poi lo portò sul mercato nel 1955 come antistress.  Si chiamava  'pillola felice' , era usata alle feste, e produsse un terzo di tutte le prescrizioni nel 1957 - il primo farmaco di successo. Spiega anche il motivo per cui un'altra compagnia farmaceutica decise di creare pillole simili nel 1955;  questo ha portato a due benzodiazepine di grande successo: Librium e Valium (la pillola più venduta nel 1968-1982). I medici sapevano che rendevano tutti dipendenti; Il creatore di Miltown e il NIMH's Addiction Research Center lo hanno riconosciuto. I medici hanno anche iniziato a distribuire gli stimolanti come aiuti dietetici negli anni '50, nonostante sapessero che anche loro creavano dipendenza. 

Perché i medici hanno consapevolmente partecipato a queste truffe?

I medici avevano solo redditi da classe media fino ad allora (era prima dei benefici da Medicare, diabete a lungo termine, colesterolo, ipertensione e cura dell'ulcera). Diventare spacciatori di droga li ha rapidamente arricchiti attraverso enormi volumi di clienti "in-e-out" che tornano affidabili ed eternamente una volta catturati. 

Ma dopo 20 anni di grandi profitti, il pubblico si è reso conto che l'uso quotidiano di tali pillole ha portato alla tolleranza dei loro benefici e a problemi di loro ritiro quando venivano sospesi. Divennero stigmatizzati e gli affari calarono.

Dal momento che le persone, a differenza dei topi, riuscivano a pensare in anticipo e scegliere di evitare i loro premi di dipendenza, i medici dovevano escogitare nuovi modi per indurre i clienti a cercarli, per poter prosperare ancora come spacciatori di droga. Quindi, negli anni '80 e '90, hanno iniziato a sostenere, senza alcuna prova, che tutte le sensazioni ed emozioni spiacevoli sono malattie trattabili dal punto di vista medico . E sorpresa! Il loro solito trattamento , per coincidenza, è affidato a pillole che danno assuefazione. La trasformazione degli aspetti normali e inevitabili della vita in MTD (un tipo di depressione ndt) l'ha reso non solo giustificabile, ma un obbligo morale affinché potenzialmente  tutti arrivino a prendere pillole per l'euforia. Persone oneste e responsabili obbediscono agli ordini del medico e fanno tutto ciò che è  necessario per curare malattie gravi. Questo modello di business ha funzionato così bene che i clienti attraversano le porte dei medici per 400 milioni di ricette di dipendenza ogni anno. I professionisti,  gli infermieri e gli assistenti medici aiutano a soddisfare le necessità.

Ecco le principali novità, sulla falsa MTD e i loro farmaci che danno dipendenza:

Tutti noi proviamo ansia ogni giorno, quindi definirla una MTD ha fornito una ragione legittima per i medici di famiglia o gli psichiatri per assuefare orde di persone alle benzo, comprese le nuove  Xanax e Ativan. Ne vengono dispensate tre volte di più e sono coinvolte in cinque volte più casi di overdose rispetto a 20 anni fa.


Invecchiamo e proviamo dolore; L'84% di noi soffre di mal di schiena cronico ad un certo punto della sua vita. Quindi la sindrome del dolore cronico (CPS) e la fibromialgia sono state inventate per giustificare l'uso degli antidolorifici oppioidi. Sono i più euforici di tutte le droghe, dal momento che imitano le nostre endorfine. Per il dolore acuto grave post-intervento chirurgico / infortunio, trenta giorni di pillole sono diventati la norma, abbastanza per agganciare i clienti sul loro effetto di euforia dopo che il dolore originale si attenua. Un forte oppioide, l'idrocodone, è stato il farmaco più prescritto ogni anno dal 2006 al 2015.  Una nuova specialità medica, la gestione del dolore , è nata per fare affari d'oro.

La creazione dell' ADHD (Deficit dell'attenzione dei bambini) ha fornito una scusa per qualsiasi adolescente o adulto che ha difficoltà a  svolgere compiti noiosi (che lo sono per sono tutti gli adolescenti o adulti) per ricevere stimolanti quotidiani. Sebbene non sia euforico e avvincente se usato su bambini piccoli, i bambini trattati non maturano mai poiché sono sedati dai pediatri piuttosto che allevati dai genitori e dalle scuole, rendendoli facili prede per i commercianti leciti e illeciti da adulti (imparano solo a farcela con la mente  intorpidita dalle pillole). E se mantenuti su stimolanti nella loro adolescenza, sono direttamente guidati lungo questa strada. Lo speed (un tipo di anfetamina ndt) è ora la medicina più prescritta agli adolescenti. 

A volte tutti si sentono tristi, così  anche questo è stato convertito in un MTD (forma di depressione ndt)  Gli antidepressivi non sono euforici, ma sono farmaci di base per le pillole di dipendenza di cui sopra, in tre modi: 

1. Dal momento che sono equivalenti ad un placebo, il loro beneficio iniziale si affievolisce, così gli utenti li provano un tipo dopo l'altro in inutili ricerche di cure ;  possono quindi diventare abbastanza disperati per passare a una pillola che è sicuro di dare buoni sentimenti, anche se coinvolgente.

2. Attirano le persone negli uffici dei terapeuti, dove saranno tentati in modo subliminale di riferire i sintomi che portano alla roba buona (benzodiazepine, speed (anfetaminici), oppiacei) che viene aggiunta al loro cocktail di farmaci . 

3. Si sentiranno più giustificati per usare gli oppiacei una volta diagnosticati con  la depressione, dal momento che si dice che faccia male e si chiami il nuovo cancro. Questo potrebbe essere il motivo per cui vendono così bene nonostante siano falsi. Gli utenti degli antidepressivi ottengono spesso benzo all'inizio; la maggioranza ottiene oppioidi;  è probabile perché l'uso degli oppiacei aumenta in tandem con loro.

La dipendenza stessa diventa una MTD, anche se la maggior parte delle dipendenze ora sono direttamente o indirettamente (dalla borsa della mamma o dall'armadietto dei medicinali, o dai colleghi che prendevano le pillole dei loro genitori) causate da cure mediche . Non sorprende che i principali specialisti della medicina per le dipendenze da pillola utilizzati per il trattamento della dipendenza da oppioidi (suboxone) usino un altro oppiaceo. Le persone che sperano di provare o continuare un'abitudine da oppioidi ora devono semplicemente dichiarare che sono dei tossicodipendenti che sperano di smettere, al fine di ottenere un suboxone all'infinito. I tossicodipendenti da eroina lo usano per andare a fondo fino alla prossima soluzione, o per venderlo per raccogliere denaro.

La prescrizione di oppiacei a lungo termine ha prodotto un'epidemia cronica del dolore.
I pazienti con dolore sono inizialmente premiati con il sollievo o un piacevole benessere dalle loro pillole. Ma l'uso quotidiano di oppiacei interrompe la produzione di endorfine del corpo; fa pensare al corpo che non ce n'è bisogno, visto che ce n'è già un sacco. Così perdono ogni capacità di darsi piacere (godere delle cose che un tempo godevano) o di risolvere qualsiasi angoscia; solo le pillole possono fornire l'aiuto da ora in avanti.

Quindi le pillole smettono inevitabilmente di dare piacere; ora sono necessarie solo per frenare i sintomi di astinenza come l'insonnia, l'ansia, l'agitazione e il dolore che si verificano se viene dimenticata una dose (solo più farmaci possono fermare i prelievi di droga). Il dottore dice che questi sono sintomi di CPS, per indurre i pazienti a rimanere nella stessa pillola che li causa. Una volta che i clienti dicono: "Ne ho bisogno - è l'unica cosa che aiuta il mio dolore in modo che possa andare avanti", il medico li ha in pugno. Questa trasformazione del dolore cronico acuto, severo o lieve in un dolore intenso incessante spiega perché il tasso di mal di schiena cronico è aumentato del 162% dal 1992 al 2006, ma il dolore alla schiena acuto è aumentato del 43%.

Gli utenti alla fine diventano tolleranti alla loro dose, hanno quindi bisogno di una  dose maggiore solo per fermare i sintomi di astinenza. Mentre il ciclo si ripete, i sintomi di astinenza (come il dolore) diventano talmente gravi e le dosi diventano così alte che muoiono in incidenti automobilistici, cadute, suicidi o overdose. Ciò ha causato la diminuzione della durata della vita media dei bianchi (i più grandi succhiatori dei medici) che è scesa costantemente per 20 anni. 

Tutti i medici hanno appreso queste realtà nelle lezioni di farmacologia e fisiologia nella scuola di medicina, come ho fatto io. Questa conoscenza ha dato loro delle scelte: proteggere i clienti dal male evitando tali pillole (ecco perché gli oppiacei venivano somministrati raramente e brevemente tranne che nei casi di cancro), o sfruttare i clienti agganciandoli per tutta la vita. Non ci sono buone intenzioni nel dispensare oppioidi, stimolanti o benzo quotidianamente. Tre studi governativi hanno dimostrato che non aiuta ma fa solo del male. "Le nostre medicine alleviano la sofferenza" significa in realtà : "Grazie, Milner e Olds, per averci mostrato come uccidere infliggendo un'agonia che solo noi possiamo alleviare".

fonte: madinamerica.com

sabato 6 luglio 2019

Ha ormai piu di 60 anni la medicina del futuro

Ancora un articolo su Abram Hoffer. Si vede che ho una gran simpatia per questo psichiatra canadese ormai purtroppo scomparso da qualche anno?
Quello che colpisce è che il suo approccio non convenzionale nel trattamento della 'malattia' simbolo sacro della psichiatria avrebbe ormai più di 60 anni! In tutto questo tempo cosa è stato fatto dalla psichiatria ufficiale per migliorare la vita dei loro pazienti 'schizofrenici'? Assolutamente nulla! Anzi, tutto quello che è stato fatto in 60 anni ha dimostrato di peggiorare la vita dei malcapitati  fino anche a ridurre di 20 -25 anni la loro aspettativa di sopravvivenza con una vita di disabilità e miseria. Questo si può chiamare un successo della medicina moderna?  
Perciò ben venga tutto quello che è storia di successo, ben venga Hoffer con i suoi oltre 6000 pazienti affetti da 'schizofrenia' restituiti ad una vita piena e spesso gratificante , chiedetelo a loro se non ci credete ! 
Quanti anni dovremo ancora aspettare prima che finalmente si cambi paradigma? Doremmo fare in modo che siano gli stessi pazienti a richiedere un trattamento differente. Purtroppo oggi sono gli ultimi ad avere voce in capitolo. Perciò auspico che sempre più persone vengano a conoscenza dell'operato di questi pionieri della vera psichiatria biologica. La medicina del futuro non può continuare ad adoperare veleni tossici nel tentativo idiota di curare sopprimendo i sintomi senza combattere la malattia alla radice. La medicine del futuro è già pronta; prima si utilizza meglio è, perchè stiamo andando verso una ecatombe di vittime della iatrogenia. 



Abram Hoffer: 60 anni di ricerca e scoperta dell'approccio ortomolecolare nella psichiatria
di Robert Sealey, Robert G. Smith e Andrew W. Saul

(OMNS 17 gennaio 2019) Abram Hoffer, PhD, MD, ha avuto una carriera straordinaria. Prima di diventare un medico, aveva sviluppato un forte interesse per la chimica. Negli anni '40, ha studiato biochimica e ha acquisito una conoscenza approfondita del metabolismo, degli enzimi e dei nutrienti essenziali, comprese le vitamine. Hoffer si diplomò alla facoltà di medicina nel 1949, scegliendo la psichiatria come sua specialità. Si interessò alla ricerca psichiatrica. Egli credeva che vi fossereo cause biochimiche alla base dei sintomi dei pazienti sviluppò trattamenti riparativi e aiutò migliaia di pazienti.

Applicando la sua conoscenza della biochimica alla ricerca psichiatrica, Hoffer fece una serie di scoperte rivoluzionarie. A partire da Saskatchewan negli anni '50, collaborò con colleghi nella ricerca sulla schizofrenia. Hanno migliorato i trattamenti e sviluppato un promettente approccio clinico che prevedeva l'uso di integratori di sostanze nutritive essenziali. Linus Pauling ha coniato il termine "medicina ortomolecolare" per descrivere questo uso di nutrienti essenziali - molecole naturali utilizzate nel corpo - per prevenire e invertire la malattia.

Per decenni, Hoffer ha condiviso le sue scoperte e ha scritto libri e articoli per educare il pubblico. La sua eredità consiste in  più di 35 libri e centinaia di articoli  che spiegano il suo approccio biochimico, i concetti sottostanti, la sua esperienza clinica, le sue ricerche e le scoperte. Le intuizioni, gli esperimenti, i regimi clinici, i rapporti e i metodi di Hoffer sono ancora attuali e importanti.

Le ipotesi di Hoffer, le ricerche e le scoperte

Il dottor Hoffer fu consultato da centinaia di pazienti psicotici e depressi disperatamente malati, e si chiese come un neofita psichiatra potesse aiutarli. Apparentemente, la maggior parte di loro non aveva speranza di riprendersi. Hoffer mise in dubbio l'efficacia dei trattamenti allora correnti come indurre coma e crisi epilettiche, interventi chirurgici al cervello o scosse elettriche, poiché non era evidente una loro giustificazione logica per la cura.

La conoscenza di Hoffer della biochimica e sui metodi di ricerca gli hanno dato un vantaggio rispetto alla maggior parte dei medici e degli psichiatri. Curioso delle cause profonde delle gravi malattie mentali, Hoffer ha preso in esame storie dettagliate e si è chiesto se i problemi medici e / o biochimici sottostanti potrebbero causare gravi malattie mentali. Mentre prendeva le storie dei pazienti, Hoffer notò una serie di sintomi tra cui allucinazioni e sbalzi d'umore uniti a problemi sottostanti come malnutrizione, infezioni croniche o problemi con l'alcol. Decise quindi di aiutare i suoi pazienti psicotici a stabilizzarsi e riprendersi.

Il Dr. Hoffer e il suo team si sono concentrati sulla schizofrenia, documentando i primi studi di ricerca in psichiatria in doppio cieco controllati con placebo, descrivendo le loro ipotesi, scoperte e regimi di trattamento. Verso la fine degli anni '50, il team riferì che un sottogruppo di pazienti psicotici migliorava mentre assumeva dosi ottimali di vitamine e altri supplementi nutrizionali che aiutavano a ripristinare e mantenere una normale funzione cerebrale. I pazienti malnutriti vennero incoraggiati a migliorare la loro dieta e i pazienti alcolizzati  a moderare il loro consumo.

Per oltre sessant'anni, Abram Hoffer si è messo contatto con una serie di medici e psichiatri. I suoi primi libri hanno spiegato come lui e il suo gruppo hanno studiato la psicosi, studiato i disordini del metabolismo e sviluppato terapie restaurative. I libri scritti per i medici hanno incoraggiato i professionisti della salute a considerare le cause principali degli episodi di ciascun paziente prima di prescrivere trattamenti. I libri scritti per il pubblico laico condividevano le storie di recupero dei pazienti. Tuttavia, nonostante gli sforzi della maratona di Hoffer per educare il pubblico sulla sua ricerca, sui trattamenti restaurativi e i recuperi dei pazienti, il suo approccio biochimico è stato respinto dai custodi scettici della psichiatria tradizionale. Ciò si basava in parte sulla ricerca che tentava apparentemente di duplicare gli studi di Hoffer, in cui ai pazienti venivano spesso somministrati dosaggi fissi di niacina, troppo piccoli per avere alcun effetto. Hoffer aveva scoperto che il dosaggio necessario per ogni paziente doveva essere determinato individualmente e poteva arrivare fino a 10 grammi al giorno o più, mentre gli studi replicati usavano dosaggi molto più bassi e non titolavano finché non venivano trovati effetti benefici, come suggerito da Hoffer.

Le memorie scientifiche di Hoffer, Adventures in Psychiatry (2005) presentano le sue prime esperienze come psichiatra. In quegli anni i pazienti più malati andavano in manicomio; alcuni vi rimanevano per decenni. I trattamenti nello stabilimento di Weyburn, nello Saskatchewan, comprendevano la terapia con coma insulinica, le convulsioni indotte dal metrazolo, le analisi delle esperienze infantili, le lobotomie e l'ECT (elettroshock, shock convulsivo). Notando che alcuni pazienti psicotici miglioravano, il dott. Hoffer credeva tuttavia che almeno alcuni pazienti psicotici potevano riprendersi se avessero  ricevuto cure di migliore qualità, trattamenti più sicuri relativi alle condizioni mediche, metaboliche e / o nutrizionali di ogni paziente.

Considerando la base chimica della psicosi
Nel frattempo, a migliaia di chilometri di distanza in Inghilterra, il dott. H. Osmond e il dott. J. Smythies avevano teorizzato che un disturbo del metabolismo delle catecolamine avrebbe potuto causare psicosi in alcuni pazienti. Dopo che questa possibilità fu respinta dagli psichiatri senior nel Regno Unito, il dottor Osmond emigrò a Saskatchewan dove incontrò il dottor Hoffer. Il Dr. Hoffer trovò interessanti le idee di Osmond e Smythies e accettò di collaborare e studiare le basi biochimiche della psicosi, sperando di migliorare la qualità delle cure. Studiando le case history dei loro pazienti, hanno notato che alcune condizioni di base sembravano causare o contribuire a stati d'animo depressi e ansiosi, così come episodi di psicosi, distorsioni percettive e allucinazioni. Hanno argomentato che qualsiasi condizione "co-morbosa" sottostante potrebbe influenzare le reazioni chimiche del cervello dei pazienti.

Alcuni pazienti psicotici erano malnutriti o sensibili a determinati cibi. Negli Stati Uniti nei primi anni del 1900, una malattia chiamata pellagra (i cui sintomi includono dermatite, diarrea e demenza) aveva ucciso migliaia di pazienti. Ricerche condotte da Goldberg negli anni '20 e Elvehjem et al negli anni '30 alla fine collegarono la pellagra alle diete a base di mais, carenti di vitamine, in particolare di vitamina B3. I pazienti si riprendevano solo se mangiavano con una dieta più nutriente o prendevano dosi adeguate di vitamina B3 o il suo precursore, il triptofano trovato nel mais e trattato correttamente con un trattamento alcalino. La pellagra divenne una diagnosi largamente dimenticata dopo che il grano fu fortificato con la niacina e altre vitamine negli anni '40. Tuttavia, ora sappiamo che la pellagra secondaria può ancora svilupparsi dopo aver consumato troppo alcol o durante la dialisi renale senza supplementi vitaminici.

I pazienti con sifilide non trattata alla fine divennero psicotici. Se quei pazienti venivano affidati ai manicomi senza essere mai sottoposti a test per malattie trasmesse sessualmente o trattati con penicillina, le loro infezioni potevano progredire e causare episodi di psicosi ancora peggiori. Se non ricevevano trattamenti appropriati per le loro infezioni, potevano anche morire.

Alcuni pazienti avevano esagerato nel bere alcolici fino a diventare psicotici. Ancora altri pazienti avevano assunto erbe allucinogene o composti come l'LSD che all'epoca era legalmente disponibile. I primi trattamenti per la malattia mentale non potevano aiutare o guarire i disturbi biochimici causati da bere eccessivo o prendere droghe. Quei pazienti avevano  bisogno di programmi di disintossicazione, riabilitazione e di nutrizione.

Apparentemente, carenze nutrizionali, infezioni e sostanze intossicanti potrebbero interferire con le reazioni chimiche del cervello dei pazienti e innescare episodi psicotici. Tuttavia, un sottogruppo dei primi pazienti di Hoffer e Osmond non aveva queste carenze. Quella conoscenza suggeriva una revisione dell'ipotesi di Osmond e Smythies secondo cui un disturbo del metabolismo dell'adrenalina potrebbe rendere psicotici alcuni pazienti.

I disturbi del metabolismo possono produrre sottoprodotti allucinogeni: l'ipotesi dell'adrocromo

come parte della sua ricerca, Abram Hoffer ha esaminato una lista di composti allucinogeni tra cui mescalina, peyote e ibogaina. Il suo libro, The Hallucinogens, pubblicato nel 1967, rende affascinante la lettura per chiunque voglia sapere che tipo di composti possono indurre le persone ad allucinarsi, diventare deliranti, psicotici, depressi e / o ansiosi. Quando Hoffer esaminò le strutture chimiche dei composti allucinogeni, notò una caratteristica comune: "backbone indolo". Ricordando l'ipotesi di Osmond e Smythies, Hoffer si chiedeva se alcuni metaboliti (o composti) indolici di catecolamine (precursori biochimici di neurotrasmettitori nel cervello) potessero causare psicosi. Quando analizzò i sottoprodotti del metabolismo dell'adrenalina, Hoffer osservò che sia l'adrenocromo che il suo metabolita adrenolutin avevano una struttura chimica simile all'indolo. Tuttavia, un altro metabolita dell' adenocromo, leucoadrenocromo, aveva un effetto calmante. Evidentemente, alcuni pazienti accumulano adrenolutina e diventano psicotici mentre altri pazienti metabolizzano la maggior parte del loro adrenocromo in leucoadrenochoma (rimanendo calmi e razionali). Diversi disturbi del metabolismo possono causare o contribuire a psicosi, depressione e altri episodi "mentali". Ad esempio, la porfiria, una patologia della biosintesi dell'emoglobina, può causare sottoprodotti allucinogeni.

Hoffer e Osmond si chiedevano se alcuni dei loro pazienti potessero avere un disturbo precedentemente sconosciuto del metabolismo dell'adrenalina. Ossevarono che una minoranza di pazienti metabolizzavano l'adrenalina ad adrenolutina, rendendoli vulnerabile agli episodi di psicosi, ansia e depressione. Hoffer ei suoi colleghi sintetizzarono l'adrenocrina e l'adrenolutina e, nel contesto dei loro studi di ricerca, presero questi composti da soli e li somministrarono per testare i soggetti. Dopo aver constatato che dosi molto basse di adrenocrina e adrenolutina potevano causare psicosi e depressione, Hoffer e Osmond ipotizzarono il modo migliore per curare quei pazienti.

Sviluppo di trattamenti restitutivi per la psicosi
Hoffer, Osmond e il loro team avevano letto  studi precedenti che avevano dimostrato che dosi ottimali di alcune vitamine avevano aiutato alcuni pazienti a riprendersi dal delirio e dalla pellagra. Ricordando i suoi studi di dottorato in chimica agraria all'Università del Minnesota negli anni '40, Hoffer sapeva che le ammine vitali (cioè le "vitamine") erano nutrienti essenziali. Questa conoscenza gli suggerì che dosi adeguate di vitamine e altri nutrienti essenziali potrebbero aiutare i pazienti psicotici a riprendersi dai sottoprodotti allucinogeni del metabolismo dell'adrenalina come l'adrenolutina.

Hoffer ragionava sul fatto che la vitamina B3, un accettore metilico, potesse moderare la produzione di adrenalina. Ha anche ipotizzato che la vitamina C, un antiossidante, potrebbe sopprimere l'ossidazione dell'adrenalina in adrenocromo. Hoffer ha proposto che dosi giornaliere divise di vitamina B3 e vitamina C potrebbero ridurre i livelli di adrenocrina e adrenolutina dei pazienti psicotici senza causare effetti collaterali problematici.

Una preoccupazione per la niacina (una forma di vitamina B3) era la sua tendenza a causare "vampate sulla pelle" brevi e innocue. Tuttavia, il dott. Hoffer notò che la maggior parte dei pazienti psicotici non si irrigidivano quando prendevano la niacina, suggerendo che avevano una maggiore necessità intrinseca di questa vitamina. Anche così, alcuni pazienti hanno preferito altre forme di vitamina B3 come niacinamide o niacina senza rossore (inositolo esanicotinato, noto anche come esaniacinato). Hoffer e Osmond riferirono che dosi ottimali di vitamine B3 e C avrebbero potuto aiutare il 75% dei pazienti psicotici a riprendersi. La loro ricerca in doppio-cieco controllata con placebo basata sull'evidenza venne pubblicata su riviste mediche, ma è stata ampiamente ignorata dagli psichiatri tradizionali che si basavano su farmaci antipsicotici che attenuavano i sintomi ma causavano fastidiosi effetti collaterali.

Una scoperta correlata di Hoffer, l'uso della niacina per abbassare il colesterolo LDL, è stata pubblicata nel 1954 ed è stata verificata dal Dr. Parsons della Mayo Clinic. Questo è diventato uno standard di cura per l'ottimizzazione dei livelli di colesterolo, anche se studi successivi hanno dimostrato che il colesterolo nel sangue moderatamente alto non è una causa di malattie cardiache. Nonostante ciò, l'industria farmaceutica ha sviluppato un settore multimiliardario che vende statine per abbassare i livelli di colesterolo nel sangue anche quando sono perfettamente normali.

Il dottor Hoffer era in anticipo sui tempi. Pochi dottori o psichiatri tra i suoi coetanei avevano una laurea in chimica. Hoffer aveva un dottorato e aveva studiato i percorsi biochimici importanti nel cervello. I medici tradizionali negavano l'esistenza dell adrenocromo, degli integratori vitaminici  e i trattamenti ortomolecolari. L'adrenocromo venne segnalato nel 1937 da Richter e Green insieme ad un enzima che può produrre adrenocromo dall'adrenalina. Nel 1960, uno scienziato ricercatore di nome Julius Axelrod cercò l'adrenocromo quando studiò il metabolismo dell'adrenalina e riferì di aver trovato quel metabolita e il suo enzima responsabile nel 1964.

Per decenni, altri ricercatori hanno utilizzato metodi scientifici per testare l'adrenocrina e l'adrenolutina e altri metaboliti delle catecolamine. La letteratura scientifica ha verificato l'esistenza di composti indolo-basati tra cui l'adrenocromo e altri aminocromi nel nostro metabolismo biologico. Attualmente si ritiene che un sottogruppo di pazienti possa essere notevolmente migliorato con integratori di niacina - sono considerati "niacina-dipendenti". [1,2]

Una maratona di 60 anni per istruire il pubblico sulla medicina ortomolecolare
Nel 1966, Hoffer aveva collaborato con il dott. Osmond per scrivere un libro intitolato 'Come vivere con la schizofrenia' , una guida per laici per educare i pazienti e le famiglie. Nelle sue memorie, pubblicate come 'Avventure in Psichiatria' , Hoffer ha detto che quel libro è stato il suggerimento che ha ispirato Linus Pauling,  ad aggiungere "orto" al concetto di medicina "molecolare" di Pauling definendo così la Medicina Ortomolecolare. Uno dei libri precedenti di Hoffer, Niacin Therapy in Psychiatry(pubblicato nel 1962), ha spiegato come la terapia con niacina può aiutare alcuni pazienti e ha condiviso 60 casi clinici (molti di quei pazienti recuperati dopo aver assunto dosi ottimali di vitamina B3 e vitamina C). La ricerca attuale ha confermato le idee originali di Hoffer e la terapia con niacina è ora nota per prevenire gli episodi psicotici in un sottogruppo di pazienti schizofrenici.

A causa della crescente pratica clinica di Hoffer e della maratona dell'istruzione pubblica (scrittura, conversazione, networking e insegnamento), Hoffer aveva bisogno di aiuto. Nel numero del Journal of Orthomolecular Medicine (JOM) della primavera del 2018, Steven Carter ha ricordato di aver incontrato Abram Hoffer nel 1987 per un colloquio di lavoro [2]. A Carter sono stati offerti due posti di lavoro: direttore del Journal of Orthomolecular Medicine (JOM) e direttore esecutivo della Canadian Schizophrenia Foundation.

Per oltre trent'anni, Steven Carter ha collaborato con Abram Hoffer per pubblicare il Journal of Orthomolecular Medicine (JOM). Hanno incoraggiato scienziati e clinici a ricercare, applicare l'approccio ortomolecolare e pubblicare i risultati del loro lavoro clinico aiutando pazienti con schizofrenia, psicosi, disturbi dell'attenzione e iperattività, autismo, depressione, ansia, disturbo bipolare, alcolismo, problemi cognitivi legati all'età, artrite o cancro. Come redattore del JOM, Steven Carter ha incoraggiato il Dr. Hoffer e gli altri co-fondatori della medicina ortomolecolare a condividere le loro scoperte scrivendo libri e articoli. Hoffer e Carter gestirono la fondazione ISF e ISOM (International Society of Orthomolecular Medicine) per diversi decenni. Hanno anche organizzato conferenze di Medicina Ortomolecolare  per istruire il pubblico sulla ricerca ortomolecolare, le scoperte, il progresso clinico e il successo.

La medicina ortomolecolare prevede 3 passaggi:

  • Testare e diagnosticare le cause principali dei sintomi di ciascun paziente

  • Considerare i fattori "biochimici" coinvolti nelle condizioni mentali e fisiche croniche, comprese le carenze nutrizionali, le diete subottimali, le infezioni, il consumo di droghe e alcol, i disturbi del metabolismo e l'individualità biochimica.

  • Prescrivere / somministrare dosi ottimali di vitamine, minerali, aminoacidi, energia e coenzima enzimatico per integrare altri trattamenti e aiutare i pazienti a ripristinare e mantenere la loro salute.


Dal 1949 al 2009, Abram Hoffer ei suoi colleghi hanno studiato, sviluppato e applicato l'approccio ortomolecolare. Hanno aiutato migliaia di pazienti psicotici, depressi e ansiosi a stabilizzarsi, riprendersi e vivere bene. Sfortunatamente, la maggior parte degli psichiatri oggi non usa ancora "cure riparatrici". Di solito offrono farmaci da prescrizione, terapie per parlare e ECT (trattamenti d'urto). Pertanto, la maggior parte dei pazienti ancora oggi non riceve trattamenti ortomolecolari.

Riteniamo che l'approccio ortomolecolare possa diventare uno standard di cura. Sarebbe ora per i moderni psichiatri riscoprire i metodi di Hoffer, apprendere l'approccio ortomolecolare, considerare e testare i fattori chimici coinvolti nella psicosi e altre malattie mentali, diagnosticare le condizioni mediche, metaboliche e nutrizionali sottostanti e confrontarsi con altri trattamenti prescrivendo regimi in grado di ristabilire le persone.

Durante la straordinaria carriera di 60 anni di Abram Hoffer, la sua maratona di educazione pubblica ha prodotto più di 35 libri e 600 articoli per riviste scientifiche e mediche. Incoraggiamo i lettori a cercare le pubblicazioni di Hoffer e a imparare come ha trattato i suoi pazienti. I lettori del Journal of Orthomolecular Medicine , i pazienti recuperati e le famiglie e gli amici della medicina ortomolecolare possono continuare la maratona di educazione pubblica di Abram Hoffer condividendo libri, articoli e storie di recupero ortomolecolari.

Fonte: Orthomolecular News

domenica 16 giugno 2019

Inversione di rotta: esperienza di una ex paziente conforme

"La malattia mentale è una definizione completamente falsa che fa affermare alla classe dominante che alcune persone sono esseri umani inferiori o difettosi. I "trattamenti" raccomandati fanno di più per emarginarci e zittirci piuttosto che aiutarci. Questo tipo di pensiero pericoloso, l'idea che queste malattie inesistenti debbano essere soffocate, ora è più pervasivo che mai nella società. È una forma sovversiva di eugenetica."

Ecco un'altra esperienza di recupero. 
In questo caso recupero significa abbandonare l'idea e le conseguenze di essere un paziente psichiatrico conforme. In pratica questo si traduce inevitabilmente nello smettere di 'curarsi'  (non nel prendersi cura di sè anzi) come impone la psichiatria organicista con i i suoi trattamenti tossici protratti a vita. Julie è stata per molto anni una paziente conforme, nel senso che ha creduto per tutto quel tempo alla psichiatria e a quello che esimi psichiatri onniscenti gli dicevano, cioè che aveva una vera malattia cronica, che avrebbe avuto bisogno dei loro trattamenti per tutta la vita e che avrebbe dovuto rinunciare a tutte le sue aspettative e i suoi sogni per vivere una vita sottomessa di malata mentale. 
L'esperienza di Julie dimostra ancora una volta che si tratta di un vero e proprio inganno; la presa in carico, il convincimento , il lavaggio del cervello attuato dall'istituzione psichiatrica riesce a produrre lo status di malato mentale per la vita rovinando per sempre un essere umano il quale con molta probabilità si sarebbe ripreso da solo dopo la prima crisi importante. 
Mi si dirà che questo esempio aneddotico cozza profondamente con esperienze di altro tipo, dove le persone soffrono per parecchio tempo senza alcun sostegno farmacologico e senza conoscere la psichiatria prima di decidersi a 'curarsi'. 
Sono consapevole che esistono anche situazioni di questo tipo ma non sono affatto convinto che anche in tali casi l'affidarsi alla psichiatria possa essere la soluzione ottimale, nel senso che comunque peggiorerà una situazione già compromessa, anche se nel breve periodo si potranno avere (forse) dei benefici se si è molto fortunati. 
Dalle osservazioni che ho fatto finora, mi verrebbe da pensare che la maggior parte degli psichiatrizzati appartenga alla prima categoria, cioè hanno avuto un'esperienza come Julie in quanto etichettati, trattati , e cerebro-lavati dalla psichiatria. Gente che potrebbe anche uscire , proprio come Julie da questa trappola ben congeniata. Lei, nonostante fosse inizialmente molto convinta e pro-psichiatria, ha avuto la grande fortuna di avere dei genitori colti e scettici verso l'istituzione psichiatrica , ma tantissimi altri avranno invece dei genitori plagiati e convinti dal paradigma dominante. E   anche con una tale famiglia Julie restava caparbiamente aggrappata al suo status di malata mentale nonostante tutti i fallimenti delle 'cure' e i peggioramenti evidenti anno dopo anno. C'è voluto un episodio di palese maltrattamento per farle finalmente aprire gli occhi dopo ben 30 anni di conformità. 



"Papà, avevi ragione": ho  fatto meglio a smettere di curarmi

Di Julie Greene, MAE 
23 aprile 2019

Quando sono entrata per la prima volta nel sistema di salute mentale a 23 anni, i miei genitori erano sconcertati. Ero una promettente studentessa  di composizione musicale al Bennington College, nel mio ultimo anno senza problemi accademici. Quindi, perché avevo scelto di andare in terapia? Non ero minorenne e la scelta era stata solo mia. All'inizio andai di nascosto, sapendo che probabilmente i miei genitori non avrebbero approvato. Alcuni mesi dopo l'inizio del trattamento, lasciai improvvisamente l'università e andai a vivere con mamma e papà in Massachusetts. Alla fine ho rivelato loro che avevo un disturbo alimentare.

Cominciai presto un programma di terapia più intensivo chiamato Optional Day Treatment , che costò ai miei genitori quasi  10.000 $ ma non riuscì ancora ad affrontare il mio disturbo alimentare. Alla fine, ricevetti una nuova diagnosi: schizofrenia e successivamente disturbo bipolare. Il trattamento causò dei cambiamenti. Incominciai a fumare e a mettere su peso. Non avevo amici se non le persone presso il centro di salute mentale. Peggio ancora, avevo perso ogni interesse nei miei precedenti studi universitari. Smisi di comporre musica o suonare uno strumento. Ero trasversale e sgradevole. Evitavo le riunioni di famiglia, specialmente con la famiglia allargata. Mi chiudevo nella mia stanza e rifiutavo di uscire per ore. Questo scenario sembra familiare?

Anche allora, i miei genitori si chiedevano se questo strano mio comportamento fosse stato causato da una "malattia" o dall'ambiente terapeutico stesso. Entrambi i miei genitori avevano un master. Mio padre era un ingegnere. Mi disse che non vedeva una logica nella mia affermazione che avessi una malattia mentale. Eppure mi sono rifiutata di ascoltare mamma e papà e ho insistito sul fatto che avevano bisogno di "stare al passo con i tempi".

Più tardi, mentre ero in un centro di trattamento residenziale chiamato Gould Farm,  iniziai a prendere il litio. La mia faccia esplose di brufoli. Non avevo mai avuto brufoli prima d'allora, nemmeno quando ero adolescente. Li coprivo con il trucco. Le mie mani tremavano sempre. Ho anche imparato molto dai farmaci antipsicotici che mi venivano somministrati. Alcuni giorni, non ho fatto molto se non guardare la televisione.

I miei genitori hanno resistito mentre facevo i programmi di trattamento e frequentavo gli ospedali, loro continuavano a fare ricerche da soli. Iniziarono con la biblioteca pubblica locale e successivamente scoprirono  NAMI, l'Alleanza nazionale sulle malattie mentali (la più grande associazione americana di genitori di psichiatrizzati ndt). Mio padre osservò che molti genitori del loro gruppo erano frustrati perché i loro figli rifiutavano le "cure". Mio padre continuava a osservare la mia esperienza e notava che il "trattamento" non sembrava offrire alcuna risposta e non era molto umano. Io ero totalmente compiacente, ma ora capisco perché così tanti di noi lo rifiutavano!

Entrambi i miei genitori notarono che il "personale" presso le strutture che ho frequento  mancava di intuizione ed era mal pagato. I miei genitori sentivano che i dottori non riuscivano ad ascoltare i pazienti e ignoravano ciò che contava di più. Mio padre lesse 'On My Own' (Da noi stessi ndt) di Judi Chamberlin : Alternative controllate dal paziente al sistema di salute mentale . Un giorno, mi disse: "Penso che tu debba iniziare a pensare ai diritti umani".

A quel punto era così preoccupato per il modo in cui i pazienti come me erano stati trattati che assunse una posizione come Monitor NAMI. Visitò gli ospedali statali nel Massachusetts e chiese ai pazienti della loro esperienza lì. Probabilmente, mio padre passò più tempo a parlare con loro di quanto non avessero mai fatto i dottori.

Durante tutti gli anni in cui ero una malata di mente, i miei genitori erano eccellenti sostenitori che si interrogavano costantemente su ciò che i dottori stavano facendo, anche se la mia fede nella psichiatria era incrollabile. Sono stati mamma e papà a telefonare ripetutamente al dottore che mi aveva prescritto il litio, ricordandogli che sarebbe stato meglio testare i livelli ematici del farmaco. Più tardi, i miei genitori hanno insistito sul fatto che il medico successivo testasse i miei livelli di ormone tiroideo (e avevano ragione ).

Tuttavia, continuavo a pensare ai miei genitori come fuori moda, insistendo sul fatto che gli psichiatri e lo staff ne sapessero di più. Tuttavia, quando questi provider hanno fatto cose che mi hanno offeso, sono andata direttamente da papà a lamentarmi. Mi ha sempre bloccato!

Un decennio più tardi, quando mi fu dato l'elettroshock ("terapia elettroconvulsiva o ECT") per la mia "malattia mentale resistente al trattamento", entrambi i miei erano contrari - anche se ero totalmente convinta che fosse "sicura". Continuarono a difendermi e stavano al mio fianco anche mentre mio padre stava morendo di cancro. Solo dopo mi resi conto che i cambiamenti negativi in me, in particolare i problemi cognitivi dopo l'ECT, non erano una nuova malattia mentale che avevo improvvisamente sviluppato, ma un risultato dello stesso "trattamento" della ECT. 

Rifiutare il sistema
Sono uscita dal sistema di salute mentale per un colpo di fortuna. Quando avevo 40 anni, ero già stata ricoverata in ospedale più di 50 volte. Non ho mai realizzato nulla di ciò che potrebbe essere sbagliato o crudele. Adoravo  ancora i miei dottori e la pratica della psichiatria, anche se avevo messo in discussione il motivo per cui non ero in grado di adattarmi a nessuna delle loro categorie di malattia.

Dopo essere stata crudelmente privata dell'acqua in un ospedale, ho compiuto un'inversione completa di marcia a 53 anni. (Il litio causa sete estrema e può portare a una condizione chiamata diabete insipido ). Era la prima volta che mi sentivo così traumatizzata. Avevo paura della mia vita, temevo di morire di disidratazione.

Questo incidente mi ha cambiato in molti modi, alcuni dei quali non così buoni. Ho più difficoltà ad andare d'accordo con altre persone ora, e sono diventata più incline allo stress post-traumatico. Gli amici che non avevano capito, hanno smesso di parlarmi. Mi sono solo arrabbiata,  isolata e solitaria. Un giorno, ho capito che avevo bisogno di lasciare la città, di andare lontano dove nessuno conosceva il mio passato. Non ho detto nessuno dei miei piani.

Lasciai il paese per trasferirmi in Uruguay con il mio cane. Non tornai per due anni e non tornai mai in Massachusetts. Questo esodo e il "time out" mi hanno aiutato a capire quanto fosse dannoso per me il sistema di salute mentale. Ho anche compreso che non sono mai stata veramente "malata di mente". 
La malattia mentale è una definizione completamente falsa che fa affermare alla classe dominante che alcune persone sono esseri umani inferiori o difettosi. I "trattamenti" raccomandati fanno di più per emarginarci e zittirci piuttosto che aiutarci. Questo tipo di pensiero pericoloso, l'idea che queste malattie inesistenti debbano essere soffocate, ora è più pervasivo nella società che mai. È una forma sovversiva di eugenetica.

Dopo avere lasciato gli Stati Uniti, mi sono ricordata di qualcosa che mia madre mi aveva detto quando avevo solo 13 anni. Anche lei aveva sofferto di un disturbo alimentare da adolescente e si era ripresa da esso. Penso che questo sia accaduto intorno al 1940, quando le parole "disturbo alimentare" non esistevano. Lei  recuperò in soli due anni, completamente senza "cure" di salute mentale. Realizzando questo, mi sono sfidata ripetutamente: se la mamma l'ha fatto, anch'io potrei farlo.

Sorprendentemente, ciò che mi ha curato del mio disturbo alimentare non era un tipo di "trattamento", ma l'allontanarmi dagli psicofarmaci e dalla terapia e, soprattutto, porre fine alla mia autoidentificazione come paziente mentale. Ora sono completamente indipendente, fisicamente in forma, attiva e felice. Ho persino sviluppato il mio protocollo per aiutarmi a recuperare il funzionamento dei reni che il litio mi ha distrutto. Descrivo questo nel mio prossimo libro, Life After Lithium . Per lo più scrivo su come smettere di pensare come un paziente mentale!

Grazie, mamma e papà
Ora che sono completamente fuori dal sistema di salute mentale, se potessi guardare indietro e dire qualcosa ai miei genitori in questo momento, li ringrazierei ancora e ancora per avermi dato una solida educazione, per insegnare a me e ai miei fratelli l'alpinismo e la buona alimentazione.

Ringrazio mia madre per la sua instancabile insistenza sul fatto che stavo bene così come sono. Era un eccellente modello, una ballerina che ballava con la sua musica. Voleva che pensassi in modo indipendente, che leggessi e studiassi musica. La mamma era testarda in molti modi, e sono grato che in qualche modo abbia ispirato questo tratto in me.

Vorrei ringraziare mio padre per avermi insegnato una buona morale. Gli sono grata per la mia educazione ebraica (anche se odiavamo tutti la scuola ebraica). Quando mio padre stava morendo di cancro, mi ha detto qualcosa che ho portato con me in tutti questi anni: "Julie, lo farai un giorno."

Vorrei tanto ringraziare ancora e ancora papà e papà per avermi difeso, per aver resistito ai medici anche quando non potevo farlo nel mio stato di drogata e conforme. Direi a mamma e papà che sono loro che mi hanno incoraggiato a pensare e ad agire in modo indipendente, anche se ciò significava essere diversi, anche se significava che ero l'unica a parlare. Direi ai miei genitori che sono orgogliosa di chi sono oggi e li ringrazio per avermi aiutato a diventare quella persona.

Stranamente, assomiglio molto alla mia defunta madre ora. Sono orgogliosa di portare una parte di lei dentro di me. E se potessi, direi a papà, in questo momento, circa 20 anni dopo la sua morte: "Ehi, papà, avevi ragione".

Questo pezzo è tratto da un capitolo del prossimo libro di Julie, Life After Lithium .

fonte : madinamerica.com

sabato 8 giugno 2019

Dalla depressione al buco nero: il ruolo degli antipsicotici



Oggi è un giorno triste. Ha saputo che la compagna di un mio conoscente, diagnosticata bipolare I si è tolta la vita gettandosi nel vuoto. Il suicidio di un bipolare, è una tipica risoluzione da manuale di psichiatria. Sappiamo infatti che  tra le persone con tale diagnosi, circa una su 2  tenteranno il suicidio prima o poi e alcuni riusciranno nell'impresa. Questa statistica  è la prima cosa che gli psichiatri ti dicono naturalmente per farti capire a cosa vai incontro se non segui alla lettera e diligentemente i loro 'trattamenti terapeutici' che consistono come sappiamo di neurotossine preferibilmente in cocktail.  Come se fosse ormai assodato che gli psicofarmaci e in generale la presa in carico e le  cure psichiatriche impedissero una tale drastica risoluzione. Peccato però che ignorano un'altra statistica che evidenzia invece che i suicidi sono di numero inferiore per chi non fa alcuna cura, oppure ancora un'altra dalla quale si evince che la probabilità di togliersi la vita aumenta di circa 30 volte dopo la dismissione da un reparto psichiatrico. 

Si potrebbe allora obbiettare che queste statistiche sono solo numeri che non riflettono la realtà o che altri  fattori più o meno sconosciuti concorrono all'aumento dei suicidi tra i quali l'aggravamento improvviso della presunta malattia mentale. Insomma la psichiatria e gli psichiatri avranno sempre la scusa pronta per coprire i loro crimini, anche ripetiamolo nella assoluta convinzione di agire per il bene del paziente e di fare la cosa migliore. D'altra parte però i crimini restano tali e i colpevoli ne dovranno rispondere davanti al loro Karma oltre che davanti alla loro coscienza. E se è vero che la legge di causa effetto è precisa e inevitabile, non vorrei proprio trovarmi nel loro panni. 

So che questa donna aveva subìto vari ricoveri con conseguente 'trattamento' standard a base di tossici neurolettici somministrati anche con la forza senza possibilità di scampo. 
Nella mia trentennale esperienza di 'bipolare' ho attraversato diverse crisi, chiamate convenzionalmente 'episodi  maniacali'. Stranamente però la maggioranza di queste crisi si sono concentrate in un periodo di 6 anni in cui ero 'conforme' cioè quando seguivo diligentemente la 'terapia' a base di stabilizzatori dell'umore. Prima con il litio, poi con antiepilettici. Di queste 4 crisi, 3 le ho smaltite in TSO, portato a forza  le prime due volte, convinto con le buone maniere poi. 
Quindi ho avuto modo di valutare sulla mia pelle che la cosiddetta 'fase down' che segue inevitabilmente la mania, era assai più grave se prima avevo assunto neurotossine.  Come posso affermarlo con sicurezza? Semplicemente perché ho affrontato e risolto altre crisi senza ricorrere a questi veleni. 
La riprova l'ho avuta infine nell'ultimo episodio 'maniacale' dove mi sono stati somministrati neurolettici depot (quindi molto più a lungo ) rispetto al passato. 
Ricordo per chi non lo sapesse, che queste iniezioni intramuscolo di veleno a lento rilascio durano 15 giorni, un mese o anche di più, non possono essere dismesse nemmeno se si ha un effetto avverso importante grave e immediato. Sono il peggio del peggio che la perversa mente dei ricercatori psichiatrici farmaceutici (veri e propri sadici secondo me) possa essere in grado di escogitare. 

Non ce la faccio a descrivere con le sole parole cosa accadeva dentro di me durante questa ultima depressione. Posso provare a fare delle analogie, ma saranno sempre lontane dal dare un'idea precisa di come mi sentivo. Come era accaduto anche le altre volte, la fase down arrivò rapidamente dopo circa un mese dal rilascio dal reparto psichiatrico. Sapevo bene cosa mi aspettava, come mi sarei sentito, con tutta la sintomatologia classica e i pensieri di fallimento e annullamento che non sto qui a elencare. Sarebbero ricominciati i rimuginii con il consolante pensiero pressoché costante che avrei potuto togliermi la vita e finirla ma sapevo anche stringere i denti e andare avanti, in fondo non era qualcosa di veramente impossibile da sopportare a parte alcuni brevissimi attimi di smarrimento, e poi sarebbe durata solo un paio di mesi, insomma avevo le spalle larghe, ero provato da grandi delusioni e perdite nella vita, tra le quali la più grande in assoluto sicuramente l'improvvisa morte di mio padre per infarto, il mio idolo quando ero adolescente. Avevo un metro di paragone per la sensazione di vuoto e di estrema tristezza del massimo livello, non avrei mai potuto sperimentare qualcosa di ancora peggiore. Ma al peggio, sappiamo che non vi è mai fine; quella volta c'era  una cosa nuova: c'era l'inferno intero, un enorme buco nero che mi avvolse. 

Un bel giorno mi svegliai con il vuoto assoluto davanti. Magari fosse stato soltanto un vuoto opprimente, la tipica pressione al plesso solare o il buco nello stomaco che già conoscevo molto bene. Era qualcosa di veramente inedito, non riuscivo a pensare ad altro che: "cavoli, cosa mi sta succedendo?"  
Non riuscivo a stare da nessuna parte. Sia che mi distendessi a letto, che mi sedessi o che mi muovessi non riuscivo a stare nel mio corpo. Non riuscivo a sopportare la mia mente, non avevo alcun modo per distrarmi, anzi, non riuscivo proprio a distrarmi con niente, nemmeno facendo la cosa più bella al mondo. 
Riuscivo a comunicare, a parlare con la mia donna, a mangiare anche se avevo un appetito scarsissimo, quando invece normalmente apprezzo molto il buon cibo. 
L'unica cosa che riuscivo a fare, per fortuna era dormire. Il sonno era l'unico momento di vera quiete dove il malessere magicamente spariva. Peccato che non potevo dormire sempre 24 ore su 24 fino al giorno in cui mi sarei svegliato senza sofferenza. Quando durante il sonno mi svegliavo, c'èra un attimo, un brevissimo istante di incoscienza dove stavo bene (o per meglio dire non stavo male) prima di venire di nuovo risucchiato in quel buco nero. Mi aggrappavo a quell'attimo, dove ero allo stesso tempo libero dall'incoscienza totale del sonno e dalla sofferenza come l'affamato che pregusta un buon pranzo  dopo un lunghissimo digiuno forzato. O l'amante che anela al culmine dell'atto sessuale.  Momento breve ma molto intenso. 

La mia ipotesi è che questa volta si era aggiunta quella che chiamano Acatisia, una sensazione terribile di irrequietezza che spesso porta al suicidio, un effetto tipico dei farmaci neurolettici. 
Da esperto conoscitore ormai della depressione in quanto già attraversata per diverse volte, sapevo che se riuscivo a distrarmi con qualche occupazione piacevole, se stavo più al sole o nella natura se cercavo di fare esercizio fisico potevo cavarmela relativamente bene e pure con il pensiero fisso di annullamento avrei stretto i denti e aspettato che passasse da sola. Ma niente mi aveva preparato a quella cosa li.
A quel tempo non avevo un lavoro continuativo che potesse distrarmi, e comunque molto probabilmente non sarei stato in grado di svolgerlo. Era però estate e potevo stare sulla spiaggia al mare e fare il bagno. Ma quando andavo al mare, mi prendeva un irresistibile desiderio di annegare. Amo molto fare il bagno al mare e solitamente sto a lungo in acqua e mi spingo al largo, appena prima delle boe di sicurezza e a volte anche oltre se le condizioni lo permettono.  In quei giorni avevo paura di immergermi o se lo facevo, cercavo di stare vicino alla riva e per poco tempo. Il resto del tempo lo passavo sotto l'ombrellone a rimuginare pregustando le sensazioni di soffocamento, di come sarebbe stato il mio annegamento nei minimi particolari. Pensavo ad esempio al magnifico " Klein und Wagner" di Hesse al momento finale di quando fa morire il protagonista proprio di annegamento. 

Un  antico detto orientale recita: "Da un grande male può arrivare un grande bene" e in effetti, nel disperato tentativo di cercare il più piccolo appiglio per provare in qualche modo a risalire, provai a smettere di fumare per vedere l'effetto che faceva.  Quando sei in quelle condizioni non so perché, riesci ad apprezzare il più lieve miglioramento. E infatti se non fumavo stavo leggermente meglio, ne seguì che da quel preciso momento smisi completamente di fumare senza alcuno sforzo e con facilità (ma avevo anche letto il fantastico libro di Carr come ho avuto modo di scrivere in precedenza) ancora oggi a distanza di 7 anni da allora riesco a mantenermi ex fumatore. 

In conclusione, capisco molto bene come qualcuno possa compiere un gesto estremo in determinate condizioni. Io sarò forse stato più fortunato. Ricordo che quando andavo nel mio appartamento a 4° piano dove stavo per alcuni periodi, quando mi sporgevo dal balcone guardavo con bramosia il solido pavimento di piastrelle color mattone, fantasticando su quale mio organo avrebbe toccato per primo il fondo. Ma fra il pensarlo e il farlo vi era allora un abisso. 
Questa donna forse ha trovato il coraggio della disperazione, ma io conosco bene anche  come ci si sente quando sei preda dell'acatisia. 
E chissà, forse non si sarebbe mai spinta così oltre se non avesse subito la violenza degli antipsicotici depot , oggi così di gran moda e osannati dagli psichiatri tutti. Ecco dunque l'ennesima vittima della psichiatria, portatrice di disabilità e morte. Una tragedia che forse si poteva evitare.  Ma non temete; i loro medici curanti continueranno a dormire sonni tranquilli senza alcun rimorso e anzi, per loro sarà soltanto l'ennesima conferma della pericolosità della famigerata malattia mentale chiamata disturbo bipolare di tipo I.

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