Recupero

Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da se stessi?

Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci, anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte né che gli psicofarmaci curino qualcosa. Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che, lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.
Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.

Attenzione: È potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. È importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci. Se il vostro psichiatra accetta di aiutarvi a farlo, non date per scontato che sappia come farlo al meglio, anche se dice di avere esperienza. Gli psichiatri non sono generalmente addestrati sulla sospensione e non possono sapere come riconoscere i problemi di astinenza. Numerosi problemi di astinenza sono mal diagnosticati come problemi psichiatrici. Questo è il motivo per cui è bene educare se stessi e trovare un medico che sia disposto ad imparare con voi. In realtà tutti i medici dovrebbero essere sempre disposti a fare questo ai loro pazienti che lo desiderano.

mercoledì 4 aprile 2018

Come chiamare correttamente gli psicofarmaci

Questo articolo di Peter Breggin, lo dedico a tutti quelli che considerano gli psicofarmaci 'inevitabili' per il benessere mentale. Come può essere di beneficio un veleno, una neurotossina? 
Mi si risponderà che anche un potente battericida può essere tossico per il corpo umano, pur essendo impiegato come salvavita. Questa è una scusa ridicola in quanto nella psichiatria non si usano le neurotossine soltanto 'al bisogno' ma vengono addirittura iniettate in modalità 'depot' a lento rilascio e per una durata indefinita del 'trattamento'. Quale trattamento di emergenza in medicina è fornito per tutta la vita?  
Nella medicina allopatica si usano anche 'trattamenti' vita natural durante ma questi servono a sopperire a funzioni biologiche che nel corpo sono compromesse. Un esempio classico è il diabete di tipo 1 ove il pancreas non riesce più a produrre una sostanza vitale come l'insulina, che dovrà allora essere fornita dall'esterno e per tutta la vita. 
Al contrario, nelle cosiddette malattie mentali non esistono prove di alterazioni biologiche tali da giustificare l'uso continuativo di neurotossine. Ma anche se fossero individuate delle carenze, nessun farmaco psichiatrico scoperto fin'ora sarà in grado di correggere tali carenze. 
Nel caso della malattia chiamata pellagra ad esempio, sappiamo che vi è una carenza di vitamina B3. Ha molto più senso correggere tale carenza attraverso l'apporto di tale vitamina anche per tutta la vita se necessario. Questa era la cura per la schizofrenia del noto psichiatra canadese Abram Hoffer. 

Oggi le neurotossine vengono impiegate per la stabilizzazione dei pazienti psichiatrici  a vita. Ho già parlato ampiamente del litio in passato, forse la più tossica delle neurotossine. Esiste ancora qualcuno che crede, magari perché il suo  psichiatra  gliel'ha detto, che il litio serve a riequilibrare una  carenza nel cervello di tale sale metallico. In altri termini, chi ha il cosiddetto disturbo bipolare di tipo I necessiterebbe di litio perché risulterebbe carente di questa sostanza. Sarebbe allora come per esempio affermare che  si è ansiosi perché manca l'alcool nell'organismo, dato che questa sostanza di abuso ha effetti positivi sull'ansia. E' lo stesso tipo di ragionamento.
La cosa peggiore è che la gente  crede a simili assurdità  e cade nella trappola senza uscita dell'intossicazione cronica da litio. Ma tanto lo sappiamo già, meglio avere i reni distrutti, la tiroide compromessa, e chissà quante altre magagne causate da anni  di litio a dosaggi tossici piuttosto che tornare preda della terribile malattia mentale. 
Queste persone ignorano dei fatti importanti: per prima cosa si può avere lunga stabilità senza bisogno di litio o altri veleni come dimostrano le esperienze di tanti 'maniaco-depressi' in remissione. In secondo luogo, sarebbe proprio l'improvvisa alterazione della concentrazione ematica del litio a causare i problemi tanto temuti delle ricadute. Chi prova a dire a queste persone che starebbero ugualmente stabili senza litio, solo osservando alcune regole  per migliorare uno stile di vita malsano? Purtroppo spesso la gente preferisce la morte  piuttosto che abbandonare le proprie abitudini nocive. 



Come dobbiamo veramente chiamare gli psicofarmaci?
Di Peter Breggin, MD 
17 gennaio 2018

V'è un unico termine scientifico che descrive più adeguatamente i farmaci psichiatrici. Non molto tempo fa, l'ho usato in tribunale in diverse occasioni durante la mia testimonianza per spiegare perché gli psicofarmaci possono avere effetti disastrosi sul cervello, la mente, e il comportamento.

Il mio uso di questo  termine ha fatto arrabbiare gli esperti dall'altra parte che hanno dichiarato: “se si cerca nella letteratura scientifica, solo il Dr. Breggin usa questa parola per descrivere gli psicofarmaci.” In effetti, c'è una lunga tradizione dell'uso di tale termine che è stato in gran parte escluso dalla letteratura ufficiale psichiatrica ma rimane vivo nella ricerca e, a volte compare nella letteratura clinica.

La parola  che esorto tutti a iniziare a utilizzare in maniera regolare, è neurotossina. Il termine “neurotossina”  scardina i miei colleghi, perché è un vero descrittore per ogni prodotto chimico psichiatrico e perché apre la porta ad un'analisi onesta di come questi veleni abbiano un impatto sul cervello umano e la vita mentale.

Che cosa è una neurotossina?
Una tossina è “un qualsiasi veleno immesso nell'organismo.” Una neuro tossina è “una sostanza che altera la struttura o la funzione del sistema nervoso .” Un  definizione alternativa a neurotossina è “una sostanza velenosa che agisce sul sistema nervoso e disturba la normale funzione delle cellule nervose.” Dal punto di vista medico, una neurotossina è "una qualunque tossina che agisce specificamente sul tessuto nervoso." 

Non v'è alcun modo razionale per argomentare contro l' introduzione di sostanze chimiche psichiatriche nella categoria delle neurotossine. Tutte le sostanze psichiatriche alterano “la struttura o le funzioni del sistema nervoso” e perturbano “la normale funzione delle cellule nervose.” Tutte agiscono “specificamente sul tessuto nervoso.”

In che modo le aziende farmaceutiche cercano di creare neurotossine  psichiatriche?
Le compagnie farmaceutiche sperimentano i loro futuri prodotti per interrompere e alterare le funzioni del cervello su animali normali prima di iniziare a testarli sugli esseri umani. Quando un potenziale farmaco psichiatrico non riesce ad alterare, distruggere o compromettere la funzione normale nel cervello dei mammiferi, le case farmaceutiche lo scartano come inutile per un trattamento psichiatrico.

Il Prozac, per esempio, è il risultato di una intensa ricerca  per ottenere una sostanza chimica che avrebbe potuto interferire con il normale funzionamento della neurotrasmissione della serotonina  nel cervello animale e umano. Allo stesso modo, non è un caso che tutti i farmaci antipsicotici interrompono la neurotrasmissione della dopamina  nel cervello animale e  umano.

L'obiettivo biochimico di tutti i farmaci psichiatrici è l'interruzione della normale neurotrasmissione nel cervello. I primi grandi ricercatori psichiatrici, Delay e Deniker, lo sapevano e discussero apertamente gli effetti neurotossici dei farmaci che  iniziarono la rivoluzione in psichiatria nel 1950, tra cui la Torazina (clorpromazina) e l' Haldol (aloperidolo).



Negare la  neurotossicità
Il problema per la psichiatria moderna è che l'uso di questa terrificante parola , neurotossina, almeno annulla l'ipotesi ingenua o fraudolenta che i farmaci psichiatrici sono relativamente sicuri e che fanno più bene che male. Accettare che tutti i farmaci psichiatrici sono neurotossine rende ridicole tutte le affermazioni del tipo: “correggono gli squilibri biochimici”, “migliorano i neurotrasmettitori” o “curano le malattie.” Quando si assume una neurotossina in dosi sufficienti per cambiare in modo osservabile vita mentale umana e il comportamento, c'è poca o nessuna possibilità che i benefici siano superiori ai rischi, anche nel breve periodo, e vi è  una quasi certezza di un certo grado di danno persistente dopo mesi e anni di esposizione.

Chiamando  neurotossine gli psicofarmaci, facciamo chiarezza sul fatto che essi non sono intrinsecamente terapeutici e che i loro effetti probabilmente sono il risultato del danno delle funzioni cerebrali. Sulla base di quello che sappiamo sulle neurotossine in generale, dal gas nervino ai farmaci antipsicotici, chiamarli neurotossine dovrebbe, almeno, farci riflettere sulle potenziali catastrofi tossiche e  sugli effetti negativi irreversibili quasi inevitabili a lungo termine.

Quanto sono tossici gli psicofarmaci?
Una breve lettura di qualsiasi documento di approvazione della FDA  contenente informazioni prescrittive complete per qualsiasi psicofarmaco confermerà che produce una vasta gamma di impatti neurotossici gravi. I presunti benefici dei farmaci sono difficili da dimostrare scientificamente, e sono più che mediocri; ma i loro effetti neurotossici sono indiscutibili e troppo spesso letali.

Per ogni antidepressivo che L'FDA ha approvato, l'informativa completa contiene il seguente avviso, in questo caso, dalla versione 2017 del Lexapro :

"Tutti i pazienti trattati con antidepressivi per qualsiasi indicazione devono essere controllati in maniera appropriata e strettamente monitorati per il rischio di un  peggioramento clinico, per comportamento suicida, e inusuali cambiamenti nel comportamento, specialmente durante i primi mesi di terapia farmacologica, o in momenti di cambiamenti di dose, in aumento o diminuzione.

I seguenti sintomi: ansia, agitazione, attacchi di panico, insonnia, irritabilità, ostilità, aggressività, impulsività, acatisia (irrequietezza psicomotoria), ipomania e mania, sono stati riportati in pazienti adulti e pediatrici in trattamento con antidepressivi per il disturbo depressivo maggiore e come per altre indicazioni, sia psichiatriche e non psichiatriche."

Ricordando che anche i pazienti “psichiatrici” possono essere afflitti da questi effetti potenzialmente tragici, la FDA rende chiaro che il farmaco, e non disturbo mentale del paziente, è la causa di queste reazioni. Solo una potente neurotossina potrebbe avere un impatto così devastante sul cervello, la mente e il comportamento.

La descrizione degli effetti degli antidepressivi assomiglia notevolmente a una discussione generale sulle “Manifestazioni comportamentali di neurotossicità delle neurotossine psichiatriche”: 


"La neurotossicità è l'interruzione del sistema nervoso derivante dall'esposizione alle tossine ambientali. Manifestazioni tipiche includono cambiamenti nella funzione cognitiva e lo sviluppo di disturbi della memoria neurodegenerativa, cambiamenti nella funzione neurologica,umore / disturbi psichiatrici. ... cambiamenti di umore che si vedono spesso in misura diversa nella neurotossicità includono aumento di ansia, depressione, irritabilità, impulsività, e psicosi." 

Come ogni potente neurotossina, gli antidepressivi possono causare crisi neurotossiche estreme. La maggior parte dei farmaci antidepressivi causano una sindrome serotoninergica che sconvolge così tanto il cervello che molti pazienti trattati moriranno. L'FDA ha approvato informazioni prescrittive complete per il Lexapro che descrive questa crisi neurotossica insieme con i suoi effetti tossici più generali:

"I sintomi della sindrome serotoninergica possono includere cambiamenti di stato mentale (ad esempio, agitazione, allucinazioni, delirio e coma), instabilità autonomica (ad esempio, tachicardia, labile pressione sanguigna, vertigini, sudorazione, vampate di calore, ipertermia), sintomi neuromuscolari (ad esempio, tremore, rigidità, mioclono, iperreflessia, incoordinazione) convulsioni e / o sintomi gastrointestinali (ad esempio, nausea, vomito, diarrea). I pazienti devono essere monitorati per la comparsa di sindrome serotoninergica."

Tutti i farmaci psichiatrici hanno la propria litania di effetti neurotossici gravi e tutti mostrano le proprie manifestazioni di estrema neurotossicità, come la sindrome serotoninergica, sindrome neurolettica maligna, encefalopatia da litio, depressione del sistema nervoso centrale indotta da benzodiazepine, o neurotossicità da stimolanti.

Le compagnie farmaceutiche lottano con forza per manipolare le loro sperimentazioni cliniche per dimostrare degli “effetti terapeutici”, anche marginali per i loro farmaci. Eppure, nonostante i loro sforzi per attrezzare le loro prove e  manipolare i loro risultati, in ogni studio clinico gli effetti neurotossici sono prevalentemente più evidenti e coerenti rispetto a qualsiasi presunto effetto benefico. I prodotti chimici psichiatrici sono noti come neurotossine con presunti effetti benefici terapeutici.

Allo stesso modo, quando si parla degli effetti nocivi delle sostanze chimiche psichiatriche, è il momento di lasciar andare termini eufemistici come effetti collaterali, effetti avversi, o eventi avversi. Abbiamo bisogno di parlare di effetti neurotossici.

E come dovremmo chiamare la cosiddetta “utilità” o gli “effetti terapeutici”? Potrebbero essere chiamati “effetti neurotossici ricercati.” Questi includono una miriade di segni di neurotossicità, come ad esempio l'euforia lieve o, molto più comunemente, la sedazione, il torpore emotivo, l'apatia, la depersonalizzazione, o l'indifferenza verso se stessi e gli altri.

Panoramica
Tutte le droghe psicoattive, tutti i farmaci che colpiscono il cervello e la mente-hanno effetti neurotossici di intensità variabile. Tutti raggiungono il loro effetto ricercato alterando le funzioni cerebrali superiori, spesso attenuando  o paralizzando la capacità di sentire. Le neurotossine psichiatriche sono particolarmente dannose perché le aziende farmaceutiche  le sviluppano indirizzandole verso i principali sistemi di neurotrasmettitori come la serotonina e la dopamina, a volte bloccando le loro funzioni e, talvolta, rendendole iperattive, e in tutti i casi gravemente anomale.

Sia che la gente prenda neurotossine di strada, come l'LSD o la metamfetamina, o neurotossine sociali come marijuana e alcool, o neurotossine prescritte quali i prodotti chimici psichiatrici, tutte le neurotossine compromettono la capacità degli individui di percepire o di comprendere il grado di disfunzione mentale ed emotiva che i farmaci stanno infliggendo su di loro (vedi “farmaco affascinante ”). Questo è il motivo per cui molte persone continuano a prendere sostanze chimiche nocive, tra cui neurotossine psichiatriche, anche se la qualità della loro vita diventa sempre più compromessa. Essi perdono il contatto con il reale stato del loro funzionamento emotivo e mentale. Amici e familiari in difficoltà spesso cercano di dire a queste vittime che stanno peggiorando, spesso senza alcun risultato.

Principi di neurotossicità
Sulla base della esperienza clinica e le informazioni pubblicate nei miei  libri e articoli, riporto qui la formulazione di alcuni principi fondamentali di neurotossicità. Ogni principio si applica a tutte le neurotossine psichiatriche, tra cui i cosiddetti antipsicotici; stabilizzatori dell'umore; antidepressivi; tranquillanti, ansiolitici e farmaci per l'ADHD:

La gravità e la frequenza del danno neurotossico a lungo termine tende ad aumentare con l'esposizione a dosi più elevate.
Le reazioni neurotossiche acute possono verificarsi in qualsiasi momento, e possono assumere forme caratteristiche per la classe chimica della neurotossina, come sindrome neurolettica maligna, sindrome serotoninergica, psicosi anfetaminica, encefalopatia da litio, e coma sedativo. In Tutte le crisi neurotossiche acute si dovrebbe sospettare che  provochino danni durevoli, salvo prova contraria. L'evidenza indica che tutti possono causare lesioni permanenti al cervello e la mente.
I neuroni, tra tutte le cellule del cervello e del corpo, sono particolarmente sensibili o vulnerabili alle tossine ambientali, come psicofarmaci, monossido di carbonio e piombo.
I neuroni, rispetto ad altre cellule del cervello e il corpo, hanno poco poteri rigenerativo o di recupero, e prendono più tempo per recuperare da un infortunio.

I neuroni, più di qualsiasi altre cellule del corpo, esistono in relazioni infinitamente complesse e sottili l'uno con l'altro, in modo che anche menomazioni sottili di un insieme di neuroni o un sistema di neurotrasmettitori è destinato ad influenzare negativamente gli altri. (I rapporti tra i neuroni sono probabilmente più complessi di qualsiasi altra relazione nell'universo. Devono essere così complessi da generare e / o esprimere tutte le notevoli qualità della vita umana, tra cui pensiero, sentimento, espressione e creatività.)
Le esioni e la morte dei neuroni influisce negativamente quelli che li circondano e può portare anche alla loro disfunzione e morte.
La neurogenesi (la crescita di nuovi neuroni) si verifica, ma non è un indicatore che la neurotossina psichiatrica sta migliorando la funzione del cervello. Al contrario, la neurogenesi è di solito una risposta ad e un marcatore per infortunio, come l'ictus, lesioni cerebrali traumatiche, ECT, o aggressione tossica. Inoltre, i neuroni che muoiono sono facilmente confusi nel loro aspetto con i neuroni appena creati.

Poiché il cervello è un organo integrato, la neurotossicità raramente  colpisce solo un'area discreta del cervello, la neurotossicità avrà  effetti negativi generalizzati sulle varie funzioni mentali come la regolazione emotiva e la cognizione, e sulle funzioni fisiche, come la sensazione e il controllo motorio e il coordinamento. La neurotossicità raramente produce effetti discreti, come ad esempio una paralisi o un ictus limitato a un lato del corpo o la cecità in un occhio. Invece, danneggerà la funzione generale del cervello, la mente e il comportamento dell'individuo, spesso in modo appena percettibile, come un leggero piattezza emotiva o la mancanza di impegno con gli altri e con la vita, a causa della variazione individuale e le circostanze complesse che tipicamente circondano la somministrazione di neurotossine psichiatricche.

Ancora una volta, questa varietà o spettro di effetti neurotossici è suggerito nelle informazioni prescrittive approvate  dalla FDA, complete per qualsiasi psicofarmaco. Inoltre, il vero grado di pericolosità della neurotossina psichiatrica supera sempre di gran lunga la matrice che trova la sua strada nelle informazioni prescrittive complete. Gli effetti neurotossici descritti nelle informazioni prescrittive complete sono il risultato dei  vigorosi negoziati delle compagnie farmaceutiche con una FDA, fin troppo acquiescente e inefficace.

E 'tempo di ripulire il pasticcio fuorviante delle parole in psichiatria. Dobbiamo respingere il concetto di farmaci psichiatrici e sostituirlo con neurotossine psichiatriche. Siamo in grado di smettere di parlare di effetti collaterali o effetti negativi e affrontare direttamente effetti neurotossici. Gli effetti terapeutici o benefici devono essere sostituiti con ricercati effetti neurotossici, tra cui euforia, ottundimento emotivo, apatia e indifferenza per la propria sofferenza. L'impatto di questo colloquio diretto sarà tonificante e un chiarimento per tutti coloro che desiderano conoscere, parlare e scrivere la verità su ciò che la psichiatria e le case farmaceutiche stanno davvero spingendo sulla società: un'epidemia di neurotossicità.

Fonte: madinamerica.com

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