Recupero

Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da se stessi?

Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci, anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte né che gli psicofarmaci curino qualcosa. Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che, lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.
Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.

Attenzione: È potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. È importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci. Se il vostro psichiatra accetta di aiutarvi a farlo, non date per scontato che sappia come farlo al meglio, anche se dice di avere esperienza. Gli psichiatri non sono generalmente addestrati sulla sospensione e non possono sapere come riconoscere i problemi di astinenza. Numerosi problemi di astinenza sono mal diagnosticati come problemi psichiatrici. Questo è il motivo per cui è bene educare se stessi e trovare un medico che sia disposto ad imparare con voi. In realtà tutti i medici dovrebbero essere sempre disposti a fare questo ai loro pazienti che lo desiderano.

lunedì 20 novembre 2017

La maledizione della diagnosi psichiatrica

Una delle cose più difficili da capire, e non mi stancherò mai di ripeterlo, è la faccenda della 'profezia che si autoavvera' riguardo alle diagnosi psichiatriche. 
Difficile perché è una cosa talmente sottile e ben architettata che gli stessi artefici delle diagnosi non ne sono consapevoli e spesso agiscono credendo di fare la cosa giusta e per 'il bene del paziente'. 
Quindi sono contento che nel mondo qualcuno ne parla e prontamente io traduco il seguente articolo, scritto da uno psicologo con una lunga esperienza dal 'fronte' come attivista dissidente. 
Il temine 'maledizione' di per sé ha ben poco di scientifico, evoca oscure pratiche, la supertizione, la credulità popolare ma in questo contesto sembra il più appropriato. 
Ricordo che venne usato, forse per la prima volta da Thomas Szatz nella sua celebre frase: 

"Quando un prete benedice l'acqua, la fa diventare santa, e,in tal modo, portatrice dei più benefici poteri. In modo analogo, quando uno psichiatra maledice un essere umano, esso diventa uno schizofrenico, e, in tal modo, portatore dei più malefici poteri.
Come "divino" e "demoniaco", "schizofrenico" è un concetto meravigliosamente vago nel suo contenuto e terribilmente spaventoso nelle sue implicazioni"

Se posso immaginare quello che state pensando a questo punto, sarà qualcosa tipo: "si d'accordo ma.. nel mio caso è diverso" bla bla ecc, è naturale, d'altronde è quello che ho sempre pensato anche io. E' difficile da capire anche perché somiglia molto a quelle 'baggianate' sulla legge di attrazione dove  all'inizio magari uno pensa che, ok potrebbe essere così , poi prova a mettere in pratica quello che dicono e non succede proprio un bel nulla, oppure  le cose vanno ancora a peggiorare. 
Beh, in effetti io credo che la legge di attrazione funzioni, ma funziona ancora meglio in negativo perché non è necessario alcuno sforzo perché le cose vadano a ramengo. Mentre al contrario può essere necessario un grande sforzo per trasformare una tendenza vitale da negativa in positiva. 

Il mio umile consiglio è quello di riflettere bene sulle parole che seguono, chissà , magari si accende una piccola lampadina e vi viene la voglia di fare qualcosa per cambiare in meglio una situazione dolorosa e pesante che vi trascinate dietro da anni, una volta per tutte. 




La diagnosi psichiatrica ha l'impatto di una maledizione medica?

Di Michael Cornwall, PhD
24 settembre 2017


Negli ultimi 40 anni come terapeuta e attivista dissidente, ho conosciuto molte persone che sono state talmente influenzate negativamente dalla loro esperienza soggettiva di ricevere e indefinitamente sopportare una diagnosi psichiatrica, che sono propenso a considerare tale etichettatura disumanizzante come un qualcosa che equivale ad una maledizione medica.

Una maledizione è definita come: "Una solenne affermazione per invocare un potere soprannaturale per infliggere danni o punizioni a qualcuno". Naturalmente, i professionisti della salute mentale non intendono danneggiare nessuno quando solennemente proclamano dalla loro posizione di autorità medica che una persona ha un disordine o una malattia psichiatrica permanente, come definito nel modello di malattia psichiatrica e codificato nel DSM. Ma più e più volte ho visto le conseguenze di quel potente rituale di ricezione e di internalizzazione di una diagnosi permanente e patologica. Queste etichette del modello di malattia non considerano le perdite personali, le esigenze non soddisfatte, l'isolamento, i traumi e la tossicità sociale che influenzano le nostre vite in modo doloroso.

Molte persone lottano per decenni o  effettivamente soccombono e perdono la loro vita a causa del dolore emotivo e del peso corrosivo della loro esperienza di essere così inequivocabilmente etichettati. La loro etichetta psichiatrica è oggettivamente e fortemente rafforzata dai trattamenti psichiatrici pregiudizievoli che accompagnano e seguono sempre l'etichetta dichiarata ufficialmente.

Inoltre, anche se i trattamenti dannosi vengono sempre forniti con  intenzioni benevole, se non benigne,  ogni ospedalizzazione,  appuntamento clinico e prescrizione scritta e consegnata di farmaci psichiatrici è un verificatore oggettivo e in tempo reale a rinforzo del "fatto" indelebile della validità dell'etichetta diagnostica, che dovrà essere mantenuta per il necessario "trattamento" medico continuativo.

Nel mio articolo precedente "Il processo della diagnosi psichiatrica si qualifica come una cerimonia di degradazione?" Illustro le dinamiche sociali che consentono agli specialisti di condurre rituali medici nella nostra società e di essere investiti con il potere di ridefinire definitivamente la persona del "paziente mentale": identificare valutare, diagnosticare e trattare.

In questo scenario rituale di diagnosi / degradazione, credo che si verifichi un'antica esperienza soggettiva umana nella persona diagnosticata, il quale ha tutti gli elementi per diventare il destinatario di ciò che può essere descritto solo come una maledizione.

Qualche anno fa, un mio buon amico, ora ottantenne,  stava lottando per realizzare un libro sulla sua vita che aveva voluto scrivere per decenni. Mi raccontò che quando era un giovane paziente in un ospedale psichiatrico,  disse al suo psichiatra che voleva scrivere un libro sulla sua vita. Il suo psichiatra rispose: "L'idea che stai per scrivere un libro è una grande illusione, è un sintomo della tua malattia mentale!"

Il mio amico mi chiese: "Pensi che ciò che lui disse molto tempo fa abbia ancora l'effetto di trattenermi, Michael? Mi ricordo che la sensazione terribile di affondare, di sentirmi dire che è stata solo una grande illusione della mia malattia, ogni volta che ho iniziato a scrivere il mio libro non ci sono riuscito,  sembra che in qualche modo mi faccia smettere di cercare di scrivere ".

Gli risposi: "Tu sei stato  maledetto".

Gli occhi del mio amico  si spalancarono e la mascella cadde mentre disse: "Cosa hai detto?"

"Ho detto che ti hanno maledetto. Credo che lui ti abbia dato una maledizione medica dalla sua posizione di alto potere su di te, e dalla sua totale convinzione che solo lui conosce la verità sulle tue capacità. Lui credeva che tu avessi manie di  grandezza, dato che ti ha visto come sempre come una persona  compromessa e malata mentale a causa della diagnosi che ti aveva dato. "

Il mio amico poi pianse dolcemente mentre scuotendo la testa  disse ripetutamente: "Mi ha maledetto. Mi ha veramente maledetto ".

E finalmente disse: "Scriverò quel dannato libro, fosse l'ultima cosa che faccio!"

Non credo che possiamo sottovalutare il potere spaventoso di ricevere tali proclamai sulla nostra personalità da parte delle persone deputate dalla nostra cultura a servire come arbitri di verità, come il potere sacerdotale dei loro predecessori che maledicevano chi credevano che  meritassero tali conseguenze.

E' una parte della distorsione, della confusione e della mistificazione dell'esperienza che RD Laing ha descritto, che accade quando siamo catturati in un legame ricevendo due messaggi contraddittori di noi stessi da altri, che aiuta a creare l'aura torbida di una maledizione medica quando siamo etichettati.

Questo doppio legame insostenibile avviene quando in sostanza ci viene detto con gentilezza: "Sono un medico che ha a cuore solo il tuo interesse, proprio come tutti i numerosi medici, infermieri e personale sanitario che ti hanno aiutato sin da quando eri un bambino piccolo e fragile. Sulla base della mia formazione e della migliore scienza medica di oggi, è necessario riconoscere che adesso ti viene diagnosticata una grave malattia mentale o un disturbo psichiatrico con cause principalmente genetiche, biologiche e neurologiche. Quando ti riceviamo in ospedale contro la tua volontà e ti diamo forti iniezioni di droga psichiatrica nel tuo corpo contro la tua volontà, mentre sei immobilizzato con diverse legacci sulla pelle, ma è sempre per il tuo bene. La tua rabbia, paura e tristezza che esprimi in risposta a questo nostro trattamento  necessario sono sintomatici della tua malattia mentale."

In altre parole, il messaggio dice: " A noi ci interessi anche quando ti sezioniamo e tu non puoi accettarlo, sempre  per la tua malattia che ci impone di continuare a farti del male a tempo indefinito".

Penso che la natura umana regredisca e si senta molto vulnerabile quando siamo spaventati e isolati, e che le figure quasi parentali di medici, infermieri e altri addetti ai servizi sanitari diventano per noi così importanti nei nostri momenti di necessità che le loro parole ci arrivano dritte al cuore.

Ma questo processo di internalizzazione può distruggerci. Perché sbagliano su ciò che sta causando e ha causato la nostra sofferenza emotiva.

Non sanno che sbagliano, quindi lavorano come  operatori professionali che vogliono solo il meglio per noi, perché credono effettivamente di sapere cosa è meglio per noi. Tragicamente, le loro opinioni grossolanamente false su di noi, che ci impongono, possono diventare così distruttivamente potenti come se ci avessero maledetto.

Sarebbe molto meglio, perché allora potremmo capirlo, se tale maledizione medica venisse da loro data, urlando furiosi di condanna, piuttosto che dai loro volti placidi e professionali - volti che spesso, senza conoscenza di sé stessi e di solito sconosciuti, stanno esprimendo un amichevole fascismo.

In memoria del celebre Matt Stevenson, blogger MIA e compagno pieno di cuore.

fonte: madinamerica.com

mercoledì 8 novembre 2017

Come è perché si diventa e si muore malati mentali

In questo ennesimo scritto vorrei parlare ancora dei danni della psichiatria, perché anche se sono cose già scritte c'è sempre il bisogno di ridondanza, per arrivare alla mente e si spera anche al cuore delle persone ignare, magari già inserite dentro un sistema di cui non hanno la più pallida idea di quello che gli sta facendo e dove li porterà.



Tutto il baraccone, messo su in poco più di 60 - 70 anni, ossia dall'avvento della psicofarmacologia, poggia in realtà sull'incertezza, su un grosso equivoco. L'assunto principale su cui si basa tutta la 'scienza' psichiatrica si erige sulla sabbia, ossia sul fatto dato per certo ma mai dimostrato, che tutti o quasi tutti i 'disturbi' elencati sul DSM (manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) sono vere e proprie malattie organiche. 
Ne conseguono tante cose, tra cui le più pericolose per i 'pazienti' sono : 

1 - Inguaribilità 

Da tali malattie non si potrà mai guarire, tuttavia potranno essere curate, proprio come qualunque altra malattia cronica sarà possibile tenerne a bada i sintomi grazie a 'proiettili' chimici mirati chiamati psicofarmaci. Tali sostanze sono tutte più o meno tossiche per l'organismo e hanno tutte chi più chi meno i loro bravi effetti indesiderati, i quali spesso mimano perfettamente i sintomi della presunta malattia che intendono curare. In questo modo per esempio gli effetti della dismissione, cioè quando si tenta di smettere di prendere psicofarmaci, vengono sovente considerati come il ritorno della presunta malattia. 

"Se voi e le persone intorno a voi credete che la vostra mente sarà difettosa e malata per il resto della vostra vita,  sarete lasciati senza la speranza di avere la capacità di costruire una vita. Questa previsione terribile può diventare una profezia che si auto-avvera."

Sembra una cosa inverosimile, assurda. Ma è proprio quello che succede nella realtà. Si diventa 'malati' per tutta la vita  non in seguito ad una crisi o ad una sintomatologia ben precisa, ma esclusivamente dopo una diagnosi psichiatrica fatta dopo un breve colloquio.  
E' chiaro che senza sintomi o senza alcun problema percepito, nessuno si rivolgerebbe mai ad uno psichiatra. Qui non nego la realtà di queste condizioni, qui sto cercando di dimostrare come dei problemi temporanei vengono trasformati in malattie croniche. 

"Una volta che l'albero di decisioni è attivato, gli atti del sistema medico, come una macchina, la responsabilità, i protocolli e le procedure sono i  soli considerati,  mentre il paziente si allontana da essere umano e diventa un oggetto. Ad ogni turno successivo della strada, fatidiche decisioni dannose possono essere prese e rovinare una persona per tutta la vita o ritardare inutilmente il suo recupero per anni. Parole nocive possono essere convogliate per distruggere la dignità e l'individualità di una persona"

2 - Dis-empower (Impoverimento delle risorse personali) 

Eventuali risorse personali, modi per far fronte  al disagio diversi dall'assumere una pillola diventano inutili e spesso sconsigliati, perfino impediti dalle stesse cure. Tanto è una malattia, la responsabilità di questo stato è nella genetica, nella sfortuna, nel cattivo karma, pertanto c'è poco da fare, ci si deve convivere con le buone o con le cattive. Non vale la pena darsi da fare per scavare a fondo in sé stessi per cercare di capire, non c'è proprio niente da capire! 

" In Amore, Medicina e Miracoli , il dottor Bernie Siegel, un pioniere della connessione mente-corpo in medicina, dice che i medici possono letteralmente uccidere i loro pazienti con le informazioni che trasmettono. Dicendo "non c'è più niente che io possa fare" o "mettere le cose in ordine" può determinare il destino dei loro pazienti. Queste prognosi causano paura e mettono i pazienti in una risposta allo stress perpetua, chiudendo in tal modo le loro capacità di guarigione naturale. Il Dr. Siegel ha detto: "Tutti i pazienti devono essere concordi con la convinzione che si può guarire, non importa quante sono le probabilità. " 

Tale convinzione  viene distrutta, cancellata dalle parole degli psichiatri, sepolta per sempre quando,  grazie ai loro trattamenti, la presunta malattia anziché guarire peggiorerà manifestando nuovi sintomi, finanche nuove diagnosi in un circolo vizioso senza fine. 
Per essere più precisi diciamo che vi può essere un miglioramento iniziale, dovuto più che altro alla fiducia e all'effetto placebo. Un miglioramento che  se si è molto fortunati può durare anche a lungo. Le persone si aggrapperanno a questo risultato effimero come ad un salvagente in un naufragio; per tutto il resto della loro misera vita ricercheranno il magico effetto di una cura risolutiva che non arriverà mai. 


3 - Sei difettoso/a

Una malattia mentale organica, di origine genetica implica un difetto da qualche parte del cervello. Anche se non vi sono prove di difetti nel cervello in corrispondenza di ogni presunta malattia mentale, non significa che non ve ne siano, nascosti molto bene. Si tratta solo di trovarli e la ricerca ogni anno che passa si avvicina sempre di più alla soluzione, da 100 anni a questa parte, con fantastiliardi di dollari spesi, ha sempre dichiarato di essere a un passo dalla soluzione!  Ogni nuova 'conquista' di tale scienza, ogni nuova scoperta viene puntualmente smentita dopo poco tempo, molto in sordina naturalmente rispetto al clamore iniziale.  
Gli psichiatri difficilmente ascoltano con attenzione i loro pazienti cercando di capire cosa possono avere. Forse quelli che si fanno pagare l'onorario fanno un tale sforzo di astrazione. Ma tutti indistintamente hanno in testa solo la malattia e i farmaci prescritti e da prescrivere. 
Quello che succede dopo brevi domande su come si sente il paziente, è solitamente un piccolo aggiustamento della terapia o un grande cambiamento se siamo davanti ad una crisi di una certa gravità. Ma non  si esce da questo ragionamento circolare: sintomo = farmaco = sintomo collaterale = rifarmaco.

"Non ho mai conosciuto uno psichiatra che  ascolta; che sa ascoltare veramente. Immagino che ce ne siano alcuni da qualche parte; ma io proprio non li ho trovati. Ma nemmeno la maggior parte dei "terapeuti" mi ha mai veramente ascoltato.
Tutto quello che uno psichiatra deve fare è prescrivere farmaci. Tutto quello che il terapeuta deve fare è ottenere in un certo tipo di "terapia" o "programma" che disumanizza ulteriormente, svilisce, e rafforza la BUGIA assoluta che ci ripete che siamo difettosi. Vi prego di perdonare il mio cinismo, ma dopo anni nel settore delle malattie mentali sono così stanco di essere considerato inferiore ad un essere umano, di non avere alcuna intelligenza, e di essere coinvolto in presunte attività "terapeutiche" senza senso. Non voglio più terapie. Voglio solo essere considerato il talento umano è che il buon Dio ha "così meravigliosamente fatto." È troppo chiedere ciò in  questo mondo?"


4 - Lasciate ogni speranza  

L'unica speranza che un malato di mente ha è quella di trovare, magari dopo anni e anni di esperimenti chimici sulla propria pelle, il 'perfetto' miscuglio di sostanze tossiche tale che riesca a farlo stare, non dico bene sarebbe troppo, diciamo che riesca a sopravvivere, forse anche a lavorare. 
Naturalmente sarà una vita senza grandi aspettative; un lavoro preferibilmente compatibile con lo status di 'malato', quindi di basso profilo. Se è una donna è meglio non avere l'obbiettivo di procreare, in quanto sappiamo che vi è il forte rischio di mettere al mondo un altro malato/a mentale. E comunque una madre gravemente malata, come può allevare dei figli correttamente?    

"Io lavoro in un reparto psichiatrico dell'ospedale statale. Ho chiesto a due utenti che cosa hanno fatto quando non erano in ospedale. Siete andati a pescare, avete fatto giardinaggio, oppure letto dei libri o siete andati a visitare degli amici? Hanno risposto alla mia domanda affermando che erano dei "pazienti." Ho provato  a riformulare  questa domanda in molti altri modi per assicurarmi che non avessero frainteso  e ogni volta l'unica risposta che ho ottenuto era che erano "pazienti". Alla fine gli ho chiesto quali fossero i loro sogni e le loro speranze. Uno mi ha detto che non aveva speranze e sogni. Il secondo si è seduto a pensare per po' e alla fine mi ha detto: "Non ho mai pensato di poter avere delle speranze e dei sogni." Sono andato a casa molto triste quel pomeriggio."

5 - Paternalismo 

Incombe su tutti quelli che hanno una diagnosi psichiatrica grave. Lo si sente nell'aria, lo si può notare anche tra i professionisti più progressisti e critici della psichiatria ortodossa. E' un atteggiamento mentale che fa vedere l'altro, il diverso, attraverso un muro di separazione immaginario invalicabile. Il 'noi' e 'loro' , inequivocabilmente diversi. 
Ne consegue che ogni  tentativo di relazionarsi con questi 'soggetti' più deboli, più 'incapaci', sarà al livello infantile, come se ci trovassimo di fronte a dei bambini o comunque delle persone immature. 

"La parte più straziante del lavoro all'interno del sistema pubblico di salute mentale è l'ascolto di dichiarazioni spaventose sulle persone che presumibilmente serviamo, fatte casualmente senza che nessuno batta ciglio. Nella sua forma peggiore, prende la forma di vero e proprio fanatismo che parla di altri esseri umani come se fossero meno che umani. Nella sua forma leggermente più sofisticata, diventa paternalismo - l'atteggiamento per cui le persone sono così debilitati e disabili che in realtà non hanno più autonomia o intuizione di un bambino, e che i "professionisti" hanno il diritto di ordinare a queste persone come devono vivere, muoversi e respirare".
    

Un modello di recupero fallimentare

"[Noi] abbracciamo un modello di recupero e di cura che sostiene che le persone con una malattia mentale potranno adattarsi alla propria disabilità per mezzo di un processo continuo di accettazione e di adattamento, lo sviluppo di una positiva immagine di sé, e la riformulazione delle loro aspirazioni di vita."

Ogni volta che leggo questa frase, provo una punta di tristezza. 
Si perché penso al mio percorso e a quello che sarei potuto diventare se avessi seguito il modello di recupero che mi avevano proposto. Con tutta probabilità non sarei ancora qui a questa età. Mi sarei forse già fatto fuori come conseguenza di una crisi di disperazione dovuta alla mia misera prospettiva di vita, oppure più semplicemente sarei morto di una malattia  cardiovascolare, un'ictus, o una crisi renale grave dovuta a decenni di Litio carbonato ad alto dosaggio. 
Anche ammettendo di essere ancora vivo, non avrei mai potuto svolgere un lavoro che richiede concentrazione, attenzione e grande capacità di problem-solving come quello che sto svolgendo attualmente alle dipendenze di una grande azienda.
Ho conosciuto si, persone che nonostante le cure psichiatriche  riuscivano a svolgere il loro lavoro anche complesso, ma perché essenzialmente avevano già anni di lavoro alle spalle e una conoscenza tale che praticamente il lavoro andava avanti da solo.  Mettersi però a fare qualcosa di completamente inedito la vedo molto dura. 

A questo punto una domanda sorge spontanea: 

Come si fa a recuperare la propria vita trovandosi in tali situazioni? 

La risposta, purtroppo non è semplice. Ho già affrontato la questione della liberazione dalla morsa psichiatrica nel mio lungo articolo : "Liberarsi dalla psichiatria è facile se sai come farlo" quindi non sto qui a ripetermi e rimando il lettore a questa imprescindibile lettura.    


Poesia  

Il recupero non è gestire la malattia, 
è'la scoperta del benessere

Il recupero non è aggiustare ciò che si è rotto,
E 'ricerca di totalità, di significato e scopo
Di amore per la vita

Il recupero è un viaggio
Una riconnessione a sé, agli altri, la natura, e lo Spirito
La volontà di perdonare, l'apertura verso la riconciliazione
Una ricerca per la pace

Il recupero richiede disciplina, ascolto, apprendimento e crescita
Un apprezzamento per le lezioni di passione e sofferenza
Un amore per l'umorismo

Ci vuole fede - perseveranza, e forza
Senza garanzia, senza certezza

Il recupero non è per i deboli di cuore
E 'riservato al combattente

Colui che si rifiuta di dire "morire" - 
Fino a quando lo spirito ha davvero vissuto

Vi auguro di sperimentare il recupero - 
Con tutta la sua sfida, in tutta la sua bellezza

(Duane Sherry) 


Fonte delle citazioni: 

Utenti sopravvissuti e professionisti della salute mentale in USA.  

mercoledì 1 novembre 2017

L'inferno del TSO e la psichiatria coercitiva

Una delle cose più odiose del sistema di salute mentale così com'è concepito attualmente nei nostri 'civili' paesi industrializzati è senza ombra di dubbio la coercizione. Le persone comuni, fintanto che rimangono estranee a questo sistema terapeutico, quando non sono coinvolte in prima persona,  non riescono a capire il trauma e il danno che viene inflitto ai 'pazienti' involontari, ricoverati e medicati con la forza. 
In medicina, se ci capita una qualunque malattia fisica siamo liberi di scegliere se sottoporci o meno ad un trattamento medico appropriato per quella particolare patologia, oppure scegliere un trattamento alternativo. In psichiatria invece si è obbligati a subire un trattamento farmacologico scelto dai medici psichiatri per una presunta  malattia, per la quale ripetiamolo, non esiste alcun esame specifico che ne dimostri l'esistenza. 
Tali 'cure' anziché puntare all'eradicazione delle cause del problema, servono solo a mascherare i sintomi in modo da rendere il paziente più gestibile e conforme.



Quindi esiste un grande problema di rispetto dei diritti umani, tanto che l'alto commissariato dell'ONU ha stabilito che il trattamento coercitivo tramite somministrazione forzata di neurotossine equivale alla tortura. E infatti è una tortura a tutti gli effetti per chi la subisce, ma gli psichiatri ignorano allegramente questa direttiva appellandosi alla ormai nota pericolosità potenziale dei 'pazzi'. 

Io ho avuto il 'privilegio' di subire finora 5 TSO , la maggior parte dei quali concentrati nel periodo di 6 anni in cui ero conforme alle cure psichiatriche, cioè convinto della necessità di assumere farmaci psichiatrici per tutta la vita. Ironia della sorte, proprio le cure psichiatriche anziché, 'stabilizzarmi' verso la 'normalità' mi aumentavano la frequenza delle crisi. Eppure secondo la logica psichiatrica dovrebbe succedere il contrario: la presunta malattia  mentale non curata a dovere tramite psicofarmaci (alias neurotossine) dovrebbe peggiorare,  la frequenza delle crisi dovrebbe aumentare così come la qualità della vita peggiorare progressivamente. Così mi hanno sempre detto, così è stato insegnato ai medici, e così starà scritto in qualunque manuale di psichiatria.  

Un novizio del TSO, una persona non preparata a questo trattamento potrebbe forse anche attraversarlo in modo tale che l'esperienza soggettiva non lasci grossi strascichi. Basti pensare ad esempio che la sedazione che viene inflitta con la forza è talmente potente che si perde la memoria di quello che ci è accaduto per i 3 o 4 giorni del picco della crisi. Ma quello che resta, specialmente la memoria dei momenti dell'arresto, fino alla consegna al reparto e la prima iniezione forzata rimane scolpito in modo indelebile nella memoria ed è fonte di grande sofferenza nei successivi ricordi. Alle persone che per loro carattere o natura reagiscono alle ingiurie e alla violenza con altrettanta violenza andrà molto peggio, perché saranno quelle più maltrattate. 
Io sono una persona generalmente calma e pacata , tranne quando mi faccio sopraffare dalla rabbia che esplode come una bomba atomica.  
Per fortuna in quei frangenti ho imparato subito che arrabbiarmi in modo spropositato sarebbe stato inutile e controproducente, in quanto sarei stato trattato molto peggio, come è capitato a tanti compagni di sventura di venire per esempio legati al letto per giorni interi, con estrema umiliazione. Quindi la mia rabbia veniva sfogata verbalmente e sugli oggetti inanimati come porte chiuse e muri, colpiti con pugni di tale violenza da provocarmi forti dolori alle mani per le brutte contusioni. 

Ma la forte sedazione, dopo un po' eliminava anche questa rabbia lasciando la sensazione di non avere più la capacità di pensare, di riflettere. Gli unici pensieri che mi attraversavano la mente in quel frangente, erano di morte. Pensavo ad un modo per 'fargliela pagare' provocandomi la morte per soffocamento per esempio, oppure in modo più eclatante con una potente 'craniata' sul massiccio termosifone di ghisa al termine di una lunga rincorsa. Tali erano i miei pensieri costanti, successivamente  ho compreso meglio perché i suicidi sono di circa 30 volte più probabili dopo un ricovero coatto. 

Sotto l'effetto di queste 'droghe',la mia voce diventava impastata e disarticolata come quella di un ubriacone, gli occhi stentavano a rimanere aperti, la deambulazione era precaria, con strascicamento e movimenti stile zombie. La mente, che soltanto pochi giorni prima era molto brillante, reattiva e vivace, era diventata una coclea ruminante di pensieri oscuri di annullamento. 

L'acatisia è una condizione per alcuni insopportabile. Può insorgere subito dopo il trattamento oppure dopo qualche tempo. E' difficile da descrivere perchè non esiste al mondo niente di simile durante l'esistenza ordinaria, come se si volesse far capire l'effetto dell'eroina o dei funghi allucinogeni senza sperimentare queste sostanze. Si può tentare di spiegare a parole ed io pur non avendo mai provato queste droghe di strada mi posso immaginare qualcosa, come un profondo rilassamento in un caso e allucinazioni in un'altro ma ovviamente non è come sperimentarlo  di persona. 
Dunque l'acatisia è una condizione tale di tormento  interiore che non si riesce a stare da nessuna parte in nessun modo. Io ho sperimentato ad esempio un dolore fisico forte e protratto nel tempo provocato  dalle emorroidi ma questo  è ancora nulla in confronto. Perfino un forte mal denti lo si può affrontare al limite con un antidolorifico. Ma l'acatisia è una vera tortura, un tormento che non ha uguali nel mondo fisico, perché non è un dolore fisico, di origine fisica. Non vi è salvezza, distrazione, trattamento in grado di attenuarla se non il sonno. Per questo motivo  quando si protrae sovente porta al suicidio come unica soluzione per fermarla. Per dire la verità il  trattamento per l'acatisia esiste, sono gli stessi psicofarmaci che la provocano! 

Infatti ricordo che feci presente questo problema alla giovane psichiatra che mi aveva in carico al Centro di igiene mentale, mi rispose che avrei dovuto farmi delle iniezioni depot per almeno un anno. Pensate un po' un anno intero di non-vita e annullamento di ogni slancio vitale. Gli risposi no grazie, e per tutelarmi dissi al  mio medico olistico di fiducia di scrivere una dichiarazione in cui sconsigliava espreessamente tale 'terapia'. 
Per mia fortuna, di li a poco la psichiatra venne rimossa dall'incarico ed io avevo già preventivamente scelto uno psichiatra privato per ogni evenienza, di una eventuale rivalsa del CIM. 

Ma questi effetti neurotossici dei farmaci  non sono l'unico aspetto sgradevole del TSO, anche se potenzilamente letali. La vergogna di venire trattati come infanti, l'estrema umiliazione per uomini e donne  di una certa età, rispettabilità, dignità non ha eguali. 
Non ti puoi sottrarre alle loro cure. Non puoi semplicemente trattenere quelle maledette pillole in bocca per poi sputarle alla prima occasione. E' inutile perchè magari le pillole solide hanno un minimo effetto rispetto alla sostanza liquida dal sapore amaro che viene mescolata all'acqua che serve per ingoiarle.  
Ricordo che protestai con gli infermieri e lo psichiatra per gli effetti sgradevoli del neurolettico che mi costringevano a ingoiare. Come risultato lo psichiatra decise di farmi una iniezione a lento rilascio dello stesso farmaco in modo tale che non mi sarei potuto sottrarre in alcun modo. Ricordo molto nitidamente il suo ghigno sadico mentre pronunciava quelle parole, e in quel preciso momento non posso negare di avere avuto forti fantasie omicide nei suoi confronti. 
Ma io credo nell'esistenza del karma, pertanto non posso che considerare quanto triste e terribile sarà la sua prossima vita (se non proprio questa) o quando insomma verrà il momento di scontare gli effetti di tutte le sue retribuizioni karmiche dovute al male inflitto agli innumerevoli esseri umani, pazienti passati sotto le sue grinfie. Ho saputo di uno psichiatra in america che ha aperto gli occhi e si è accorto dei danni che aveva inflitto ai suoi pazienti, è rimasto talmente colpito da questo che è andato personalmente  da ognuno di essi per scusarsi profondamente. 

I miei soggiorni forzati in SPDC (servizi psichiatrici diagnosi e cura) sono capitati quasi sempre nel pieno dell'estate quando tutti gli altri 'sani' sono per la maggior parte a godersi le meritate vacanze. Già questo pensiero di passare li le mie vacanze era assai deprimente, se si aggiunge poi la mancanza di aria pura,  la natura che si poteva solo osservare delle finestre chiuse, serrate per impedire a noi pazzi di penzolare fuori, la mancanza di ogni tipo di distrazione, escluso guardare la tv in saletta fumatori ove si scandivano anche le sigarette razionate ogni mez'ora, rimaneva solo la possibilità di fare due chiacchiere con gli altri degenti sempre se le proprie condizioni lo permettevano, oppure passeggiare in tondo nel corridoio come muli alla macina per passare in qualche modo quelle ore interminabili. 
Allora ti fermavi un attimo a riflettere, considerando  che con quello che lo stato spendeva al giorno per te potevi permetterti un viaggio in un luogo esotico, con soggiorno in albergo a 4 stelle comprensivo di vitto, trattamento completo di massaggi, e ogni tipo di terapia olistica da effettuarsi nella Spa. 


Questa mattina stavo ascoltando alla radio un dibattito sulla necessaria 'riforma' del TSO. 
Libertà di cura,tutela legale, diritti umani.. parole sacrosante, ma quando sento parlare di riforma trovo che non si combina molto bene con l'altro termine, TSO. 
Cerco di spiegarmi: a mio parere il TSO va semplicemente abolito. Perchè riformare un'aberrazione? Sarebbe come dire: "riformiamo i campi di sterminio" oppure, "riformiamo la schiavitù", vi sembra che suoni bene?. 
Riformiamo la guerra, troviamo un modo non violento di fare la guerra. Pensate a quanto è assurda questa affermazione. Allora perchè non può essere altrettanto assurda l'idea di riformare il TSO? Va semplicemente abolito, punto.  
Ma allora come facciamo con i matti violenti, come possiamo tutelare le persone civili, quelle normali che si troverebbero così alla loro mercè? 
Intanto follia non è sinonimo di violenza, almeno non più della violenza commessa dai cosiddetti 'normali'.
E inoltre, le persone tutte sono continuamente esposte a pericoli provenienti da individui che mai verrebbero diagnosticati. Per questo esistono le forze di sicurezza preposte alla nostra protezione. 

Finché la follia verrà considerato un problema medico, tutte le possibilità saranno escluse. Allora non sarà colpa della società assurda in cui viviamo, della povertà, dell'emarginazione, del disagio sociale, e relazionale; vanno a sparire le comunità e con queste il mutuo aiuto, in favore dell'individualismo, anzi le comunità si spostano nel mondo virtuale. 
Dobbiamo farci una semplice domanda: perchè le popolazioni più civilmente 'arretrate' non hanno così tanti problemi di salute mentale come i nostri ? 
Capita che le persone vadano 'fuori di testa', ma oggi il trattamento riservato a queste persone serve soltanto a certificare e cronicizzare la loro condizione di 'malati di mente'. 
Perchè non si è mai fatto nulla per capire cosa realmente sta accadendo a queste persone, per poi scoprire che sono cose che fanno parte delle possibilità della ente umana, non sono soltanto errori cone la psichiatria ci vuole far credere. Qualcuno ci ha provato a capire ma sono piccole gocce in un mare di violenza istituzionale. 

"Abbiamo bisogno di iniziare a parlare e trovare un terreno e un linguaggio comune con le altre persone intorno a noi. Abbiamo bisogno di riunirci in gruppi e trovare un linguaggio per le nostre storie che abbiano un senso e farci sentire bene con noi stessi. Disimparare il condizionamento sociale su ciò che significa essere 'malato' e 'sano'. Abbiamo bisogno di recuperare i nostri sogni e il nostro piano  per realizzarli. Abbiamo bisogno di condividere tutto quello che abbiamo capito come esseri umani. Abbiamo bisogno di amare noi stessi così come siamo: Sensibili, intensi, potenti e spaventosi, indisciplinati e inclini al disordine. Capire che le erbacce sono semplicemente piante che rifiutano di essere addomesticate. "