Recupero

Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da se stessi?

Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci, anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte né che gli psicofarmaci curino qualcosa. Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che, lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.
Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.

Attenzione: È potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. È importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci. Se il vostro psichiatra accetta di aiutarvi a farlo, non date per scontato che sappia come farlo al meglio, anche se dice di avere esperienza. Gli psichiatri non sono generalmente addestrati sulla sospensione e non possono sapere come riconoscere i problemi di astinenza. Numerosi problemi di astinenza sono mal diagnosticati come problemi psichiatrici. Questo è il motivo per cui è bene educare se stessi e trovare un medico che sia disposto ad imparare con voi. In realtà tutti i medici dovrebbero essere sempre disposti a fare questo ai loro pazienti che lo desiderano.

martedì 27 gennaio 2015

L'olocausto psicopatico psichiatrico

Tutti sappiamo degli orrori dell'olocausto; fin da piccoli, la nostra memoria viene continuamente rinfrescata 
Mio nonno
dalle istituzioni scolastiche, dai media finanche dalla famiglia quando come nel mio caso c'è stato una vittima, nella fattispecie mio nonno che fu internato prima a Dakau e poi nel lager di Majdanek ove morì, perché antifascista perciò ritenuto 'sovversivo'.
Mantenere questa memoria storica è un bene affinché tragedie del genere non si ripetano mai più. Ma quello  che ci viene tramandato, ovvero il massacro di 6 milioni di ebrei, che già di per sè fu un'enormità non è tutto. Quello che sovente non ci viene detto è che in quei tempi maledetti furono messi a morte anche circa 200  mila 'mangiatori inutili' ovvero gli invalidi fisici e mentali gravi quindi anche i 'malati di mente' in Germania con l'approvazione della coscienza di tutti gli operatori sanitari coinvolti.  

Action T4

Il primo sterminio di massa ad opera dei nazisti fu organizzato a partire dal 1940 circa in questo luogo, Tiergartenstrasse 4, e proprio da questo indirizzo venne chiamato Aktion T4. Dal 1939 al 1945 circa 200.000 persone inermi furono uccise. Le loro vite erano state definite "indegne di essere vissute". I loro omicidi furono chiamati "eutanasia".

Morirono nelle camere a gas di Grafeneck, Brandenburg, Hartheim, Pirna, Bernburg e Hadamar, morirono in esecuzioni di massa, morirono perché programmaticamente avvelenati e lasciati morire di fame. I colpevoli furono studiosi, medici, infermieri, funzionari di giustizia, la polizia e i servizi sanitari. Le vittime erano poveri, disperati, ribelli, o persone in cerca di aiuto. Venivano da cliniche psichiatriche e ospedali per bambini, da case di riposo per anziani, da istituti di assistenza sociale, da ospedali militari e dai campi di concentramento. Il numero delle vittime è enorme, il numero dei colpevoli che furono condannati, piccolo.

(dalla targa commemorativa posta a Tiergartenstrasse 4, Berlino)

Nel 1920 in Germania, apparve un libro di un esimio professore, tale Hoche il quale accarezzava l'idea dello sterminio di massa dei pazienti mentali chiamati con disprezzo 'mangiatori inutili' , perciò soltanto un costo per lo stato. Bastarono una ventina d'anni affinchè queste idee maturassero  e entrassero con sufficente considerazione nella testa di altri esimi professori psichiatri i quali organizzarono lo sterminio di massa, mettendo così le basi per il futuro olocausto ebraico. Cosa interessante, a questo punto Hitler non c'entrava nulla era tutta farina del sacco di questi dotti personaggi. 

Dagli atti del convegno S.Servolo del 1998, di Ernst Klee : 
Ho studiato molto questo argomento per vent'anni e c'è una cosa che ho capito solo ora. Credetemi, la sterilizzazione di massa di persone considerate 'inferiori' e la loro uccisione non ha niente a che fare con il nazismo; è un'idea più remota. La psichiatria non è stata costretta a fare alcunché dai nazisti. Essa ha utilizzato Adolf Hitler e il nazismo, se posso dirlo in termini estremi, per poter realizzare il suo programma omicida e continuare la distruzione della persone inutilizzabili; essa distingueva fra i pazienti che riteneva inutilizzabili e quelli che essa credeva di poter curare per renderli nuovamente utilizzabili. Per il programma di distruzione di questi ultimi la psichiatria usò il nazismo. Nessuno venne costretto a fare alcunché; gli psichiatri lo facevano di propria iniziativa e volontà.
Infatti quando i tedeschi iniziarono a protestare perchè migliaia di famiglie vedevano scomparire i loro cari, Hitler disse di non aver niente a che fare con questi programmi. Allora per mettere a tacere le dicerie della gente su questi 'luoghi di sterminio'  l'uccisione sistematica dei pazienti continuò negli stessi ospedali ove venivano ricoverati. Mi immagino così gli psichiatri responsabili di tali eccidi informare le famiglie che nonostante le 'cure' tra cui vi era la famigerata dieta E (priva di grassi, di proteine di tutto praticamente si moriva di fame) comunicare alla famiglia l'ennesima morte causata della loro malattia.
Hitler, tuttavia usò l'esperienza degli psichiatri per addestrare le sue SS al successivo sterminio degli ebrei.

Per diverso tempo, fin da quando ho scoperto l'esistenza dell'Action T4, badare bene, ancora sconosciuto a molte persone, mi sono chiesto cosa avesse spinto questi eruditi professori , questi 'uomini di scienza (sic)' ad architettare una cosa talmente atroce verso i propri simili. La risposta sta nelle ultime due parole. L'unico modo per giustificare una cosa del genere era considerare gli invalidi gravi e i malati di mente degli esseri non umani, inferiori perfino a certi animali. Questo è il nocciolo della questione, l'archetipo tra i fondamenti della scienza psichiatrica che ancora sopravvive nel subconscio degli psichiatri moderni. Altrimenti non si sarebbe potuto giustificare (sempre ammesso che possa esistere giustificazione) l'operato di queste persone, come  si potrebbe riuscire a capire ad esempio il mito della razza perfetta e il pretesto per la  conseguente distruzione di 6 milioni di ebrei.  
Nel caso degli psichiatri, questi erano convinti, così come riuscirono a convincere i medici generici, gli operatori sociali e tutto il personale medico e paramedico che stavano facendo una  cosa giusta e compassionevole verso questi poveri, sfortunati esseri inumani, suscettibili di essere annientati con la stessa facilità e leggerezza con cui si schiaccia una zanzara che ti  punge. Anche con una certa sadica soddisfazione, senza  alcun senso di colpa o rimorso etico e morale.

Sempre dal convegno di S.Servolo Michael Von Cranach disse:
"Cosa successe con queste persone che poi divennero assassini? Klaus Dorner, uno psichiatra di Gutersloch, che si è occupato molto intensamente di questo tema, è dell'opinione che gli psichiatri hanno inteso l'uccisione, l'omicidio, come atto terapeutico. Erano disposti a difendere e intercedere per i pazienti che ritenevano guaribili ed uccidevano quelli ritenuti inguaribili, per evitare di essere confrontati con i loro insuccessi."
Mi chiedo perciò quanti di questi pazienti psichiatrici fossero da ritenersi guaribili e che criterio venisse adottato. Per assurdo andava allora già meglio di oggi in quanto nessuna malattia mentale del DSM oggigiorno viene ritenuta 'guaribile'.

Il  dottor Ivy, presidente dell'associazione medica americana disse:
"Se la psichiatria avesse preso una posizione di netta opposizione all'uccisione di massa dei pazienti tedeschi prima della guerra, c'è da pensare che l'intera idea e la tecnica dei centri di sterminio per il genocidio non si sarebbero materializzati". 
E nel nuovo mondo, come furono accolte queste  idee?
Mentre l'omicidio di pazienti mentali era in pieno svolgimento in Germania, neurologi e psichiatri americani non volevano saperne di esserne tagliati fuori. Nel 1942, l'American Psychiatric Association tenne un dibattito su "sterilizzare o uccidere i bambini considerati "ritardati" perché avevano un basso QI una volta raggiunta l'età di cinque anni". Quelle erano le sole due scelte nel dibattito: sterilizzazione o morte.
Dopo il dibattito, la Gazzetta ufficiale dell'Associazione psichiatrica americana pubblicò un editoriale in cui dichiarava di aver scelto a favore dell'omicidio ("eutanasia" nell'American Journal of Psychiatry, 1942, volume 99, pp. 141-143). Dice che gli psichiatri dovrebbero fare appello a tutte le loro abilità psicologiche per mantenere i genitori lontani dal sentimento di colpevolezza per aver accettato di avere fatto uccidere i loro figli.

Sentiamo cosa scrive un attivista americano Stephen Gilbert:
"E devo nuovamente sottolineare che Hitler non fu il creatore delle camere a gas e dei forni. Egli semplicemente adottò il metodo dalla psichiatria tedesca che aveva gasato pazienti psichiatrici per anni, con la benedizione e l'approvazione del governo tedesco. Siamo stati etichettati come "mangiatori inutili" e assassinati impunemente. Ed ecco un altro piccolo bocconcino da rosicchiare e far pensare: Il programma psichiatrico tedesco di "eutanasia" praticato contro i cosiddetti "malati di mente" è stato approvato da molti qui negli Stati Uniti. L'oratore principale alla riunione annuale della American Psychiatric Association nel 1941 sostenne  questo tipo di distruzione di massa del "malato di mente" qui in questo paese. Egli lo affermò molto chiaramente nel suo discorso. Anche un editoriale anonimo nella pubblicazione di questo gruppo  sostenne tale omicidio di massa. Solo uno psichiatra parlò contro, ma il suo ragionamento era che saremmo arrivati a raccogliere la spazzatura e fare tutti i lavori umili se avessimo ucciso i 'deficienti' nel nostro paese. Alcuni di noi sono stati considerati preziosi almeno in questi tipi di mansioni manuali.
[Pertanto questo unico pensiero contrario non era per motivi etici o morali, piuttosto per motivi strettamente pratici.Questo significa ancora una volta che i 'deficienti' erano considerati meno che umani  ndt]"

Oggi cosa è cambiato? 

In tempi moderni non conviene più uccidere i malati per aiutare l'economia. Essi sono diventati un'esercito enorme , sempre in crescita, capace di foraggiare direttamente o indirettamente l'industria farmaceutica con miliardi e miliardi di eurodollari. E' cambiato qualcosa nel cuore degli psichiatri? Adesso sono più rispettosi dei diritti umani quando ad esempio avvelenano lentamente (ricordiamoci che anche l'avvelenamento lento è un atto terapeutico) tramite iniezione forzata di neurolettici ?
Oppure quando predispongono un elettroshock, magari col paziente non consenziente o costretto con la forza della persuasione o dalla forza bruta? 

Anche se la psichiatria insieme alla medicina produce nel mondo tante morti riconducibili ad effetti collaterali dei farmaci quante ve ne furono negli anni bui del nazismo con l'operazione T4. Anche se grazie alle 'cure' senza fine, l'aspettativa media di vita degli psichiatrizzati si riduce di 20-25 anni, questo è ancora poco rispetto ai  milioni di individui costretti dalla psichiatria a vivere una vita d'inferno, di sofferenza e di disabilità permanente, e quando va meglio di completa apatia e indifferenza ai margini della società.  

Psicopatici e sociopatici.

E quando leggo che lo stesso numero di vittime (oltre 200 mila ricordiamolo) dell'action T4 è stato prodotto nel silenzio e l'approvazione generale da un singolo antipsicotico atipico dalla sua comparsa, mi viene da pensare molto male di queste persone, mi sale una tale rabbia che mi viene da etichettare queste persone con un termine a loro congeniale: psicopatici, sociopatici, persone senza alcuna remora morale o etica, senza cuore. Tanto che mi sento in sintonia e desidero  sottoscrivere questo  pensiero molto forte di un anonimo collega sopravvissuto psichiatrico: 
"I produttori dei farmaci, tutto l'estabilishment psichiatrico fino ai medici prescrittori hanno un'enorme responsabilità sulla vita delle persone. Quando il  profitto proviene dalla corruzione e dalle tangenti è deprecabile anche se in tal caso non  è solitamente a rischio la salute della popolazione. Ma se invece il profitto deriva dall'avvelenare centinaia di migliaia di persone e condannarle ad una vita miserabile non c'è cosa più odiosa. Chi guida tali menti criminali non può che essere un dèmone che non ha alcuna considerazione dell'umana pietà e del rispetto per la vita, proprio come chi usa e sperimenta gli ordigni nucleari,o gli arsenali chimici e batteriologici. Sono anche peggio delle narcomafie che tuttavia almeno rispondono ad una precisa domanda dei consumatori.
Non sto parlando di quelli che, pur facendo parte della psichiatria, con umiltà, pazienza e dedizione si dedicano agli altri con la profonda convinzione di fare del bene, ma a veri e propri dèmoni, criminali psico-sociopatici che andrebbero  messi in condizione di non nuocere per il bene dell'intera umanità e delle generazioni future."
  Proprio in questi giorni leggo da uno dei gruppi facebook di una paziente, felice di intraprendere quella tortura indolore chiamata con un eufemismo 'terapia elettroconvulsiva' e con il seguito di alcuni pazienti amici a parlare bene di questa pratica barbara e inumana. Ebbene, Il virus dell'archetipo malvagio adesso ha contagiato anche i pazienti. Che tristezza. 

Recuperamente

giovedì 22 gennaio 2015

Omaggio a Leonard Roy Frank

Leonard è morto il giorno 15 Gennaio 2015, a causa di complicazioni dopo una caduta. Aveva 82 anni. Membro del WNUSP (unione mondiale utenti sopravvissuti psichiatrici) è stato uno dei più importanti attivisti americani. Questa è la sua storia così come riportata nel sito mindfreedom. Leonard venne etichettato con 'schizofrenia paranoide', una diagnosi di quelle più gravi e infamanti. Come conseguenza subì una lunga serie di trattamenti di elettroshock abbinati a coma insulinici e inoltre gli furono somministrati  neurolettici con la forza. Tutto questo perchè aveva abbracciato il veganismo e la non violenza e si era fatto crescere una barba incolta.  Dal 1963 smise di prendere psicofarmaci e da allora ha lottato con tutte le sue forze come attivista contro il sistema psichiatrico fino alla fine dei suoi giorni. R.I.P. Leonard e grazie del tuo grande contributo in questa vita.     


Leonard Roy Frank



Sono cresciuto a Brooklyn, New York. Sono andato a una scuola privata, e poi sono andato al Wharton School of Finance presso l'Università della Pennsylvania, dove mi sono laureato con una specializzazione in marketing nel 1954. Ho poi continuato a servire nell'esercito, di stanza a Fort Myers in Virginia nella guardia d'onore presidenziale. 
In seguito, sono tornato a New York, dove ho conseguito la licenza immobiliare.  Ho lavorato nel settore  nelle vendite immobiliari per due o tre anni in quella zona e in Florida. Nel 1959, mi sono trasferito a San Francisco. Avevo in mente in quel momento che avrei continuato la mia carriera come un vero venditore immobiliare. Stavo lavorando per una società immobiliare nel centro di San Francisco. 

In quel periodo, mi sono interessato alla lettura, in particolare quei soggetti che in precedenza non mi avevano interessato più di tanto: la politica, la storia, la religione, la psicologia e la filosofia. Improvvisamente questi temi sembravano un po illuminarmi. Ricordo il libro che mi girava intorno era l'autobiografia di Mohandas Gandhi, sottotitolato "Il mio esperimento con la verità." Questo libro mi portò a diventare un vegetariano e ad interessarmi alla religione, alla spiritualità e la non violenza. Tutta la mia mentalità e il mio atteggiamento cambiò. In precedenza ero orientato verso il lato commerciale e materialista ma ora ero diventato molto più idealista e molto più interessato alla spiritualità. Divenni sempre più interessato a leggere e studiare, e sempre meno interessato al settore immobiliare.
Fu allora che persi il mio lavoro; avevo perso ogni interesse nei mattoni e nella malta. Ero determinato a mettere queste nuove idee al centro della mia vita e metterle in pratica.

I miei genitori non  apprezzarono i cambiamenti che stavo attraversando. Mentre io vedevo questi cambiamenti come un indizio di progresso, loro li vedevano come un passo indietro per me. Erano molto, molto preoccupati, mi spinsero a vedere uno psichiatra o uno psicoterapeuta per avere un aiuto. Dissi  loro che non avevo bisogno di quel tipo di aiuto. Beh, questo è andato avanti per circa due anni e i miei genitori diventavano sempre più preoccupati per la situazione. Ero a corto di soldi. Ho vissuto con i miei risparmi fino a quel punto. Ero quasi alla fine delle mie risorse. 
Poi, nel mese di ottobre del 1962, hanno insistito che vedessi uno psichiatra. E al mio ennesimo rifiuto, venne lo psichiatra a farmi visita insieme alla polizia per arrestarmi. 
Venni prelevato dal mio appartamento, e portato in un ospedale locale - Mt. Zion Hospital di San Francisco. Lì sono stato tenuto per alcuni giorni e poi mandato a Napa State Hospital. Dopo circa un mese e mezzo che ero lì sono stato mandato in un sanatorio privato chiamato Twin Pines a Belmont, California, che è appena a sud di San Francisco. 

Sono stato in grado di recuperare una buona parte delle mie cartelle cliniche nove o dieci anni dopo che venni rilasciato dall'ospedale. C'era il rapporto del medico legale - solo un paragrafo - con una diagnosi provvisoria di schizofrenia. Questa relazione diceva in parte che ero diventato asociale, mi ero fatto crescere la barba, che non lavoravo, che ero diventato un vegetariano, e utilizzando la loro frase esatta, "Vivevo  in una certa misura la vita di un beatnik (esponente della beat generation n.d.t.)." 
Con quelle prove inconsistenti , venni commesso. Sono stato messo in un manicomio criminale, in effetti, e lasciato li per un periodo di 7-7 mesi e mezzo.  Secondo quanto scritto sui registri, mi esortarono a radermi la barba ed essere "normale". Solo che non collaboravo con loro in nessun modo. Sentivo che ero un prigioniero. Ma immagino che sinceramente hanno creduto che fossi una persona malata di mente e che necessitassi di un trattamento-shock. 

Sempre secondo i documenti, mi fecero in totale 85 trattamenti d'urto: 50 trattamenti di coma insulinico e 35 elettroshock. E mentre ero in coma da insulina, mi radevano la barba. Così in questo particolare ospedale, non mi è stato somministrato solo il trattamento d'urto, ma pure la terapia di 'rasatura barba' mentre ero in stato comatoso! Questo è stato come un doppio colpo - se l'insulina non aveva effetti, li avrebbero ottenuti con la scossa elettrica. Questa è stata davvero l'artiglieria pesante della psichiatria. Non c'era niente di peggio che avrebbero potuto farmi, a meno di una lobotomia. (grazie al cielo l'ha evitata n.d.t.)  
Mi furono somministrati anche farmaci psichiatrici in quel periodo. Uno di questi era il Prolixin. I dati indicano che ho avuto una terribile reazione ad esso. Alla fine mi dimisero dalla struttura di salute mentale, perché completai il ciclo di trattamenti. Ma specialmente perché alla fine feci uno sforzo reale per stare al  loro gioco, essere passivo, rispondere alle loro domande, ecc. 

E 'stato un duro compito ricostruire la mia mente dopo l'uscita dall'ospedale. Ho capito subito che stavo per avere a che fare un sacco di studio per tornare da dove ero partito. Così sono tornato a rileggere i libri che mi ricordavo vagamente  durante il periodo precedente all'ultimo trattamento d'urto. Ho iniziato a rieducare me stesso. Ho anche continuato a scrivere liste di parole su schede 3x5, di solito coppie di parole o terne di parole derivate dai libri. E'stato un meraviglioso esercizio, perché ha ristabilito la mia capacità di associare una parola con un altra. In ogni caso, praticamente stavo nel mio appartamento e studiavo. Poi ho iniziato a frequentare una classe di lettura della Bibbia la matttina nel centro di San Francisco. Così sono diventato amico di un rivenditore d' oggetti d'arte. 

Alla fine andai a lavorare per lui come venditore d'arte nella sua galleria. Dopo circa un anno, ebbi un certo successo, tale che mi  portò a pensare che in realtà potevo fare qualcosa per conto mio. Così aprii  una mia galleria d'arte. Non è andata male e l'ho tenuta aperta per cinque anni. 
Nel 1971, ho incontrato David Richman e Sherry Hirsch che avevano appena iniziato una pubblicazione chiamata "News Madness Network"  un ciclostilato di 18 o 20 pagine  sui modi alternativi di guardare la psichiatria, che ho apprezzato molto. Ho davvero avuto un assaggio di anti-psichiatria grazie al mio lavoro con News Madness Network. Tuttavia, abbiamo ritenuto che  avere una rivista del genere non era sufficiente;  avevamo bisogno di agire politicamente. Così abbiamo deciso di formare un'altra organizzazione, che chiamammo Network Against Psychiatric Assault o NAPA. L'organizzazione era focalizzata sull'uso forzato dell'elettroshock in un ospedale che ora è una parte della UC Medical Center di San Francisco. Abbiamo messo su  una campagna con proteste, manifestazioni, comunicati stampa e TV, interviste radiofoniche contro l'uso dell'elettroshock in questo ospedale. 

Allo stesso tempo, abbiamo conosciuto un legislatore che poteva essere in sintonia con l'introduzione di un disegno di legge che regolasse e limitasse l'uso dell'elettroshock e la psicochirurgia. Attraverso i suoi buoni sforzi, c'è stata una legge approvata in California, che penso che sia stata la prima nel paese, che di fatto ha limitato e regolato l'elettroshock in una certa misura. Abbiamo fatto anche una campagna contro la psicochirurgia,  conducendo un sit-in presso l'ufficio del governatore Brown a Sacramento per protestare contro la morte discutibile di alcuni detenuti psichiatrici in ospedali statali, soprattutto a causa della somministrazione forzata di psicofarmaci. 

Ho anche lavorato su diverse pubblicazioni. Nel 1978, ho prodotto una compilation chiamata "The History of Shock Treatment". Ho scritto tre libri pubblicati a partire dal 1996. Il primo è stato chiamato "Minds influence". Il mio secondo libro, "Quotationary  Random House Webster" è composto da più di 20.000 citazioni organizzate in mille categorie disposte in ordine alfabetico. Poi, nel novembre 2000, Random House ha pubblicato un altro mio libro, "Wit di Random House Webster" e "Humor Quotationery". 

Oggi, vedo la psichiatria come una forza estremamente potente nella società americana e occidentale in generale - essenzialmente una forza repressiva distruttiva dei valori umani. Questo è ciò che dobbiamo combattere, e io penso che sia nostra responsabilità di sopravvissuti farlo. Abbiamo bisogno di essere la voce del numero incalcolabile di vittime passate e presenti della psichiatria. Dobbiamo essere testimoni per quei milioni di persone che non sono considerate "autentiche" per qualsiasi motivo.

Sento che questo è il ruolo che nostro movimento ha bisogno di portare avanti in questo momento nella società:  parlare, dire la verità su quello che abbiamo conosciuto, quello che abbiamo vissuto nella nostra vita. Dobbiamo sottolineare la necessità di cambiare gli atteggiamenti umani, in modo da poter liberare la società dalla  psichiatria, ovvero una forza che è in grado di imporsi sulle persone che per qualsiasi ragione non  possono svolgere un ruolo che è stato assegnato loro dal resto della società. 

Fonte: Mindfreedom.org

Leonard è noto a molti come uno dei padri fondatori del moderno movimento dei consumatori / sopravvissuti. Relatore meravigliosamente articolato, competente e appassionato. Anche dopo tutto quello che ha vissuto e testimoniato, Leonard ha espresso ancora grande speranza che le persone si uniranno, e che un giorno, supereremo tutto questo.