Recupero

Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da se stessi?

Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci, anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte né che gli psicofarmaci curino qualcosa. Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che, lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.
Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.

Attenzione: È potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. È importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci. Se il vostro psichiatra accetta di aiutarvi a farlo, non date per scontato che sappia come farlo al meglio, anche se dice di avere esperienza. Gli psichiatri non sono generalmente addestrati sulla sospensione e non possono sapere come riconoscere i problemi di astinenza. Numerosi problemi di astinenza sono mal diagnosticati come problemi psichiatrici. Questo è il motivo per cui è bene educare se stessi e trovare un medico che sia disposto ad imparare con voi. In realtà tutti i medici dovrebbero essere sempre disposti a fare questo ai loro pazienti che lo desiderano.

martedì 27 maggio 2014

Tre casi esemplari

Non credo nei miracoli, ma nelle straordinarie capacità di guarigione del corpo umano si. Ecco qui tre pezzi di vita, tre casi esemplari. Ma chissà quante altre storie simili sono tenute nascoste per paura dello stigma e per il timore di tornare prede della psichiatria ottusa e coercitiva. 
Penso anche e soprattutto a quella moltitudine di persone che hanno la loro vita irrimediabilmente compromessa da quello che con eufemismo viene chiamata cura. 

Quello che hanno in comune queste storie non è niente di straordinario; semplicemente queste persone sono resuscitate ad una vita normale smettendo di 'curarsi' per una presunta malattia inguaribile e terribile come la schizofrenia. 
Può darsi che siano casi molto rari di errata diagnosi, come vorrebbe farci intendere la psichiatria, ma cosa direbbero invece tutte quelle persone che sono tornate dall'inferno e ora si definiscono sopravvissuti psichiatrici? 
Cosa direbbero per esempio il 90% dei 6000 'schizofrenici' curati e guariti dal grande Abram Hoffer?
Esiste l'atroce sospetto che in nome di non si sa bene cosa, forse soldi o forse solo per diabolica consuetudine la psichiatria con queste 'cure' garantisce di fatto a milioni di persone nel mondo una vita indegna nella disabilità  e favorisce una morte precoce di 25 anni in meno rispetto alla media. 



I - Resoconto breve


Nel 2008 ho pubblicato lo studio di un caso sulla rivista online,  Casi pragmatici in psicoterapia, che è disponibile a titolo gratuito, di un uomo diagnosticato come schizofrenico senza speranza da parte di tutti gli psichiatri che lo avevano visitato. Essi hanno insistito che l'elettroshock era la sua unica speranza, anche se probabilmente non lo avrebbe aiutato. Sua moglie ha avuto il coraggio di dire di no, tirarlo fuori dall'ospedale, e portarlo nel mio ufficio. Era continuamente allucinato, non mangiava e non dormiva. Dopo aver tolto tutti i farmaci, e fornendo terapia psicoanalitica, il paziente è migliorato al punto di essere in grado di lavorare a un lavoro intellettualmente impegnativo entro sei mesi. Ha continuato la psicoterapia per raggiungere i propri obiettivi di vita di essere un professore di prima classe del college, un intellettuale creativo di prim'ordine, un marito di prim'ordine, e un padre di prim'ordine. Ho pubblicato il caso per sfatare il mito che tali pazienti sono incurabili e non migliorano. (DR: B. Karon Phd)



II - Una sopravvissuta

Sola a casa. Tre volte al giorno conto le mie gocce di Haldol. Non faccio molto altro. Siedo nella mia sedia con lo sguardo diretto verso la finestra. Non ho sensibilità per quel che succede fuori. Trovo difficoltà a spostarmi.
Ciononostante sono abile ad alzarmi ogni giorno. Non mi accorgo che l'appartamento sta diventando sporco. Non è necessario che io cucini sempre.
Non mi lavo. Non mi chiedo neppure se puzzo. La mia miseria avanza - ma io non me ne accorgo.

Vegeto dentro le mie pareti neurolettiche, sono chiusa fuori dal mondo e dalla vita. Il mondo reale è altrettanto più lontano da me che Plutone dal Sole. Il mio mondo personale segreto - il mio ultimo rifugio, l'ho raggiunto, ma l'ho distrutto con l' Haldol.

Questa non è la mia vita. Questa non sono io. Starei ugualmente bene morta.
Un'idea ha incominciato a prendere forma: prima che la primavera sopraggiunga mi voglio appendere.



Ma prima di ciò voglio provare a vedere se la mia vita sarebbe differente senza l' Haldol. Ridurrò il numero delle gocce . Ne prenderò sempre di meno fino ad arrivare a zero.

Dopo un mese sono pulita. Allora incomincio ad accorgermi quanto sono trascurata. Mi lavo i capelli, rifò il letto, apro l'appartamento. Mi preparo un pasto caldo. Provo anche  piacere a fare questo. Posso di nuovo pensare.
(Regina 2002)


III - Il caso del "Guarito da Una Parola"

Come la psichiatria falsifica la cartella clinica per promuovere il mito di incurabilità
Di Richard F. Gottlieb, RSU


Quando ero studente al primo anno di laurea al lavoro nel sociale, ho avuto un collocamento in un ambulatorio psichiatrico di un ospedale generale.  Uno psichiatra fu fatto venire dalla California per fornire formazione agli studenti e al personale a tempo pieno.  Aveva la reputazione di un ottimo diagnosta.  Avevo già lavorato nel settore prima di finire la scuola, ero stato ben addestrato, e non vedevo l'ora di vedere la diagnostica "eccellente" di questo psichiatra.

Egli ci fece guardare attraverso uno specchio unidirezionale mentre  stava intervistando  un nuovo paziente.  Dopo che il paziente se ne fu andato, ci riunimmo per discutere l'intervista e sentire la sua diagnosi.

Questo paziente era un uomo di 62 anni che era stato riconosciuto a livello nazionale per le sue realizzazioni professionali come educatore di scuola superiore fino a quando, all'età di 55 anni, subì un completo crollo mentale. Successivamente perse il suo lavoro, smise di lavorare a un libro che stava scrivendo, fu allontanato dalla moglie, si trasferì in un appartamento da solo, e vide il proprio figlio adulto ricoverato in ospedale  psichiatrico con una diagnosi di schizofrenia.  

Il paziente aveva visto uno psichiatra negli ultimi 7 anni, che gli aveva prescritto neurolettici, e ora erano  visibili i seguenti sintomi: affettività piatta, scialorrea,   articolazione verbale poco chiara, piegato sopra la postura, scarsa igiene, deliri, stati emotivi irregolari che vanno dal quasi-catatonico all' agitato - frenetico, costipazione cronica e grave, senza contatto oculare, sguardo vuoto,  incapacità di relazionarsi con gli altri.

Dopo aver descritto la dinamica del colloquio e dei dati raccolti, lo psichiatra dichiarò che questo uomo era "maniaco-depressivo, psicotico".  Poi continuò dicendo "... naturalmente questo disturbo è incurabile ..."  egli avrà bisogno di farmaci per tutta la vita  con poche speranze di miglioramento, solo mantenimento.  Io, molto più giovane di lui alzai la mano e chiesi allo psichiatra come si potrebbe raggiungere la conclusione di incurabilità sulla base di un'intervista di 45 minuti.  La sua risposta fu che la sua esperienza e la letteratura  sostenevano la sua posizione.

Avevo lavorato con i bambini autistici, considerati anch'essi incurabili,  sapevo che la capacità di guarire risiedeva all'interno del paziente e che fosse richiesta solo una relazione con una persona in grado di entrare in empatia col paziente al fine di promuovere la loro capacità di guarire.  Suggerii che era il caso di fare una dichiarazione basata non su dati raccolti dal paziente, ma presi invece dalle opinioni di altri professionisti del settore, non soltanto psichiatri.  A quel punto si voltò verso il gruppo e li informò che sarebbe tornato tra 6 mesi per una verifica della formazione  e che questo paziente venisse assegnato a me per curarlo, e che potessi infine riferire sugli sviluppi quando lo psichiatra sarebbe ritornato.  Accettai quello che doveva essere una sfida semplicemente come un rinvio e lo ringraziai.  

Fui introdotto al paziente come il suo nuovo terapeuta, e fissammo il nostro prossimo incontro, il nostro primo appuntamento pieno, al successivo Martedì mattina alle ore 10:00.

Il giorno stabilito, incontrai il paziente in sala d'attesa e lo  invitai nel mio ufficio.
Dopo la seduta, il signore mi chiese, con voce lenta e strascicata e una grande quantità di bava, se mi poteva telefonare nell'intervallo tra le nostre sessioni.  Gli chiesi di dirmi il motivo di questa richiesta così importante. Mi rispose che il suo psichiatra in sette anni, aveva sempre ammesso queste chiamate.  Gli suggerii a questo punto che se la sua condizione attuale era il risultato di un trattamento che includeva queste chiamate, allora la risposta sembrò presentarsi entro il contesto della sua domanda.   Allora risposi "No", perché mi sembrava che l'urgenza della sua richiesta suggerisse che si trattava di una questione molto importante, e che avremmo bisogno di esplorare ulteriormente i suoi significati e le implicazioni prima di qualsiasi decisione per colmare il tempo tra un appuntamento e l'altro.

Quella parola, "No", sembrava cambiare tutto.  Il paziente con la testa china, chiuse gli occhi e quando io finii di parlare disse: "Cosa?" con una voce piuttosto forte e più chiara di prima.  Gli spiegai che c'erano due ragioni per la mia risposta: in primo luogo, la possibilità di chiamare tra le sessioni non sembrava aver avuto un effetto benefico su di lui nei precedenti 7 anni e poi, che il nostro lavoro insieme poteva essere meglio realizzato nel contesto del faccia a faccia tra lui ed io.

L'uomo si alzò in piedi, più dritto  di prima, e disse di andarsene.
Anche se rimasi sorpreso di questo cambiamento, gli dissi che andava bene, poteva andarsene quando voleva, e che io lo avrei rivisto al prossimo appuntamento il Martedì successivo alle 10:00.  Senza risposta verbale aprì la porta e uscì sbattendo la porta dietro di sé.  Nella  mia nota per la sessione  scrissi: "Si comincia ad affrontare la depressione come dimostrano i pazienti che esprimono rabbia verbale e comportamentale. "

Circa 5 minuti più tardi ci fu un forte bussare alla mia porta, aprii, c'era il signore stesso.  Indicando in fondo al corridoio  disse: "Ho appena lasciato un grande "turd" per lei nel gabinetto". Risposi gentilmente ricordandogli che avremmo parlato di nuovo Martedì prossimo alle ore 10:00, quindi se ne andò.  Tornai alle mie note sulla sessione e aggiunsi: "si comincia ad affrontare la costipazione."

L'ho trattato per quattro mesi, durante i quali gli furono tolti i farmaci neurolettici dal suo medico di famiglia.  Ho chiesto al mio supervisore clinico di unire le sessioni  finali al fine di confermare la crescita e la cura che stavo vedendo nel paziente.  Dopo quei mesi si era fisicamente e psicologicamente trasformato da un uomo distrutto ad un distinto, erudito individuo che era stato riassunto alla sua posizione di insegnante al liceo, si era riunito con la moglie, aveva portato suo figlio a casa per ottenere il trattamento ambulatoriale, e aveva ripreso a scrivere il suo libro.  Tutti i suoi sintomi fisici erano spariti, e nella seduta di commiato, mi disse che era tentato di ringraziarmi per il mio aiuto, ma si rese conto che era lui che aveva fatto tutto  il lavoro di recupero, e poi mi disse, con un caldo sorriso  che se mai dovessi dire "No" ad un altro paziente  arrabbiato come  lui, che era meglio  fossi sicuro di avere una buona assicurazione per il ricovero.  Gli risposi che avrei potuto dare un senso alla sua rabbia intensa quando abbiamo iniziato, e mi è stata offerta come una cassaforte da aprire per la rabbia, e che non avrei lasciato che mi facesse del male.
Ci stringemmo la mano, mentre i miei occhi si inumidivano, e poi via, pronto ad andare avanti con la sua vita.

Due mesi dopo la dimissione, lo psichiatra tornò e mi chiese di dare una relazione sul paziente "incurabile".  Il mio supervisore veterano confermò ogni dettaglio della mia relazione, conclusa  con l'affermazione che il paziente era ora guarito dalla malattia.  Lo psichiatra si appoggiò allo schienale in pelle della sedia da ufficio, ci fu silenzio nella stanza.  Lentamente, si mise le mani dietro la testa, poi si sporse in avanti e annunciò: "Beh, è la prima volta che questo sia mai accaduto."  In quel momento, le immagini di me con  pubblicazioni e premi, in modo incontrollabile arrivarono come un lampo nella mia testa.  Per la prima volta, con evidenza corroborata da un altro professionista, un paziente psicotico maniaco-depressivo,  era stato guarito.  Mi immersi nella luce della mia fantasticherie di riconoscimento professionale.

Poi, lo psichiatra continuò, con una dichiarazione non ho mai dimenticato."Questa è la prima volta che ho fatto una diagnosi sbagliata.  Ovviamente l'uomo non aveva la psicosi maniaco-depressiva, perché è incurabile e quest'uomo è guarito.  Dovrò modificare la sua cartella."  E così fece.

Ho lavorato nel campo per altri 39 anni e da quel giorno ho continuato a trattare le persone in base all'esperienza della relazione, a cui ho tentato di rispondere terapeuticamente.  Cerco il modo in cui posso muovermi insieme a lei o lui nel loro cammino inesorabile verso la salute.

lunedì 12 maggio 2014

Anosognosia

L'effetto 'incantatore' degli psicofarmaci

Riflessioni ed estratti dal saggio omonimo di Peter Breggin Md

L'Anosognosia è un disturbo neuropsicologico che consiste nell'incapacità del paziente di riconoscere e riferire di avere un deficit neurologico o neuropsicologico. Più precisamente, il paziente non è consapevole del suo stato di malattia, manifestando invece la ferma convinzione di possedere ancora le capacità che in realtà ha perso in seguito a lesione cerebrale. (da wikipedia)

Qui invece si parla di Anosognosia in un contesto diverso, cioè l'inconsapevolezza di un eventuale danno cerebrale provocato dagli psicofarmaci. La vittima dirà che i farmaci la stanno aiutando mentre l'evidenza rivela tutto l'opposto.
Perché molte persone continuano ad assumere  psicofarmaci e sostanze psicoattive nonostante l'evidenza che non ottengono alcun beneficio e anzi, vengono ulteriormente danneggiati da essi? 
Una prima risposta che mi viene spontanea è che la pratica psichiatrica ha un funzionamento talmente insensato che pure gli evidenti effetti iatrogeni dei farmaci vengono considerati sintomi della presunta malattia mentale. Perciò le persone vengono convinte della necessità sempre crescente di assumere queste sostanze psicoattive.
Ma ci sono altre spiegazioni, tra cui la tendenza innata degli esseri umani ad assumere sostanze che alterano la mente, per avere l'illusione di stare meglio, per fuggire così ad uno stato altrimenti insopportabile ecc.
Un'altra spiegazione potrebbe essere che gli psicofarmaci, al pari delle droghe ricreative posseggono in sé  il potere di favorire , facilitare, o costringere le persone al loro utilizzo. Questa è la tesi che in questo saggio verrà portata avanti. I farmaci avrebbero un potere 'incantatore' intrinseco.

"Alcuni farmaci psichiatrici , come gli stimolanti e le benzodiazepine , causano alterazioni nel cervello che portano a problemi di dipendenza e astinenza . C'è una crescente evidenza che la maggior parte o tutti gli psicofarmaci causano problemi di astinenza sufficienti a interferire con gli sforzi per smettere di prenderli. Dipendenza e problemi ritiro in sé , tuttavia , non giustificano pienamente l' uso diffuso di una vasta gamma di farmaci psicoattivi, compresi i farmaci psichiatrici non addictive (che non danno dipendenza ndt), come gli antidepressivi, il litio, e i neurolettici".  

Revisione dei casi

Breggin elenca una serie di casi limite da lui stesso osservati, ovvero persone in preda a crisi maniacali farmaco-indotte che compiono degli atti per loro insoliti, anche criminali senza rendersene assolutamente conto. Persone conosciute per avere un carattere mite che improvvisamente diventano violenti, suicidi o compiono atti criminali.  
Breggin dice: "Una delle cause più frequenti e gravi, è stata la combinazione di antidepressivi della classe SSRI,  e benzodiazepine, in particolare alprazolam (Xanax), ma sono state coinvolte tutte le categorie di psicofarmaci, compresi gli stabilizzatori dell'umore e i neurolettici".
Nella mia personale revisione dei casi di cui sono a conoscenza, a parte un paio di episodi di suicidio, non ho mai riscontrato particolari atti di violenza se non quelli legati direttamente alle crisi, ma anche in questo caso non si può discernere con certezza se la crisi sia dovuta alla presunta malattia mentale piuttosto che ad un uso irresponsabile di farmaci psicoattivi, magari mescolati ad altre sostanze psicotrope come alcool o droghe illegali. 
Un fatto abbastanza sconcertante tuttavia è che molte persone riferisicono (nei momenti in cui sono asintomatici) di stare bene grazie ai farmaci, salvo poi scoprire conoscendoli meglio che hanno tutta una serie di problemi fisici e congitivi più o meno gravi. Alcuni arrivano a non poter mantenere un lavoro oppure guidare una macchina e a volte neanche riuscire a prendere un mezzo pubblico. Naturalmente poi queste difficoltà vengono imputate alla presunta malattia piuttosto che l'effetto debilitante della 'cura'.
Anche se apparentemente Tizio che assume un neurolettico da 10 anni in dosi minime dice di stare bene, di non avere manifestato più alcun disturbo mentale, di poter lavorare per conto proprio ecc. come si approfondisce il rapporto si scopre che fisicamente  è in grave sovrappeso, a rischio diabete e cognitivamente la sua memoria sembra quella di un alcoolista maturo. Nonostante ciò egli non ammetterà mai di avere determinati problemi oppure anche qualora se ne rendesse conto non li collegherà all'uso continuativo del farmaco antipsicotico. 

Ma leggiamo come Breggin continua:

"In primo luogo, le persone non riescono a percepire che agiscono in modo irrazionale, insolito e pericoloso. In secondo luogo, non riescono a identificare il farmaco come possibile causa del drastico  cambiamento dei loro processi e attività mentali. In terzo luogo,  spesso pensano che il farmaco li sta aiutando, anche se a volte credono che sia inefficace, e continuano a prenderlo mentre si deteriorano mentalmente. In quarto luogo, nell'estremo questi individui diventano compulsivamente spinti a perpretare violenza (indipendentemente dal loro carattere)  contro se stessi o altri, spesso in uno stato maniacale  farmaco - indotto." 

Le persone sotto l'effetto di sostanze psicotrope ricreative non sono in grado di riconoscere i loro effetti negativi. Questo lo si può notare molto bene ad esempio in quelli che fanno uso frequente di THC (cannabis e derivati) quando si rendono poco conto della confusione mentale, della distraibilità eccessiva e della scarsità della loro memoria. Allo stesso tempo tendono a sopravvalutare gli effetti positivi, ovvero credere per esempio di essere particolarmente spiritosi, acuti  o creativi, di eseguire un certo compito alla perfezione mentre in realtà introducono un sacco di errori ecc.
Per chi fa uso di queste sostanze  diventa  più importante come  soggettivamente uno si sente e di conseguenza esprime un giudizio falsato sul mondo circostante. I problemi che prima provocavano  angoscia diventano più sfocati e lontani, l'attenzione è diretta verso altre cose che altrimenti sarebbero meno importanti. 
Questo per certi versi può essere anche positivo, tuttavia il grosso guaio è che i problemi ritornano peggio di prima una volta che l'effetto inebriante della droga svanisce. 
Per questo e altri motivi, sarebbe meglio raggiungere quello stato mentale desiderato, in cui i problemi diventano solo una piccola parte di un  tutto dove sono aperte migliaia di possibilità in modo naturale attraverso tecniche meditative per esempio, sfruttando così le endorfine autoprodotte. 
Tale stato è riconoscibile perché vi è lucidità e manca di tutti quei fastidiosi effetti collaterali che provocano le droghe ricreative o gli psicofarmaci.  
Naturalmente si preferisce di gran lunga drogarsi perché è molto più facile ingoiare una pillola, sniffare cocaina o fumarsi una canna piuttosto che sforzarsi in una pratica  molto più impegnativa che richiede una disciplina costante. 
Detto ciò non voglio apparire un bacchettone intransigente; io non sono categoricamente contro l'uso responsabile ed informato di sostanze psicoattive, compresi gli psicofarmaci al bisogno (sempre che ve ne sia effettivamente un giustificato bisogno) e per quando riguarda le 'canne' penso che se (per assurdo) venissero usate al posto dell'alcool molte vite perse sulle strade verrebbero risparmiate, anche se forse al prezzo di qualche psicosi in più.

Principio di disabilitazione cerebrale

Breggin afferma che "tutti i trattamenti psichiatrici causano disfunzioni cerebrali" e che "tale effetto è l'effetto primario terapeutico". Cioè l'effetto debilitante dei farmaci psichiatrici è proprio ciò che 'serve' ed è utile. Fantastico!
Questa cosa la si può osservare molto bene per esempio nelle pratiche psichiatriche più coinvolgenti quali la lobotomia e l'elettroshock. L'effetto debilitante più marcato è tipico dei neurolettici ed  infatti non è fuorviante l'appellativo di 'lobotomia chimica' che viene dato a questa classe di farmaci.
Sembra quindi che in psichiatria sia necessario fare del male alle persone per curarle, contrariamente a quanto sarebbe auspicabile per la medicina tutta secondo il detto Ippocratico di 'Non nuocere'. 

Ecco i primi 4 degli 11 principi cerebrali invalidanti che sono stati formulati da Breggin: 

1 . Tutti i trattamenti biopsichiatrici condividono un modo comune di azione - l'interruzione della normale funzione del cervello. Nessuno di loro migliora la funzione cerebrale. 
2 . Tutti gli interventi biopsichiatrici efficaci funzionano causando disfunzioni cerebrali generalizzate, che interessano entrambe le funzioni emotive e cognitive. In un modo alquanto dose-dipendente, tutti gli interventi biopsichiatrici compromettono la funzione mentale in generale. 
3 . I trattamenti biopsichiatrici producono i loro effetti "terapeutici" danneggiando le funzioni umane superiori, tra cui reattività emozionale,  sensibilità sociale, auto- consapevolezza o selfinsight, autonomia e autodeterminazione.
Effetti più drastici possono essere apatia, euforia, lobotomia e indifferenza. Quando l'interruzione di una funzione normale viene interpretata come vantaggiosa, il trattamento viene considerato corretto. Un'interpretazione positiva è spesso fatta dal medico o il familiare, ma non dal paziente. A volte i pazienti preferiscono stare in uno stato mentale ridotto perché offusca la loro consapevolezza di sé e quindi la sofferenza o provoca un'euforia artificiale. 
4 . Ogni trattamento biopsichiatrico produce il suo effetto essenziale o primario nel cervello su tutte le persone, compresi sia i volontari sani che pazienti con varie diagnosi psichiatriche.

Qualsiasi agente psicoattivo può causare disfunzioni mentali, portare Anosognosia e diventare 'incantatore'. Anche se in misura minore, altri tipi di farmaci non psichiatrici possono concorrere a causare disfunzioni mentali: tra questi, farmaci per problemi  cardiovascolari, antipertensivi, steroidi, contraccettivi orali e anche alcuni antibiotici. 

"L'individuo che diventa agitato su un antibiotico, per esempio, esattamente come un individuo che diventa agitato su un antidepressivo, non rischia di percepire la gravità del cambiamento mentale, non è in grado di associarlo  con il farmaco, e, se gravemente colpito, può pensare che lui (o lei) sta facendo meglio che mai. Una persona resa agitata da un antidepressivo, può incolpare della sua agitazione  un amico, un familiare, o un estraneo, con risultati potenzialmente dannosi ."

Il paradigma dell'alcool

Prima ho fatto l'esempio delle droghe leggere, ma l'effetto Anosognosia è altrettanto vero nel caso dell'alcool,  probabilmente 
la prima volta è stato storicamente  scoperto così. 
Chi è leggermente intossicato dall'alcool tipicamente sopravvaluta gli effetti positivi e ignora la propria 'menomazione'. Così ad esempio qualcuno può essere convinto di poter guidare senza problemi con spiacevoli conseguenze. 
Posso testimoniare di avere fatto un viaggio allucinante di 60 km andata e ritorno con un amico in condizioni di ebrezza nemmeno eccessivamente gravi. Da allora però ho giurato di non andare mai più con lui anche perché dopo pochi mesi, trovato alla guida in stato di ebrezza dalla polizia gli è stata revocata la patente a vita. 
Rispetto alle persone che prendono psicofarmaci però chi beve ad un certo punto ha maggiori probabilità di riconoscere di essere sotto gli effetti dell'alcool e quindi di regolarsi di conseguenza. E' anche più facilmente riconoscibile da chi gli sta intorno. Per chi prende gli psicofarmaci, a parte alcune eccezioni spesso non vi è modo di capirlo da chi gli sta accanto.

"Le persone in contatto con una persona ubriaca sono suscettibili di ricordargli che ha bevuto troppo; ma le persone in contatto con una persona intossicata da uno psicofarmaco non sono suscettibili di identificare i sintomi quali agitazione, irritabilità, instabilità dell'umore come potenziali effetti negativi del farmaco. Molto probabilmente, non potranno  nemmeno sapere che la persona ha recentemente assunto un farmaco psichiatrico."

Il rinforzo sociale 

"Quando le persone cominciano a sentirsi peggio dopo avere iniziato ad assumere un farmaco psichiatrico, di solito attribuiscono il loro declino alla presunta malattia mentale. Quando il farmaco non funziona, possono diventare disperati nella loro convinzione che "nulla mi può aiutare", quando in realtà è il farmaco che sta peggiorando le loro condizioni."

Questa convinzione è universalemnte portata avanti dagli psichiatri che raramente avvertono i loro pazienti sui potenziali effetti indesiderati di questi farmaci. E comunque c'è sempre pronto l'alibi della presunta malattia mentale sottostante che giustifica una grande varietà di ulteriori sintomi tra cui ansia, irrequitezza, agitazione , depressione ecc. 
I medici raramente attribuiscono il peggioramento dei loro pazienti come risultato del trattamento . Gli effetti iatrogeni più evidenti sono più frequenti quando questi farmaci vengono iniziati o interrotti oppure viene regolato il loro dosaggio. 


Anosognosia cronica

"E' possibile usare psicofarmaci per mesi o addirittura anni, senza riconoscere  di essere mentalmente compromessi, senza accorgersi che i farmaci stanno causando perdita di valore, che non si hanno benefici reali, e in casi estremi che siamo diventati compulsivamente distruttivi per noi stessi e per gli altri. Tutto questo è familiare a chiunque abbia affrontato gli alcolisti cronici. Tuttavia, nella mia esperienza, questa inconsapevolezza è una conseguenza inevitabile dell'uso cronico di qualsiasi agente psicoattivo.
In psichiatria, questo effetto 'incantatore' è comunemente riconosciuto in individui ai quali sono prescritte benzodiazepine  nel lungo termine. Spesso l'individuo diventa dipendente e alterato senza rendersene conto."
 

Conosco personalmente un uomo sopra i 55 anni ormai diventato schiavo da diverso tempo del suo sonnifero, tutto questo senza avere mai avuto alcuna diagnosi psichiatrica. Gli è stato prescritto la prima volta dal suo medico di famiglia per far fronte ad una situazione stressante dovuta a cause esterne ben precise. 
Dopo anni di uso continuativo di questa sostanza, ha ancora problemi di ansia che si sono aggravati notevolmente fino a sfociare in forti attacchi di panico di intensità tale che richiedono l'invio al pronto soccorso per una notte in monitoraggio. Altri problemi cardiovascolari,tra cui ipertensione, anomalie del battito cardiaco, una fobia sociale  che non gli permette facilmente di fare ad esempio dei viaggi, una ridotta capacità di sopportare lo stress, un'ansia quasi costante. Tutti sintomi che ha sono ben documentati tra i possibili effetti dovuti ad un uso continuativo di tali farmaci.
Eppure se gli si parla mai ammetterebbe che la causa di molti dei suoi problemi sia il calmante che anzi, benedice ogni volta per il suo effetto tranquillizzante e assume regolarmente ogni giorno consumandone una boccetta a settimana.
E'curioso quanto questa stessa persona che per esempio assolutamente non fa uso di alcool, abbia nei confronti di chi fa uso di sostanze di svago un atteggiamento fortemente critico, di assoluto rifiuto, inconsapevole di essere diventato esso stesso un tossico-dipendente ad un livello assai più preoccupante per la salute rispetto per esempio a chi ama fumarsi un 'tranquillante' in forma di canapa indiana.
Infatti nel caso della canapa, non vi è alcun problema dovuto all'astinenza contrariamente a quanto succede con le benzodiazepine che stando a quanto dicono i sopravvissuti psichiatrici sono più problematiche e difficili da mollare addirittura dell'eroina!
Difficili perché i sintomi prodotti dall'astinenza sono tra i peggiori che si possa provare, un vero inferno in terra a quanto dicono.

"Anche gli antidepressivi hanno effetti negativi a lungo termine che i pazienti non riescono a rilevare. Pazienti che ho valutato di volta in volta hanno assunto antidepressivi per anni senza rendersi conto che le loro emozioni sono diventate insensibili, che il farmaco sta causando il loro intorpidimento, e non stanno funzionando così come potrebbero in tutta una serie di attività."


Effetti variabili degli psicofarmaci

"Gli antidepressivi, come già osservato, comunemente producono un continuum di stimolazione che la persona non riconosce come effetto del farmaco. In casi estremi, subiscono una mania farmaco indotta, una condizione in cui l'individuo è estaticamente incantato e crede di stare magnificamente bene, a un fantastico livello. Gli antidepressivi possono anche produrre un ottundimento o un effetto stupefacente, in particolare con l'uso cronico. Ancora una volta, l'individuo non riconosce la gravità della condizione o della sua relazione con il farmaco, e può sentire dei miglioramenti. 
Le benzodiazepine producono una serie di effetti piacevoli che sono molto simili agli effetti dell'alcol ma spesso senza l'ubriachezza evidente con cattiva articolazione della parola e inciampo che avvisa l'individuo di una intossicazione. 
Gli stimolanti producono un continuum di stimolazione simile a quella prodotto dagli antidepressivi, ma producono anche un fenomeno specifico di ridotta spontaneità. Il figlio medicato reso più apatico, e quindi più docile,  può essere percepito come  migliorato dai genitori e gli insegnanti, e anche da lui stesso nel suo desiderio di rimanere fuori di guai.
I neurolettici producono una devastante disfunzione del lobo frontale bloccando la neurotrasmissione della dopamina, producendo una lobotomia chimica virtuale (Breggin , 1997). In molti modi la forma di incantamento, può diventare uno stato  simil-zombie. In casi estremi, i pazienti intossicati con neurolettici diventano interamente sotto la  schiavitù della droga, robotici, e incapaci di pensare e agire per sé stessi."

Come ho avuto modo di ripetere altre volte qui, quanti di noi hanno potuto constatare questi effetti invalidanti nelle persone diagnosticate con la più terribile delle malattie psichiatriche, la schizofrenia e sottoposti ad anni e anni di 'cure' a suon di neurolettici. Tanto che questi effetti vengono confusi e spacciati dai medici come la conseguenza di questa terribile malattia degenerativa mentre non sono altro che le 'normali' conseguenze della cura. 
La controprova la si può osservare nelle (purtroppo) poche esperienze di recupero, veri e propri miracoli, quando qualcuno si rende conto del danno inflitto e trova il modo di ricorrere ad un altro tipo di trattamento magari semplicemente riuscire a scalare correttamente questi veleni e riappropriarsi della propria vita, sempre che il danno non sia ormai tale da invalidare qualunque tentativo in tal senso.  

"Questo fenomeno clinico generale di Anosognosia si trova praticamente in ogni forma di disfunzione cerebrale. Può anche essere notato in individui che sono stanchi o esauriti a causa di mancanza di sonno, di sforzi eccessivi, o malattie. Comunemente non afferrano il loro grado di invalidità e non riescono a percepire eventuali connessioni tra come si sentono e la loro mancanza di sonno, sforzi eccessivi, o malattie. In alcuni casi, questi individui sviluppano un falso senso di benessere e di aumentate capacità.
Qualsiasi trauma al cervello e alla funzione mentale può avere un impatto simile sull'individuo. Vittime di incidenti acuti con trauma cranico spesso non riescono ad apprezzare che sono gravemente feriti e tenteranno di rifiutare le cure mediche, anche se stanno visibilmente male da non poter muoversi."

Pare che l'Anosognosia sia anche associata alla perdita di memoria: 

"Nel discutere la sindrome amnesica che segue un trauma al cervello, Bourgeois, Seaman, e Servis (2003,p. 294) confermano che "La maggior parte dei pazienti con disturbi amnesici mancano di riconoscere i loro deficit e possono con veemenza negare la presenza di compromissione della memoria nonostante la chiara evidenza del contrario."

Risulta anche nei casi di discinesia tardiva: 

"La discinesia tardiva è un disturbo del movimento comune e di solito irreversibile provocato dai farmaci neurolettici. Molti individui con discinesia tardiva possono identificare evidenti contrazioni muscolari e spasmi in altri pazienti, ma non in sé stessi. L'effetto è principalmente osservato nei detenuti psichiatrici ospedalieri e può essere dovuto ad una combinazione di danni cerebrali cronici e intossicazione acuta causata da farmaci neurolettici.
Con la lobotomia, l'individuo diventa un robot incantato. Il senso del sè è così obliterato che gli individui in precedenza fluenti non possono scrivere alcune frasi semplici su se stessi.
Di solito non riescono a riconoscere di essere enormemente compromessi. Derubati della loro capacità di motivazione o di autodeterminazione, non perpetrano crimini bizzarri, ma possono essere facilmente guidati da altri. Una reazione simile ai robot è osservata nei pazienti o i detenuti a cui vengono dati  neurolettici  e nei bambini a cui vengono prescritti stimolanti. Anche in questo caso a causa dell'interruzione del lobo frontale, diventano più docili e gestibili. Spesso (ma non sempre) non riescono a percepire il loro grado di compromissione e non si rendono conto  che i farmaci li fanno comportare in modi inusuali.
Lesioni traumatiche ai lobi frontali, lobotomia, farmaci neurolettici e farmaci stimolanti influenzano gli animali nello stesso modo come colpiscono gli esseri umani. Naturalmente, nell'animale, non potendo parlare è difficile valutare il  grado di anosognosia. Tuttavia il comportamento esteriore dell'animale è identico a quello umano."

L' Anosognosia  o intossicazione 'incantatrice' colpisce probabilmente la maggior parte delle persone che assumono droghe psicoattive, tra cui la maggior parte dei pazienti a cui vengono prescritti psicofarmaci. Essa ci aiuta a spiegare perché tante persone prendono farmaci  psichiatrici, nonostante l'evidenza che gli stanno facendo più male che bene.

venerdì 2 maggio 2014

Incubo iatrogeno - esperienza

Ho scovato questo testo da brividi. E' talmente assurdo che  si stenta a credere che sia realmente accaduto. Eppure è stato oggetto di denuncia presso l'autorità competente per gli episodi di malasanità. 
La vittima è una donna che ha iniziato a prendere dei calmanti per dormire. Tutto andava bene per qualche anno finchè ha iniziato un calvario di politrapia durato 8 mesi in cui le sono stati dati, in totale almeno 35 psicofarmaci. Nello  stesso periodo ha collezionato una serie impressionante di diagnosi psichiatriche con relativi trattamenti chimici,  culminando nell'elettroshock, l'ultima carta da giocare da parte dei suoi zelanti medici quando si sono resi conto che i sintomi iatrogeni erano ovviamente farmaco-resistenti essendo farmaco-prodotti.
Questo breve racconto illustra in modo impressionante il danno iatrogeno, l'incompetenza di questi psichiatri nel gestire un caso relativamente semplice, la complicità del governo che anziché tutelare i cittadini verso questo tipo di danni si schiera a favore dei medici e delle case farmaceutiche. La cosa più incredibile è che per l'establishment medico questo non è stato considerato un trattamento fuori standard.
La donna in questione ha subito questo trattamento 'soltanto' per 8 mesi, e porta addosso ancora oggi le conseguenze dopo anni dalla dismissione. Anche se qui siamo in un altro paese, la pratica psichiatrica non cambia e penso a tutte le persone che conosco che sono rimaste e stanno ancora annaspando  nella melma iatrogena anno dopo anno.



Malasanità Iatrogena

Contributo anonimo


Tu sei un sopravvissuto 

"Tu sei un sopravvissuto", mi disse uno psichiatra che avevo consultato otto anni prima per un secondo parere. Me lo ha ricordato lui perché io non lo ricordo. Il mio ricordo degli ultimi otto anni è incerto. I 20 anni prima sono quasi completamente vuoti. "Tu sei un sopravvissuto" è l'unica cosa positiva che un medico ha detto di me. Non si dovrebbe  'sopravvivere' dall'andare da un medico. Questa è la lettera ai miei dottori. L'ho scritta dai miei appunti, dalle mie e-mail e le mie cartelle cliniche.

Voi che vi chiamate medici, una volta avete giurato di "Non Nuocere"

Mi era stata prescritta una benzodiazepina (il tranquillante Ativan) per un disturbo del sonno a seguito di una reazione avversa a un vaccino. Prendevo una dose bassa di volta in volta da qualche anno.  Sembrava aiutarmi, ma stavo diventando ansiosa. A quel tempo non sapevo che l'ansia è un possibile effetto negativo della benzodiazepina. Né sapevo niente dell'intervallo di recesso; l'effetto di molte benzodiazepine è talmente di breve durata che si possono verificare sintomi di astinenza tra le dosi. Non avevo idea di essere diventata dipendente. Sapevo solo che quando la prendevo, mi  sentivo meno 'cablata'.

Ritiro da Benzodiazepine 

Quando mia madre anziana è morta, il mio sonno è peggiorato e ho iniziato a prendere la benzodiazepina regolarmente. In brevissimo tempo il problema è peggiorato molto e sono anche diventata nervosa.  Ho provato a smettere di prenderla ma mi sentivo orribile. Si è insistito che io ero "depressa". Avete detto che era a causa della mia infanzia  traumatica. La mia infanzia non era il problema, sono stati i vostri farmaci.  

Disturbo d'Ansia, Depressione Maggiore con agitazione

Non avete riconosciuto le mie reazioni avverse alle benzodiazepine.   E non avete riconosciuto la sindrome da astinenza.   Mi avete diagnosticato un 'disturbo d'ansia' e 'la depressione.'   Mi è stato  dato un antidepressivo. Quando sono diventata agitata e ho sviluppato tremore per gli effetti dell'antidepressivo, mi avete detto che avevo una 'depressione maggiore con agitazione.' Quando l'agitazione è diventata così grave che ho perso il mio sonno del tutto, mi avete dato ancora più antidepressivi. È inoltre anche sonniferi.

Disturbo di regolazione, depressione vegetativa, disturbo bipolare, depressione psicotica.

Avete detto che avevo un 'Disturbo dell'Adattamento', ma le uniche cose a cui non  mi adattavo, erano i farmaci. Cascavo per terra di frequente, a volte sulla strada, e sono stata per due volte portata in ambulanza al pronto soccorso.  Non avete riconosciuto che uno dei farmaci stava facendo cadere precipitosamente la mia pressione sanguigna.

Quando ho iniziato ad avere spasmi e agitazione incontrollabile, mi avete dato più sonniferi, da prendere tre volte al giorno e di notte. Quando mi sono addormentata durante un appuntamento, avete detto che avevo la 'depressione vegetativa'. Quando ero in costante movimento, dicevate che avevo il  'disturbo bipolare'. È quindi fu stabilito che avessi una 'Depressione  psicotica'.

Mi avete dato antipsicotici. Ho iniziato a ululare come un cane. I movimenti del mio corpo sono diventati caotici. Il mio viso si era contratto, e la mia lingua andava dentro e fuori dalla mia bocca.   

Mi avete dato 35 diversi farmaci psichiatrici. Un nuovo farmaco quasi ogni settimana. Mi avete detto che stavate 'smascherando' dei disturbi mentali.   Non sono mai stata 'pulita' per un periodo durante il cambio di farmaci. Stavate trattando gli effetti negativi della  politerapia con altra politerapia. Perché ho accettato tutti quei farmaci?   Avrei potuto ingerire di tutto,  qualsiasi cosa per fermare quell'agitazione orrenda che si chiama Acatisia.   


Una diagnosi di demenza

Non riuscivo a smettere di muovermi. Mi è stato detto che era un sintomo della mia malattia mentale. Mi avete detto che ero pazza.   Avevo paura di uccidermi ma  avevo anche paura di non essere capace di uccidermi. Ho scritto un testamento biologico e una direttiva per non tentare di rianimarmi. Ho dato via le mie cose.   Ho scritto lettere d'addio. Ho disposto come le mie ceneri dovevano essere smaltite. 
Ho chiesto a mio marito di radere la mia faccia; uno dei vostri farmaci ha causato la crescita di peli sul viso. Mio marito guardava incredulo e impotente, orrore e dolore. E'stato davvero kafkiano.

Disturbo dissociativo dell'identità, Disturbo di Somatizzazione, "un ottimo candidato per ECT"

Quando ho voluto ritirarmi da tutti i farmaci e sono andata in una struttura psichiatrica per chiedere aiuto, mi avete preso e tenuta lì con la forza. Mi avete detto che avevo un 'disturbo dissociativo dell'identità' e un 'Disturbo di Somatizzazione.'
Avete detto che ero 'delirante, egocentrica, e violentemente agitata.'   Ho smesso di botto  molti dei farmaci e avete scritto che io ero 'un eccellente candidato per l'ECT '. 

Ho rifiutato il trattamento, ma avete costretto mio marito a firmare. Gli avete detto che l'elettroshock era l'ultima opzione possibile. Mi avete tenuta per 10 settimane sottoponendomi a 25 applicazioni  con anestetici generali, 25 grandi crisi epilettiche bilaterali. Non mi ricordo molto tranne la catena di montaggio di barelle nei giorni del trattamento. Tremavo dal terrore quando guardvo il vostro freddo volto, aspettando l'oblio misericordioso dell'anestetico. Mi avete dato sonniferi per tre volte al giorno, una volta di notte e aggiunto nuovi farmaci. Mi avete detto che avrei avuto bisogno bisogno di essere istituzionalizzata, con farmaci per il resto della mia vita, e trattamenti di elettroshock settimanali. 

Non sono andata a fare i trattamenti settimanali di ECT e poco a poco ho diminuito gradualmente tutti i farmaci. Per anni ho vissuto con il terrore di venire nuovamente ricoverata nella vostra struttura e sottoposta ad altri elettroshock. Non ero più un essere umano. Voi medici non avreste potuto essere più distruttivi.

Secondo parere

Mi avevate medicata fino alla pazzia. Dalle mie cartelle cliniche vedo che avevo richiesto una seconda e terza opinione. Alcuni dei vostri commenti sono interessanti: "I sintomi attuali cominciarono entro alcune settimane dalla sospensione dell' Ativan." "Ha senso che le benzodiazepine hanno contribuito alla instabilità attraverso effetti di ritiro / rimbalzo".    "ipereccitazione del sistema nervoso." "Io sostengo le attuali raccomandazioni terapeutiche che comportano il minimo uso di farmaci. " 

A quanto pare una prova di sospensione del farmaco era stata istituita (su suggerimento dello psichiatra mi riferisco al primo appunto), ma lo psichiatra scrisse che  "era stata negativa, così come risultava dai suoi sintomi di peggioramento ". Era ovviamente ignaro di effetti da sospensione del farmaco.  

Siete rimasti perplessi dei miei movimenti del corpo incontrollabili. Avete usato il meglio della medicina moderna. Mi avete mandata ad un'esame del sonno, un elettroencefalogramma, una TAC e una risonanza magnetica. La causa dell'agitazione, però, era seduta proprio lì nel vostro ufficio, sulla vostra scrivania - il vostro ricettario - la cosa peggiore della medicina moderna. 

I 35 Farmaci

Qui ci sono i miei farmaci come risulatano registrati nelle mie cartelle cliniche e ricette - 35 o giù di li in un periodo di otto mesi, la maggior parte di loro prescritti in rapida successione in un periodo di quattro mesi da uno psichiatra. Diversi sono stati  dati, tolti e ridati avanti e indietro. Alcuni sono stati dati in diversi punti di forza.  Alcuni altri (non riportati) mi sono stati dati come "campioni" dei rappresentanti farmaceutici. Tutti quanti sono stati prescritti :

Ativan (Lorazepam), Rivotril (clonazepam), Xanax (Alprazolam), Valium (Diazepam), Celexa (Citalopram), Novo Pranolol (propranololo), Amitriptilina (Elavil), propranololo, Imovane (Zopiclone), Effexor (venlafaxina), Litio carbonato (Lithium), Moclobemide (Manerix), Imovane (Zopiclone), Seroquel (Quetiapina), Wellbutrin (Bupropione), Imovane (Zopiclone), nortriptilina (Aventyl), nortriptilina (forma diversa), Perphenazine (amitriptilina), Gabapentin (Neurontin), Ativan-sublinguale (Lorazepam), Trazodone (Desyrel), Ritalin (metilfenidato), Fluvoxamina (Luvox), Oxycontin (ossicodone), Methotrimeprazine (Nozinan), Paxil (Paroxetina), Remeron (Mirtazapina), Zyprexa (Olanzapina ), Risperdal (Risperidone), Parnate (tranilcipromina), Haldol (Haldoperidol), Aventyl (Nortriptyline), Cogentin (Benztropine), Loxapine, clorpromazina (Largactil), Starnoc (Zaleplon.)

Uno di voi ha anche scritto: "L'elenco delle prove psicotrope precedenti è impressionante nella sua ampiezza." E non aveva nemmeno visto tutta la lista, olè! 

Ammettere di non nuocere, il giuramento del silenzio

Ho presentato una denuncia all'organo medico  governativo della nostra provincia per lo  psichiatra che ha fatto la maggior parte delle prescrizioni. Ho sostenuto la mia denuncia allegando le monografie di tutti i prodotti farmaceutici che mi avevano dato, la maggior parte con effetti simili di agitazione, insonnia, depressione, pensieri suicidi. Molti hanno avvertimenti 'scatola nera' (come hanno da noi le sigarette ndt). La mia denuncia è stata considerata e respinta da quattro persone che non mi hanno mai incontrata. Uno di questi è uno 'specialista' il cui nome è stato oscurato. 

L'organo governativo ha trovato che la documentazione dello psichiatra della nostra consultazione iniziale, le prove farmacologiche, e le "conversazioni sul consenso informato" erano "insufficienti". Hanno trovato che l'uso del litio era sceso "sotto lo standard di cura." Hanno scritto che lui aveva fatto modifiche per "rispettare pienamente lo standard della sua professione", che aveva "iniziato con misure notevoli per ovviare alle carenze riscontrate nella sua pratica" e che ha "frequentato corsi appositi per le prescrizioni e psichiatria ."

Allo stesso tempo, hanno deciso che la diagnosi di "depressione maggiore agitata" è stata "chiaramente corretta"   Hanno respinto l'Acatisia. Hanno trovato che non vi era "alcuna prova di politerapia irragionevole o eccessivo uso del farmaco." Hanno trovato che i farmaci sono stati "attivati in conformità con gli algoritmi standard, le linee guida e le prove. "Hanno deciso che era" abbastanza adeguato e standard passare da un antidepressivo ad un altro senza una pausa per ripulirsi"  "Per quanto riguarda il numero totale dei farmaci utilizzati, anche se sulla carta questo sembra molto più di un relativamente breve periodo di tempo, la ragione di questo è essenzialmente la presenza di gravi e continui peggioramenti dei sintomi e la mancanza di risposta clinica con le lamentele di effetti collaterali." Hanno deciso che la "disposizione appropriata era quello di non prendere ulteriori azioni contro la denuncia." 

Ero ingenua a credere che l'organo di governo era lì per proteggere il pubblico dal male. Ora mi rendo conto che è lì per proteggere coloro che danneggiano il pubblico. E' accettabile per i pazienti che hanno subìto elettroshock e che sono stati medicati fino alla pazzia, essere ancora conformi con lo standard della professione. 

Se promettete di non fare del male, si dovrebbe anche riconoscere quando succede, e condividere in modo che non accada di nuovo. Voi non potrete mai ammettere che avete fatto del male e nessuno di voi potrà mai imparare dai propri errori. 


Una remissione spontanea, diffamazione, "Ideazione paranoide"

Sono stata senza farmaci per molti anni e non ho più visto psichiatri.  Ho avuto un 'recupero spontaneo' da ogni etichetta che mi era stata data quando ho dismesso tutti i prodotti farmaceutici. Beh, non proprio. Quando ho cercato di ottenere aiuto per il trauma che ho vissuto nelle mani dei medici, mi è stato detto che quello che stavo dicendo era diffamatorio e che avevo "Ideazioni paranoidi".

I medici hanno sistematicamente distrutto il mio cervello e il sistema nervoso con farmaci ed elettroshock. Ho amnesia. Non ho più il ricordo di 20 anni della mia vita. La maggior parte della memoria della mia vita con mio marito è andata. Ho anche amnesia anterograda, cioè la perdita della capacità di creare nuovi ricordi. Ho disturbi cognitivi, danni al nervo ottico, tremori, convulsioni, tic vocali, capacità polmonare ridotta, scarsa memoria di lavoro e scarse capacità organizzative. Io vado avanti con un muro di post-it  adesivi.

In Chiusura

La maggior parte dei miei amici sono andati. Ero troppo per loro.   E loro non erano abbastanza per me. La malattia mentale è uno stigma. E le etichette psichiatriche un bastone.

Io vivo nel terrore di coloro che hanno dimenticato che una volta hanno fatto il  giuramento di non nuocere. Tuttavia, se incontrassi uno di voi medici, per la strada, io non vi riconoscerei. Avete distrutto la mia memoria.