Recupero

Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da se stessi?

Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci, anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte né che gli psicofarmaci curino qualcosa. Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che, lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.
Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.

Attenzione: È potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. È importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci. Se il vostro psichiatra accetta di aiutarvi a farlo, non date per scontato che sappia come farlo al meglio, anche se dice di avere esperienza. Gli psichiatri non sono generalmente addestrati sulla sospensione e non possono sapere come riconoscere i problemi di astinenza. Numerosi problemi di astinenza sono mal diagnosticati come problemi psichiatrici. Questo è il motivo per cui è bene educare se stessi e trovare un medico che sia disposto ad imparare con voi. In realtà tutti i medici dovrebbero essere sempre disposti a fare questo ai loro pazienti che lo desiderano.

mercoledì 1 novembre 2017

L'inferno del TSO e la psichiatria coercitiva

Una delle cose più odiose del sistema di salute mentale così com'è concepito attualmente nei nostri 'civili' paesi industrializzati è senza ombra di dubbio la coercizione. Le persone comuni, fintanto che rimangono estranee a questo sistema terapeutico, quando non sono coinvolte in prima persona,  non riescono a capire il trauma e il danno che viene inflitto ai 'pazienti' involontari, ricoverati e medicati con la forza. 
In medicina, se ci capita una qualunque malattia fisica siamo liberi di scegliere se sottoporci o meno ad un trattamento medico appropriato per quella particolare patologia, oppure scegliere un trattamento alternativo. In psichiatria invece si è obbligati a subire un trattamento farmacologico scelto dai medici psichiatri per una presunta  malattia, per la quale ripetiamolo, non esiste alcun esame specifico che ne dimostri l'esistenza. 
Tali 'cure' anziché puntare all'eradicazione delle cause del problema, servono solo a mascherare i sintomi in modo da rendere il paziente più gestibile e conforme.



Quindi esiste un grande problema di rispetto dei diritti umani, tanto che l'alto commissariato dell'ONU ha stabilito che il trattamento coercitivo tramite somministrazione forzata di neurotossine equivale alla tortura. E infatti è una tortura a tutti gli effetti per chi la subisce, ma gli psichiatri ignorano allegramente questa direttiva appellandosi alla ormai nota pericolosità potenziale dei 'pazzi'. 

Io ho avuto il 'privilegio' di subire finora 5 TSO , la maggior parte dei quali concentrati nel periodo di 6 anni in cui ero conforme alle cure psichiatriche, cioè convinto della necessità di assumere farmaci psichiatrici per tutta la vita. Ironia della sorte, proprio le cure psichiatriche anziché, 'stabilizzarmi' verso la 'normalità' mi aumentavano la frequenza delle crisi. Eppure secondo la logica psichiatrica dovrebbe succedere il contrario: la presunta malattia  mentale non curata a dovere tramite psicofarmaci (alias neurotossine) dovrebbe peggiorare,  la frequenza delle crisi dovrebbe aumentare così come la qualità della vita peggiorare progressivamente. Così mi hanno sempre detto, così è stato insegnato ai medici, e così starà scritto in qualunque manuale di psichiatria.  

Un novizio del TSO, una persona non preparata a questo trattamento potrebbe forse anche attraversarlo in modo tale che l'esperienza soggettiva non lasci grossi strascichi. Basti pensare ad esempio che la sedazione che viene inflitta con la forza è talmente potente che si perde la memoria di quello che ci è accaduto per i 3 o 4 giorni del picco della crisi. Ma quello che resta, specialmente la memoria dei momenti dell'arresto, fino alla consegna al reparto e la prima iniezione forzata rimane scolpito in modo indelebile nella memoria ed è fonte di grande sofferenza nei successivi ricordi. Alle persone che per loro carattere o natura reagiscono alle ingiurie e alla violenza con altrettanta violenza andrà molto peggio, perché saranno quelle più maltrattate. 
Io sono una persona generalmente calma e pacata , tranne quando mi faccio sopraffare dalla rabbia che esplode come una bomba atomica.  
Per fortuna in quei frangenti ho imparato subito che arrabbiarmi in modo spropositato sarebbe stato inutile e controproducente, in quanto sarei stato trattato molto peggio, come è capitato a tanti compagni di sventura di venire per esempio legati al letto per giorni interi, con estrema umiliazione. Quindi la mia rabbia veniva sfogata verbalmente e sugli oggetti inanimati come porte chiuse e muri, colpiti con pugni di tale violenza da provocarmi forti dolori alle mani per le brutte contusioni. 

Ma la forte sedazione, dopo un po' eliminava anche questa rabbia lasciando la sensazione di non avere più la capacità di pensare, di riflettere. Gli unici pensieri che mi attraversavano la mente in quel frangente, erano di morte. Pensavo ad un modo per 'fargliela pagare' provocandomi la morte per soffocamento per esempio, oppure in modo più eclatante con una potente 'craniata' sul massiccio termosifone di ghisa al termine di una lunga rincorsa. Tali erano i miei pensieri costanti, successivamente  ho compreso meglio perché i suicidi sono di circa 30 volte più probabili dopo un ricovero coatto. 

Sotto l'effetto di queste 'droghe',la mia voce diventava impastata e disarticolata come quella di un ubriacone, gli occhi stentavano a rimanere aperti, la deambulazione era precaria, con strascicamento e movimenti stile zombie. La mente, che soltanto pochi giorni prima era molto brillante, reattiva e vivace, era diventata una coclea ruminante di pensieri oscuri di annullamento. 

L'acatisia è una condizione per alcuni insopportabile. Può insorgere subito dopo il trattamento oppure dopo qualche tempo. E' difficile da descrivere perchè non esiste al mondo niente di simile durante l'esistenza ordinaria, come se si volesse far capire l'effetto dell'eroina o dei funghi allucinogeni senza sperimentare queste sostanze. Si può tentare di spiegare a parole ed io pur non avendo mai provato queste droghe di strada mi posso immaginare qualcosa, come un profondo rilassamento in un caso e allucinazioni in un'altro ma ovviamente non è come sperimentarlo  di persona. 
Dunque l'acatisia è una condizione tale di tormento  interiore che non si riesce a stare da nessuna parte in nessun modo. Io ho sperimentato ad esempio un dolore fisico forte e protratto nel tempo provocato  dalle emorroidi ma questo  è ancora nulla in confronto. Perfino un forte mal denti lo si può affrontare al limite con un antidolorifico. Ma l'acatisia è una vera tortura, un tormento che non ha uguali nel mondo fisico, perché non è un dolore fisico, di origine fisica. Non vi è salvezza, distrazione, trattamento in grado di attenuarla se non il sonno. Per questo motivo  quando si protrae sovente porta al suicidio come unica soluzione per fermarla. Per dire la verità il  trattamento per l'acatisia esiste, sono gli stessi psicofarmaci che la provocano! 

Infatti ricordo che feci presente questo problema alla giovane psichiatra che mi aveva in carico al Centro di igiene mentale, mi rispose che avrei dovuto farmi delle iniezioni depot per almeno un anno. Pensate un po' un anno intero di non-vita e annullamento di ogni slancio vitale. Gli risposi no grazie, e per tutelarmi dissi al  mio medico olistico di fiducia di scrivere una dichiarazione in cui sconsigliava espreessamente tale 'terapia'. 
Per mia fortuna, di li a poco la psichiatra venne rimossa dall'incarico ed io avevo già preventivamente scelto uno psichiatra privato per ogni evenienza, di una eventuale rivalsa del CIM. 

Ma questi effetti neurotossici dei farmaci  non sono l'unico aspetto sgradevole del TSO, anche se potenzilamente letali. La vergogna di venire trattati come infanti, l'estrema umiliazione per uomini e donne  di una certa età, rispettabilità, dignità non ha eguali. 
Non ti puoi sottrarre alle loro cure. Non puoi semplicemente trattenere quelle maledette pillole in bocca per poi sputarle alla prima occasione. E' inutile perchè magari le pillole solide hanno un minimo effetto rispetto alla sostanza liquida dal sapore amaro che viene mescolata all'acqua che serve per ingoiarle.  
Ricordo che protestai con gli infermieri e lo psichiatra per gli effetti sgradevoli del neurolettico che mi costringevano a ingoiare. Come risultato lo psichiatra decise di farmi una iniezione a lento rilascio dello stesso farmaco in modo tale che non mi sarei potuto sottrarre in alcun modo. Ricordo molto nitidamente il suo ghigno sadico mentre pronunciava quelle parole, e in quel preciso momento non posso negare di avere avuto forti fantasie omicide nei suoi confronti. 
Ma io credo nell'esistenza del karma, pertanto non posso che considerare quanto triste e terribile sarà la sua prossima vita (se non proprio questa) o quando insomma verrà il momento di scontare gli effetti di tutte le sue retribuizioni karmiche dovute al male inflitto agli innumerevoli esseri umani, pazienti passati sotto le sue grinfie. Ho saputo di uno psichiatra in america che ha aperto gli occhi e si è accorto dei danni che aveva inflitto ai suoi pazienti, è rimasto talmente colpito da questo che è andato personalmente  da ognuno di essi per scusarsi profondamente. 

I miei soggiorni forzati in SPDC (servizi psichiatrici diagnosi e cura) sono capitati quasi sempre nel pieno dell'estate quando tutti gli altri 'sani' sono per la maggior parte a godersi le meritate vacanze. Già questo pensiero di passare li le mie vacanze era assai deprimente, se si aggiunge poi la mancanza di aria pura,  la natura che si poteva solo osservare delle finestre chiuse, serrate per impedire a noi pazzi di penzolare fuori, la mancanza di ogni tipo di distrazione, escluso guardare la tv in saletta fumatori ove si scandivano anche le sigarette razionate ogni mez'ora, rimaneva solo la possibilità di fare due chiacchiere con gli altri degenti sempre se le proprie condizioni lo permettevano, oppure passeggiare in tondo nel corridoio come muli alla macina per passare in qualche modo quelle ore interminabili. 
Allora ti fermavi un attimo a riflettere, considerando  che con quello che lo stato spendeva al giorno per te potevi permetterti un viaggio in un luogo esotico, con soggiorno in albergo a 4 stelle comprensivo di vitto, trattamento completo di massaggi, e ogni tipo di terapia olistica da effettuarsi nella Spa. 


Questa mattina stavo ascoltando alla radio un dibattito sulla necessaria 'riforma' del TSO. 
Libertà di cura,tutela legale, diritti umani.. parole sacrosante, ma quando sento parlare di riforma trovo che non si combina molto bene con l'altro termine, TSO. 
Cerco di spiegarmi: a mio parere il TSO va semplicemente abolito. Perchè riformare un'aberrazione? Sarebbe come dire: "riformiamo i campi di sterminio" oppure, "riformiamo la schiavitù", vi sembra che suoni bene?. 
Riformiamo la guerra, troviamo un modo non violento di fare la guerra. Pensate a quanto è assurda questa affermazione. Allora perchè non può essere altrettanto assurda l'idea di riformare il TSO? Va semplicemente abolito, punto.  
Ma allora come facciamo con i matti violenti, come possiamo tutelare le persone civili, quelle normali che si troverebbero così alla loro mercè? 
Intanto follia non è sinonimo di violenza, almeno non più della violenza commessa dai cosiddetti 'normali'.
E inoltre, le persone tutte sono continuamente esposte a pericoli provenienti da individui che mai verrebbero diagnosticati. Per questo esistono le forze di sicurezza preposte alla nostra protezione. 

Finché la follia verrà considerato un problema medico, tutte le possibilità saranno escluse. Allora non sarà colpa della società assurda in cui viviamo, della povertà, dell'emarginazione, del disagio sociale, e relazionale; vanno a sparire le comunità e con queste il mutuo aiuto, in favore dell'individualismo, anzi le comunità si spostano nel mondo virtuale. 
Dobbiamo farci una semplice domanda: perchè le popolazioni più civilmente 'arretrate' non hanno così tanti problemi di salute mentale come i nostri ? 
Capita che le persone vadano 'fuori di testa', ma oggi il trattamento riservato a queste persone serve soltanto a certificare e cronicizzare la loro condizione di 'malati di mente'. 
Perchè non si è mai fatto nulla per capire cosa realmente sta accadendo a queste persone, per poi scoprire che sono cose che fanno parte delle possibilità della ente umana, non sono soltanto errori cone la psichiatria ci vuole far credere. Qualcuno ci ha provato a capire ma sono piccole gocce in un mare di violenza istituzionale. 

"Abbiamo bisogno di iniziare a parlare e trovare un terreno e un linguaggio comune con le altre persone intorno a noi. Abbiamo bisogno di riunirci in gruppi e trovare un linguaggio per le nostre storie che abbiano un senso e farci sentire bene con noi stessi. Disimparare il condizionamento sociale su ciò che significa essere 'malato' e 'sano'. Abbiamo bisogno di recuperare i nostri sogni e il nostro piano  per realizzarli. Abbiamo bisogno di condividere tutto quello che abbiamo capito come esseri umani. Abbiamo bisogno di amare noi stessi così come siamo: Sensibili, intensi, potenti e spaventosi, indisciplinati e inclini al disordine. Capire che le erbacce sono semplicemente piante che rifiutano di essere addomesticate. "

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