Recupero

Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da se stessi?

Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci, anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte né che gli psicofarmaci curino qualcosa. Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che, lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.
Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.

Attenzione: È potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. È importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci. Se il vostro psichiatra accetta di aiutarvi a farlo, non date per scontato che sappia come farlo al meglio, anche se dice di avere esperienza. Gli psichiatri non sono generalmente addestrati sulla sospensione e non possono sapere come riconoscere i problemi di astinenza. Numerosi problemi di astinenza sono mal diagnosticati come problemi psichiatrici. Questo è il motivo per cui è bene educare se stessi e trovare un medico che sia disposto ad imparare con voi. In realtà tutti i medici dovrebbero essere sempre disposti a fare questo ai loro pazienti che lo desiderano.

giovedì 2 febbraio 2017

L'eccezione che conferma la regola


Passando casualmente su di un forum tematico sul cosiddetto 'disturbo bipolare', mi sono soffermato su una frase piuttosto consueta per gli 'psichiatrizzati' soddisfatti della loro 'cura' chimica. Era una donna che chiamerò Emma, che rispondendo ad una domanda di un'altro partecipante, preoccupato per dover assumere benzodiazepine, diceva come sua madre ultra 90 enne aveva da 50 anni sempre preso questa roba, anche i barbiturici quando ancora le benzo non erano state inventate ed era (a suo dire) in perfetta salute fisica e mentale. 

Quindi non bisogna preoccuparsi, giusto? 

Si infatti quanti di noi hanno saputo, o anche hanno avuto il nonno fumatore accanito che è campato in 'perfetta salute' fino a 90 anni e passa ? 
Penso che ciascuno di noi scavando nella memoria possa tirare fuori un'eccezione che conferma la regola per qualunque tipo di eccesso: la prima persona ad esempio che mi viene in mente subito è il mio ex suocero che per tutta la sua vita ha bevuto almeno un litro di vino a pasto; 84 anni sempre vivo e vegeto anche se non tanto in forma..
Tempo fa vidi un film in cui il protagonista si faceva di eroina un giorno alla settimana regolarmente senza mai cadere nella dipendenza come le altre persone rovinate da questa sostanza micidiale. 
Abbiamo davanti agli occhi persone che sembrano immuni a qualunque cosa, sembra che niente li possa toccare. Ma quello che io chiedo: sono questi casi eccezionali o sono la regola? 

Quello che manca all'equazione è un metro di paragone. Quanti psichiatrizzati sotto terapia farmacologica sono completamente 'immuni' come la mamma di Emma? 
Se la maggior parte delle persone che prendono benzodiazepine non hanno alcun problema, ricevono solo benefici allora si possono anche trascurare i pochissimi che ne vengono gravemente danneggiati, d'altra parte è normale che vi sia qualcuno più sensibile di altri per queste cose. 
Ci sono anche bambini danneggiati dai vaccini, forse uno su centomila o uno su diecimila chissà. Questo fatto non implica affermare che i vaccini sono dannosi comunque. Il ragionamento non fa una piega. 

Quindi perché preoccuparsi degli psicofarmaci?

Lasciamo un momento perdere in questa sede tutti i possibili danni evidenti, sia fisici che cognitivi, gli effetti da dismissione, l'inferno che raccontano i sopravvissuti di avere subito per dismettere queste sostanze, per il quale rimando il lettore al mio articolo specifico del mese scorso. Qui si parla solo di problemi che portano a morte prematura.
Non ricordo dove ma sembra di aver letto da qualche parte che ad esempio i morti dovuti alla banalissima aspirina superino quelli dell'eroina! 
Questo perché su, ipotizziamo, un miliardo di consumatori una piccolissima percentuale di effetti avversi fatali o morte dovuta a overdosaggio diventa un numero comunque importante . Allo stesso modo si legge che i morti da benzo superano anch'essi quelli di tutte le droghe illegali messi insieme. 
Un milione di morti all'anno più o meno, che vengono stimati, dovuti a cause iatrogene (cioè effetti avversi) degli psicofarmaci o conseguenze della loro assunzione, dunque dovrebbero valere il beneficio ottenuto dalle nonne 91enni come la madre di Emma, che non ha trovato altro modo migliore e più sano in vita sua per gestire  la sua ansia o insonnia o qualunque altro simile problema ? 

Non serve una laurea in medicina per capire che qui c'è qualcosa che non quadra.

Mi si potrebbe obbiettare che i dati che ho qui fornito non hanno alcuna corrispondenza con la realtà. E infatti non è facile sapere quante persone vengono danneggiate fino alla morte perché nessuno si è mai preso la briga di fare uno studio serio e accurato in proposito. Forse non è nemmeno possibile farlo per tutta una serie di ragioni. Si possono solo fare delle stime basate su i feedback che vengono riportati dagli utenti agli organi ufficiali, meglio se indipendenti come ad esempio rxisk.org e siti simili. Il conto diventa una semplice operazione matematica. Si sanno gli introiti, per cui sappiamo quante persone prendono queste schifezze. Sappiamo da un campione di persone mettiamo di 10 mila l'incidenza in percentuale degli effetti avversi e che tipo di effetti ci sono. 

Precisiamo che qui non intendo solo la morte come diretta conseguenza dell'assunzione di farmaci, bensì anche quella prevista mediamente 25 anni prima della media dopo anni di 'cura', dovuta a conseguenze indirette, esempio essere sovrappeso, danni al sistema cardiovascolare ecc ecc. 
Se su 10 mila viene riportato un'incidenza di morte o gravi danni fisici di 10 persone (stima molto ottimistica per cause dirette e indirette) risulta l'uno per mille, che moltiplicato per 100 milioni fa centomila. 
Io ho stimato 100 milioni di consumatori di psicofarmaci nel mondo. Ma chi ci dice non siano di più? E' davvero così inverosimile la stima che ho letto di un milione di morti ammazzati dalle droghe psichiatriche in un anno?
In altre parole, è giusto accettare che ogni anno un milione di persone muoiono mentre altrimenti sarebbero sopravvissute se gli psicofarmaci non fossero mai stati inventati?

Dunque ripeto la mia domanda: davanti a tale ecatombe vale il beneficio della nonna novantenne? 

Allora quante vite si sarebbero risparmiate se le automobili non fossero mai state inventate?
Occorre accettare che  le automobili producono incidenti (o meglio chi le guida) in una certa percentuale perché non è facile oggi farne a meno. Degli psicofarmaci al contrario, si può fare  a meno eccome. 



Ma, allora, tutti i morti di cancro a causa del tabacco e quelli da incidenti, demenza o cirrosi epatica a causa dell'alcool? Li avremmo risparmiati senza queste sostanze. Dovremmo bandire alcool e tabacco. 
In effetti bisognerebbe bandire alcool e tabacco così come vengono bandite tutte le altre droghe ricreative. Il problema è che Bacco e tabacco piacciono, fanno divertire e svagare, hanno un loro grande business, e fondamentalmente non vengono prescritti dai medici! 
La gente li assume volontariamente e generalmente sapendo a cosa possono andare incontro, basta guardare come si ingegnano a dissuadere i fumatori con immagini shock sui pacchetti di sigarette. 
Le droghe 'ricreative' poi danno tutte più o meno evidenti effetti piacevoli, chiedete agli eroinomani cosa hanno provato le prime volte: è amore assoluto. 
Le droghe psichiatriche , a parte forse gli stimolanti non vanno tanto bene per 'sballarsi', e comunque vengono prescritte da medici e fatte passare come sostanze relativamente innocue, proprio aspettandosi di avere come pazienti tutte persone come la nonna 90 enne immune, felice e contenta di drogarsi a vita con psicofarmaci. 

D'accordo, ma l'obiezione che a questo punto viene fatta è se queste persone 'sono' malate di una malattia mentale, sarebbero comunque morte di questo male, forse in numero molto maggiore di questo milione che muore ogni anno per causa diretta o indiretta degli psicofarmaci. 
Intanto resta ancora da dimostrare che queste 'terribili malattie mentali' in effetti esistono come entità distinte. Inoltre nessuno ha mai dimostrato che si possa morire direttamente a causa di ansia, depressione, psicosi o qualsivoglia sintomo psichiatrico 'non trattato'. 
Si muore nella maggior parte dei casi come conseguenza del trattamento psichiatrico  o della negligenza nell'assistere le persone in difficoltà. Tanto per gradire, da studi fatti pare che il rischio di morte per suicidio sale di 18 volte per quelli appena dimessi da un ricovero ospedaliero in psichiatria, ove sappiamo bene che il trattamento standard è a base di massicce esposizioni alle loro amate tossine farmacologiche. 
Peter Gøtzsche, psichiatra, stimato ricercatore indipendente , dopo tutti i suoi studi e osservazioni ha concluso che tutto sommato sarebbe stato molto meglio per il modo se in primo luogo gli psicofarmaci non fossero mai stati inventati. 

Insomma, non ci dovrebbe essere il bisogno di drogare le persone a vita, per farle stare meglio dato che ci sono una miriade di sistemi efficaci che purtroppo hanno solo il piccolo difetto di richiedere un certo impegno. rispetto alla semplicità disarmante di buttare giù una pillola.
E poi, nonostante queste fantastiche pillole le persone stanno sempre peggio, la malattia mentale è sempre più fiorente. Questa semplice osservazione dovrebbe bastare ad istillare almeno un piccolo sospetto che ci sia qualcosa che non va. 

Quindi è con tutto il cuore che mi viene da rispondere a Emma nel modo seguente: 

"Hai tutto il diritto di sottoporti volontariamente e consapevolmente alle pratiche e ad accettare l'ideologia psichiatria, ma è irresponsabile incoraggiare gli altri a fare lo stesso quando non si ha chiaramente alcuna comprensione dei pericoli che possono potenzialmente distruggere la vita delle persone".

Pace e bene.

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