Recupero

Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da se stessi?

Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci, anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte né che gli psicofarmaci curino qualcosa. Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che, lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.
Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.

Attenzione: È potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. È importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci. Se il vostro psichiatra accetta di aiutarvi a farlo, non date per scontato che sappia come farlo al meglio, anche se dice di avere esperienza. Gli psichiatri non sono generalmente addestrati sulla sospensione e non possono sapere come riconoscere i problemi di astinenza. Numerosi problemi di astinenza sono mal diagnosticati come problemi psichiatrici. Questo è il motivo per cui è bene educare se stessi e trovare un medico che sia disposto ad imparare con voi. In realtà tutti i medici dovrebbero essere sempre disposti a fare questo ai loro pazienti che lo desiderano.

lunedì 8 aprile 2013

Il peso terribile dello stigma e della diagnosi psichiatrica



Lo stigma perpetuo 

Lo stigma rappresenta in modo forte il legame che abbiamo con il giudizio. In effetti lo stigma, come credenza ferrea ed immutabile nasce dal giudicare. A quanto pare non possiamo fare a meno di giudicare, qualunque cosa facciamo, sentiamo o vediamo. Giudichiamo così perfino i nostri stessi pensieri, provocandoci emozioni che a loro volta generano sensazioni spiacevoli o piacevoli a seconda della natura e dell'oggetto del nostro pensare. 
Lo stigma è un giudizio definitivo e irreversibile dato in modo arbitrario in base ad una diagnosi psichiatrica. Giudizi di questo tipo riguardano per esempio l’omosessualità, un difetto congenito o una malattia inguaribile. Ma mentre un problema fisico è comunemente accettato dalla comunità, la follia non è tollerata come potrebbe essere l’eccentricità perché la follia col suo carico di dolore ed emozioni forti fa paura, in special modo fa paura la sensazione di diventare folli che avvolge inevitabilmente chi avvicina qualcuno considerato tale. 
Ecco come l'etichetta psichiatrica ribalta completamente la percezione che si ha del soggetto stigmatizzato/diagnosticato:
«Oltre alla tendenza a chiamare malato chi è sano - una tendenza che appare più chiaramente nel comportamento diagnostico al momento dell'ammissione in ospedale che non dopo un periodo sufficientemente esteso - i dati stanno ad indicare il ruolo massiccio dell'etichettamento nelle diagnosi psichiatriche. Una volta etichettato come schizofrenico, lo pseudopaziente non può far più nulla per far dimenticare la sua etichetta: questo influenza in modo profondo la percezione che gli altri hanno di lui e del suo comportamento».

La schizofrenia è senza dubbio lo stigma della peggior specie. Oggi, ‘disturbo bipolare’ fa rima con genio e sregolatezza pertanto molto più accettabile ma comunque sia, viene sempre considerato patologia mentale. L’articolo continua:

(...) Oggi sappiamo che non siamo in grado di distinguere la salute dalla malattia mentale. È deprimente pensare in che modo questa affermazione sarà utilizzata. Non solo deprimente, ma anche spaventoso: quante persone, viene da chiedersi, sono sane di mente ma non sono riconosciute tali nelle nostre istituzioni psichiatriche? Quante sono state stigmatizzate da diagnosi ben intenzionate, ma ciononostante errate? A proposito di quest'ultimo punto, si ricordi ancora una volte che l'errore di secondo tipo nelle diagnosi psichiatriche non ha le stesse conseguenze che nelle diagnosi mediche. Una diagnosi di cancro che si scopre errata provoca molto scalpore. Ma raramente si scopre che diagnosi psichiatriche sono errate: l'etichetta resta attaccata, eterno marchio di inferiorità.

"Non conti più nulla, niente di ciò che fai, che pensi, che senti è uguale agli altri 'normali', sarai sempre una fonte di delusione per te e per gli altri". Questa è una delle più grandi menzogne raccontate direttamente o indirettamente ai cosiddetti malati di mente. E' il messaggio implicito che sta al centro dello stigma, una delle esperienze più paralizzanti che si possa avere.E' quasi impossibile che la vita abbia un senso se nessuno nutre speranze su di te.




Ecco una citazione dal saggio di M. Cardano: “E poi ricominciare a sentire le voci - narrazione del male mentale”:
“... io difatti mi nascondevo, mi nascondevo e avevo paura di, di far capire che avevo questi problemi (...). Però io ero sempre con l’angoscia, con la paura che… che comunque questa cosa potesse venir fuori, che qualcuno si potesse accorgere di questi miei problemi (...). Però deve essere ben chiaro, questa non è vita! Non è proprio vita!. Cioè, vivere con l’angoscia di doversi nascondere e… di pensare di essere una persona falsa perché si nasconde... “(Ilaria)

Da più parti si sente dire che considerare malattie mediche i disturbi mentali contribuisce a combattere lo stigma che ha sempre accompagnato il 'diverso' nella cultura popolare. Ma è veramente così?
Whitaker, premiato giornalista investigativo americano, scrive sullo stigma:

«Ma - e questo non dovrebbe essere una sorpresa - la diffusione di questa falsa convinzione (cioè che si tratta di una malattia dovuta ad uno squilibrio chimico) non ha portato a una diminuzione dello stigma sociale verso le persone con diagnosi psichiatriche. Se non altro, lo ha aumentato.Altrettanto rivelatore è stato questo: in entrambi i sondaggi del 1996 e 2006, quelli che credevano in una "concezione neurobiologica della malattia mentale" - vale a dire, la storia dello squilibrio chimico - avevano una maggiore probabilità di avere un atteggiamento negativo verso le persone con disturbi mentali rispetto a quelli che non li avevano...Anche se questo risultato ha confuso le aspettative dei ricercatori, è facile capire perché l'ipotesi dello squilibrio chimico induce ad atteggiamenti negativi su persone che lottano con la malattia mentale. In sostanza dice alla gente che le persone con una diagnosi psichiatrica sono "cervelli rotti", e che i loro stati d'animo e comportamenti sono regolati dalla chimica del cervello difettoso. Si tratta di una comprensione che separa i "malati mentali" dal resto della società. Il "malato mentale" sarebbe così un individuo diverso da "noi"».
Uno studio della Auburn University, ha scoperto che lo stigma aumenta se la gente pensa di avere una malattia mentale causata da uno squilibrio biochimico al contrario di una malattia mentale derivante da eventi comprensibili nella vita di una persona. Le persone ti trattano più duramente se pensi di avere uno squilibrio biochimico del cervello. Pensano che lo fanno "per il tuo bene." Le persone sono i genitori, anche con le più buone intenzioni e gentilezza. Lo stigma praticato dai genitori aumenta il senso di isolamento e di ansia nel bambino.




Il danno delle diagnosi

Un'attiva riformatrice, Paula Caplan, ha 'scoperto' l'enorme danno delle diagnosi. La sua prima di 5 regole sarebbe utopistica purché banale: evitare di dare una diagnosi.
Non intendendo però, con questo, evitare di esaminare e interpretare i sintomi e individuare un trattamento.
Secondo lei le diagnosi psichiatriche contribuiscono in modo determinante ad aggravare sia la supposta malattia, sia a decretare il fallimento di ogni speranza di vita 'normale' a livello relazionale, lavorativo e affettivo, giacché tutti questi elementi vengono inquinati e debilitati dalle diagnosi psichiatriche.
Lo strumento a cui tutti i professionisti sono tenacemente attaccati si dimostra insomma, oltre che di scarsa utilità per i pazienti, dannoso nella maggior parte dei casi.
Queste le sue 5 proposte in sintesi:
  1. Non dare mai una diagnosi, concentrarsi solo su quello che prova la persona 
  2. Sensibilizzare il governo sul problema delle diagnosi psichiatriche 
  3. Intentare cause per danni dovuti a diagnosi psichiatriche 
  4. Affinare il bias nella diagnostica, ovvero personalizzare i sintomi 
  5. Informare la gente comune sugli effetti di una diagnosi psichiatrica. 
L'attaccamento alle diagnosi è duro a morire. Ecco il parere di uno dei tanti ex utenti/sopravvisuti:
“Secondo me, per essere di qualche utilità, le etichette psichiatriche dovrebbero essere una sola: "essere umano", o altrimenti dovrebbero essere una per ogni individuo, cioè un'etichetta individuale per ogni singolo abitante di questa terra. Tuttavia, la questione è se sia effettivamente utile per l'individuo, così come per l'umanità nel suo complesso, la loro ricerca del proprio sé etichetta come disturbo, un difetto, qualcosa che è sbagliato in loro, che necessita di "trattamento" o se forse sarebbe di maggiore aiuto concentrarsi su ciò che è giusto per favorire questa ricerca. So che per me è stato sicuramente il secondo punto, mentre il primo regolarmente mi ha fatto sentire del tutto impotente e indifeso”.


In definitiva si può dire che diagnosi psichiatrica è una soluzione duratura verso un problema temporaneo.

Ecco parte della traduzione  di un documento redatto dall'organizzazione Uditori di Voci, il quale spiega molto bene in sintesi il danno delle diagnosi:

Le diagnosi psichiatriche sono scientificamente infondate:

Nessun test oggettivo : A differenza di molti campi della medicina, le diagnosi psichiatriche non sono fatte sulla base di prove oggettive o misure.
Sono artificiali : C'è una forte evidenza che le diagnosi non rappresentano raggruppamenti significativi di problemi o puntano ad anomalie biologiche conosciute. Le diagnosi sono votate a maggioranza dal comitato, in rappresentanza di opinioni piuttosto che un fatto scientifico.
Coinvolgimento delle aziende farmaceutiche : Vi è una crescente preoccupazione che le nuove diagnosi sono suggerite e modellate da società di ricerca farmacologica, le quali hanno interessi finanziari. (Nuove malattie = nuovi farmaci da vendere n.d.t.)

Inaffidabili : La diagnosi che si riceve da uno psichiatra si basa sulla sua opinione su ciò che gli è stato detto. Diversi psichiatri spesso hanno opinioni diverse sulla stessa persona, che porta a diagnosi multiple. Due persone con la stessa diagnosi  possono non avere nulla in comune.

Spiegazione limitata : La diagnosi sembra fornire una spiegazione per i problemi della gente, in realtà questo non succede. Alla gente viene detto che hanno 'schizofrenia' sulla base dei loro pensieri insoliti, esperienze, sentimenti e comportamenti. Se poi chiedono perché stanno avendo queste esperienze insolite, gli viene detto che è perché hanno la 'schizofrenia'. Questo argomento circolare non spiega nulla.

Uso limitato : Le questioni sollevate sopra indicano che le diagnosi sono una base errata per decidere un trattamento, prevedere gli esiti e la realizzazione di ricerche.


Le diagnosi psichiatriche hanno conseguenze dannose:


Non colgono il punto : una crescente evidenza dimostra che il disagio mentale è una comprensibile reazione alle avversità, tra cui: lutto, perdita, povertà, discriminazione, traumi, abusi e vittimizzazione. Focalizzando l'attenzione su 'che cosa c'è che non va', le diagnosi possono impedire ai professionisti di chiedere 'cosa ti è successo'.

Occasione mancata : le diagnosi psichiatriche possono impedire alle  persone di affrontare i legami tra la politica economica e sociale e il disagio mentale. Fondi essenziali sono utilizzati nella  futile ricerca di marcatori genetici, invece di affrontare i problemi sociali che sappiamo portano a problemi di salute mentale.

Disempowers : la diagnosi psichiatrica ignora le spiegazioni della gente per la loro angoscia e li incoraggia a demandare ad un 'esperto' per il trattamento. Avere la vostra realtà ridefinita in termini di malattia e di biologia è un incredibilmente potente esperienza che può creare le premesse per una carriera psichiatrica permanente.

Farmaco-concentrata : in diagnosi come 'schizofrenia' il trattamento consiste principalmente in farmaci, che sono  sempre più criticati per i loro effetti nocivi e la mancanza di efficacia. I farmaci non fanno nulla per risolvere le difficoltà di fondo.

Diritti umani : Le persone sono tenute ad accettare le diagnosi per paura di essere etichettati come 'privi di insight'. Con il trattamento forzato vengono violati i loro diritti umani fondamentali. Altri possono, comprensibilmente, nascondere le loro voci o visioni per fuggire dal trattamento forzato, il che impedisce di ricevere aiuto per affrontare le loro esperienze.

Toglie la speranza : diagnosi come la schizofrenia e il disturbo di personalità, visti come una condizione permanente, possono inutilmente togliere la speranza della gente per una ripresa significativa.

Discriminazione : Le persone con diagnosi di "malattie mentali gravi e persistenti" sono spesso oggetto di stigma,  discriminazione ed esclusione. Possono avere difficoltà a ottenere l'assicurazione, il nulla osta di sicurezza per viaggiare all'estero, e  difficoltà per  programmare o adottare bambini.



Malattia mentale o crisi evolutiva?

Supponiamo di avere la febbre. Come abbiamo visto prima, la febbre il più delle volte è una risposta dell'organismo ad uno stato infiammatorio. Ora, se ci viene spesso la febbre, diciamo una volta ogni 2, 3 mesi, qualcuno fa una diagnosi della febbre e dice: “eh, purtroppo hai la febbre cronica, non è guaribile ma curabile con farmaci ogni volta che ti si presenta, puoi inoltre prendere dei vaccini, uno all'anno per cercare di renderla meno frequente”.
Al di là dei rimedi proposti, questa diagnosi ha un senso e non comporta gravi ripercussioni nella sfera emotiva e mentale.
Ma se spostiamo la febbre dal corpo al cervello (il cervello è super-protetto ma anche lui purtroppo può cedere ogni tanto) allora si tratta di una malattia cronica grave, di origine sconosciuta che deve essere necessariamente trattata con tutti i mezzi possibili, compresi quelli violenti. Ma se l'influenza che viene a episodi anche raramente una volta ogni tot anni si può tollerare, ecco che la stessa cosa non si può tollerare nel cervello.

Così mentre la febbre nel corpo ha una sua utilità, quella della mente nell'immaginario comune è solo dannosa perché è sintomo della follia.
Sebbene Il substrato organico non cambi, cambia la zona di competenza. In tal caso questa febbre, che viene a tutti prima o poi nella vita, scaturita dalle vicissitudini dal karma e dalle nostre abitudini sbagliate, dai nostri pensieri distorti ecc ecc viene inquadrata e bollata come malattia inguaribile.
Ci sono persone più o meno fortunate: i primi riescono a trovare il loro personale rimedio alle crisi esistenziali, riescono così o a mascherare bene, soffocare il disagio con l'ausilio di droghe oppure a conformarsi verso un mondo cinico e disumanizzato, gettandosi nell'affannosa ricerca del profitto ad ogni costo anche se questo necessita di esercitare costrizione o oppressione verso gli altri. Dall'altra parte ci sono quelli che soffrono costantemente e altri che hanno compreso (il che non significa necessariamente capito) a cosa serve la loro personale follia. Quello che hanno in comune è la consapevolezza della loro condizione e lo scopo insito nella condizione patologica. I primi si dichiarano malati mentali mentre gli altri non si dichiarano tali e soffrono di meno. 
Una crisi si perpetua se non viene risolta; l'unico modo per risolverla è raggiungere una diversa consapevolezza, capire la crisi e contestualizzala.
Per fare un esempio consideriamo i medium. Queste persone, sebbene possano manifestare sintomi psicotici, perché hanno allucinazioni sensoriali, non sono solitamente costretti a prendere farmaci e non vengono ospedalizzati con le buone o con le cattive. Sanno che il loro dono, la loro capacità di trascendere la realtà non è dovuta ad alcuna malattia. In altri termini, hanno trovato una collocazione precisa (contestualizzazione) al loro 'sentire' diverso dagli altri. Questa comprensione li salva dallo stigma e da una diagnosi psichiatrica.

Io credo che sia sbagliato fare una distinzione netta tra fenomeni di questo tipo e le cosiddette malattie mentali. 
Questi fenomeni potrebbero avere una loro utilità, che è quella di permettere un passaggio evolutivo. Oggi chiunque di noi tende ad essere relegato dentro una realtà che non è l'unica possibile. E ogni tentativo che il nostro essere compie per trasferirci verso il nuovo livello di consapevolezza allo scopo di affrontare correttamente l'invecchiamento e la morte, viene interpretato come un sintomo da debellare anziché comprendere. In sostanza la nostra idiozia si è spinta fino al punto di medicalizzare la vita tutta, dentro ogni possibile aspetto grazie allo stigma insito nella diagnosi psichiatrica.

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