Recupero

Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da se stessi?

Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci, anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte né che gli psicofarmaci curino qualcosa. Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che, lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.
Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.

Attenzione: È potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. È importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci. Se il vostro psichiatra accetta di aiutarvi a farlo, non date per scontato che sappia come farlo al meglio, anche se dice di avere esperienza. Gli psichiatri non sono generalmente addestrati sulla sospensione e non possono sapere come riconoscere i problemi di astinenza. Numerosi problemi di astinenza sono mal diagnosticati come problemi psichiatrici. Questo è il motivo per cui è bene educare se stessi e trovare un medico che sia disposto ad imparare con voi. In realtà tutti i medici dovrebbero essere sempre disposti a fare questo ai loro pazienti che lo desiderano.

martedì 23 aprile 2013

I matti preferiscono le "bionde"




Oggi vorrei affrontare un argomento importante ma di cui non si parla mai, nel campo della salute mentale. 
Una cosa che mi sono sempre chiesto da anni è per quale motivo tra i cosiddetti 'malati psichiatrici' ci sia una larghissima percentuale di fumatori , tra questi anche molto incalliti. Si stima che sia circa dell'80% la percentuale di fumatori tra i pazienti psichiatrici. 
Leggiamo cosa dicono esperti che hanno trattato il fenomeno: 

Nella nostra esperienza, il motivo principale per cui la gente continuerà ad utilizzare sostanze che creano dipendenza è perché questo è diventato il loro meccanismo di coping per affrontare lo stress, traumi, ansia, rabbia, dolore, paura o qualsiasi altra emozione che guida la condizione umana. Purtroppo, l'uso del tabacco è stato così "normalizzato" da parte dei fornitori di trattamento che di solito è ignorato o dimenticato e non è riconosciuto capace di giocare un ruolo fondamentale nello sviluppo o esacerbazione dei sintomi della malattia mentale.

Quindi la sigaretta diventa come un farmaco in grado di alleviare l'ansia o altre emozioni negative con effetto immediato. Qualsiasi medico psichiatra mai cercherà di scoraggiare il suo paziente sull'uso del tabacco perché sa che funziona da calmante o nel peggiore dei casi di effetto inconsistente o comunque non dannoso.
In realtà come spiega in modo molto convincente Alan Carr, l'autore del famoso libro di successo “E' facile smettere di fumare se sai come farlo”, la pseudo soddisfazione che ci da la sigaretta è un inganno culturale, dovuto ad un lavaggio del cervello. “Fumare”, spiega Carr, “da la stessa soddisfazione che si ha togliendosi un paio di scarpe strette che abbiamo portato tutto il giorno” . Certo è una soddisfazione reale ma è molto relativa allo stato di dipendenza che avevamo. La vera soddisfazione si ha cessando una volta per tutte questo assurdo e dannoso vizio, una grande soddisfazione in termini di salute fisica e mentale.

Non prestare attenzione all'uso di tabacco comporta nei pazienti l'aumento di dosi di farmaci psichiatrici. Le persone nei reparti chiusi sono in grado di sperimentare significative astinenze da nicotina. I sintomi della depressione maggiore e di astinenza da nicotina sono praticamente identici. 

Solitamente nei reparti psichiatrici è permesso fumare ad intervalli prestabiliti. Questo per fumatori incalliti è fonte di ulteriore ansia che porta inevitabilmente a ricevere un maggiore dosaggio di psicofarmaci. Personalmente ho assistito a episodi significativi e verificato sulla mia pelle quanto sia deleterio imporre le sofferenze da astinenza da nicotina ad intervalli regolari.
Io sono stato un fumatore per oltre 30 anni, non molto accanito , negli ultimi anni fumavo in tabacco sfuso l'equivalente di 15-20 sigarette al giorno.
Quando mi è capitato di ricoverarmi per un motivo fisico (esempio per un'operazione di a appendicectomia) in quel caso era molto diverso perché partivo già da un presupposto di totale astinenza.
Non è molto tempo che ho deciso di smettere completamente con questo vizio deleterio. E' stato questa fine estate nel periodo più nero a seguito di una ospedalizzazione forzata avvenuta in Aprile e poi a fine Maggio dell'anno scorso. La fase depressiva è stata improvvisa, inattesa e senza precedenti, acuita dai veleni che purtroppo mi hanno somministrato durante e dopo i due ricoveri coatti. 
Mi sono reso conto che fumare non migliorava affatto la mia condizione, anzi sembrava che la peggiorasse. Quindi, forte anche delle 'rivelazioni' acquisite dal libro di Carr ho deciso di darci un taglio netto e nonostante abbia accanto una donna che fuma quasi 3 pacchetti al giorno ad oggi ho resistito relativamente con poco sacrificio e conto di rimanere ancora a lungo non fumatore con indubbi vantaggi in termini di salute generale e di energia vitale. 

I nostri pazienti cominciano a notare dopo un mese di non fumo che in realtà si sentono meglio. Per chi non prende farmaci, non c'è bisogno di fare nulla e per gli altri che li prendono già siamo in grado di cominciare a ridurli. 

Altri studi sulla malattia psichiatrica stanno cominciando a guardare al tabacco, ma è raro trovarne uno con controlli per l'uso del tabacco. La maggior parte delle persone che fumano, iniziano ad usare il tabacco prima dei 18 anni quando il loro cervello è nelle sue grandi fasi di sviluppo e di ricostruzione. Mentre fino al 80% delle persone con diagnosi di schizofrenia usano il tabacco, la maggior parte ha iniziato ad usare il tabacco prima di sviluppare sintomi di psicosi. Molte persone trovano che i loro sintomi di ansia e depressione migliorano quando smettono di usare tabacco.

Se siamo in grado di convincere i pazienti a stare lontano dal tabacco ci sono maggiori probabilità di essere in grado di togliere i loro farmaci psichiatrici.

Una volta, anni or sono una persona molto giovane mi scrisse chiedendomi se c'erano pericoli di avere una malattia mentale se avesse cominciato a fumare la pipa. Ricordo che la mia risposta gli dette poca soddisfazione; gli dissi che già che c'era poteva risparmiarsi di cominciare e avrebbe così guadagnato 14 anni di vita che mediamente perdono i fumatori. Aggiunsi che anche se non vi era una correlazione diretta fumo-problemi mentali, si poteva fare la considerazione inversa che la maggior parte dei 'malati mentali' sono fumatori, pertanto il tabagismo può essere una concausa per lo sviluppo di problemi mentali. Le considerazioni che ho riportato sopra per le persone con diagnosi di schizofrenia sembrano confermare quello che a suo tempo senza saperlo con certezza avevo detto al ragazzo. 

Esiste quindi un' associazione tra il fumo di sigaretta e i sintomi psicotici? 
I risultati di uno studio di ricerca pubblicati in bjp.rcpsych.org in Ottobre 2012 indicano che:

“Un legame tra fumo e psicosi esiste nel disturbo affettivo bipolare e può essere indipendente dalla diagnosi categoriale”.
Una relazione significativa è stata rilevata tra il fumo / fumo pesante e la storia di psicosi (68,7%, n = 44). Il fumo era meno frequente nei pazienti che erano meno sintomatici (56,5%, n = 13) rispetto ai pazienti con una psicosi più grave (75,7, n = 31). Prevalenza e la gravità del fumo hanno predetto la gravità dei sintomi psicotici ( P = 0.001), un rapporto indipendente da altre variabili ( P = 0,0272).

Quindi, sembra che il tabacco sia un fattore importante, ed è estremamente consigliato trovare il modo di smettere una volta per tutte con questa abitudine così stupida. Ricordo bene la rabbia che provavo da fumatore quando leggevo queste cose. Vi sono stati grandi fumatori , anche persone per niente stupide! D'accordo ma senz'altro schiavi di una sostanza subdola come la nicotina di cui il fumatore ha una paura esagerata e immotivata per gli effetti dell'astinenza fisica che in realtà durano pochissimo. Tutto il resto è dipendenza psicologica dovuta al lavaggio del cervello che la cultura del tabacco ci ha propinato.

Il doppio premio nobel dottor. Linus Pauling, nel suo famosissimo libro sulle vitamine, in particolare sui miracoli della vitamina C fa pochissime raccomandazioni sul cibo ma è intransigente riguardo al fumo che condanna senza appello. 

In conclusione, date retta a un ex fumatore (speriamo per sempre) , smettere di fumare fa bene alla salute e anche al portafoglio. La gioia di sentirsi finalmente liberi, senza quel costante cerchio alla testa, capaci di nuovo di sentire meglio gli odori, i sapori e tutto il resto vale 100 – 1000 volte questo piccolo, grande sacrificio. La difficoltà per la riuscita dipenderà dall'entità del lavaggio del cervello che ci hanno fatto. Non serve una volontà di ferro come ci hanno sempre fatto credere, ma soltanto riuscire finalmente a capire come siamo stati abilmente ingannati dalla cultura del tabacco.

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