Recupero

Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da se stessi?

Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci, anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte né che gli psicofarmaci curino qualcosa. Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che, lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.
Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.

Attenzione: È potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. È importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci. Se il vostro psichiatra accetta di aiutarvi a farlo, non date per scontato che sappia come farlo al meglio, anche se dice di avere esperienza. Gli psichiatri non sono generalmente addestrati sulla sospensione e non possono sapere come riconoscere i problemi di astinenza. Numerosi problemi di astinenza sono mal diagnosticati come problemi psichiatrici. Questo è il motivo per cui è bene educare se stessi e trovare un medico che sia disposto ad imparare con voi. In realtà tutti i medici dovrebbero essere sempre disposti a fare questo ai loro pazienti che lo desiderano.

venerdì 16 dicembre 2011

Luoghi comuni in psichiatria - VI


6 - Gli psicofarmaci non danneggiano le funzioni cognitive.


Siamo proprio sicuri?
Conosco persone che non sono in grado di studiare, perfino di leggere cose banali. Alcuni con problemi di memoria, altri con grosse difficoltà a svolgere azioni automatiche come guidare un'auto . Infatti nell'esame del rinnovo della patente di guida, non a caso deve essere espressamente indicato l'eventuale uso di psicofarmaci.
La cura incombe su tutto l'aspetto cognitivo, fino a raggiungere aspetti drammatici da cui si capisce l'appellativo 'zombies' dato per spregio a questi malcapitati.
Osserviamo i cosiddetti schizofrenici gravi: devastati fisicamente da movimenti incontrollati, pelle orribile con pus, alitosi, alopecia, intestino marcio, posture inumane deformanti, obesità.. annullati mentalmente poiché incapaci di pensare in modo razionale. Anni e anni di neurolettici hanno prodotto tutto quello che vediamo. Senza questi veleni in corpo, non saremmo capaci di distinguerli a prima vista dalle persone considerate sane. 
Spesso un recupero non è più possibile nemmeno con le migliori intenzioni, queste persone saranno condannate ad una misera fine prematura dopo una vita di stenti, si parla di un accorciamento di 20-25 anni dell'aspettativa di vita media. Una volta almeno un 50% si salvava, adesso ad essere molto ottimisti forse il 5% comunque con seri problemi aggiunti, di natura diversa dalla presunta malattia. Una siffatta diagnosi è la cosa peggiore che può capitare ad un essere umano.
Beh, direte voi, ma questi sono casi limite, giustamente. 

E' vero. C'è una notevole differenza sia nell'immaginario comune e in letteratura per esempio tra schizofrenia e depressione. Se un depresso grave arriva per esempio a 'sentire le voci' è molto probabile che gli venga appioppata una diagnosi di schizofrenia, la sentenza più terribile, il mostro sacro della psichiatria. Questo implica una cura prevalentemente costituita da neurolettici, i farmaci di elezione per questa patologia, le più potenti e cerebro-devastanti molecole che siano state inventate.
L'unico effetto 'benefico' che hanno è quello di calmare il paziente il quale smette di sentire le voci (non sempre) al prezzo però di subire delle gravi menomazioni a livello intellettivo e fisico, proprio come succedeva con la vecchia pratica della lobotomia, tanto osannata in passato da fruttare il premio Nobel al suo inventore. Non a caso questi farmaci sono definiti dai critici con il triste appellativo di lobotomia chimica.

In letteratura possiamo vedere casi di personaggi ritenuti schizofrenici dotati di un grande talento. Per dire solo un paio di nomi si pensi al matematico e premio Nobel John Forbes Nash la cui storia è raccontata nel film “A beautiful mind” dove erroneamente si lascia intendere che si ristabilì grazie ai farmaci. Oppure si pensi al pittore Ligabue e altri personaggi di alto livello.
Non voglio dimostrare un nesso tra schizofrenia e talento, tuttavia è concepibile che l'estrema sensibilità e immaginazione di questi individui sia un tratto distintivo rispetto alle persone ordinarie.
Tutti questi 'grandi' del passato hanno avuto la fortuna di non incontrare i neurolettici nel loro cammino (o solo in parte come Nash), per cui non hanno sperimentato il drammatico declino cognitivo causato da queste sostanze.
A titolo di esempio, vediamo come anche una caso 'leggero' di assunzione minima però costante di Haldol (Serenase), un neurolettico di prima generazione, può essere significativo:

"Sono un paziente psichiatrico e l'anno scorso dopo 10 anni mi hanno sospeso la terapia con haldol intramuscolo 50 mg ogni 28 gg, la realta è che ho avuto ancora delle ricadute, ma dovute piu' agli eventi della vita piuttosto che ad un peggioramento, ma questo è solo il mio punto di vista, ieri mi hanno rifatto la terapia con l haldol oggi sto dormendo quasi sempre e sento un piccolissimo dolore al cuore, in poche parole ieri mi hanno condannato a dormire ad ergastolo, in questi mesi senza psicofarmaci sono rinato guidavo lo scooter senza rischiare di ammazzarmi, ero lucido, reattivo, io lavoro come libero professionista consulente per la qualità e sicurezza ed realizzo anche semplici siti internet, nel periodo senza farmaci ero in grado di lavorare instancabilmente per ore, il mio lavoro piace e dopo anni di dipendente mi sentivo realizzato, forse non lo sa ma i diversamente abili nelle aziende fanno un po di tutto ed il mio orgoglio ne risentiva, al CPS dove sono in cura mi hanno detto che sono fortunato e che altri pazienti con la mia patologia non riescono neanche a lavorare, io Le chiedo esiste una terapia alternativa a questo farmaco o devo rassegnarmi a vivere rallentato per sempre, un ultima cosa per lavoro e per interesse privato ho fatto corsi di inglese e ho letto molti libri sulle tecniche di memorizzazione,senza nessun risultato ad agosto dopo 10 mesi senza farmaci ho iniziato a ascoltare e con molto stupore a comprendere i notiziari della CNN"
 
“mi hanno condannato a dormire ad ergastolo” pure scritto in questi termini rende perfettamente l'idea. E' è uno dei pochi fortunati a cui piace il proprio lavoro.
Il medico gli risponde che :

"L'haldol è un farmaco magnifico e oltre tutto lei lo ha assunto fin'ora senza grossi problemi, ha fatto male a smettere."

Certo: meglio l'ergastolo a vita che la follia!
Da un po di tempo in psichiatria vanno di moda i neurolettici anche per altre patologie, ad esempio il disturbo bipolare. Si usano quelli atipici ovvero di seconda generazione, molto apprezzati dagli psichiatri perché dicono che hanno minori effetti collaterali rispetto ai primi, tra cui il più importante è sicuramente la “sindrome maligna da neurolettici” che è mortale. Un altro minore effetto di queste nuove molecole è la discinesia tardiva, cioè movimenti fisici involontari, provocati puntualmente da quelli di prima generazione.
Il problema è che pure questi ultimi si è visto che non sono esenti da tali effetti nel lungo periodo, inoltre vi è una forte prevalenza di effetti spiacevoli tra cui disfunzioni cardiovascolari e il più noto aumento ponderale. Insomma , se osservate chi assume costantemente questi farmaci, noterete una schiacciante maggioranza di persone ingrassate di 10, 20, 30 kg in brevissimo tempo, con tutti i problemi collegati ,diabete in testa.

Ecco un episodio che fa parte del mio passato, circa 10 anni or sono:

Mentre mi portavano via in ambulanza, dopo un primo momento di riluttanza, alla fine accettai di buon grado anche l'iniezione di Haldol, d'altronde non potevo fare niente per sottrarmici. Quello che provai fu una sensazione bruttissima, come se mi stessero chiudendo dentro ad una camicia di forza. Con la differenza che sentivo anche la mia energia affievolirsi bruscamente, non riuscivo nemmeno a parlare correttamente, la bocca impastata riusciva a malapena a formulare parole prima, poi nemmeno più voglia di rispondere alle loro domande. Riuscii soltanto a balbettare: “ma cosa mi avete fatto?”
Non ho quasi più memoria di cosa accadde nei successivi 15 giorni. Le persone che sono state a trovarmi in quel periodo dicono che sembravo uno zombie. Io non ricordo affatto di averle incontrate in quel frangente.
In quel periodo avrebbero potuto farmi tutto quello che volevano, tanto, io non me lo sarei mai più ricordato. E questa cosa con altre, mi ha portato a considerare un simile trattamento come una grande violazione dei diritti umani: distruggere la memoria altrui, iniettare con la forza sostanze di cui non si conoscono gli effetti deleteri se non quelli immediati a breve termine.


Purtroppo gli effetti visibili sono solo la punta dell'iceberg. Molto più subdoli sono gli effetti cognitivi. Le persone tendono diventare l'ombra di sé stessi, con gravi problemi relazionali, mnemonici e comportamentali. Test dimostrano una sensibile diminuzione del QI il quoziente intellettivo e la cosa più terribile è che quasi nessuno se ne accorge, a parte disturbi fisici evidenti, tutti questi individui diranno che non si sentono mentalmente compromessi anche di fronte all'evidenza più schiacciante. Beata stupidità !
Sarebbe già bello se questo tipo di problemi fossero limitati ai neurolettici. Invece trovo problemi di questo tipo, in tante persone che assumono altre sostanze. 

Si odono storie frequenti di studi compromessi quando la malattia viene 'curata' nell'età scolare, con la frequente incapacità di concentrarsi nello studio. Situazioni molto più drammatiche nel mondo del lavoro, dove spesso si è costretti a chiedere quel misero indennizzo che è la pensione di invalidità , appena sufficiente a pagarsi le sigarette per chi fuma (chissà perché poi, vi è una maggioranza di fumatori incalliti tra i pazienti psichiatrici) o una visita specialistica a pagamento da un luminare.
Insomma questi problemi sono purtroppo molto frequenti, ma tanto lo sappiamo: la colpa è esclusivamente da imputare alla malattia, mai alla cura. La presunta malattia diventa il capro espiatorio perfetto per giustificare qualsiasi anomalia.

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