Recupero

Guarire dalla malattia mentale si può? Come si può 'guarire' da se stessi?

Ma la malattia mentale esiste? Si può definire malattia un carattere, una diversa attitudine, un'emozione intensa? Purtroppo secondo la psichiatria organicista, la malattia mentale esiste ed è inguaribile, tuttavia curabile necessariamente con i farmaci, anche se non è mai stato dimostrato alcuno squilibrio chimico alla fonte né che gli psicofarmaci curino qualcosa. Numerose esperienze di 'sopravvissuti' e indagini indipendenti dimostrano invece l'esistenza di una 'trappola farmacologica' molto subdola che, lungi dal 'guarire', favorisce il mantenimento o la cronicizzazione della supposta malattia.
Questo spazio vuole dare la possibilità ai cosiddetti malati mentali di conoscere le reali implicazioni dei farmaci , di cui spesso ne abusano, di riflettere sulla propria condizione, di acquisire nuove conoscenze diventando capaci di riprendersi il controllo della propria vita e delle proprie emozioni.
Si potrà 'guarire' soltanto quando ci allontaneremo dal nostro punto di vista limitato per abbracciare il problema nella sua globalità, con un approccio di tipo olistico.

Attenzione: È potenzialmente pericoloso dismettere psicofarmaci senza un'attenta pianificazione. È importante essere bene istruiti prima di intraprendere qualsiasi tipo di interruzione di farmaci. Se il vostro psichiatra accetta di aiutarvi a farlo, non date per scontato che sappia come farlo al meglio, anche se dice di avere esperienza. Gli psichiatri non sono generalmente addestrati sulla sospensione e non possono sapere come riconoscere i problemi di astinenza. Numerosi problemi di astinenza sono mal diagnosticati come problemi psichiatrici. Questo è il motivo per cui è bene educare se stessi e trovare un medico che sia disposto ad imparare con voi. In realtà tutti i medici dovrebbero essere sempre disposti a fare questo ai loro pazienti che lo desiderano.

lunedì 30 marzo 2015

Disastro Germanwings: 150 vittime della psichiatria?


Si sente molto parlare in questi giorni dell'infausto  gesto del co-pilota tedesco Andreas Lubitz, che a quanto pare si è deliberatamente schiantato con un aereo di linea sulle montagne francesi trascinando con se le  149 persone a bordo.
Tutti parlano di depressione, di tendenze suicide, di personalità contorta, condita di aneddoti sulla sua vita privata, perfino su suoi incubi notturni dove urlava: "precipitiamooooo!!". 

Il giornale tedesco Die Welt ha riferito che questa persona aveva in casa farmaci psichiatrici, in particolare antidepressivi che sono stati trovati durante la perquisizione nel suo appartamento. Farmaci di cui molto probabilmente faceva ancora uso. 
Ancora questo giornale ha citato un esperto non bene identificato il quale ha detto che Lubitz soffriva di una 'grave malattia psicosomatica' e 'depressione grave', cioè quella dove ci sono palesi tendenze suicide. 

Infine Lubitz aveva dei problemi alla vista insoliti che, guarda caso, possono essere tra gli effetti indesiderati riconosciuti  degli antidepressivi. 

In un articolo del 2010 dell'Huffington Post, il Dott.  Peter Breggin, noto ricercatore e psicologo antipsichiatra, nonché accanito sostenitore della nocività degli psicofarmaci,  lamentava che la FAA (Federazione piloti di volo americana ndt) aveva da poco tolto il divieto assoluto di assumere antidepressivi, e metteva in guardia sulle le reazioni indotte da farmaci pericolosi, tra cui il suicidio, la violenza e una varietà di comportamenti negativi imprevisti.  Breggin quella volta aveva avvertito che: "La FAA dovrebbe invertire la sua decisione prima che sia troppo tardi o centinaia di vite si perderanno quando un pilota diventerà impulsivo, suicida o violento - o perderà la sua lucidità  - Sotto l'effetto di farmaci antidepressivi" 

Mai parole furono più profetiche. 

Io arrivo a capire che una persona abbia nella vita delle tendenze suicide, posso capire che si arrivi ad uno stato tale da farne una vera ossessione, ma non riesco proprio a capire come si fa a desiderare anche la morte di altri allo stesso tempo e avere il desiderio di trascinarli con sé come si vede spesso dai fatti di cronaca delle persone depresse che improvvisamente 'impazziscono' in tal senso, senza avere un minimo di remora morale mandando al diavolo qualunque etica appresa, imposta, condivisa sulla sacralità della vita. 
Con le uniche eccezioni di fatti simili compiuti in nome del fanatismo religioso, delle ideologie più bieche, della guerra e dei conflitti etnici, cose del genere non dovrebbero verificarsi in una  società civile e in tempo di pace. A meno che... 

A meno che queste non siano azioni rese possibili perché la persona è in uno stato talmente alterato che i freni inibitori sono completamente azzerati, per cui tutto diventa allora possibile. 
Io personalmente ho vissuto e ho visto gli stati cosiddetti psicotici, ma posso dire con sufficiente certezza che se l'indole morale è sana (ovvero uno non ha di suo  un profondo odio per gli altri), nessuna psicosi mi avrebbe portato ad una qualunque azione violenta contro altri a meno che non divenga una reazione più che giustificata per una violenza inflittami, insomma  come farebbe chiunque, psicotico o meno. 

A sentire il resoconto della scatola nera, Lubitz ha mantenuto una incredibile freddezza fino allo schianto finale, nonostante le suppliche e le invettive del comandante dietro la porta della cabina chiusa, si sentiva perfino il suo respiro regolare, senza che tradisse particolare emozione. Proprio come se fosse inibito nelle emozioni, tipicamente a causa di assunzione di antidepressivi. Niente poteva distoglierlo dal suo lucido proposito, era talmente determinato nel suo gesto estremo che gli altri non esistevano più.
Una persona in vero stato psicotico sarebbe stata assai diversa, molto più caotica, difficilmente così lucida e determinata..

Quindi sto veramente male quando sento dire che un 'pazzo', cioè un malato di mente, uno psichiatrizzato etichettato con una diagnosi   terribile come depressione psicotica , mania, sindrome maniaco-depressiva , schizofrenia delirante e chi più ne ha più ne metta, può essere capace di certe azioni così crudeli e irresponsabili soltanto a causa della sua presunta 'malattia'. 

Nessuno in tv o sugli altri media oserà mettere in relazione comportamenti così violenti con l'uso di antidepressivi.
Gli sparatori seriali nelle scuole in america, fino alla mamma che annega insieme ai figli cosa hanno in comune oltre ad una diagnosi psichiatrica? 
La sola cosa che hanno in comune è quella di assumere o avere assunto psicofarmaci, in particolare antidepressivi. 

Credete che David Healy, Peter Breggin e altri che da anni sostengono questa micidiale correlazione (antidepressivi = comportamenti nocivi e imprevisti) siano nel torto? Allora basta farsi una domanda semplice semplice: 
Perché Queste cose non succedevano (almeno di tale gravità e senza motivazione di sorta) prima dell'avvento degli antidepressivi? 
Correlazione non significa sostenere che gli antidepressivi di per sé provocano necessariamente simili reazioni violente altrimenti saremmo tutti da tempo già estinti, se si considera il mercato che hanno avuto e continuano ad avere. Io credo che questi farmaci rendono possibile il compimento di atti che altrimenti sarebbero naturalmente inibiti in una personalità comunque già problematica. Persone che disprezzano i loro simili e in generale tutto il genere umano. 

Insomma, i parenti delle 149 vittime faranno bene a prendersela con la compagnia aerea e con il co-pilota suicida, ma farebbero bene a prendersela anche con chi produce e distribuisce a piene mani queste droghe così micidiali.  
E se consideriamo che ormai una persona adulta su 10  sta assumendo antidepressivi  direi che il genere umano è in  serio pericolo di estinzione.. quante altre persone dovranno morire prima che queste micidiali sostanze vengano messe al bando una volta per tutte? 

Per chi pensasse che questo sia una caso molto raro si legga qui.

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