4 - Più psicofarmaci sono meglio di uno solo.
Dato che spesso non esistono disturbi 'puri' si
parla di comorbilità con altri disturbi, magari provocati proprio
dai farmaci. Allora diventa opportuno aggiungere altre sostanze. Ho
notato spesso i pasticci che vengono fatti in questo modo. Con la
scusa di trovare la giusta combinazione si procede per tentativi
aggiungendo danno al danno. Spesso vengono completamente ignorate le
sinergie note tra farmaci incompatibili. Inoltre si ignora quasi
sistematicamente il danno dell'inevitabile effetto 'rimbalzo' dello
scambio terapeutico, quando ad esempio si cambia classe di farmaco.
Dalle mie osservazioni, il danno risulta
direttamente proporzionale al numero dei farmaci assunti. I pochi
fortunati che riescono a stare meglio più a lungo, generalmente
assumono un solo farmaco o una sola classe. Queste osservazioni,
basate su situazioni reali, sembra che contrastino fortemente con la
letteratura psichiatrica.
Un'altra ragione per cui vengono prescritte
combinazioni di farmaci è che a fronte di uno stesso disturbo,
ciascuno presenta una risposta chimica individuale al farmaco, che
sarà sempre diversa da individuo a individuo.
Più semplicemente, penso che in definitiva le
opzioni farmacologiche, rispetto alla casistica delle presunte
malattie mentali siano relativamente poche. Il numero delle classi
farmacologiche è abbastanza limitato, perciò diventa lecito
considerare le appropriate combinazioni di classi rispetto a un
determinato problema. Così come un abile musicista riesce a produrre
una melodia diversa fra miriadi di melodie possibili con l'ausilio di
sole 7 note, un abile medico riuscirà a trovare la corretta
combinazione di molecole, tagliata su misura sulla pelle del
paziente.
L'operare in tal modo diventa così una sfida
appassionante e gratificante quando si vedono miglioramenti a breve
termine. In caso contrario, si può essere completamente esenti da
sensi di colpa in quanto i problemi si possono sempre ricondurre alla
presunta malattia, non certo alla siffatta cura.
Nella realtà dei fatti purtroppo le cose vanno in
ben altro modo. Lo dimostra la presenza nei gruppi di discussione
della maggioranza di persone 'malate' che sono costrette a lottare
continuamente con disturbi di varia natura. Lo si legge continuamente
nei forum. Si osserva una interminabile sequenza di lamentele,
persone in una spirale di sofferenza continua e atroce senza
apparente via di uscita.
La cosa assurda è vedere come i pochi che riescono
a stare meglio, magari sotto una terapia minima si prodigano ad
incoraggiare altri, sottoposti a maldestri tentativi in multi-terapia
con frasi del tipo “ non preoccuparti, vedrai che troveranno la
giusta combinazione per te”.
Si certo, quando? Ci sono persone che per anni e
anni non vedono alcun miglioramento.
Come qualcuno ogni tanto esce fuori dal coro,
mettendo in dubbio l'efficacia delle cure, immediatamente viene
ricondotto alla ragione con argomentazioni dello stesso tenore: “
devi fidarti del medico, lui sa come fare” oppure se un altro osa
criticare una terapia viene subito zittito : “cosa vuoi saperne tu,
non sei un medico” e via discorrendo.
Inoltre occorre considerare questo:
Inoltre occorre considerare questo:
L' assunzione di molti farmaci allo stesso tempo è per definizione non basata sull'evidenza. Tutti i farmaci sono stati testati separatamente in studi solo a breve termine, e pochissimi sono stati testati in combinazione. Quindi, né il trattamento a lungo termine, né la poli-farmacia si basano sulla ricerca. I medici che prescrivono più farmaci allo stesso tempo, non stanno dando un trattamento basato sull'evidenza.
Il presupposto principale è l'assunto
incontestabile che gli 'esperti della salute mentale' sanno
esattamente cosa serve, e come si curano queste presunte malattie,
mentre anche una persona non competente ma dotata di buon senso
riesce a capire che più sostanze tossiche si immettono e più
complicato diventa trovare un equilibrio decente.
Un amico 'virtuale', purtroppo scomparso
prematuramente di propria mano, estremamente lucido e molto dotato
nella scrittura, diceva dell'operato psichiatrico : “E' come
sparare agli uccellini con un bazooka”. Non era tanto lontano dalla
realtà.
Un'altra amica, che lo ha seguito poco dopo
nell'insano gesto, era costretta ad una terapia assurda composta da
farmaci complementari. Due antidepressivi e un neurolettico di prima
generazione. Un bel colpo in basso e due in alto, poggio e buca fanno
pianura. Prendi una cosa che ti butta giù insieme ad altre due che
ti tirano su. La sua psichiatra sarà adesso sempre al suo posto e
riuscirà a dormire sonni tranquilli, poiché il suicidio, purtroppo
è previsto. E' da mettere in conto come conseguenza logica della
malattia mentale. Ma difficilmente la sofferenza mentale estrema
potrà essere considerata come una conseguenza logica di una terapia
insensata.
Solo da poco tempo il suicidio è stato
inserito nei bugiardini tra gli effetti indesiderati di diversi
farmaci, in particolare degli antidepressivi.
In conclusione, avanti così. Non importa se gli
effetti collaterali si sommano, se si aggiungono gli effetti
sinergici e di sospensione. Quello che conta è trovare la 'giusta e
corretta combinazione' appropriata per il caso individuale. Non
importa se nel frattempo il problema si complica, si ingrandisce a
dismisura , tanto si può sempre dire che è la malattia che si
aggrava.
Alla ricerca della mistura salvifica si può
incappare pure nella combinazione letale. Peccato, abbiamo perso il
paziente, questo è deplorevole. Eh, vedete quali conseguenze estreme
può avere la malattia mentale?
Nessun commento:
Posta un commento