Eppure alla fine
è questo che la psichiatria pretende di curare: una personalità non
conforme ad uno standard sempre più labile e sfumato.Una nuova malattia (IED) sta per essere introdotta nella categoria assai dubbia del "disturbo della personalità" che identifica tutti quegli individui con un carattere difficile: ribelli, violenti e dediti all'uso di sostanze psicotrope. Questo anche perché per esempio c'è molta riluttanza a diagnosticare i bambini troppo sensibili o vivaci, come bipolari o borderline (1) . E il mercato dell'infanzia deve essere esteso. La scusa è che bisogna intervenire presto con la medicalizzazione perchè altrimenti da adulti sarà molto peggio. Quindi meglio drogarli fin da piccoli con conseguenze inimmaginabili sul loro cervello in fase di sviluppo.
C'era una volta
Tutto ciò che un tempo erano normali momenti di crisi, dovuti a cause psicologiche, ambientali o conseguenze di malattie organiche, spesso risolti tramite l'empatia, l'accoglienza e il sostegno della comunità, adesso vengono alimentati, resi cronici proprio da quelle medicine che dovrebbero curarli.
Queste non
sono fantasie. Una volta la malattia mentale era generalmente
guaribile. Persino la schizofrenia, mostro sacro della psichiatria,
aveva una naturale percentuale di remissione del 50%.
Andava
ancora meglio per il disturbo bipolare:
"Prima del 1955, il disturbo
bipolare era una malattia rara. Ci sono stati negli USA solo
12.750 persone ricoverate con quel disordine nel 1955. Inoltre,
c'erano solo circa 2.400 "primi ricoveri" per disturbo
bipolare annualmente negli ospedali psichiatrici del paese.
I risultati erano abbastanza buoni. Il 75% per cento o giù di lì dei pazienti con primo ricovero avrebbe recuperato entro 12 mesi.
Nel lungo termine, solo circa il 15% di tutti i pazienti al primo ricovero sarebbero diventati malati cronici, e dal 70% al 85% dei pazienti avrebbero avuto risultati positivi, il che significava che lavoravano e avevano una vita sociale attiva." (2)
I risultati erano abbastanza buoni. Il 75% per cento o giù di lì dei pazienti con primo ricovero avrebbe recuperato entro 12 mesi.
Nel lungo termine, solo circa il 15% di tutti i pazienti al primo ricovero sarebbero diventati malati cronici, e dal 70% al 85% dei pazienti avrebbero avuto risultati positivi, il che significava che lavoravano e avevano una vita sociale attiva." (2)
Infine la
depressione:
Prima della
diffusione degli antidepressivi, i pazienti depressi regolarmente ne
uscivano bene, e molti non subivano un secondo periodo di depressione
maggiore. Oggi, la stragrande maggioranza dei pazienti con diagnosi
di depressione maggiore e trattati con antidepressivi soffrire di
ricorrenti attacchi della malattia. Ma cosa significa guardare la
depressione non medicata oggi? Ha un decorso a più lungo termine
rispetto a una depressione medicata? Ricercatori in Europa, Canada e
Stati Uniti hanno condotto una serie di studi che aiutano a
rispondere a questa domanda.
In uno studio
NIMH di "depressione non trattata", il 23% dei pazienti
non-medicati recupererebbe in un mese, il 67% in sei mesi, e l'85%
entro un anno. Questo moderno studio ha mostrato che il consiglio
dato dal NIMH alla fine del 1960 era corretto: La maggior parte delle
persone colpite da un attacco di depressione maggiore, naturalmente
recupera. "Se ben l'85% degli individui depressi senza
trattamenti recuperano spontaneamente entro un anno, sarebbe
estremamente difficile dimostrare un risultato superiore con
qualsiasi intervento farmacologico". (2)
Anche un bambino
capirebbe che è palese una relazione diretta tra cronicità e
cure psichiatriche, nonostante ciò, viene comunemente detto che
tali malattie tendono a peggiorare e cronicizzarsi se non vengono trattate con farmaci..
Dal momento che
la personalità è cronica, è probabile che se una persona non trova
il modo di correggersi tenderà sempre a cadere negli stessi schemi.
Questo si chiama coazione a ripetere o tendenza karmica.
Per esempio, una personalità
intelligente e sensibile, è per forza di cose soggetta a
sperimentare anche momenti durissimi di crisi esistenziale in un contesto sociale alienante come il nostro. I tanti
fortunati di una volta trovavano la forza di vivere grazie alle loro
capacità espressive in un ambiente più favorevole ai rapporti umani
e inoltre vi erano minori problemi di intossicazione ambientale e
alimentare.
Oggi invece si
parla di un terzo dei malati che soffrono non medicati perchè
inconsapevoli o refrattari ai farmaci. Una spina nel fianco per i
mancati guadagni .
Tra non molto,
all'uscita del nuovo DSM V le vittime potenziali cresceranno
enormemente. Infatti si stanno aggiungendo altre caratteristiche
'patologiche' della personalità, tali da includere tutte le persone
indistintamente.
Ecco per
concludere l'unica malattia che rimarrà esclusa da tutte le future
revisioni del DSM, forse l'unica che invece ci dovrebbe stare:
- Psi-Personality (successivamente abbreviato in PP), ricerca sempre ambiti privati o nascosti dove agire.
- PP ha tendenza a nascondere le reali finalità del proprio agire.
- PP inganna sistematicamente, anche se non sempre consapevolmente, sugli effetti del suo agire.
- PP manifesta grande disagio quando deve agire pubblicamente e si serve, per questo, di persone che gli ubbidiscono in maniera acritica.
- PP agisce spesso in modo illogico, mai su base razionale.
- L'espressione di un punto di vista diverso dal suo, provoca sistematicamente in PP profonde alterazioni disforiche del tono dell'umore (s'incazza).
- Allorché viene messo in luce e dimostrato un suo comportamento gravemente lesivo nei confronti del prossimo, anziché riconoscere il proprio errore e fare promessa di ravvedimento o semplicemente stare in silenzio, PP prolude in una serie di affermazioni illogiche: dice di essere nel giusto, di agire razionalmente, di avere basi scientifiche, di essere una sorta di benefattore, arriva perfino ad accusare la propria vittima di ingratitudine.
- PP ha estremo bisogno di mezzi di potere: persone ubbidienti, una posizione che gli consente il ricatto, connivenze e/o appoggi istituzionali.
- Un tratto molto caratteristico di PP è quello di non agire quasi mai di propria iniziativa, ma su richiesta di persone con sindrome simile alla sua e portate ad abusare nei confronti di soggetti deboli: bambini, adolescenti, anziani, carcerati, malati.
- Come triste tratto finale, PP è estremamente difficile da aiutare, sia per le caratteristiche proprie della sua patologia per cui difficilmente riconoscerà tratti erronei in sé, sia perché, nei rari casi in cui PP richiede aiuto, la tendenza sarà quella di rivolgersi proprio a quelle persone che in gran maggioranza soffrono della stessa sindrome: psichiatri, psicologi, psicoanalisti.
NOTE(1) Phd. Nial Mclaren(2) R.Whitaker - Mad in America
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