mercoledì 14 dicembre 2016

Guarire dal disturbo bipolare

Dato che un mio precedente articolo (bipolar story) ha riscosso un discreto successo di visite, vorrei qui tradurre un'altra storia di recupero dal cosiddetto disturbo bipolare. Questa volta ci avviciniamo ad un approccio di tipo psicologico del tutto inusuale  concepito dall'ex-paziente Sean Blackwell basato su tecniche di respirazione e sedute di meditazione opportunamente guidate. 
Le tecniche qui usate ricordano il lavoro di  Stanislav Grof e la sua respirazione olotropica. A questo proposito consiglio vivamente a tutti di leggere il libro di Grof "La tempestosa ricerca di sé stessi" essenziale per comprendere come la condizione della 'follia' può avere precise cause e significati, e di conseguenza epiloghi molto diversi da quello di avere una malattia cronica vita natural durante come ci viene propinato.  
Anche Sean ha scritto un libro intitolato "Bipolari o risvegliati?" che racconta della sua esperienza e ciò che lui ha capito  su questa particolare condizione. Pure questo varrebbe la pena di leggerlo, sempre molto meglio delle decine di libri inutili scritti dai 'malati' allineati o dagli pseudo esperti che ripetono tutti la stessa solfa rifritta.  
Quanto alla diagnosi specifica della protagonista di questa storia, non ha molto senso per me, preferisco di gran lunga soffermarmi su quello che 'sente' e sperimenta. 

Infine un 'disclaimer': io non sono in alcun modo collegato a Sean il quale pare chiedere un bel po di soldi per i suoi training, o ritiri di 'guarigione' e neppure posso garantire l'efficacia del suo metodo. Questo dovrà essere valutato da chi vorrà approfondire la questione. 



Come sono guarita dal 'disturbo bipolare'

Di Moni Kettler


Quando mia sorella mi portò al pronto soccorso dell'ospedale psichiatrico, nel gennaio del 2013, ero semplicemente un disastro. Per settimane avevo dormito appena, perché avevo delle visioni melefiche di un'ombra nera in bilico su di me che mi diceva di suicidarmi. Tutto questo mi fece diventare così paranoica che iniziai a scivolare sempre più nella ideazione suicidaria, spaventando tutti intorno a me.

Gli ultimi tre anni era stato un periodo molto duro per me. Avevo attraversato una separazione da mio marito, che mi lasciò da sola a prendermi cura dei miei due bambini piccoli. Un infortunio alla mano aveva messo in grave pericolo la mia carriera come ritrattista. Inoltre, avevo subito anche lo stress di cambiare città con la famiglia. Fu come combattere una battaglia da tutti i fronti, senza una pausa, con la costante repressione dei miei bisogni.  Così, ero talmente esaurita mentalmente e fisicamente che persi il mio equilibrio.

Da un giorno all'altro Iniziai ad avere sbalzi d'umore che mi facevano sentire una persona diversa . Certi giorni mi sentivo come se fossi in cima al mondo, invincibile, senza la necessità di sonno. Gli altri giorni ero un completo fallimento senza energia o motivazione e sperimentavo una paralizzante mancanza di speranza. Le oscillazioni improvvise dall'euforia alla disforia e viceversa sono state dure per me e la mia famiglia. Come artista, le fasi ipomaniacali di solito mi sembravano grandi in un primo momento perché avevo un sacco di progetti da realizzare e lavoravo per tutta la notte. Tuttavia, una volta completato i lavori, mi sentivo incenerita, come se fossi 'bruciata'.

Essendo una 'perfezionista' altamente responsabile, sono riuscita a svolgere bene il ruolo di madre ea  prendermi cura della casa e dei bambini. Ma era diventato sempre più una lotta, quando  ho scoperto che avrei potuto far fronte alla vita soltanto  utilizzando il mio lato collerico e aggressivo, che era enorme. Mi sono trovata trasformata in una persona molto tesa, costantemente in agitazione, camminavo intorno alla casa e perdevo la calma per un nonnulla. L'unico breve periodo di relax che ho trovato è stato per bere vino. Alla fine, non riuscivo nemmeno a riconoscermi.

In ospedale mi hanno dato la diagnosi di 'disturbo bipolare II, a cicli rapidi. Ero lì, impotente ed etichettata come una persona malata di mente. Ero distrutta.

Il mio ricovero in ospedale è stato l'inizio di una vera e propria odissea per cercare il farmaco giusto per stabilizzarmi, in quanto avevo forti reazioni ai farmaci che provavano. La maggior parte dei farmaci  causava gravi effetti collaterali (che sono stati in due occasioni pericolosi per la mia vita), o mi facevano sentire apatica; non potevo accettarlo perché mi piace essere una persona attiva. Quindi andavo dentro e fuori l'ospedale e la clinica ogni giorno per nove mesi consecutivi. I farmaci semplicemente non potevano proteggermi dai miei cicli rapidi in modo tale che avrei potuto conviverci.

Le depressioni erano forti, ma una volta ripreso il mio modello di sonno, la mia determinazione per guarire da questo 'disturbo' è diventata più forte. Essendo una  sportiva nata ed ex campione del mondo di karate, non ho mai avuto intenzione di rinunciare a questa lotta. Ero disperata, volevo  smettere i farmaci. Volevo avere il controllo di me stessa; indipendente e capace. L'etichetta di disturbo bipolare mi faceva sentire come se fossi vista come una pazza che non si adatta alla società. Volevo la mia dignità di nuovo!

In gemania, il sistema sanitario è abbastanza buono, sono stata perciò in grado di sperimentare una varietà di differenti terapie come la CBT (terapia cognitivo comportamentale ndt) , l'arte e la terapia occupazionale, così come diverse terapie fisiche. Ho trovato qualcosa che mi ispirava in ogni terapia: le terapie creative mi hanno aiutato a esprimere la mia vera natura al meglio, e le terapie educative di gruppo  mi hanno aiutato a migliorare la consapevolezza verso i miei problemi. E 'stata anche la prima volta in vita mia che sono stata in grado di concentrarmi solo sulla mia parte interiore, senza dover pensare delle mie responsabilità familiari. Tutto questo mi ha permesso di avere una pausa, alla fine.

Dopo il mio rilascio dall'ospedale nel dicembre del 2013, un mio caro amico venne a trovarmi portandomi il libro di Sean Blackwell "Bipolari o risvegliati?", suggerendomi di leggerlo. Questo libro certamente indica che ci potrebbe essere  di più nel 'disturbo bipolare' di quanto semplicemente sappiamo essere una malattia mentale causata da uno squilibrio chimico.

Era impossibile per me mettere giù quel libro; l'ho letto tutto in una notte e sono andata subito in ipomania. Avevo finalmente trovato una spiegazione plausibile per la causa della mia rottura! Sembrava che l'impatto dei grandi cambiamenti nella vita aveva causato un 'emergenza spirituale' che ha notevolmente contribuito al disordine in cui ero.

Ero così entusiasta che sono andata sul canale YouTube di Sean e ho guardato tutti i suoi video. Per la prima volta, ho visto la luce alla fine del tunnel, una speranza che io potessi essere un giorno libera dai farmaci e sana.

Dal momento che Sean era alla ricerca di traduttori per i suoi video, ho cominciato a tradurli in tedesco. Poco dopo, sono entrata in contatto con Sean che mi ha detto di un ritiro di guarigione che lui e sua moglie avevano organizzato per le persone con diagnosi di disturbo bipolare. Dal momento che sarebbe stato presto in Europa, era l'occasione giusta per me. Volevo guarire, in un disperato tentativo di mostrare che avrei potuto smentire tutti quelli che dubitavano che sarei mai guarita! Ero convinta che questo programma era il pezzo mancante del puzzle per la mia guarigione. Le terapie che avevo provato fino ad allora mi avevano aiutato a sentirmi meglio di nuovo, ma nessuna di loro avrebbe potuto cancellare la causa della mia 'malattia', che era prevalentemente radicata nei traumi infantili.

Nel novembre del 2014, ho fatto due settimane di 'rifugio privato' con Sean Blackwell in una casa  affittata per l'occasione nella campagna tedesca. Il mio più caro amico dagli Stati Uniti è venuto ad aiutarmi e sostenermi attraverso il suo programma. Il ritiro ha cambiato la mia vita, consiste per lo più in tecniche spirituali che sono note per allentare i traumi, come la meditazione Vipassana e la 'respirazione bipolare'  (un ramo della Respirazione Olotropica del Dr. Stanislav Grof ). La respirazione Bipolare è una forma di respirazione volontaria accompagnata da musica speciale, in cui la persona respira profondamente e rapidamente per entrare in uno stato non ordinario di coscienza: questo permette al materiale inconscio in precedenza non trasformato di diventare consapevole e integrarsi. Attraverso queste tecniche sono stata in grado di allentare molte delle mie tensioni interne,i blocchi energetici e i traumi.

La svolta più significativa è stata durante la quarta sessione della respirazione. Dopo tre sessioni dolorose che sembravano portare alla luce il materiale più traumatico, tutto è venuto al culmine durante una sessione potente in cui ho avuto accesso a  pensieri repressi e sensazioni legate alla mia storia di abusi da piccola. Emersero così ricordi orribili che avevo seppellito da qualche parte in profondità dentro di me da decenni. Non solo i ricordi e il dolore emotivo straziante, l'enorme rilascio di energia fisica era anche abbastanza difficile da sopportare. Spesso mi sono ritrovata tremolante con sensazioni alterne di forte calore e freddo attraverso tutto il mio corpo.

Ma il giorno dopo mi sentivo già molto meglio. Mi sentivo come se un peso venisse sollevato all'interno; Ero tranquilla, fiduciosa e pronta a continuare con il lavoro. Tutti potevano vedere un nuovo bagliore lucido sul mio viso.

Nel corso della sessione successiva, ho sentito che un altro grande cambiamento stava accadendo dentro di me: ho avuto la mia prima esperienza illuminante, in cui ho potuto sentire l'unità cosmica, nonché una profonda riconciliazione con il mio passato. Potevo perdonare mio padre abusivo, che era morto 19 anni prima, per tutto il dolore che mi aveva provocato da bambina. Era come se una tenda pesante venisse sollevata dalla finestra della mia anima, dove potevo vedere il mio vero sé sotto la luce per la prima volta.

Subito dopo il ritiro, sono stata in grado di scalare il mio farmaco antipsicotico senza avere effetti collaterali, il che sembrava un miracolo considerando  precedenti tentativi dove  avevo sperimentato gravi effetti collaterali con anche il minimo cambiamento del dosaggio. Con l'antipsicotico fuori di mezzo, ho diminuito gradualmente lo stabilizzatore dell'umore più lentamente, solo per essere più sicura. Tuttavia, in verità, entro la fine del ritiro ho sentito che il farmaco non era più necessario in quanto tutte le tensioni e i traumi erano stati 'lavati'  fuori dal mio corpo.

Per la prima volta nella mia vita mi sono sentita stabilmente calma e pacifica. Il ritiro mi ha aiutato a scoprire la 'vera me.' Ho trovato i miei veri valori e punti di forza. La voglia di essere 'giù' scomparve completamente, questo mi aiuta a tornare il mio equilibrio interiore ogni volta che viene sfidato dalle  circostanze della vita. La vita non è diventata meno esigente, ma non mi può danneggiare più di tanto, e questo fa la differenza.

Dopo un anno di pausa dai farmaci, tutte le persone coinvolte nel mio processo di guarigione sono sicure che resterò senza episodi nel futuro. Eppure, proprio per essere sicura, ho avuto un altro ritiro con Sean l'anno scorso. In questa occasione, altro materiale inconscio è stato rilasciato, in gran parte relativo al trauma della nascita. Questa ultima esperienza mi ha portato un senso ancora più profondo di pace e relax di quello che ho avuto in percedenza.

Il tutto è stata un'esperienza così incredibile che ho deciso di condividere la mia storia. Voglio dare speranza e coraggio che ci possa essere  un modo per guarire noi stessi, non ci resta che trovare il giusto accesso al nostro guaritore interiore.

Come artista, ho creato una serie di film delle mie esperienze di respirazione che possono essere guardati su YouTube. Spero che con l'aggiunta di un elemento visivo, posso dare un quadro più chiaro di quello che è un importante processo interiore che non può essere visto da osservatori esterni. Vorrei incoraggiare le persone con diagnosi di 'disturbo bipolare' a superare le loro paure e dubbi e credere in se stessi. So che la guarigione è possibile. Dobbiamo solo essere disposti a fare il duro lavoro per arrivarci.

Fonte: madinamerica.com

mercoledì 7 dicembre 2016

Pillole assassine

L'autrice di questa incredibile storia afferma che il suo è un caso relativamente raro, di una persona su 100 che non riesce a tollerare gli psicofarmaci, in particolare gli antidepressivi. Anche ammesso che sia effettivamente così, questo non significa affatto in primo luogo, che gli altri 99 che stanno prendendo antidepressivi e altri psicofarmaci stiano perfettamente bene, senza accusare alcun problema.
Negli anni di frequentazione di gruppi di pazienti, mi sono fatto un'idea abbastanza precisa di un nesso immancabile col numero di farmaci assunti in politerapia e lo stato di 'salute' delle persone.  
L'assurda, idiota visione a compartimenti stagni degli psichiatri, porta a prescrivere psicofarmaci a 'cascata', uno per ogni tipo di sintomo anche se quest'ultimo fosse una logica risposta al farmaco precedente. 
Allora siccome sei depresso/a tu hai la depressione, perciò ti serve un antidepressivo, però hai anche problemi di sonno perciò occorre un sedativo, e magari qualcosa per l'ansia (forse Acatisia mascherata) che nel frattempo è apparsa, tuttavia mi hai raccontato che a volte sei contento, quasi euforico, quindi hai il disturbo bipolare perciò ti occorre anche uno stabilizzatore dell'umore altrimenti diventi troppo felice.  In tal caso rischi la psicosi perciò ti do preventivamente un antipsicotico. Ecco fatta la frittata; come si può umanamente pensare che un essere umano possa tranquillamente tollerare simili assalti chimici vita natural durante? 
Anche ammesso che l'intolleranza grave come in questo caso colpisca 'appena' l'1% dei pazienti significherebbe che nel mondo qualche milione di persone è ad altissimo rischio suicidio con la vita rovinata da queste pillole maledette. E la cosa più sorprendente, come è successo a Katinka, i medici, gli eminenti psichiatri non vogliono credere al danno iatrogeno, nemmeno di fronte all'evidenza più schiacciante. 
Ma.. un momento,  questi antidepressivi non dovevano salvare delle vite? Esisteranno delle persone salvate da questi farmaci?
Penso che possono esistere, così come esisteranno persone salvate da tante altre cose meno dannose. Tuttavia a fronte di 1 persona 'salvata' - momentaneamente perché ricordiamolo, il beneficio di queste droghe legalizzate quando c'è, è solo momentaneo, poi tutto diventa più difficile - ve ne sono centinaia, forse migliaia  rovinate. 



In ricordo di T.  meravigliosa creatura e artista sensibile, morta suicida sotto un mix di antidepressivi e neurolettici. 


Pillole che rubano Generazioni di vite

Di Katinka Newman

4 OTTOBRE 2016

Quattro anni fa, è successo qualcosa che ha trasformato la mia vita e fondamentalmente cambiato le mie convinzioni sulla malattia mentale.

Sono sempre cresciuta nel timore che la malattia depressiva che aveva fatto suicidare mio padre quando avevo 12 anni, un giorno sarebbe venuta a farmi visita. Non dimenticherò mai quel giorno di luglio del 1976, quando la mamma e mia sorella inaspettatamente mi portarono a casa di un mio amico. Ricordo che mia mamma disse: "Papà l'ha fatto" e non ebbe bisogno di dire altro.

Naturalmente, tutti noi piangemmo al suo funerale. Ma c'era anche sollievo, forse troppo. Gli ultimi anni, mio padre stava seduto in una stanza senza fare nulla. I miei fratelli più grandi hanno cercato di proteggermi dalla realtà che, all'età di 56 anni, mio padre non voleva più vivere. Avevo sentito delle conversazioni dove avrebbe parlato di questo suo desiderio, e il mio cervello infantile semplicemente non riusciva a capire il suo ragionamento. Perché non se ne andava in vacanza, coltivava un nuovo hobby? Come si può semplicemente non voler più vivere? Questi pensieri mascheravano le mie paure più profonde che sono  rimaste inespresse da bambina ed emerse solo da persona adulta nelle sessioni di terapia. Sicuramente mio padre che desiderava  porre fine alla sua vita doveva essere un riflesso del fatto che io non volevo dire molto per lui. Significava che, allora, forse non ero amata?

La decisione di mio padre di togliersi la vita è rimasta impenetrabile fino a quando la stessa cosa mi è successa molti anni dopo. Ma non è stata la depressione che ha causato questo. Sono una di quell' 1% di persone che hanno una grave reazione avversa ai farmaci antidepressivi, che causa ai malcapitati di diventare istantaneamente suicidi.
All'età di 48 anni, stavo passando delle notti insonni, mentre ero in fase di divorzio, e come molti nella mia situazione, ero convinta che avevo bisogno di un antidepressivo. Poche ore dopo l'assunzione di escitalopram (Lexapro) insieme a mirtazapina, ero in uno stato di trance. Iniziai ad avere intensa acatisia, una condizione agonizzante dove non si può stare fermi. Questo è un segno che ci si trova in un pericoloso stato di tossicità del farmaco. Due giorni dopo, ero totalmente delirante con allucinazioni selvagge. Mi convinsi di avere ucciso i miei figli, e che questo fatto era stato trasmesso dalla TV nazionale. Anche se non ne ho alcun ricordo, presi un coltello da cucina e lacerai il mio braccio.

Finii per essere ricoverata in uno dei migliori ospedali psichiatrici privati di Londra. Al primo colloquio, insistetti sul fatto che avevo avuto un patto suicida con Dio e che c'erano delle telecamere nel soffitto. Per fortuna, anche nel mio stato illusorio, riconobbi che era il Lexapro che mi faceva stare male. Chiesi di non darmelo e due giorni dopo stavo già meglio. Il problema era che i medici non credevano che fosse la pillola che mi faceva stare male. Mi diagnosticarono  la depressione psicotica, insistendo con minacce perché rimanessi ricoverata, e mi fecero  prendere ancora più antidepressivi e antipsicotici.

I risultati furono devastanti; non diventai psicotica di nuovo, ma ben presto cominciai ad essere preda di un desiderio inspiegabile di uccidermi. Non  riuscivo a dormire o a concentrarmi. Fui  costretta a partecipare a sessioni di psicoterapia, ma non riuscivo a stare ferma perché ancora una volta avevo acatisia (anche se al momento non avevo idea di che cosa si trattava). Mi ricordo che stavo vivendo forse la discesa più spaventosa che un essere umano può sperimentare: l'estrema paralisi emotiva. Improvvisamente non ero più  in grado di conversare con la gente perché non avevo empatia. La musica e i film non significavano nulla per me. E la cosa peggiore era che non ero in grado di sentire l'amore per i miei figli, Lily e Oscar.

Dopo tre settimane, mi fu permesso di lasciare l'ospedale privato a condizione che ritornassi per gli appuntamenti settimanali con il primario  psichiatra. Quando la mia condizione peggiorò, si convinse che soffrivo di depressione resistente al trattamento.

Due mesi dopo aver lasciato l'ospedale, aggiunse  l' antipsicotico olanzapina oltre agli  antidepressivi che prendevo già. Iniziai subito a mangiare smodatamente, mettendo su una grande quantità di peso. Arrivai presto a un punto tale che non ero in grado di uscire di casa. Iniziai allora ad auto-medicarmi con l'alcool e le sigarette per cercare di sedare il 'mostro' della acatisia. Entro un periodo di pochi mesi sono passata dall'essere una supermamma, un donna in carriera e fanatica di fitness a un disastro totale, in giro per la casa in una vecchia vestaglia, incatenata alla nicotina,  a bere e sbavare.

I miei figli cominciarono a odiarmi, e vollero  andarsene con il mio ex marito che stava ancora a casa per prendersi cura di me. Presto mi  trasferii fuori della casa di famiglia, perché non potevo sopportare lo sguardo di odio sui loro volti. La loro mamma era diventata un mostro che non era più in grado di amarli.

Dopo un anno e sempre più farmaci, tra cui litio e una nuova diagnosi di disturbo bipolare, stavo per porre termine alla mia vita. Avevo perso tutto. Il giorno adatto arrivò, nel settembre del 2013, quando programmai di buttarmi sotto un treno. Poi vidi me stessa nello specchio: i capelli non lavati, il volto gonfio dalle droghe psichiatriche, gli occhi vitrei e le piaghe intorno alla mia bocca. Anche se il mio cervello era troppo confuso per essere ancora in grado di vestirmi, poteva solo ricordare le due persone più importanti della mia vita. Un'immagine apparve con i volti dei miei figli al mio funerale. Avevano quasi la stessa età che avevo io quando mio padre morì.

E 'stato questo ricordo che mi ha fatto chiedere  alla donna della squadra di trattamento, che era da me per assicurarsi che prendessi le mie pillole, di portarmi all'ospedale locale. A questo punto la mia assicurazione era finita quindi non sarei potuta tornare all'ospedale privato.

Nel primo colloquio con lo psichiatra presso l'unità di salute mentale, dissi le parole che sapevo mi avrebbero fatta ricoverare. "Ho intenzione di uccidermi," dissi.
Presero una decisione che mi ha salvato la vita. Mi tolsero di botto tutti e cinque gli antidepressivi e gli antipsicotici per cui  entrai in agonia; sudavo, urlavo, a volte non ero in grado di stare in piedi. Poi, dopo quattro settimane, qualcosa di miracoloso accadde. Stavo molto meglio.

Il processo di recupero nelle settimane successive è stato magico. Ricordo di venire rapita per la prima volta dopo secoli da un pezzo musicale, di essere in grado di concentrarmi su un film,  chiacchierare e ridere con gli altri pazienti in ospedale. E non dimenticherò mai quando guardavo negli occhi i miei figli, e sentivo di essere di nuovo in grado di provare amore per loro.

Una volta che sono uscita dall'ospedale dopo sei settimane, ho iniziato il mio percorso per mettere la mia vita di nuovo insieme. In poche settimane sono tornata al lavoro, ho cominciato ad allenarmi per una mezza maratona, e ho ottenuto una casa per me ei miei bambini che subito hanno visto che stavo meglio.

Non tutti erano d'accordo, però. Persuadere il resto del mondo che erano gli psicofarmaci che mi avevano fatto diventare suicida, piuttosto che la depressione, è stata una strada in salita.
Amici e parenti mi hanno consigliato di tenere un basso profilo, fare finta che l'incidente non fosse mai accaduto e mettermelo alle spalle. Ma più ho letto sull'argomento, più sono diventata determinata, non solo per quello che era successo a me, ma per gli altri che hanno perso la vita con questi farmaci.

Ho deciso di fare un film, e scrivere un libro su quanto mi è accaduto. Quando ho cominciato, esattamente un anno fa, non avevo idea delle scoperte straordinarie che stavo per fare. Ci sono state grandi coperture delle case farmaceutiche, processi nascosti, storie di tragedie terribili e prove convincenti che la psicosi indotta da antidepressivi sta dietro alcuni dei peggiori omicidi in tutto il mondo.

Ma c'era anche una rivelazione che mi ha aiutato a capire il suicidio di mio padre, ed ha completamente cambiato le mie convinzioni sulla malattia mentale.
Ho scoperto che molti esperti ritengono che l'incapacità di tollerare gli antidepressivi può essere genetica. Improvvisamente ho avuto una visione sulla ragione per cui mio padre decise di porre fine alla sua vita nel 1976. Ho capito che, come me, prendeva farmaci antidepressivi. Sembra molto probabile che la sua malattia potrebbe essere stata interamente causata dagli effetti collaterali dei farmaci, così come è stato per me.

Parlando con altri membri della famiglia mi hanno rivelato che anche loro erano diventati misteriosamente ammalati dopo l'assunzione di farmaci simili. Ad esempio, mia nipote ha cominciato ad avere allucinazioni e non poteva uscire di casa dopo aver preso una pillola anti-ansia. Un altro membro della famiglia prese un antidepressivo e ha dovuto smettere di prenderlo immediatamente perché si sentiva troppo strano.

Da allora ho parlato con molte persone che hanno sperimentato simili casi di suicidi in famiglia. Ho anche scoperto che ci sono oltre 100 farmaci che hanno il suicidio tra i loro effetti collaterali, tra cui alcuni farmaci anti-fumo, alcuni farmaci anti-malaria e alcuni farmaci anti-acne. Ho concluso che potrebbe non essere la malattia mentale che si tramanda di generazione in generazione. Forse è un gene familiare che rende le persone in grado di non tollerare i farmaci e li induce a diventare suicidi.

Questo ha sicuramente alcune implicazioni molto grandi per la nostra comprensione della salute mentale. Dal momento che ho iniziato a pubblicizzare la mia storia e avviato una campagna di sensibilizzazione, sono spesso contattata da persone che hanno iniziato a chiedersi se i loro cari si sono uccisi a causa dei farmaci. Spero di essere in grado di spiegare loro la mia esperienza che, quando siamo  affetti da  acatisia o dalla tossicità dei farmaci, il desiderio di porre termine alla propria vita è inesorabile. Si sta letteralmente come se si venisse torturati, questo è il motivo per cui, credo, così molti malati prendono la decisione impulsiva di porre fine alla loro vita con azioni apparentemente inspiegabili come saltare sotto un treno senza lasciare alcuna nota o spiegazione per le persone più vicine a loro.

Una delle cose più difficili che stavo cercando di spiegare ai miei figli, che ora hanno 14 e 15 anni, che i farmaci mi avevano portato al punto in cui stavo per porre termine alla mia vita. Ho dovuto spiegarglielo perché perché era scritto nel mio libro, che stavano andando a leggere. La conversazione si è conclusa con tutti noi a piangere abbracciati. 
Poiché abbiamo fatto insieme questo viaggio di scoperta sugli effetti collaterali dei farmaci, penso che abbiano veramente capito che il mio desiderio di suicidarmi non era per come mi avevano trattato quando stavo male. I miei avversari erano una combinazione di cinque psicofarmaci tra antidepressivi, antipsicotici e stabilizzatori dell'umore, con mio DNA e l'incapacità di tollerare questi farmaci, non avevo scelta.

Naturalmente, ora la penso molto diversamente sulla morte di mio padre. Io non lo biasimo per essersi allontanato da me per sempre, non ho più paura che il "cane nero", che rovinato la sua vita tornerà a fare visita a me o i miei figli. Invece, so per certo che i farmaci antidepressivi (e probabilmente alcuni altri farmaci) mi avrebbero portato allo stesso punto di voler porre termine alla mia vita in un brevissimo lasso di tempo. E ho detto ai miei ragazzi che vi è una forte possibilità che sarebbe stato lo stesso anche per loro.

Fonte: madinamerica.com

mercoledì 23 novembre 2016

Antidepressivi: il tuo peggiore nemico

Anni fa, quando frequentavo i gruppi di discussione on line su temi psichiatrici, si parlava naturalmente anche di cure tra persone accomunate dalla stessa diagnosi. 
Ricordo che anche allora ero abbastanza convinto della dannosità degli psicofarmaci;  senza avere ancora approfondito al riguardo, sentivo d'istinto che non potevano alla lunga fare del bene. 
Puntualmente ogni volta che parlavo male degli antidepressivi venivo duramente rimproverato dagli altri membri del gruppo, accusandomi di voler favorire i suicidi che sarebbero avvenuti allorquando la malattia non trattata sarebbe drammaticamente esplosa quando qualche persona particolarmente fragile seguendo i miei 'consigli' sconsiderati avesse  smesso di prendere i suoi farmaci.
Allora non sapevo ancora che in effetti il suicidio è contemplato tra gli effetti indesiderati degli antidepressivi, un bel paradosso, per farmaci che dovrebbero impedire alle persone depresse di togliersi di mezzo.  Ma c'è ancora di più, come dire, al marcio non vi è mai fine, adesso si comincia a scoprire altri effetti di questi 'innocui' farmaci prescritti con leggerezza a chiunque li voglia, anche senza averne effettivo bisogno sempre ammesso che vi sia un caso specifico in cui sono veramente utili. 
Finché si è in pericolo per sé stessi è sempre una cosa grave ma limitata alla sfera intima personale. Ma se il pericolo riguarda le altre persone ignare, allora siamo veramente alla frutta. Ma scusate, non era caratteristica della malattia mentale psicotica diventare  un pericolo per gli altri? 
Benissimo, allora il cerchio si chiude, si è  trovato anche l'alibi perfetto, non è mai colpa degli psicofarmaci, ma della malattia mentale, figuriamoci. Guai a sostenere il contrario!  



Che c'è di male nel prendere un antidepressivo?
Di Kelly Brogan, MD, ABIHM
6 novembre 2016

Sappiamo che tutti i farmaci hanno effetti collaterali. Questa è solo una parte del gioco, giusto? Ma è davvero possibile che un antidepressivo può rendere una persona sana di mente in grado di agire come un criminale a sangue freddo?

Ho immaginato cosa il mio pubblico si sarebbe chiesto quanto sono arrivata al King College di Londra in una giornata insolitamente fredda. Ero lì a condividere  quello che ho imparato  sui farmaci che ho così diligentemente e fedelmente prescritto durante la prima parte della mia carriera, e anche per condividere il profondo potenziale per la guarigione dalla depressione in modo semplice,  sicuro, secondo la  più recente scienza.

Il giorno prima del mio volo, avevo ricevuto una email da un uomo che avevo scelto di invitare sul palco con me quel giorno. Il suo nome è David  e questo è ciò che mi scrisse:

"Ho ucciso mio figlio Ian di 11 anni il 31 luglio 2004, mentre ero in uno stato di psicosi indotta dal Paxil. Venni accusato di omicidio di primo grado. Nel settembre del 2005 Mi giudicarono "non penalmente responsabile a causa di un disturbo mentale"  e preso in carico  dal sistema psichiatrico forense (in Ontario, Canada) fino a dicembre 2009. Da Settembre 2010 ho dismesso  tutti i farmaci da prescrizione. Prima della nostra tragedia familiare, ero un consulente di sport fisicamente attivo con nessuna storia di violenza o malattia mentale ".

Quel giorno ho chiesto a un pubblico di medici e pazienti, come è possibile che un cittadino normale, a cui viene prescritto un farmaco apparentemente sicuro per lo stress correlato al lavoro, va a commettere un atto atroce di violenza contro il suo amato figlio.

Questo evento dovrebbe essere raro, giusto? Totalmente anomalo, vero?

Sbagliato.

E 'diventata mia opinione che la roulette russa che si gioca con ogni nuova prescrizione di farmaci psicotropi viola il principio più primordiale di un medico - primo non nuocere - e lo fa in assenza di qualsiasi cosa possa assomigliare a un consenso informato.

La violenza come effetto collaterale?

Per fortuna, abbiamo più possibilità di svegliarsi a una verità più grande. Sta diventando più facile che mai. Con le piattaforme di base come madinamerica.com, le informazioni sono là disponibili, quando si è pronti a guardare al di là dei main stream dei media  ciò che le vere vittime stanno sostenendo.

La verità sugli antidepressivi e la violenza è anche nella letteratura di più recente pubblicazione, tra cui  una revisione critica, fresca di stampa, da Carvalho et al, dove gli autori si tuffano nella ricerca sulla presunta sicurezza di SSRI e SNRI (due classi di farmaci antidepressivi ndt). In questo documento, presentano un serraglio di orrori basati sull'evidenza di modi in cui un semplice antidepressivo può far deragliare la vostra vita. Lasciando i pazienti con nuove diagnosi mediche, gli antidepressivi prescritti spesso per le transizioni difficili della vita come i divorzi e le morti, possono portare a rischi documentati che il medico non può assolutamente raccontarvi perché se lo sapessero, metterebbero via immediatamente il loro ricettario.

Facciamo un giro. Ordinatamente riassunti qui, gli effetti negativi degli antidepressivi possono suonare come quella voce monotona negli spot televisivi che siamo abituati a quanto ci è stato detto: "gli effetti collaterali sono rari, e comunque compensati dai benefici."

Ma se i  benefici sono incredibilmente limitati, allora diamo uno sguardo più da vicino a questi effetti collaterali ...

I rischi che mi hanno fatto smettere di pescriverli

 Essendo sempre rappresentati come sicuri ed efficaci per i miei pazienti, ho messo giù il mio ricettario dopo aver appreso 3 fatti sui farmaci psichiatrici:

1 - Danno risultati peggiori a lungo termine 
2 - Sono debilitanti e assuefanti 
3 - Sono causa di violenza imprevedibile

Queste intuizioni erano apparentemente solo la punta di un iceberg. Dopo diversi anni tra le storie di orrore di esperienze dei pazienti e nuovi rapporti con attivisti di base, io sono arrivata a chiedermi: Cosa diavolo  sono  queste medicine? Come possono delle molecole di composizione chimica essere in grado di deragliare, distorcendo, e sopprimendo l'esperienza umana fino a questo punto?

Con più incognite che certezze, a questo punto, la segnalazione  di danni è in crescita e l'allineamento dei pazienti con questo modello di assistenza, sta diminuendo.

Ho preso alcune frasi scelte  per  un'ulteriore chiarimento qui avanti, ma basta dire che molti di questi effetti collaterali danno  problemi talmente gravi se non tragedie  che rendono le prestazioni a livello di placebo di questi farmaci totalmente inaccettabili.

Disturbi intestinali :

"Alcuni degli effetti indesiderati più frequentemente riportati associati con l'uso di SSRI e inibitori della ricaptazione della serotonina e noradrenalina (SNRI) comprendono nausea, diarrea, dispepsia, emorragia gastrointestinale e dolori addominali."

Tossicità epatica:

"Due principali meccanismi possono essere coinvolti nella tossicità epatica degli antidepressivi: 
Una tossicità epatica indotta, cioè una componente metabolica e/o un percorso immuno-allergico. Una sindrome da ipersensibilità con febbre ed eruzioni cutanee come manifestazioni cliniche, nonché con autoanticorpi,  eosinofilia, e un periodo di latenza breve (1-6 settimane)  che porta a un meccanismo fisiopatologico prevalentemente immunoallergico, considerando che la mancanza di sindrome da ipersensibilità e un periodo di latenza più lungo ( vale a dire 1 mese a 1 anno) punta a un meccanismo metabolico idiosincratico. "

Aumento di peso:

"Nonostante la complessità dello scenario clinico, prove convincenti indicano che l'uso della maggior parte degli  antidepressivi può aumentare il peso in una percentuale significativa di pazienti".

Problemi di cuore:

"SSRI e SNRI possono promuovere un decremento nella variabilità della frequenza cardiaca (HRV). Anche se l'impatto degli effetti antidepressivi sulla HRV rimane da stabilire, i dati indicano che una HRV inferiore è un predittore significativo di eventi cardiovascolari ".

Problemi urinari:

"Gli SSRI possono causare ritenzione urinaria agendo sulle vie centrali della minzione. La Serotonina può aumentare l'efflusso simpatico centrale che porta allo stoccaggio urinario, e allo stesso tempo inibisce il flusso parasimpatico, che colpisce lo svuotamento. "


Disfunzione sessuale:

"... Un corpus significativo di dati mostra che gli antidepressivi possono influenzare in modo differenziato la funzione sessuale in molteplici aspetti, con conseguente riduzione della libido, disfunzione dell'eccitazione (erezione nei maschi e lubrificazione vaginale nelle femmine) e disfunzioni orgasmiche".

Squilibrio ormanale ADH e bassa concentrazione di sodio:

"I meccanismi di iponatriemia SSRI indotta rimangono non completamente chiariti, ma questi agenti possono agire o aumentando il rilascio di ormone antidiuretico (ADH) o aumentando la sensibilità di ADH risultante in un quadro clinico simile alla sindrome da inappropriata secrezione di ADH."

Indebolimento delle Ossa (osteoporosi)

"L'uso di SSRI è stato associato con una riduzione della densità minerale ossea (BMD) e un consistente elevato rischio di fratture."

Sanguinamento:

"Tutti gli antidepressivi serotoninergici sono stati associati ad un aumentato rischio di sanguinamento. Il meccanismo probabilmente responsabile per queste reazioni avverse è una riduzione della ricaptazione della serotonina dalle piastrine, sebbene altri meccanismi sono stati implicati ".

Sistema nervoso :

"Tutti i tipi di EPS [sintomi extrapiramidali] sono stati osservati in pazienti che assumono antidepressivi, ma L'acatisia (irrequietezza grave ndt) sembra essere la presentazione più comune seguita da reazioni distoniche,  movimenti parkinsoniani e discinesia tardiva ... il mal di testa era uno degli effetti collaterali più comuni  associato con l'uso di antidepressivi in un'ampia coorte retrospettiva di adolescenti e adulti ".

Sudorazione:

"La maggior parte degli studi indicano che circa il 10% dei pazienti trattati con SSRI possono sviluppare sudorazione eccessiva, anche se l'incidenza può essere maggiore per la paroxetina."

Disturbi del sonno:

"Gli SSRI e la venlafaxina sono associati con un aumento della latenza del sonno REM e una riduzione del tempo totale trascorso nella fase REM durante il sonno."
(questo sembra una sciocchezza ma ha ripercussioni enormi sugli individui molto sensibili alla privazione del sonno come me ndt)

Cambiamenti di umore:

"Molti pazienti che assumono SSRI hanno segnalato una sorta di ottundimento emotivo. Spesso descrivono le loro emozioni come 'smorzate' o 'attenuate', mentre alcuni pazienti riferiscono  una sensazione come vivere in ua sorta di  'limbo' senza più 'preoccuparsi' dei problemi che prima erano significativi ... Inoltre, i pazienti che assumono antidepressivi possono sperimentare ansia, agitazione, attacchi di panico, insonnia, irritabilità, ostilità, aggressività e impulsività nei primi 3 mesi di trattamento. Questa eventualità è chiamata sindrome da attivazione"

Suicidalità:

"L'incidenza del suicidio e del tentato suicidio è stato un esito avverso frequentemente sottostimato dagli studi sugli  antidepressivi."

Tossicità da Overdosaggio:

"I pazienti con diagnosi di depressione maggiore (MDD) sono ad aumentato rischio di suicidio e l'overdose di farmaci prescritti è un metodo comune utilizzato per tentare il suicidio."

Sindrome da astinenza:

"Questi sintomi includono sintomi simil-influenzali, tremori, tachicardia, sensazione di scossa elettrica, parestesia (disturbo della sensibilità, in particolare degli arti con formicolii, prurito, itorpidimento), mialgia (dorlori muscolari), tinnito (acufeni; rumore acuto fastidioso nelle orecchie), nevralgie, atassia (perdita progressiva della coordinazione muscolare) , vertigini, disfunzioni sessuali, disturbi del sonno, sogni vividi, nausea vomito, diarrea, peggioramento dell'ansia e instabilità dell'umore. "

Malattie degli occhi:

"Un sottogruppo di pazienti che assumono SSRI segnala disturbi visivi aspecifici ... gli SSRI possono aumentare la pressione intraoculare e portare alla nascita di glaucoma ad angolo chiuso ... Uno studio ha trovato  una maggiore probabilità di cataratta dopo l'esposizione agli antidepressivi di nuova generazione."

Squilibrio ormonale:

"Aumenti duraturi dei livelli di prolattina periferici sono occasionalmente osservati nei pazienti che usano gli antidepressivi, inclusi gli SSRI; l'iperprolattinemia può avere conseguenze deleterie per la salute  (ad esempio, una riduzione della densità minerale ossea  e ipogonadismo .[insufficente produzione di ormoni sessuali ndt]). "

Gravidanza / rischio allattamento al seno:

"La maggior parte dei dati che descrivono la presenza di difetti alla nascita associati all'uso di SSRI sono stati ottenuti sulla base di studi osservazionali e registri aziendali. Pertanto, il significato clinico di questi dati è discutibile. " 

Rischio di cancro:

"Gli studi preclinici hanno scoperto che gli antidepressivi possono aumentare la crescita di fibrosarcomi e melanomi, e possono anche promuovere la carcinogenesi mammaria."


Accidenti! Ora si che è deprimente. Perché non sappiamo nulla di tutto questo? Perché il medico non lo dice. Recentemente ho sentito  di un paziente a cui è stato prescritto un antidepressivo in simultanea con un antibiotico "solo nel caso in cui l'antibiotico potesse causare la depressione o cambiamenti di umore". Siamo addestrati a trattare questi farmaci come "perché no?", la verità è che, come gli autori affermano:

"... La storia della tossicologia ci ricorda vividamente il ritardo che spesso si verifica tra la prima approvazione di un farmaco per l'uso negli esseri umani e il riconoscimento di alcuni eventi avversi. "

Considerando tutti questi rischi, gli antiderpessivi risultano  tanto più inutili  rispetto ai risultati robusti della medicina basata sullo stile di vita, gli interventi multimodali a più livelli che sono a basso costo, immediatamente disponibili. Come concludono gli autori:

"I risultati di questa revisione suggeriscono che il trattamento a lungo termine con questi farmaci di nuova generazione dovrebbe essere evitato se sono disponibili trattamenti alternativi ".

Mi trova pefettametne d'accordo e inoltre vorrei affermare che questi trattamenti "alternativi" sono infatti disponibili. Questi trattamenti offrono non solo la risoluzione dei sintomi e l'eliminazione o la prevenzione del bisogno di farmaci, ma una nuova esperienza di sé. Non si tratta di ottenere un "ritorno alla normalità", si tratta di integrazione, evoluzione, e vitalità. Ho lavorato per diversi anni per rendere l'auto-guarigione a disposizione di tutti e riconsiderare la possibilità di venire fuori dagli antidepressivi  per meno del prezzo di una visita medica.  Provare per credere!

Fonte: madinamerica.com

lunedì 21 novembre 2016

Discinesia tardiva: un'epidemia nascosta

Come ho già avuto modo di scrivere su questo blog, il senso comune suggerisce, come anche l'opinione di qualche psichiatra poco informato, che i problemi motori, involontari che affliggono molti psichiatrizzati, in special modo quelli che assumono quei veleni chiamati impropriamente antipsicotici, sono i sintomi evidenti della loro 'malattia' mentale, mentre in realtà sono la diretta conseguenza delle 'amorevoli cure' psichiatriche.
Peter Breggin è uno psichiatra che lotta da anni contro la biopsichiatria organicista, molto prolifico ha scritto libri e articoli che varrebbe la pena di leggere come anche farsi un giro sul suo sito www.breggin.com

In questo articolo intende mettere in guardia i pazienti che prendono psicofarmaci sul rischio reale di sviluppare la Discinesia Tardiva, una malattia troppo spesso celata e minimizzata da qualunque psichiatra. E qui mi ripeterò ancora, dicendo che oggi gli psichiatri amano i neurolettici (specialmente depot) esattamente come le mosche amano gli escrementi. Auspico che la verità su questi veleni venga fuori quanto prima anche grazie a 'lottatori' come Peter e queste mosche facciano la fine che meritano, schiacciate dal loro stesso karma.  



L'epidemia nascosta rilevata: il nuovo  Centro di risorse per la discinesia tardiva (TD) 

Di Peter Breggin, MD 28 Ottobre 2016


La discinesia tardiva è un disturbo terribile causato da tutti i farmaci antipsicotici. Nella maggior parte dei casi, provoca movimenti involontari bizzarri deturpanti e talvolta totalmente invalidanti che affliggono qualunque muscolo del corpo che normalmente sono parzialmente o totalmente sotto il controllo volontario. Questi includono gli occhi, la bocca, la lingua, il viso, braccia e gambe, mani e piedi, collo,  spalle, schiena e torso. Si può mettere in pericolo il diaframma e la respirazione, le corde vocali e la  parola, o l'esofago e la deglutizione. Può causare spasmi dolorosi e deformanti, spesso del collo e delle spalle (distonia tardiva). La TD può causare  agitazione interna tipo tortura (acatisia tardiva), che spinge le persone in psicosi, atti di violenza e suicidio. Soprattutto quando è grave, la TD è spesso associata a disturbi cognitivi, demenza e psicosi. Le persone che ne soffrono tendono a isolarsi dalla società e molti diventano portatori di handicap.

Ecco l'elenco dei nuovi farmaci antipsicotici tra i quali figurano: Risperdal (risperidone), Abilify (aripiprazolo), Geodon (ziprasidone), Invega (paliperidone), Latuda (lurasidone), Rexulti (brexpiprazole), Saphris (asenapina), Seroquel (Quetiapina ), e Zyprexa (olanzapina). Gli antipsicotici più vecchi includono Haldol (aloperidolo) e Torazina (clorpromazina). Tutti possono causare Discinesia Tardiva.

Tutto quello che ho qui descritto è supportato da articoli scientifici facilmente recuperabili sul mio nuovo Centro risorse sulla discinesia tardiva (TD)  su www.Breggin.com.  

Quando un individuo soffre di TD per più di pochi mesi, la probabilità di recupero diventa molto piccola. Non esistono trattamenti efficaci e sicuri.

Quando smettono di prendere neurolettici, alcune persone con TD migliorano nel tempo, ma di solito senza il pieno recupero. Altri sviluppano nuovi sintomi e diventano ancora più compromessi.

La TD può manifestarsi come uno o più sintomi, varia di giorno in giorno, e tende a scomparire nel sonno. La tensione, l'ansia e la stanchezza possono peggiorare temporaneamente i sintomi, ma non giocano alcun ruolo nel causare la TD.

I Tassi di TD per le persone che assumono farmaci antipsicotici sono astronomici. Nei giovani adulti sani che prendono questi farmaci,il tasso cumulativo è del 5% -8% l'anno, che si attesta fino a un 15% - 24% in 3 anni. Il tasso aumenta costantemente con l'età, pari o superiore a un tasso cumulativo del 25% al 30% per ogni anno nei pazienti di 65 anni. Se facciamo prendere questi farmaci ai bambini, con tassi simili ai giovani adulti possiamo  rovinare la loro vita prima di iniziarla.

Peggio ancora, i tassi reali sono ancora più alti perché i pazienti che vengono studiati di solito prendono i farmaci antipsicotici al momento dello studio, e questi farmaci mascherano i sintomi di TD, mentre si stanno sviluppando.

Quante vittime ci sono? Negli ultimi decenni, le aziende farmaceutiche hanno soppresso qualsiasi stima. Tuttavia, siamo informati che nel 2011, sono stati somministrati farmaci antipsicotici a più di 3 milioni di pazienti  negli Stati Uniti. Con tali tassi di TD, siamo in grado di fare una stima modesta che circa il 10% (o 300.000)  nuovi  pazienti sviluppano discinesia tardiva ogni anno. (Dal momento che molti dei pazienti sono in case di cura, molti avrebbero tassi di TD fino al 30% l'anno.)
Quelli che prendono questi farmaci in modo continuativo, e sono molti che lo fanno, si troveranno ad affrontare crescenti rischi in futuro. Se consideriamo le molte persone che vivono già con la TD che hanno sviluppato anni prima, insieme a quelli che ora si avvicinano al rischio di ammalarsi che sono dal 25% al 30% l'anno, è certo che molti milioni di americani hanno questo problema. Probabilmente decine di milioni sono stati colpiti in quanto i primi farmaci sono usciti nel 1954.

Le prime relazioni scientifiche hanno identificato la discinesia tardiva alla fine degli anni '50. Dobbiamo rinunciare a sperare che la Food and Drug Administration (FDA ente di controllo farmaci ndt), le case farmaceutiche, o la professione medica faccia qualcosa di concreto per questa pandemia in crescita. Il mio lavoro, come quello di Bob Whitaker e altri, ha dimostrato che queste neurotossine producono un danno diffuso e che il loro valore dimostrabile si  avvicina a zero. A lungo termine, le persone che assumono  farmaci antipsicotici tendono a peggiorare fisicamente e mentalmente. Dobbiamo continuare a educare il pubblico fino a quando la gente comincia a rifiutarsi di sottomettersi all'epidemia.

Il centro risorse sulla discinesia tardiva (TD)  è un ulteriore passo nella direzione di educare il pubblico, così come anche i professionisti. Il Centro offre un'introduzione approfondita ma semplice al disturbo indotto da tali farmaci, un elenco di farmaci a rischio e video illustrativi. Abbiamo PDF con circa 150 articoli scientifici organizzati per argomento, tassi per adulti, bambini e anziani; la prova che i nuovi farmaci sono pericolosi così come i più vecchi; studi che mostrano danni cerebrali e disfunzione cognitiva, e una dozzina di altri soggetti.

Si prega di aiutare a diffondere l'esistenza questo nuovo e del tutto gratuito centro di risorse sulla Discinesia Tardiva.

Fonte: madinamerica.com

giovedì 20 ottobre 2016

Il recupero secondo Eleanor

Una storia a lieto fine, in mezzo a  milioni di altre vite rovinate per l'ignoranza abissale e la grande arroganza e avidità della psichiatria organicista. 
La storia di Eleanor dimostra ancora una volta che l'approccio della psichiatria sulle cosiddette 'malattie mentali gravi' è altamente invalidante e fallimentare. 

"sono stata diagnosticata, drogata e scartata da un sistema che non sapeva come aiutarmi.."

"Solitamente dico che queste persone mi hanno salvata, ma quello che ora so è che hanno fatto qualcosa di ancora più importante: mi hanno dato il potere di salvare me stessa."




Intervista ad Eleanor Longden

EM: Puoi dirci un po 'su la tua storia e il tuo viaggio?

EL: Quando ero un adolescente all'università, ho cominciato a sentire una sola voce, neutra che con calma narrava in terza persona tutto quello che stavo facendo : "stai andando a una conferenza ", "Stai per uscire dal palazzo ". I messaggi non rimasero passivi a lungo. Quel giorno fu l'inizio di anni di voci da incubo, visioni bizzarre, deliri terrificanti che mi hanno spinto a compiere atti di autolesionismo in preda alla disperazione, ed hanno portato uno psichiatra a sottolineare che sarei stata meglio con il cancro, perché "sarebbe stato più facile da curare della schizofrenia ".

In sostanza sono stata diagnosticata, drogata e scartata da un sistema che non sapeva come aiutarmi. Un importante punto di svolta è stato incontrare in rete individui che sentivano voci, che erano disposti a riconoscere e comprendere le esperienze di traumi e abusi che avevo sopportato da bambini e giovani adulti, e come le emanazioni di questi orrori del passato erano ancora  presenti. E 'stato un viaggio lungo e tortuoso, ma una volta che ho iniziato a interpretare il mio terrore e la disperazione in termini di quello per cui ero sopravvissuta, ho potuto cominciare a recuperare:  i miei cosiddetti sintomi della schizofrenia non sono stati prodotti casuali di uno squilibrio chimico, ma messaggi piuttosto significativi dalla mia mente sulle cose insopportabili che avevo subito.

Ora ho una vita piacevole, eccitante come portavoce accademico ed internazionale, non ho alcun contatto con i servizi di salute mentale, e non prendo psicofarmaci da quasi dieci anni. Anche se ancora sento delle voci, io ora le accetto come parte di me. E proprio come sono venuto a patti con loro - le esperienze che rappresentano e  i messaggi che stavano cercando di comunicarmi hanno una diversa personalità. Oggi sono guide e alleati, non aguzzini.

EM: Si invocano "approcci orientati al recupero" per trattare  le cosiddette "malattie mentali gravi" e i traumi. Che cosa si intende per "approccio orientato al recupero"?

EL: Il recupero è un diritto umano fondamentale, e mentre rimane un grande grado di pessimismo sulla capacità delle persone con 'malattia mentale grave' di recuperare, l'evidenza dimostra che questo non è vero.

Un approccio orientato al recupero, dal mio punto di vista, è olistico, centrato sulla persona, concentrata sulla soluzione, un cammino permanente piuttosto che un obiettivo fisso o a termine. Penso che sia molto importante anche ampliare l'attenzione sulla guarigione clinica per incorporare il concetto di recupero personale: fattori come la speranza, l'identità, la responsabilizzazione, il significato soggettivo e la capacità di soddisfare i propri obiettivi individuali .

Nel mio percorso personale, ho passato molti anni bloccata dentro i limiti di una coercitiva 'cura' di risposta, che ha sottolineato fattori come il rispetto, la sedazione e il silenziamento. Al contrario, la comprensione, l'esplorazione e il  coinvolgimento con il significato emotivo delle mie esperienze è stata la risposta per il  recupero. Come dice Ron Coleman, la cura è qualcosa che è fatto per te - il recupero lo fai per te stesso.

Per molti di noi, una parte importante del recupero personale è il processo di trasformazione per dare il senso che più ci aggrada alla nostra esperienza, e l'utilizzo di questa conoscenza per guidare e formare la vera guarigione e la crescita. Infine, è anche importante che il concetto di recupero non venga utilizzato in modo punitivo o di giudizio. fattori complessi come lo stigma, l'isolamento e la disperazione sono i principali ostacoli alla guarigione, abbiamo bisogno di riconoscere questo e mai dobbiamo dare la colpa a qualcuno per l'incapacità di andare avanti nel loro cammino di recupero.

Ci dovrebbe essere una profusione di compassione, il sostegno, il materiale e le risorse emotive per coloro che ne hanno bisogno; ma ci dovrebbe essere anche sempre la  speranza. Per citare Pat Deegan, un'altra figura ben nota in questo campo: "E 'importante incontrare persone dove siamo, ma non lasciarli dove sono."

EM: Può una persona che soffre il tipo di stress emotivo e mentale attualmente chiamato "malattia mentale grave" impegnarsi in questo recupero,  lavorare su se stesso o è neccessario un aiuto da "fuori" o "aggiuntivo"?

EL: Penso che i sopravvissuti devono essere sempre le autorità e gli autori del proprio processo di recupero, ma senza dubbio il viaggio diventa più facile quando si hanno alleati per guidarci sulla nostra strada. C'è un detto che recita : "ci vuole un villaggio per crescere un bambino" e per molti versi ci vuole una comunità per sostenere una storia di recupero. Per tanti di noi, le cose che ci spingono verso la follia (esperienze di perdita, traumi, discriminazione, ingiustizia) si svolgono su una silenziosa, vergognosa, fase solitaria. Il recupero è il contrario: si tratta di riconnessione e solidarietà. Questo è il motivo per cui le organizzazioni come il Movimento degli ascoltatori di voci  possono essere così enormemente efficaci nel recupero, perché anche se mantengono una fede incrollabile nella forza e la resilienza dei singoli,  forniscono anche un luogo per il sostegno comune e la comprensione reciproca.

Personalmente, sono stata estremamente fortunata ad avere persone che non hanno mai dubitato di me nelle relazioni che hanno davvero onorato e riconosciuto la mia capacità di recupero, il mio valore e la mia umanità, la mia capacità di guarire. Solitamente dico che queste persone mi hanno salvata, ma quello che ora so è che hanno fatto qualcosa di ancora più importante: mi hanno dato il potere di salvare me stessa.

EM: Se tu avessi una persona cara che sperimenta stress emotivo o mentale, cosa suggeriresti che lui o lei facesse o provasse?

EL: Probabilmente non suggerirei nulla inizialmente, giusto appena sedermi accanto a lei, ascoltare il suo racconto di ciò che gli sta accadendo e pensare a come posso comprenderla. Mi piacerebbe poi suggerirle e offrirle delle scelte, fare del mio meglio per cercare di aiutarla a trovare un modo per navigare su come si sente che abbia un senso per lei.

La mia priorità principale nel breve termine sarebbe quella di cercare dei modi per aiutarla a sentirsi sicura e in grado di controllarsi, sia emotivamente che fisicamente, perché la sicurezza è la base da cui il lavoro terapeutico a più lungo termine può iniziare. Mi piacerebbe anche essere consapevole del fatto che le loro esigenze e preferenze potrebbero cambiare mentre il loro viaggio procede, quindi vorrei provare a rimanere flessibile ad esplorare le cose che la potrebbero aiutare.

EM: Che cosa ti riserva il futuro?

EL: Un mantra dei miei preferiti dice: "la migliore vendetta è vivere bene" e questo è ciò che ho come obiettivo primario, quello di vivere bene. Per me, un aspetto importante del recupero è stato quella di andare oltre e sopravvivere al mio passato,  cercare di creare un futuro di pace, positivo e gratificante. Famiglia e amici sono una parte enorme di questo, ma il mio lavoro professionale è anche molto importante per me.

Recentemente ho iniziato un lavoro presso l'Università nel Gruppo Ricerca Psicosi di Liverpool, che è assolutamente meraviglioso. Significa arrivare a lavorare con John Read, che è un vero e proprio pioniere - la sua ricerca sui legami tra il trauma e la psicosi è estremamente coraggiosa, potente, e stimolante. Io continuerò a fare docenza e parlare in pubblico, e mantenere i miei legami con Intervoice: La Rete Internazionale per l'insegnamento, istruzione e ricerca sull'ascolto di voci. Per me, gran parte di questo forma con quello che Judith Herman chiama 'la missione del  superstite';  trasformare la propria tragedia personale, rendendola una base per l'azione sociale e politica.

* * *

La Dott. Eleanor Longden è membro ricercatrice, attivista di salute mentale e consigliere di Intervoice, attualmente presso L'Unità di Ricerca Psicosi  a Manchester, in Inghilterra,  tiene lezioni e conferenze pubbliche a livello internazionale sull'importanza di sottolineare approcci psicosociali centrati sulla persona per i   complessi problemi di salute mentale. Lei è un ex speaker di TED e autrice di "imparare dalle voci nella mia testa" .

* * *

Eric Maisel, Psicologo, è autore di oltre 40 libri, tra i quali The Future of Mental Health, Rethinking depression, ansia Mastering creativo, scopo della vita Boot Camp e Van Gogh Blues . Il suo sito web :  http://www.ericmaisel.com 
Per saperne di più sul futuro del movimento per la salute mentale:  http://www.thefutureofmentalhealth.com .


Fonte: madinamerica.com

martedì 13 settembre 2016

Lettera a un bipolare Vip

Il Vip in questione è Stephen Fry, noto uomo di spettacolo nel regno unito. Fry soffrirebbe di disturbo bipolare (ha fatto pubblicamente outing ndt) ed  ha usato la sua visibilità e notorietà per divulgare nel suo programma televisivo  il  dubbio messaggio psichiatrico su quella che lui chiama una malattia a tutti gli effetti, sulla necessità di sottostare alle cure psichiatriche e altre 'certezze'. 
Questa lettera è stata scritta a Fry da R. Bentall, un emerito  professore di psicologia clinica dell'università di Liverpool, quindi assolutamente una persona informata sui  problemi di cui si occupa anche la psichiatria. 
La lettera è interessante perché in poche e semplici parole spiega cosa c'è che non va nella biopsichiatria confutando alcuni punti dati per certi, dalle diagnosi alla genetica al fallimento dell'approccio medico nel trattare questi disturbi. 




Lettera a un bipolare Vip

Per cominciare, ora sappiamo a un livello di certezza che le diagnosi come 'disturbo bipolare' e 'schizofrenia' non sono condizioni distinte. Inoltre, non c'è una linea di separazione chiara tra disturbi psichiatrici gravi e normale funzionamento,  con la conseguenza che un gran numero di persone riescono a vivere una vita produttiva nonostante i sintomi in un momento o un altro della loro vita  e senza cercare aiuto.  Vi è, ad esempio, una rete internazionale per le persone che sentono voci, molte delle quali le gestiscono perfettamente senza cure psichiatriche.  (nella mia esperienza, gli psichiatri sono spesso turbati da questa 'confusione' ai bordi della cattiva salute mentale, e la trovo sconcertante mentre i medici della salute fisica non hanno difficoltà con la gestione dei confini arbitrari, non c'è una linea di demarcazione netta tra pressione del sangue sana e malsana, per esempio.)

Sembra inoltre che i risultati di gravi malattie mentali sono molto più variabili di quanto si pensava. La ricerca longitudinale suggerisce che un numero sorprendente di persone riesce a fare recuperi totali o parziali,  anche quando non vi è assunzione di farmaci. Una complicazione è che il recupero significa cose diverse per persone diverse; mentre gli psichiatri di solito pensano al recupero in termini di recupero dai sintomi, i pazienti  sottolineano maggiormente l'importanza dell'autostima, della speranza per il futuro, e un ruolo prezioso nella società.

Naturalmente i geni giocano un ruolo importante nel rendere alcune persone più vulnerabili ai disturbi psichiatrici di altri, ma le ultime ricerche nel campo della genetica molecolare sfidano  ipotesi semplicistiche sulla 'schizofrenia' e 'il disturbo bipolare' di essere condizioni principalmente genetiche. Il rischio genetico sembra essere condiviso in una vasta gamma di raggruppamenti di diagnosi - gli stessi geni sono coinvolti quando le persone sono diagnosticati con schizofrenia, disturbo bipolare, ADHD e anche, in alcuni casi, l'autismo.   Ancora più importante, il rischio genetico è ampiamente distribuito nella popolazione con centinaia, forse migliaia di geni coinvolti, che prevedono una piccolo aumento del rischio.   da qui (per citare il ricercatore genetico americano Kenneth Kendler):

'Il rischio genetico per la schizofrenia è ampiamente distribuito in popolazioni umane in modo che tutti portiamo un certo grado di rischio.' 

Naturalmente, alcune persone (forse voi stessi) hanno più di questi geni rispetto ad altri, ma il fatto che tanti geni sono coinvolti suggerisce che è molto improbabile che porteranno a studiare delle innovazioni terapeutiche in un qualunque prossimo momento. Al contrario, considerate la malattia di Huntington, una terribile condizione neurologica degenerativa che è causata da un singolo gene dominante con una funzione biologica conosciuta. Molti anni dopo che questo gene è stato scoperto non vi è ancora alcun segno di una terapia medica per questa condizione genetica più semplice di tutte.

Nel suo programma, non ha cercato di collegare i propri problemi di salute mentale alle circostanze, nonostante il fatto che la sua storia suggerisse che gli episodi erano stati innescati da eventi specifici in almeno due occasioni (dopo avere coraggiosamente affrontato un omofobo estremista in Uganda, e dopo lunghi viaggi aerei). Ancora più importante, forse, per ragioni comprensibili, sembrava riluttante ad esplorare eventuali collegamenti tra le difficoltà di oggi e le vostre esperienze precedenti nella vita. Infatti, recenti studi epidemiologici hanno evidenziato una vasta gamma di fattori sociali e ambientali che aumentano il rischio di problemi di salute mentale,  alcuni dei quali sto indovinando che può avere familiarità con l'esperienza personale.

Questi includono la povertà nell'infanzia, l'esposizione precoce agli ambienti urbani; la  migrazione, l'appartenenza ad una minoranza etnica (probabilmente non problemi incontrati dalla maggior parte dei ragazzi della scuola pubblica nei primi anni 1970), ma anche la separazione precoce dai genitori; la sessualità nell'infanzia, abuso fisico ed emotivo; bullismo a scuola. In ciascuno di questi casi, la prova del legame con futuri disturbi psichiatrici  è molto forte - almeno forte quanto la prova genetica. Inoltre, vi è ora una buona prova che questi tipi di esperienze possono influenzare la struttura del cervello, il che spiega i risultati di neuroimaging anomali che sono stati segnalati per i pazienti psichiatrici,  e che conducono a sottolineare la sensibilità e fluttuazioni estreme dell'umore in età adulta. Naturalmente, ci sono una miriade di avversità per gli adulti che contribuiscono alla cattiva salute mentale (debiti, matrimoni infelici, ambienti di lavoro eccessivamente esigenti e la minaccia della disoccupazione, solo  per citarne alcuni). Probabilmente, la principale causa di miseria umana è avere miseri rapporti con le altre persone, condotti in condizioni miserabili.

Perché tutto questo è importante? Beh, per prima cosa, molti pazienti psichiatrici in Gran Bretagna ritengono che i servizi troppo spesso ignorano le loro storie di vita, per trattarli più come pazienti chirurgici o neurologici che persone le cui difficoltà sono sorte in risposta a delle circostanze difficili. Nelle parole di Eleanor Longden , una nota ascoltatrice di voci e attivista di salute mentale,

'Chiedono quasi sempre ciò che è sbagliato in voi e quasi mai chiedono
che cosa vi è successo.'

Ai pazienti vengono regolarmente offerti potenti farmaci, come indicato nel programma (non sto dicendo che non hanno un posto), e molto raramente i tipi di terapie psicologiche che potrebbero aiutarli a fare i conti con questi tipi di esperienze, o anche consigli pratici (consulenza sul debito ha probabilente un ruolo nel trattamento della depressione, per esempio).

L'insoddisfazione dei pazienti per un approccio esclusivamente medico è fondata, perché la ricerca ha dimostrato che questo approccio è stato straordinariamente fallimentare, nonostante quello che i medici spesso affermano. Mentre i tassi di sopravvivenza e di recupero per le condizioni fisiche gravi come il cancro e le malattie cardiache sono migliorati notevolmente dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, i tassi di recupero dalle gravi malattie mentali non hanno subito miglioramenti (anzi sono peggiorati ndt).

 Ancora più sorprendente, si potrebbe pensare, quei paesi che spendono meno sui servizi psichiatrici hanno i migliori risultati per gravi malattie mentali, mentre quelli che spendono di più hanno i tassi di suicidio più alti. Non c'è dubbio che, se abbiamo capito i meccanismi psicologici che portano dalle disgrazie dall'infanzia alla malattia mentale, potremmo fare di più per aiutare le persone. Tuttavia, il finanziamento della ricerca nel campo della salute mentale viene incanalato quasi esclusivamente in studi genetici e neurobiologici, che hanno poche prospettive realistiche di portare ad interventi pratici.

A peggiorare le cose, la ricerca mostra che le teorie esclusivamente biologiche sulla malattia mentale contribuiscono allo stigma sperimentato dai pazienti di salute mentale, che invece si desidera ridurre.   Più che la gente comune pensa alla malattia mentale come una condizione del cervello geneticamente determinata, e meno riconoscono che sia una reazione alle disgrazie, tanto più essi evitano i pazienti di salute mentale. Il modello biomedico della malattia mentale, secondo il programma presentato, rende fin troppo facile credere che gli esseri umani appartengono a due sottospecie: quelli mentalmente sani e i malati di mente.

Infine, l'approccio biomedico trascura completamente la dimensione di salute pubblica della malattia mentale. Data l'evidenza da studi epidemiologici, possiamo quasi certamente ridurre drasticamente la prevalenza della malattia mentale nella popolazione, ad esempio, affrontando la povertà dell'infanzia e la disuguaglianza, capire quali aspetti dell'ambiente urbano sono tossici (si potrebbe o non potrebbe essere sorpresi di sapere che vivere vicino a un parco sembra fornire una certa protezione contro la malattia mentale) e facendo in modo che tutti i nostri bambini sperimentino infanzie più benigne rispetto a quelle che abbiamo vissuto. Noi non possiamo fare nessuna di queste cose se passiamo tutto il nostro tempo scrutando provette.

Mi lasci finire con queste parole, Stephen, io ho il più alto rispetto per lei
 e la ringrazio per i suoi sforzi  per raggiungere persone che soffrono di disturbi mentali. Per favore continui con questo importante lavoro. Ma per favore, da ora in poi, lo faccia in modo più equo.

Sinceramente

Richard Bentall

Professore di Psicologia Clinica alla Università di Liverpool.

Fonte : madinamerica.com

venerdì 19 agosto 2016

Uscire da 14 anni di psicofarmaci

Una chiara dimostrazione di come oggi sia difficile uscire dalla trappola farmacologica della psichiatria organicista, ma non impossibile. Questa donna è riuscita nel suo intento, dopo ben 14 anni di 'droghe' psichiatriche, nonostante la grande opposizione di amici, medici di famiglia e non , e tutta la letteratura del caso. 
Come ho avuto occasione di scrivere in precedenza, la prima cosa essenziale da fare, forse la cosa più difficile è demolire alla radice la convinzione di essere in qualche modo 'difettosi' di avere una malattia cronica e che necesssitiamo delle loro 'cure' vita natural durante amen. 
Per fare questo grande lavoro su sé stessi, meglio se si viene aiutati come ha avuto la fortuna di essere aiutata la nostra protagonista e meglio ancora se si riesce a trovare un medico competente esperto nella dismissione che ci possa guidare.  
Un altro punto molto difficile è  convincere la famiglia, i nostri cari, una volta che siamo convinti noi per primi. Questo potrà essere anche impossibile perché i nostri familiari sono i primi a vedere gli effetti devastanti di una dismissione scorretta, per cui tenderanno ad assecondare il dogma psichiatrico di una misteriosa malattia che ritorna con forza ogni volta si tenti di mollare le nostre 'medicine' da prendere diligentemente.  
In tal caso purtroppo occorre per forza di cose fare tutto a loro insaputa e vuotare il sacco solo dopo che è trascorso un ragionevole lasso di tempo nel quale si sta bene, asintomatici. Un periodo di tempo che può essere anche di anni, come nel mio caso. 
L'esperienza di Naas ci insegna anche un altra cosa importante: che i farmaci  impediscono di trovare o sperimentare delle risorse efficaci per 'guarire', in altre parole tolgono la voglia di prendersi cura di sè. Questo l'ho notato nelle persone che ho seguito negli anni e lo sto notando sempre indistintamente nelle persone che vedo, anche le più vicine a me. Anche questa indifferenza e svogliatezza viene però attribuita sempre alla presunta malattia mentale, mai agli effetti di queste droghe sintetiche. Naas ad un certo punto dice:
" Per me, era troppo difficile prendermi cura del mio corpo mentre gli psicofarmaci  avevano preso il sopravvento"
e ancora:
"Non posso dire che adesso la mia vita sia facile. Ma io sono molto più felice, perché riesco finalmente a sentire, sento i miei sentimenti.."
Quando la mente è annebbiata dalle droghe di sintesi, si perde la capacità di 'sentire' di provare emozioni nel bene o nel male. Tutto è attutito e ovattato, così come nel limbo emozionale del litio che ho personalmente sperimentato. Anche se può essere doloroso, per me è mille, diecimila volte meglio 'sentire' la vita da esseri umani, non da zombie lobotomizzati su cui scivola tutto addosso. 
Auspico che sempre più persone intrappolate dentro un diabolico sistema cosi ben congeniato dei cosiddetti trattamenti psichiatrici riescano ad uscirne fuori e a loro volta dimostrare al mondo che possiamo farcela a vivere fuori dalle molecole tossiche della biopsichiatria



Smettere gli psicofarmaci dopo 14 anni

Di Naas Siddiqui, 10 Agosto 2016


Questa settimana ho festeggiato sei mesi fuori dagli psicofarmaci. Nel corso di quattordici anni, ho assunto Prozac, litio, Lamictal, Zyprexa, Paxil, Zoloft, Ativan, Seroquel, Depakote, Wellbutrin, Klonopin, Geodon, Abilify, e probabilmente altri.

Mi fu prescritto il Prozac dal mio medico di famiglia quando avevo 18 anni. E 'stato il mio primo anno a Yale durante le finali; ero paralizzata dall' ansia e non riuscivo a studiare. Il prozac mi ha liberato dall'ansia e quel semestre ho finito con un A e un B. Ero abbastanza schiacciata su questo B, perché come  ragazza americana di prima generazione del Bangladesh  con  padre immigrato che era professore di college artistico per élite, proveniente da una cultura in cui l'istruzione superiore formale, è molto apprezzata e significa anche libertà, perseguire l'istruzione superiore e fare bene a scuola era quello che mi interessava di più nella mia vita. I miei genitori avevano lasciato il Bangladesh e si stabilirono negli Stati Uniti per una vita migliore per i loro figli - quando avevano intorno ai 18 anni, la loro educazione venne interrotta dal genocidio.

Il prozac chiaramente ha cambiato la mia personalità, ma non mi dispiaceva. Lo amavo. Sono sempre stata molto timida, e con la fiducia ritrovata e la perdita di inibizioni ho imparato a brillare in un modo che non avrei mai potuto prima,  era migliorato anche il mio modo di attirare l'attenzione e sviluppare una grande personalità. Ma insieme alle scintille ci sono stati invisibili, effetti inattesi. Il mio ricordo di questo periodo di tempo è sfocato, ma durante il secondo anno penso che abbia provato a venirne fuori perché mio padre non pensava che fosse saggio per me prendere quel farmaco per sempre. Ho poi provato i più profondi sentimenti di intorpidimento, depressione nuvole in testa che avessi mai sentito in vita mia, tra cui pensieri suicidi che mi sovrastavano con la loro natura persistente e invadente.

Ora credo fermamente che questa fu una risposta alla sospensione del farmaco. Il ritiro del prozac, aggravato dalla mia confusione di identità esistenziale di una 19-enne, più una rottura con il mio primo "boyfriend" (un flirt estivo con un altro studente).

Come ho scritto in un blog precedente, sono stata poi ricoverata in ospedale più volte e costretta a ritirarmi da Yale (ho dovuto reiscrivermi cinque volte per ottenere la mia laurea). Sono stata pesantemente drogata nonostante le mie suppliche disperate che i farmaci mi facevano stare peggio. Mi sentivo morta dentro, ma il litio mi venne pubblicizzato come l'unica cosa che poteva 'curarmi', così ho imparato a rassegnarmi.

E poi ho raggiunto il punto in cui sapevo che non potevo più vivere in quel modo senza perdere me stessa. Così ho provato a scalare i farmaci senza supporto clinico, ma le cose sono peggiorate. Ho iniziato a sentire voci. Sono entrata in stati alterati di coscienza e vissuto su un piano di insonnia, follia e divinità, con sentimenti di coscienza cosmica e incubi che non avevo mai sperimentato in vita mia.

Durante questi periodi cercando di dismettere gli psicofarmaci, ho  dovuto prendere congedo medico due volte da  posti di lavoro nella salute mentale in cui avevo ricoperto posizioni di leadership. Ho cercato supporto clinico, da psichiatri del sistema di salute mentale della comunità e da psichiatri che lavorano presso le università prestigiose. Tutti hanno rifiutato di darmi supporto clinico. Al contrario, mi hanno dato più pillole, o hanno cercato di scoraggiarmi, o assecondarmi di malavoglia, ma non avevano idea di quello che stavano facendo e non sembrava veramente una 'cura'.

Ho sofferto per cercare di dismettere i farmaci psichiatrici da sola - ho lavorato sugli i stati di veglia-incubo, attraverso mal di testa e sintomi simil-influenzali. Nel 2012, ho trovato un terapeuta che ha creduto in me. Mi ha aiutato a  deprogrammarmi dai messaggi della psichiatria che mi avevano convinta di avere una malattia cronica e che avevo  bisogno di farmaci per sopravvivere. Ho anche trovato un sorprendente allenatore di consapevolezza che mi ha aiutato. Ho sviluppato una forte rete di amici e supporto professionale. Ma ancora non riuscivo a trovare uno psichiatra che mi aiutasse a staccarmi da queste sostanze.

Quando ho riprovato a dismetterli nel 2012, ho di nuovo avuto l' insonnia, le visioni da incubo e gli stati alterati di realtà, ma questa volta avevo più strumenti, ulteriori informazioni, supporto, ed un assunto importante:  sapevo di non essere malata . Ho sperimentato il mondo in modo diverso dalla 'norma' ed ho iniziato a pensare sempre di più alla psicosi  chimica da ritiro, un concetto che ho scoperto nel libro di Robert Whitaker 'Anatomia di un'epidemia' .

Nell'autunno del 2012 sono andata a un Master di Counseling, un programma di Psicologia presso il CIIS, e nel 2013, ho finalmente trovato uno psichiatra integrativo a San Francisco, che mi ha aiutato a smettere gli psicofarmaci in due anni. Lei mi ha ascoltata. Era titubante sul  processo di dismissione, ma mi ha sempre detto: ", Naas, confido nel tuo intuito e non mi preoccupo per te."

Anche se ci sono stati momenti buoni, in realtà lei si preoccupava per me, mi ha trattato con la massima compassione e rispetto. Mi ha offerto il suo punto di vista clinico, e abbiamo capito insieme quale poteva essere il ritmo giusto di scalaggio, medicalmente sicuro. Ho capito come elaborare i sentimenti, le intuizioni, i cambiamenti di personalità e i ricordi dimenticati della mia vita (avevo perso gran parte della mia memoria a lungo termine). Con la sua formazione Junghiana,  mi ha aiutato a capire i periodi di coscienza alterata con maggiore profondità e un apprezzamento per il loro significato rispetto alla mia vita personale e  i miei processi vitali più ampi. Ho anche trovato un terapeuta che mi ha aiutata a dare un senso alle cose, non solo nella mia vita di tutti i giorni, ma nel contesto del miei periodi veglia-sogno da incubo e la mia fantasia di sognare ad occhi aperti la vita.

Non è stato un processo facile. Nel 2014, mentre era alla scuola di specializzazione, ho gestito un processo di ritiro con il mio psichiatra, ma non sono potuta arrivare fino in fondo. E 'stato troppo intenso. Ho provato di nuovo nell'inverno del 2015. Pendevo 900 mg di litio e 3 mg di Abilify. Nel febbraio del 2016, ero completamente fuori da tutto.

I miei genitori non credevano che avrei potuto venirne fuori, anche se mio padre ci sperava, credo che la mia mamma avesse troppa paura, in quanto era stata testimone più di lui dei miei periodi di stati alterati. Anche se ho perso il collegamento  con loro in molti modi, i miei genitori sono stati sempre spiritualmente e finanziariamente solidali. Molti dei miei amici non credevano potessi venirne fuori, perché avevano visto la mia lotta  durante i precedenti  tentativi, e avevano anche dovuto sopportare il peso dei miei cambiamenti di personalità, intensità e il caos. Ma il mio compagno da tre anni sapeva che potevo venirne fuori, e io sono sempre in debito con lui per avermi assecondato.

Non posso dire che adesso la mia vita è facile. Ma io sono molto più felice, perché riesco a sentire, sento i miei sentimenti, mi sento in contatto con la mia profonda creatività spirituale. Sento il mio corpo, e ritorno a me stessa mentre assumo una nuova identità, con tutte le mie esperienze.

Sono ancora inondata dai ricordi,  gloriosi, commoventi, amari, intensamente tristi, e talvolta traumatici. Ho un sacco di lavoro dentale che ha bisogno di essere fatto ora - Credo che alcuni farmaci psichiatrici facciano marcire i denti come fa anche il meth (metanfetamina, una droga di strada in cristalli ndt). Ho trascurato la mia salute del corpo per un lungo periodo di tempo, perché avevo smesso di curarmi. Per me, era troppo difficile prendermi cura del mio corpo mentre gli psicofarmaci  avevano preso il sopravvento. Ho guadagnato peso per 60 libbre (circa 27 kg ndt) grazie agli psicofarmaci, sviluppato l'acne mentre prima avevo la pelle molto chiara, e ho perso un sacco di capelli. Ho cercato di mantenere una dieta sana a regime, ma era una lotta troppo grande. Io so che non è impossibile, ma per me era troppo difficile. Avevo smesso di guardare la mia faccia nello specchio per un lungo, lungo tempo.

La maggioranza dei miei amici ex pazienti psichiatrici credeva che sarei riuscita a smettere. Ma allo stesso tempo c'erano così tanti messaggi - dai medici, dalla società e anche da coetanei - che dicevano che non avrei potuto farcela. Ho dovuto respingere tutto questo.

Non credo di avere mai avuto il disturbo bipolare. Credo che sia stata la psichiatria a darmelo. Sono in fase di  recupero da essere costretta a drogarmi di psicofarmaci, ritiro chimico e abusi psichiatrici. La vita è ancora difficile a volte. Riconosco alcuni aspetti di me che la rendono difficile - sono lunatica e ho un cuore generoso, in modo da restare veramente sconvolta dalla durezza e violenza nel mondo. E osservo un sacco , quindi sono testimone di  un sacco di durezza e violenza nel mondo.

Come sostenitrice della salute mentale,  accademica, e terapeuta (io non ho ancora la patente, ma ho completato la mia formazione a livello di laurea e un anno come terapeuta studente nel praticantato), ho un sacco di speranza per le persone che vogliono smettere di prendere psicofarmaci. Non tutti trovano uno psichiatra di supporto per aiutarli a venire fuori. Io ci sono riuscita. Ho avuto anche le risorse finanziarie per vedere uno psichiatra privato. Non è impossibile. Ma anche difficile. Spero che l'aiuto medico clinico possa diventare più disponibile e accessibile a tutti coloro che vogliono ridurre o abbandonare completamente i loro psicofarmaci.

Ho speranze per il campo della psichiatria. Spero che vorranno riscattarsi, e riscattare i suoi praticanti, perché hanno l'abilità clinica e l'opportunità di imparare di più e crescere. A molti di loro, credo che gli è stata appena insegnata cattiva scienza, influenzata e infiltrata da Big Pharma. Il mio psichiatra si era tradizionalmente formato presso grandi università di ricerca, ma ha cercato di formarsi ancora in modo che la sua pratica è diventata veramente integrativa. Sono colleghi di altri psichiatri, Psicologi e infermieri psichiatrici che hanno portato la medicina alternativa, la nutrizione, la consapevolezza, e altre modalità olistiche nel loro lavoro clinico. Gli psichiatri hanno ricevuto molti anni di formazione, ma purtroppo,  come un sopravvissuta psichiatrica è mia convinzione che molti concetti che hanno imparato a scuola medica devono essere ignorati.

Fonte: madinamerica.com