venerdì 22 maggio 2015

La bufala dello squilibrio chìmico

"Alla maggior parte dei pazienti viene detto dagli psichiatri che hanno uno squilibrio chimico nel cervello, ma questo è completamente sbagliato. Non abbiamo la più pallida idea di quale interazione tra condizioni psicosociali, processi biochimici, recettori e vie neurali  portano ai disturbi mentali e le teorie che indicano la depressione come una scarsità di  serotonina o che la  schizofrenia dipende da troppa dopamina sono da tempo confutate. La verità è esattamente l'opposto. Non c'è intanto nessuno squilibrio chimico, ma quando le malattie mentali vengono trattate con gli psicofarmaci , si crea uno squilibrio chimico, una condizione artificiale che il cervello cerca di contrastare. Questo implica che quando ad esempio si tenta di dismettere il farmaco si sta peggio. 
Un alcolista sta anche peggio quando non c'è più alcool, ma questo non significa che gli mancava l'alcool nel cervello quando ha iniziato a bere.
La stragrande maggioranza dei medici danneggiano ulteriormente  i loro pazienti, dicendogli che i sintomi di astinenza significano che sono ancora malati e hanno ancora bisogno del farmaco. In questo modo, i medici trasformano le persone in malati cronici, compresi quelli che sarebbero stati bene anche senza alcun trattamento. Questo è uno dei motivi principali per cui il numero di pazienti con disturbi mentali è in aumento, e che il numero di pazienti con disabilità e senza lavoro lavoro aumenta. Ciò è dovuto ai farmaci e non alla presunta malattia." (Peter Gøtzsche MD)



Il mito della serotonina nella depressione.

spunti tratti da un articolo del Dr. David Healy, MD

Breve storia degli SSRI

Il gruppo di farmaci basati sull'inibizione della ricaptazione della serotonina (SSRI) entrarono in commercio verso la fine degli anni '80, quasi due decenni dopo il loro concepimento. Il ritardo era dovuto alla ricerca di un indizio. Non vi erano caratteristiche tali da essere economicamente produttivi come farmaci anti-ipertensivi o anti-obesità. L'idea che la concentrazione di serotonina potesse essere bassa nella depressione venne respinta nel 1960 e negli studi clinici questi nuovi farmaci si erano dimostrati meno efficaci dei vecchi triciclici nel trattamento della depressione grave. 

Quando iniziarono ad emergere delle preoccupazioni sul fatto che i tranquillanti cosiddetti minori (es. benzodiazepine) potessero dare grossi problemi di dipendenza, si tentò di soppiantarli con un farmaco serotoninergico, il Buspirone, commercializzato come un ansiolitico privo di dipendenza. Questo farmaco fu un insuccesso, perché si scoprì che un farmaco tranquillante doveva avere un effetto immediato, e quindi anche prevedere di dare  dipendenza. Infatti una droga di abuso per essere tale deve avere come caratteristiche un effetto piacevole (es. il rilassamento dato dalle benzo) unito alla tendenza a ripetere l'esperienza piacevole , da cui dipendenza, fisiologica o psicologica come nel caso dello spinello [corsivo mio]. 

Alla fine, le aziende produttrici di SSRI commercializzarono comunque questi psicofarmaci nonostante la loro minore efficacia rispetto ai predecessori perché presero come assunto di base che le manifestazioni di ansia celassero in profondità uno stato  depressivo.
L'idea centrale era però che questi nuovi farmaci avrebbero ripristinato il normale livello di serotonina, una nozione che poi si trasformò nell'idea che queste sostanze avrebbero rimediato ad uno squilibrio chimico nel cervello. I triciclici non avevano niente di simile.  

Il mito della serotonina

Nel 1990 nessun accademico avrebbe potuto 'vendere' l'ipotesi della serotonina bassa nella depressione, inoltre non vi era alcuna correlazione tra l'inibizione della ricaptazione della serotonina e l'efficacia antidepressiva. Nessuno sapeva se questi SSRI avrebbero alzato o abbassato il livello di serotonina e ancora non lo sanno (!) non c'erano prove che questo trattamento correggesse qualcosa. 

La storia della serotonina bassa nella depressione ha messo le radici nel pubblico dominio, anziché nei circoli scientifici in psicofarmacologia. Se i ricercatori hanno usato questo concetto era per riferirsi simbolicamente ad una anomalia fisiologica che la maggior parte ancora presumono si troverà per sostenere la causa primaria della depressione. 
Il mito ha interessato anche la medicina complementare, nel senso che solitamente i clienti vengono incoraggiati a compiere azioni atte a migliorare i loro livelli di serotonina, come l'esercizio fisico e un'adeguata nutrizione, oppure integrare con sostanze come il 5HTP  che sarebbe un precursore della serotonina. Così facendo però, avrebbero anche confermato la validità dell'utilizzo di un antidepressivo. 
Articoli e riviste di settore considerano ormai consolidato come un dato di fatto il legame depressione - basso livello di serotonina e in tal modo si vendono ancora meglio questi antidepressivi. 

Per i medici è diventato molto più facile la comunicazione con i loro pazienti. Per questi ultimi l'idea di correggere una anomalia biochimica ha una forza morale in grado di superare gli scrupoli che ci si potrebbe aspettare di avere per prendere un tranquillante, sopratutto quando tutto viene venduto nella forma accattivante che il disagio non rappresenta una debolezza. 

Nel frattempo i trattamenti piu efficaci e meno costosi sono stati emarginati. Il successo degli SSRI ha spinto i vecchi triciclici fuori mercato. Questo è un problema perché gli SSRI non si sono mai dimostrati validi per quelle depressioni con un forte rischio di suicidio.L'attenzione verso gli SSRI ha anche coinciso con l'abbandono della ricerca sui disturbi biologici legati alla malinconia (es. cortisolo alto). Gli SSRI si sono dimostrati inefficaci nel trattare i  disturbi dell'umore di questa natura.   

Dopo due decenni, oggi il numero di prescrizioni di antidepressivi all'anno è leggermente superiore al numero degli abitanti del mondo occidentale. La maggior parte di queste prescrizioni (9 su 10) sono fatte a persone che hanno affrontato grosse difficoltà a sospendere questi farmaci. A queste persone viene spesso consigliato di continuare il trattamento proprio come una persona con il diabete ha bisogno dell'insulina.  

I prodotti che usiamo in altri settori, dai computer ai forni a microonde tendono a migliorare di anno in anno, ad esempio i computer si fanno sempre più veloci e più capaci, i forni più sicuri e meno avidi di energia ecc. Questo però non è il caso per questi farmaci che raggiungono vendite di successo nonostante siano meno efficaci dei 'modelli' precedenti. 

Conclusione mia

Quindi ora sappiamo che questi SSRI, farmaci ampiamente prescritti in tutto il mondo con uno spaventoso ritorno economico di fantastiliardi di dollari, venduti e osannati come farmaci 'mirati' per correggere un presunto squilibrio chimico che di fatto non esiste, capaci di 'guarire' i sintomi di una terribile malattia invalidante come la depressione, che notoriamente porta al suicidio, non valgono una cicca anche rispetto ai loro predecessori. Ma non solo, centinaia di migliaia di medici (psichiatri ma soprattutto medici di base) sono convinti del buon funzionamento di queste sostanze quando in realtà non solo risultano inefficaci ma anche pericolose per chi le assume. Capaci di provocare grossi problemi a livello emotivo, comportamentale e a livello fisico; per chi è scettico si faccia un giro su ssristories.org oppure su survivingantidepressants.org

Tutto questo solo ed esclusivamente per l'onnipotente dio denaro.  


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